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Home ›Prospettiva del proletariato in Argentina e nei paesi periferici nel periodo presente
Riceviamo dal Ciculo Comunista Internacionalista di Argentina e traduciamo il seguente documento.
Tesi 1
Con la caduta del muro di Berlino e la conseguente sparizione del blocco orientale dominato dalla Unione Sovietica e la instaurazione del "nuovo ordine mondiale" proclamato dalla boghesia, ha avuto inizio un furioso attacco contro il Comunismo da parte degli ideologi del capitalismo che affermavano la superiorità del capitalismo sul comunismo e che il capitalismo di stato esistente nel cosiddetto "mondo socialista" era la vera faccia del comunismo, oltre a stabilire false analogie fra marxismo e stalinismo.
Tesi 2
Approfittando di questa situzione all'inizio degli anni '90 inizia nei paesi periferici, specialmente quelli con una forte presenza di proletariato industriale, un attacco da parte del capitale alle condizioni di viata della classe operaia.
È così che, oltre alla riduzione reale e nominale dei salari si attaccano pure le condizioni di vendita della forza lavoro, introducendo nuove forme di contrattazione come l'affitto di servizi, contratti a tenpo determinato, contratti di formazione lavoro (praticantato) e tutta una gamma di contratti spazzatura.
Questa situazione ha anche significato che le nuove generazioni di lavoratori che entravano nel mercato del lavoro lo facevano in condizioni molto peggiori dei loro predecessari e senza alcuno dei "diritti" che la classe operaia aveva ottenuto con le lotte proletarie dei secoli XIXe XX.
Tesi 3
Così anche gli attacchi portati dalla classe dominante al proletariato si volsero contro la sua coscienza, facendo in modo che i lavoratori perdessero identità o consapevolezza di sè come operai. Ciò si raggiunse negli anni '90 attraversao campagne ideologiche destinate a far credere alla classe operaia che non esistevano più classi sociali e che l'unica distinzione esistente era fra "chi aveva abuto successo e che era fallito", che il proletariato era corresponsabile del successo o meno dell'impresa, e tutta una serie di falsità che portarono i lavoratori a perdere la propria identità.
Tesi 4
Ugualmente, il decennio '90, come paradigma della globalizzazione significò che i partiti che prima levavano le bandiere del "nazionalismo pulista" adottarono la politica che veniva imposta loro dal centro capitalista, vale a dire privatizzazioni, riduzioni della spesa pubblica, riforme dello stato, liberalizzazione del commercio e delle finanze, ecc.
Per questo, possiamo vedere che i politici della borghesia che assunsero il potere in quel decennio con discorsi populisti adottarono i mezzi cconsigliati dalle potenze imperialiste più importanti e dagli organismi finanziari internazionali come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Esempi di tali politici li troviamo in Menem e i suoi successori in Argentina, Fujimari/Toledo in Perù, Collor de Mello/Cardoso in Brasile, ecc.
Tesi 5
Negli anni 90 possiamo osservare nei paesi periferici politiche di privatizzazione delle grandi imprese statali di servizi pubblici e industriali ai capitali multinazionali, e tali politiche poterono essere attuate per due fattori fondamentali: sconfitta parziale della classe operaia che si opponeva a tali privatizzazioni, e complicità dei sindacati che furono lo strumento ideale per vincere quella resistenza operaia e che in ogni caso ricevettero le briciole di quelle vendite di imprese pubbliche, come successe inel caso argentino con il sindacato delle ferrovie che in cambio di un ramo ferroviario accettò non solo la privatizzazionedelle ferrovie ma anche il licenziaamento selvaggio dell'80 per cento dei lavoratori, o il sindcato di Luz y Fuerza (Luce ed energia) che possiede una percentuale delle azioni delle imperse che forniscono energia elettrica, ecc.
La lotta operaia si riferiva puramente ed esclusivamente alla difesa dei suoi posti di lavoro contro i licenziamenti e contro il brusco peggioramento delle sue condizioni di vita.
Tesi 6
Di fronte agli intenmti privatizzatori, le lotte operaie presero due direzioni diverse: una indicata dagli stessi sindacati che le portò in un vicolo cieco che significò la sconfitta assoluta, con la conseguente demoralizzazione proletaria, e l'altra nella quale la classe operaia ha realizzato scioperi selvaggi contro le privatizzazioni, come nelle ferrovie che scioperarono a livello nazionale per più di quaranta giorni e che fu sconfitto dall'isolamento in cui si trovò nei più importanti centri urbani, sebbene godesse di una certa simpatia in quei villagi e piccole città destinate a "scomparire" con la chiusura definitiva di linee progettata dai nuovi concessionari.
Tesi 7
Le lotte dei lavoratori statali furono gli episodi più importanti che si verificarono nella prima metà degli anni '90. Dopo la sconfitta della resistenza operaia, lo stato potè applicare senza quasi alcuna resistenza tutti e ciascuno dei piani di riassetto che venivano loro imposti.
Tesi 8
Un altro degli elementi più significativi del decennio fu la estrema liberalizzazione dell'economia e delle finanze nei diversi paesi. È così che possiamo osservare come in Argentina con l'esplicito appoggio delle più importanti potenze imperialiste e degli organismi di credito internazionali, venne lanciato il piano di convertibilità, che significava non solo la riduzione delle spese pubbliche in rapporto al PIL, ma anche legare la politica monetaria del paese a quella degli USA e alle altalene di quest'ultima. Ma implicò anche l'ingresso massiccio di capitali parassitari nel paese, attratti dagli alti tassi di interesse che si pagavano. Sebbene tale piano significò che la inflazione annuale che colpiva l'Argentina si ridusse notevolmente, tuttavia significò distruzione dell'apparato produttivo e un indebitamento che aumentò geometricamente fino al 34 per cento in rapporto al PIL prima della firma del Piano Brady, al 134% in quel momento.
Questo piano ebbe un effetto oppiaceo di far credere alla "esistenza" di un benessere inesistente, poiché in contemporanea si stavano gettendo sulla strada migliaia di proletari ingrossando un esercito di disoccupati che non rientreranno più nell'apparato produttivo.
In tutti i paesi periferici si stavano portando a compimento queste politiche, sebbene con differenze specifiche, l'obiettivo centrale era lo stesso che si è espresso nel punto 4 di questo documento.
Tesi 9
È così che la centralizzazione del capitale, chiamata globalizzazione, e che in realtà era la mondializzazione del capitale il cui obiettivo era una uscita in avanti del capitalismo di fronte alla enorme crisi che lo sferza, significò per i paesi periferici, e particolarmente per il loro proletariato, importare le crisieconomiche e finanziarie dei paesi centrali.Ma come si è sopra detto, il massiccio ingresso di capitali parassitari attratti dagli alti tassi di interesse e il massiccio indebitamento dei paesi periferici fecero sì che a metà degli anni '90, cominciarono a collassare i cosiddetti mercati emergenti, perché le loro economie si erano polverizzate.
Tesi 10
Il capitalismo occidentale di fronte alla crisi che lo colpì, prodotto dalla crisi di accumulazione e della caduta dei suoi saggi di profitto, resistette e potè evitare così evitare il collasso totale del capitalismo, e ciò si verificò attraverso una serie di fattori che concorsero a far superare dal capitalismo quel frangente, mediante una sua trasformazione che non significava però che avesse risolto le sue contraddizioni né che potesse uscire dalla sua bancarotta totale.
Tali politiche si ridussero alle seguenti: riduzione delle spese pubbliche, liberalizzazione della finanza e dell'intercsmbio commerciale, privatizzazioni, riforme dello stato e modificazioni dell'apparato produttivo che hanno radicalmente cambiato il panorama industriale, con la introduzione del microprocessore nei processi produttivi. Questo causò:
- modifiche del processo produttivo, con diminuzione del lavoro;
- maggiore flessibilità del lavoro;
- riduzione del lavoro vivo;
- creazione di compartimentazioni e "specializzazioni" del lavoro;
- modifica della gerarchia del lavoro, rivelandosi obsoleta la organizzazione fordista;
- delocalizzazione delle imprese che ora si situano in diversi punti del pianeta.
Contemporaneamente alla introduzione dell'informatica nei processi produttivi, si abbandonò la politica keynesiana per la cosiddetta "neo-liberale". La stessa gestione diretta dell'azione statale nell'economia si è manifestata come un attacco brutale al salario indiretto, giacché di questo si tratta quando spariscono o sono ridotti pensione, salute pubblica, istruzione, ecc. Ma c'è anche un attacco al salario diretto, il che dimostra la grave crisi di accumulazione che attraversa il capitalismo, prodotto della cadurta del tasso medio di profitto della borghesia.
È così che nei paesi metropolitani e in quelli periferici la porzione corrispondente al salario indiretto costituisce una frazione minima del totale della massa salariale. E ciò è percepibile quando, con la pressione impositiva che attraverso ingegnerie fiscali fa sì che si trasferisca valore dai poveri ai ricchi, per mezzo della riduzione impositiva di cui lo stato beneficia la borghesia, castigando la classe operaia, per mezzo di maggiori imposte al consumo.
Tesi 11
Le borghesie dei paesi centrali dell'imperialismo con lo scopo di abbassare i costi di produzione, trasferiscono i loro impianti, fabbriche e imprese dal centro alla periferia, per profittare dei bassi salari. Ma queste imprese restano sotto il controllo delle case madri nelle capitali imperialiste, fondamentalmente cioè quelle imprese che esigono per le loro caratteristiche maggiori quantità di lavoro vivo.
Tesi 12
Le trasformazioni capitaliste sopra accennate, si sono accompagnate nei paesi periferici con lotte operaie, specialmente in quelle imprese di servizi pubblici in mano statali. Sebbene alcune lotte "contro la privatizzazione" possano aver assunto aspetti di carattere nazionalista, e contro la invasione straniera, la maggioranza dei distaccamenti operai lottavano per i loro posti di lavoro e e livelli salariali. In Argentina sono casi paradigmatici, non solo la lotta ferroviaria, che durò più di 40 giorni, ma anche i disoccupati/licenziati che raggiunsero l'80% della forza lavoro, o i lavoratori della telefonia statale, ecc. Ma è anche interessante l'accompagnamento che il sindacato, come organo dello stato, fece alle politiche di stabilizzazione e alle coasiddette "neoliberali" dello Stato trasformandosi in molti casi in una parte speciale del padronato, ricevendo percentuali azionarie delle imprese ex-statali - Elettricità, Ferrovie, Telefoni, ecc.
Dopo le sconfitte di tutte le lotte suddette e la perdita di tutte le riforme che avevano ottenuto in un passato recente, la classe operaia fu colpita nei paesi periferici, salvo casi isolati, da maggiori attacchi da parte del capitale. Si verificarono, dopo la sconfitta, i picchi più alti di disoccupazione, dopo di che i mercati emergenti caddero uno per uno in tutto il pianeta.
Tesi 13
Così, di fronte a quesata situazione e in forma diseguale, i lavoratori cominciano a riprendere le lotte, in forma embionalmente e fondamentalmente i lavoratori statali e dell'sitruzion, mentre la classe operaia industriale continua a soggiacere. Ciò accade non solo come prodotto della sconfitta subita nel passato recente, ma anche come prodotto dei metodi organizzativi nella produzione che hanno sostituito il fordismo, e che ha significato un attentato alla organizzazione e alla solidarietà proletaria, giacché impedisce, con la estrema reggimentazione delle imprese, la autorganizzazione operaia.
Perciò, risultato di tutte queste circostanze il proletariato industriale si è allontanato dalle lotte per un periodo molto lungo nei grandi centri urbani e industriali di Argentina.
È così che la lotta è cominciata nei settori più marginali - disoccupati - e nelle zomne più periferiche del paese - Norte de Salta, Neuquen - laddove i risultati lasciati dalle privatizzazioni nelle imprese del petrolio, metallurgiche ecc. Hanno colpito duramente, distribuendo la miseria a migliaia di operai disoccupati, laddove la lotta ha raggiunto elevati livelli di violenza operaia.
Ma a partire dall'inizio del 2001 le lotte operaie vanno acquisendo un carattere diverso, timidamente cominciano le lotte del proletariato industriale, con un grande sviluppo delle lotte dei disoccupati, sproriate nella maggior parte dei casi dalle direzioni dei partiti di sinistra. Zanon, le inudtrie Alimentacion e Lacteos, insieme a statali, docenti, ecc, reiniziano un periodo di lotta di classe che non ha ancora raggiunto il suo apogeo né livelli di grande conflittualità, che si verificano solo con la elezione di Kirchner e la speranza che questi aveva suscitato in vasti settori della classe operaia industriale. Delusa questa aspettrativa si riprende la lotta di classe.
Tesi 14
Prenderebbe troppo spazio l'analisi di tutyte e ciascuna delle lootte operaie, per la ricchezza di lezioni e insegnamenti che ci lasciano, ma è necessario prendere in esame queste domande Quale sarà la dendenza della lotta di classe? Cosa deve proporsi il proletariato per questo periodo?
La situazione della classe operaia tanto nei paesi periferici quanto in quelli metropolitani è davvero difficile nonostante il rianimarsi nelle lotte. Risulta quindi necessario:
- recuperare non solo la consapevolezza che è una classe differente dalla borghesia ma anche dei tentativi di diluirla nella cosiddetta società civile;
- recuperare la fiducia in se stessa, nella sua forza, nella solidarietà di classe;
- cominciare a riorganizzarsi perr la propria difesa contro gli attacchi del capitale, condizione preparatoria del contraattacco rivoluzionario.
L'attacco ideologico del capitale contro il proletariato è stato drammatico, la borghesia ha lanciato campagne ideologiche con le quali si è cercato di squalificare il comunismoe che stabilivano false analogie fra il Marxismo e lo stalinismo. Tali attacchi, che hanno provocato danni devastanti nella coscienza del proletariato che non sarà facile riparare. Ci vorrà tempo per smascherare quelle campagne ideologiche, specialmente dopo la implosione della Unione Sovietica nella quale i propagandisti borghesi volevano far vedere la "falsità" della lotta di classe, che non esistono classi antagoniste ecc. Ma questa avvio di ripresa delle lotte operaie nel mondo è servita a dimostrare le bugie e le falsificazioni della borghesia.
Tesi 15
La trasformazione attuata dal capitalismo nel tantativo di dopravvivere nel tempo è stata globale, gli attacchi alla classe operaia sono stati globali come globali sono state le campagne ideologiche della borghesia. Per questo la risposta del proletariato deve essere globale o internazionale., Non esiste differenza fra il proletariato dei paesi metropolitani e di quelli periferici. Non esistono paesi perduti alla rivoluzione; i paesi sottosviluppati hanno una ricca storia proletaria, come l'Argentina con una classe operaia di più di 150 anni, il Brasile, il Messico, la Corea, l'India...
I paesi periferici, come le centrali imperialiste hanno come nemici non solo lo stato capitalista e la classe dominante - la borghesia - ma anche tutti quegli apparati statali al servizio del capitale come sono i sindacati.
La classe operaia ha subito importanti modificazioni nella organizzazione del lavoro ed è per questo che non è sufficiente la autorganizzazione operaia a partire solo dalle concentrazioni proletarie sui posti di lavoro, bensì è necessario aggregare alla lotta e alla autorganizzazione operaia la base territoriale e i settori del proletariato espulsi dalla produzione - i disoccupati.
Così le lotte della classe lavoratrice non devoni isolarsi, come sempre cercano di fare gli apparati controricoluzionari sindacali, ma devono cercare la unità della classe operaia sul suo terreno di lotta, sia con i disoccupati, con i barrios in lotta, ecc.
Lo strumento fondamentale per tale autorganizzazione è l'assemblea, dobbiamo trarre lezioni dalle prime assemblee dei piqueteros che ebbero luogo in Argentina, dalle loro luci e ombre per trarne gli insegmaneti necessari.
Dette assemblee, che non sono il partito, esistono indipendentemente dal partito, che però deve partecipare attivamente in esse. È certo che tali assemblee hanno un limite che è il limite rivendicativo. È per questo che il partito deve lavorare al loro interno affinché le stesse possano superare quella barriera, senza che ciò significhi partecipare ai sindacati.
I rivoluzionari devono distruggere tutti i tipi di mistificazione relative alle diverse istituzioni borghesi,Cce la borghesia può generare nel proletariato: siano esse i sindacati, o le elezioni parlamentari borghesi, o la giustizia, o le possibilità di riforma o di miglioramento dentro questo sistema
È così che la borghesia va costruendo nuovi meccanismo di dominio, sia politici che sindacali, con l'obiettivo centrale di dividere la classe operaia. Prova di ciò l'ha fornita in America Latina, nei paesi più importanti dove esiste un proletariato forte e grandi concentrazioni industriali, dove a fronte dell'odio che la burocrazia sindacale suscitava, la borghesia ha iniziato a generare uscite borghesi, come i raggruppamenti sindacali di sinistra, sindacati dominati dalle correnti sinistrorse e addirittura centrali operaie dissidenti o "di sinistra" come è il caso della CTA argentina e la CUT in Brasile, senza contare le correnti politiche borghesi riformiste come il Frente Grande (Argentina) il PT di Lula o il Frenete Amplio uruguaiano, per fare qualche esempio.
Queste centrali e/o sindacati strappati alla burocrazia non portano nulla di nuovo, le loro sconfitte colpiscono più duramente il proletariato. Essi non si propongono nulla più di cercar di vendere la forza lavoro a condizioni migliori. Ma ciò è impossibile poiché il periodo in cui alla borghesia era possibile fare concessioni al proletariato è finito; l'azione di quegli strumenti controrivoluzionari sono solo mediazioni a favore del capitale.
Il sindacato, sia esso "recuperato", dissidente o "rosso" non è strumento valido di lotta, è solo funzionale alla borghesia per dividere, disperdere la classe operaia e generare in essa apettative di miglioramenti nell'ambito della legalità borghese.
È per questo che dobbiamo riscattare gli esempi delle assemblee operaie e territoriali prima che gli stessi siano espropriati dalla borghesia mediante i suoi agenti nella sinistra.
Tesi 16
Come si è detto più sopra, il capitalismo è un sistema internazionale e pèerciò la classe operaia deve dare risposte a livello internazionale. Così è falso e caratteristico delle posizioni della sinistra borghese considerare che la classe operaia nei paesi periferici abbia altri compiti, diversi dai paesi centrali, come i compiti democratici della liberazione nazionale ecc. La classe operaia dei paesi periferici che in diversi gradi sta subendo le stesse conseguenze di sfruttamento, disoccupazione ecc. Dei suoi fratelli di classe dei paesi metropolitani, hanno lo stesso compito di distruggere per via rivoluzionaria questo sistema e instaurare la dittatura del proletariato.
Per arrivare a questo obiettivo strategico del proletariato mondiale, bisogna non solo iniziare il percorso di costruzione del Partito Comunista Mondiale, ma inizziare a dar battaglia all'interno della classe operaia contro tutti i tipi di mistificazione borghese. I rivoluzionari non possono contentarsi di dare lezioni, ma devono partecipare al movimento reale della lotta di classe che si è avviato con l'approfondirsi della crisi del capitalismo.
Come? Non solo partecipando alla lotta di classe, ma anche facendo da punto di riferimento per la classe operaia, combattendo nelle assemblee di lotta che la classe si dà, conquistando la direzione politica e indirizzandola a superare i limiti rivendicativi e ponendo gli obiettivi politici.
È per questo che risulta fondamentale per i comunisti la costituzione di gruppi operai e territoriali verso i quali chiamare la avanguardia operaia - occupata e disoccupata - senza che ciò implichi la adesione politica a un gruppo determinato, poiché è la minoranza rivoluzionaria enucleata nel partito mondiale quella che guiderà la classe operaia alla rivoluzione e alla piena coscienza di classe.
È così che di fronte alla ripresa della lotta di classe il proletariato dovrà costituire tali gruppi con gli scopi seguenti:
- denunciare l'azione delle correnti della falsa sinistra borghese, contrapponendo loro le posizioni autenticamente di classe e rivoluzionarie;
- chiarire la realtà della società bborghese e dei suoi attacchi al proletariato, affinché il proletariato perda le speranza e le aspettative che incessantemente la borghesia le crea lungo il cammino;
- chiarire che tutte le lotte rivendicative hanno come obiettivo centrale di trascendere il limite meramente economico per la conquista del potere per via rivoluzionaria;
- chiarire che la classe operaia è una sola senza distinzione fra occupati e disoccupati e che la lotta è una sola senza distinzioni e divisioni di nessun genere;
- l'unità internazionale della classe operaia, giacché non ci sono proletari perditi alla rivoluzione, perché la classe operaia è una sola classe e la sua lotta è uguale tanto nei paesi periferici come nei paesi metropolitani;
- la necessità del partito rivoluzionario o Partito Comunista Mondiale come direzione politica del movimento rivoluzionario della classe, perché questa possa svolgere la sua missione storica di distruzione del sistema capitalista.
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