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Attentati terroristici e guerre imperialiste: ancora una volta i lavoratori pagano per i crimini del capitalismo
Il Bureau Internazionale condanna senza riserve gli scioccanti attentati del 7 luglio a Londra, in cui 55 persone sono morte e altre centinaia sono state ferite. L'omicidio indiscriminato è solo l'inizio del genocidio. Questi attentati non sono neanche le azioni fuorviate compiute da oppressi che cercano di creare una società migliore. Le vittime sono state selezionate a caso dalla sorte e, per la maggior parte, erano normali salariati che si recavano al lavoro. Tra di loro c'erano musulmani e, quasi certamente, oppositori della guerra in Iraq, ma le loro identità e le loro opinioni non interessavano a quelli che hanno pianificato e a quelli che hanno eseguito questa atrocità. Infatti le vittime, come quelle in Palestina, come quelle nel World Trade Center dell'11 settembre, come i 110 mila iracheni morti dall'invasione di USA e Inghilterra, come le migliaia di afgani che morirono quando i talebani furono rovesciati, non sono combattenti coscienti nella guerra di qualcuno. Sono le vittime di un sistema che è basato sull'esercizio anonimo della forza imperialista.
Il terrore è un'arma dell'imperialismo
La stampa capitalista in Inghilterra ha sostenuto una campagna concertata per sostenere che la sola motivazione degli attentatori era "il male". I primi tentativi di ritrarli semplicemente come "codardi" (l'8 luglio quasi tutti i giornali riportavano quella parola) sono presto svaniti quando è apparso chiaro che questo era il primo attentato suicida riuscito compiuto in Inghilterra da cittadini inglesi.
L'orrore dell'attacco stesso ha anche aiutato a mascherare il fatto che questo è stato la conseguenza della partecipazione inglese all'invasione dell'Iraq. Non c'è altra ragione per esso, qualsiasi bugia Blair racconti. E queste bugie solo si compongono con quelle che ci ha raccontato sul possesso di armi di distruzione di massa da parte di Saddam Hussein. I piani di emergenza che hanno funzionato con tanta efficacia sono la prova diretta che il nostro governo si stava preparando per una tale atrocità fin da quando ha devastato l'Iraq.
La stampa ha provato a far intendere che Blair, come un Churchill di seconda categoria, fosse il portavoce dell'Inghilterra ma in realtà è Blair con la sua guerra che si è andato a cercare queste atrocità a Londra. Quando ha proclamato che "noi non ci arrenderemo mai", sottolineava solo il divario che ci separa dalla classe dirigente. Il "noi" significa "loro", i ricchi e i potenti, i beneficiari del capitalismo, mentre le vittime, quelli che dovranno morire, siamo noi, i 2 milioni che hanno dimostrato contro l'invasione in Iraq ma che sono stati democraticamente ignorati. Quando Blair ci dice che non permetterà mai ai terroristi di distruggere il "nostro" modo di vivere, egli intende che è stato dato semaforo verde allo stato inglese per incrementare il suo già considerevole potere di repressione. Aumento della sorveglianza, introduzione di schede identificative e processi senza giuria sottolineano solo la questione fondamentale che "noi" e "loro" apparteniamo a due differenti classi sociali.
Non può essere messo in dubbio che gli attentati siano ritorsioni per le aggressioni che l'imperialismo internazionale ha condotto in Medio Oriente e Asia Centrale per decadi. Gli attentati suicidi erano in origine il frutto della lotta disperata dei palestinesi contro Israele. La Jihad palestinese e Hamas non hanno mai avuto difficoltà a trovare reclute per la loro barbara strategia. Ora sono diventati dovunque l'arma degli islamici fanatici che sperano di imporre un ordine teocratico reazionario e oscurantista sul mondo, ma che mancano dei mezzi militari necessari a colpire i loro reali bersagli. Infatti la loro relativa debolezza è il solo modo attraverso cui essi possono essere descritti come meno imperialisti del governo degli USA o della Gran Bretagna. Essi hanno meno risorse e potenza militare e per questo il terrore indiscriminato è la loro principale arma imperialista. Il terrore è un'arma dell'imperialismo come la gente del Medio Oriente già sa. Sia che si manifesti nella forma di attentati suicidi o di missili Cruise, esso rimane terrorismo. Quelle persone del movimento "fermiamo la guerra" che erroneamente affermano che la resistenza irachena è "anti-imperialista", dovrebbero fermarsi a riflettere. Essere anti-imperialisti significa essere contro l'intero sistema in tutte le sue manifestazioni.
Non facciamo errori. La vittima dell'imperialismo USA e del terrore di Al Qaeda è dovunque la classe operaia. Questi sono terrori gemelli, ugualmente nocivi per noi, che stanno cercando di dividerci. L'apparato totalitario democratico non si fermerà davanti a niente pur di ottenerlo. I due minuti di silenzio in tutta l'Inghilterra al mezzogiorno di giovedì 14 luglio sono stati una mossa politica intelligente dal momento che nessuno vuole rifiutare una dimostrazione di rispetto per le vittime del terrore. Nessun accenno è stato fatto alle centinaia di migliaia di persone che sono cadute vittima del terrore in Iraq, anche se tanti bambini erano stati uccisi proprio il giorno prima. Non a caso, visto che il silenzio faceva parte del percorso per trasformare ogni espressione di disgusto umanitario per il terrore in sostegno alla sedicente democratica Inghilterra di Blair.
Morti per il capitalismo o morte del capitalismo?
Gli attentati di Londra sono solo l'ennesimo episodio in una aspra lotta per controllare le risorse del pianeta. Il problema reale è il sistema di sfruttamento capitalista in sé. Il capitalismo ha creato un mondo di relativa abbondanza dove nessuno sarebbe costretto a soffrire la fame o morire per mancanza di una medicina da 1$, ma dove in realtà 30 mila bambini muoiono ogni giorno. I rapporti sociali antagonistici del capitale implicano che quelli che controllano la ricchezza (prodotta dalla classe operaia che è sempre la prima vittima del terrore) del pianeta useranno tutti i mezzi che hanno a disposizione (compreso il terrore militare o individuale) per evitare che la ricchezza sia distribuita in qualsiasi maniera che sembri vagamente equa. Le élites dirigenti di Gran Bretagna e USA non sono in Iraq per estendere la democrazia (la loro ultima mendace giustificazione) ma per controllarne il petrolio. Questa ricca minoranza continuerà a sfruttarci finché non avremo distrutto il capitalismo. Il ciclo di violenza non ha fine sotto questo marcio e decadente sistema. Infatti ciò che abbiamo ora è una situazione di guerra permanente in cui quelli che rappresenteranno le vittime non solo non sono consultati, ma vengono del tutto ignorati.
La sola alternativa che affermi la vita è il socialismo (o comunismo). Una società in cui non ci saranno nazionalità, classi, soldi, privazioni e guerre. Alcuni potrebbero dubitare di questo. Potrebbero credere che lo stalinismo, che ha governato la Russia e l'Europa dell'Est per mezzo secolo o più, fosse comunismo. Se ciò fosse vero, allora essi avrebbero ragione di rifiutarlo, ma questa è la più grande bugia dei nostri tempi. Stalin ha ucciso più comunisti di ogni altro leader nella storia. Tra questi erano compresi i nostri antenati politici, che hanno perso la libertà e la vita alla fine degli anni 1920 e all'inizio degli anni 1930. Ma noi non abbiamo abbandonato la lotta e né lo faremo finché esisterà lo sfruttamento capitalista. Sappiamo che oggi dobbiamo di nuovo raggrupparci e organizzarci. All'inizio questo significa che dobbiamo costruire una organizzazione politica internazionale per coordinare e guidare la lotta per il rovesciamento dello stato capitalista. Ma rovesciare il capitalismo da solo non basta per giungere al socialismo. Nel lungo termine la vasta maggioranza dalla classe operaia dovrà fare da sé. Una nuova società, che dipende dalla partecipazione attiva della maggioranza, non può essere costruita in nessun altro modo. L'alternativa è lasciare i nostri governanti (di tutti i tipi) manipolare le nostre paure e condurci lungo la china della barbarie completa.
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