Contro il padronato e i suoi governi - In difesa di salari, stipendi e pensioni

Allo sciopero generale

Il carovita per le tasche proletarie è diventato insopportabile; è un dato di fatto che tutti i lavoratori hanno davanti agli occhi: il salario non basta più nemmeno al sostentamento. Pagare l'affitto o il mutuo, fare la spesa, pregare di non ammalarsi e di non invecchiare, ecco cosa resta a chi vive del proprio salario. Infatti, con la forza e con l'inganno, si punta a cancellare del tutto anche il salario indiretto e differito, ossia lo "stato sociale", le pensioni: proseguendo sulla strada aperta da Amato-Dini-Prodi, il centro-destra vuole innalzare ancora l'età pensionabile e dare definitivamente in pasto il TFR (la liquidazione) alla rischiosissima speculazione finanziaria, ai fondi pensione privati, "aperti" o chiusi", cioè gestiti anche dai sindacati (per es., COMETA).

La crisi economica mondiale, che inasprisce gli scontri imperialisti, macina guerre e suscita spaventosi atti terroristici da Baghdad a Madrid, ha prodotto un effetto domino anche per l'industria italiana. La Fiat, il fallimento di Cirio, la truffa Parmalat, le difficoltà del settore siderurgico: i colossi dell'economia italiana - ma anche i decantati "distretti" - crollano o annaspano sotto i colpi di una crisi economica sempre meno gestibile da parte padronale. I politici, a seconda dello schieramento, danno la colpa di tutto ciò al malaffare, all'euro o alla scarsa capacità imprenditoriale degli industriali italiani... Nessuno che dica che la colpa è del sistema capitalista, che, quando è in crisi, per sopravvivere affama i salariati e affoga nel sangue la "gente comune" - cioè sempre i proletari, i poveri e i diseredati - pur di mantenere i profitti e alimentare una speculazione finanziaria sempre più piratesca.

E che la causa di tutto ciò sia il capitalismo lo dimostra ancor più il fatto che l'aggressione al mondo del lavoro, sotto forma di precarizzazione, di tagli al salario, ai servizi e della loro privatizzazione (scuola, sanità, ecc.), non riguarda solo l'Italia, ma anche la Francia, la Germania, il Canada, gli Stati Uniti, il Messico... in una parola, tutto il sistema capitalistico mondiale.

A questo attacco alle tasche proletarie, i sindacati non hanno saputo opporre altro che scioperi farsa e quindi inutili, e lasciare mano libera a governi e padronato.

Allora, i lavoratori, per cominciare a difendersi sul serio, devono andare oltre la concertazione e la perdente logica sindacale, come hanno dimostrato i cosiddetti "scioperi selvaggi" portati avanti dai coraggiosi lavoratori dei trasporti a dicembre-gennaio e gli scioperi autorganizzati in FIAT nello stesso periodo.

Per non disperdere queste giuste indicazioni di lotta, questa istintiva insofferenza verso gli apparati sindacali oggettivamente sempre più d'intralcio alle lotte operaie e proletarie, occorre che tutti i lavoratori, "fissi", precari, e disoccupati (ovvero lavoratori in nero) si organizzino in assemblee nei luoghi di lavoro e sul territorio per dare vita a iniziative comuni.

Contro il carovita, contro la privatizzazione dei servizi sociali, per il salario, senza falsi amici sindacali e politicanti di mezzo, fino al coordinamento tra diversi settori e diverse città, occorre dare vita al fronte di classe per respingere gli attacchi alle nostre già precarie condizioni di vita.

L'esempio dei tranvieri è solo l'inizio di un percorso di lotta: se vogliamo liberarci di chi ci sfrutta, dobbiamo organizzare autonomamente le nostre lotte e collegarci al processo di ricostruzione di un proprio autentico partito di classe, per la generalizzazione delle lotte stesse nella prospettiva del superamento dell'attuale sistema capitalistico, ormai in grado di assicurare solo miseria generalizzata, violenza e guerra permanente.

Partito Comunista Internazionalista - Battaglia Comunista