Contro la repressione borghese rilanciamo la lotta di classe

Contro gli arresti di Genova

Le porte delle galere, che si erano appena svuotate degli esponenti no-global vergognosamente arrestati con ridicole e assurde accuse, si sono di nuovo riaperte per altri "sovversivi". Tutto questo conferma ancora una volta la vera natura della democrazia borghese. Da un lato, in parlamento vengono approvate leggi che garantiscono l'impunità a chi sistematicamente truffa (depenalizzazione del falso in bilancio), a chi ricicla denaro sporco derivante dal traffico della droga (incentivi per il rientro dei capitali dall'estero), o semplicemente per evitare un giudice poco manovrabile (legge Cirami); dall'altro lato gli apparati politici, giudiziari e polizieschi dello stato - tanto democratici quando si tratta di difendere gli interessi e le ruberie della classe dominante - utilizzano norme fasciste o democratiche, ma sempre di classe, per arrestare decine di persone sulla base di pesantissime accuse. Intanto, i tutori dell'ordine borghese, i responsabili del lager di Bolzaneto, del sangue di Piazza Alimonda, della scuola Diaz e di tante strade genovesi, sono, come sempre, scagionati dalle (vere) colpe gravissime.

Il fatto che questa nuova ondata di arresti non si basi su reati di opinione, ma su presunte prove circostanziate, significa che, forse, questa volta si voglia picchiare più duro.

Eppure, la totalità (o giù di lì) dei manifestanti a Genova era guidata più da una (giusta) rabbia contro le infamie di questa società che da un chiaro e coerente programma anticapitalista. Eppure, il movimento no-global ha sempre dichiarato la sua natura pacifista e riformista e non ha mai pensato di sovvertire l'ordine capitalistico. Per i no-global i problemi della società moderna si risolverebbero attenuando con apposite riforme (per esempio, la Tobin Tax sulle transazioni finanziarie) le più stridenti contraddizioni del capitale.

Purtroppo, però, il capitalismo è un'organizzazione sociale che non solo non può essere riformata, ma che nell'attuale fase di crisi riesce ad offrire solo miseria crescente e guerre. È sotto gli occhi di tutti il continuo peggioramento delle condizioni di vita del proletariato italiano e internazionale. Cosa rappresentano le migliaia di lavoratori licenziati alla FIAT e in non poche imprese dell'apparato industriale italiano, se non uno degli effetti della crisi del capitalismo? Ed è proprio questa crisi che spinge lo stato borghese a mettere in campo interventi repressivi, per lo più in chiave intimidatoria e preventiva, per evitare che nessuna voce di dissenso, seppur politicamente confusa e, quindi, sterile, seppur riformista come quella dei no-global - altrettanto sterile - si possa levare per contrastare il capitalismo e la sua logica del profitto.

Esprimiamo tutta la nostra solidarieta' agli arrestati, contro la falsa democrazia borghese, contro il capitale, per rilanciare la lotta di classe del proletariato.

Partito Comunista Internazionalista - Battaglia Comunista