La polizia carica gli operai: il capitale getta la maschera!

Le cariche e le botte della polizia agli operai della FIAT-SATA di Melfi sono la prova evidente che nei tempi di crisi, come questo, quando non ci sono più briciole da distribuire, il padronato non esita nemmeno un istante a scagliare contro i lavoratori i difensori del suo ordine sociale: la leggenda di uno stato al di sopra delle parti si mostra per quel che è, una bugia dalle gambe corte. I lavoratori della SATA hanno un salario inferiore del 25% rispetto a quello degli altri stabilimenti FIAT, la produttività, per certe lavorazioni, è superiore di 6-7 volte e devono sottostare a turni massacranti.

Questo significa il taglio delle pause, l'aumento pazzesco dei ritmi e dei carichi di lavoro (la famigerata "metrica" MTC2), la crescita impressionante di malattie e infortuni, un turn-over altissimo per la rapida usura psico-fisica della forza-lavoro. Melfi (e Pratola Serra) è stato il banco di prova per estendere queste "nuove" forme di sfruttamento selvaggio a tutta la FIAT.

Oggi, però, stimolati alla lotta dai loro compagni dell'indotto, hanno detto basta! e, mentre esigono di essere trattati meno bestialmente, cioè di avere almeno lo stesso salario degli altri operai FIAT, smascherano il mito bugiardo della fabbrica integrata, "oasi felice" voluta e benedetta (nel 1993) da tutte le forze politico-sindacali, nel nome della concertazione e della politica dei redditi.

La fabbrica nel sistema capitalista è prima di ogni altra cosa il luogo dove il capitale sfrutta la forza-lavoro e più questa è debole e accondiscendente più viene sfruttata. Così dopo anni di concertazione voluta e praticata da tutti i sindacati, Fiom compresa, com'era ovvio che fosse, le nostre condizioni di vita si sono aggravate fino al punto che per un salario di fame la Fiat si è impadronita di ogni attimo della vita dei lavoratori imponendo turni e orari di lavoro da bestie.

Ma la FIAT-SATA non è stato solo il modello da esportare nell'intero gruppo FIAT, è stato anche un punto di riferimento di tutto il padronato: noi, operai e impiegati, "fissi" e precari, di qualunque categoria, facciamo sempre più fatica ad arrivare col nostro stipendio a fine mese, mentre i governi regalano continuamente ai padroni nuove leggi per sfruttarci senza limiti (legge Treu, legge 30) e circa trentamila milioni di euro all'anno sotto forma di agevolazioni fiscali e di contributi a fondo perduto.

Per questo, la lotta degli operai di Melfi deve essere la lotta di tutti i lavoratori!

Per questo essi non devono restare isolati!

I tranvieri, nonostante i loro sacrifici e la loro determinazione, sono stati sconfitti perché sono stati lasciati soli, costretti a rimanere chiusi nei limiti soffocanti della categoria.

Contro la concertazione aperta o mascherata, per il rilancio della lotta di classe che rompa i limiti di categoria e delle famigerate compatibilità, che ci condanneranno sempre all'impotenza e alla sconfitta,

Solidarietà ai lavoratori di Melfi!

Partito Comunista Internazionalista - Battaglia Comunista

Sezione Italiana del Bureau Internazionale per il Partito Rivoluzionario