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Home ›Solidarietà con le lotte "selvagge" - Rompere la pace sociale!
Manifesto sulle lotte dei tranvieri e altri
Le recenti lotte in molte città d'Italia (tranvieri, Alitalia, commercio, TNT a Mirafiori) hanno avuto tre grandi significati:
- Hanno forse iniziato a rompere quella ammorbante pace sociale, nella quale la borghesia si può sempre permettere di fare le sue guerre, con un proletariato atomizzato e silenzioso.
- Hanno portato alla ribalta un problema da tempo ignorato e sottaciuto da chi lo conosceva: il problema salariale: non si può vivere, soprattutto nelle grandi città, con 800 euro al mese, né si mantiene la famiglia con 1200 euro al mese.
- Perciò stesso hanno riaffermato con la forza dei fatti la verità che tutti (dai DS ad AN) dicevano morta: la società continua ad essere divisa in classi, una delle quali vive sfruttando l'altra.
La lotta che ha avuto maggiore risonanza, quella degli autoferrotranvieri, è anche la più delicata: su di essa si giocano i destini dei contratti nazionali, il rapporto fra sindacati e forza lavoro, e la capacità dei lavoratori di difendersi dai sempre più violenti attacchi della borghesia. L'accordo ignobile firmato dalle organizzazioni sindacali il pomeriggio del 19 è stato presentato come "il massimo ottenibile a scala nazionale" e come il bastione da difendere proprio in quanto contratto nazionale. In sostanza: "potevamo chiudere nazionalmente su questo ed è stato meglio chiudere per non consentire la fine del contratto nazionale". Dunque un contratto nazionale da svendita da una parte e l'apertura dei tavoli integrativi dall'altra: questa la strategia di frammentazione del fronte dei lavoratori che accomuna destra e sinistra, padroni, governo e sindacati.
Invitiamo i lavoratori a respingere questa manovra, respingendo al mittente quell'accordo, esigendo:
- il pagamento del dovuto;
- il rinnovo del contratto nazionale
e rifiutando l'apertura di tavoli integrativi locali prima della definizione di un decente accordo nazionale.
Per troppo tempo i lavoratori tutti hanno prestato orecchio alle sirene del capitalismo che ripetevano che la barca è comune e dobbiamo badare a ciò che è possibile e a ciò che non lo è. In una società in cui il lavoratore produce dieci volte di più di quel che produceva solo pochi anni fa, in cui la produzione di ricchezza aumenta anno per anno, la parte che va ai lavoratori (salario) diminuisce sempre di più e i servizi (cioè il salario indiretto), che una volta erano sociali, diventano un lusso. Devono ancora i lavoratori farsi carico di questo andazzo... della barca? NO.
Checché ne dicano partiti e sindacati, i lavoratori sanno quali sono i loro diritti e che questi devono essere rispettati, indipendentemente dalle chiacchiere sulle compatibilità.
Le esperienze degli scioperi cosiddetti selvaggi dicono che:
- i lavoratori possono organizzarsi fuori e se necessario contro i sindacati per l'organizzazione delle proprie lotte;
- le organizzazioni di lotta che i lavoratori si danno possono coordinarsi a livello territoriale e poi nazionale per concentrare il massimo della forza;
- soprattutto si può coordinare le lotte di diverse categorie fra loro.
Salutiamo la solidarietà che i tranvieri hanno espresso, a Milano, ai lavoratori del commercio incontrandoli fuori dalla Rinascente. È il presupposto necessario, ma occorre andare avanti.
Occorre che si creino organismi basati sulle assemblee aperte sui posti di lavoro e composti di delegati eletti e revocabili dalle assemblee dei diversi posti di lavoro e delle diverse categorie. Saranno questi gli unici organismi che potranno dirsi espressione e vera rappresentanza dei lavoratori.
È su questo terreno, della riconquistata autonomia, che il proletariato deve avviare la propria ricomposizione di classe e iniziativa di lotta.
È su questo terreno che si può ripresentare viva e vitale l'alternativa storica a questo sistema capitalista, fonte di fame, di miseria e di guerre.
Per la rottura della pace sociale! Per gli organismi indipendenti di lotta dei lavoratori!
Per la ripresa dell'iniziativa proletaria nella lotta di classe!
Per la prospettiva anticapitalista del comunismo internazionale!
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