Anche l'Italia nella guerra imperialista

Manifestazione contro la guerra

Compagni,

il terribile attentato che ha provocato negli Usa la morte di molte migliaia di vittime inermi, in maggioranza lavoratori cui va tutta la nostra solidarietà di classe, è il pretesto per una guerra di vasta portata e dagli esiti imprevedibili, anche se "il nemico" non è uno Stato ben individuato, ma è come un fantasma a cui ognuno può dare le sembianze che più gli fanno comodo a seconda delle proprie convenienze. Che sia stato Bin Laden, il miliardario saudita, o meno, poco conta: gli attentati hanno offerto agli USA la scusa per intervenire militarmente nei confronti di quei personaggi e di quel paese che hanno un'enorme importanza strategica nello scenario del petrolio transcaucasico.

Per gli Usa, mettere i piedi e le mani sulla via afghana di quel petrolio costituisce, dunque, un atto di guerra preventiva con il chiaro intento di preservare il loro primato. Tanto più che l'Euro è solo ai suoi primi passi e la costituzione attorno a esso di un blocco imperialistico capace di competere con quello statunitense è, per il momento, poco più di un semplice progetto. Allo stato attuale delle cose gli stati europei, in ordine sparso, non possono fare altro che rincorrere il gigante Usa, per cercare di ritagliarsi qualche vantaggio. Da qui il preteso intervento militare dell'Italia, che se mai si svolgerà realmente sarà tale da non ostacolare in alcun modo le manovre Usa nell'area centro asiatica. Ma tant'è.

Tanto è importante PER IL CAPITALISMO ITALIANO la necessità di non rimaner tagliato fuori che l'intero fronte politico della borghesia si ricompatta. Le contrapposizioni fra la "civiltà democratica" del centro sinistra e la "cialtroneria banditesca" del centro-destra, improvvisamente svaniscono e Berlusconi da miliardario monopolista dei media, sconveniente al governo e per di più inquisito, si trasforma in responsabile esponente delle istituzioni, capofila della patria con cui solidarizzare. Se qualcuno sperava ancora in qualche residuo di sinistrismo nei DS, dovrebbe ora essere disilluso. E se qualcuno pensa ancora che eleggere questo o quello cambi qualcosa, fra le cose impostanti, è ora servito.

Compagni, proletari!

La propaganda della borghesia sostiene che siamo di fronte a una sorta di guerra santa contro la cosiddetta "civiltà occidentale" da una parte e "l'estremismo islamico" dall'altra. Ma si tratta di una trappola in cui non dobbiamo assolutamente cadere, pena il rischio di un macello senza precedenti nella storia dell'umanità. Non è vero che "siamo tutti americani" e non è neppure vero che esiste un blocco indistinto comprendente "i popoli islamici" o i "popoli del sud del mondo" in cui tutti sono parimenti vittime dell'Occidente. Esistono la borghesia e il proletariato divisi da interessi fra loro inconciliabili. E sotto ogni latitudine i capitalisti perseguono tutti lo stesso obbiettivo: realizzare profitti estorcendo plusvalore ai lavoratori. Oggi, questi signori ci vogliono condurre in guerra perché non hanno altra via di uscita dalla crisi che ha investito il capitalismo mondiale. Vogliono farci apparire lo scontro in atto come quello fra civiltà, ma lo scontro vero, che si prepara, è quello interno allo stesso Occidente.

Non è un caso che ci dicano che tutto è cambiato; che per sconfiggere il nemico saranno necessari anni di sacrifici e la rinuncia a "un po' di libertà". Con la scusa della guerra intanto si impedisce il sorgere di qualunque opposizione che possa mettere in discussione l'attuale ordine economico e sociale. Anche gli scioperi e qualunque forma di lotta economica d'ora innanzi potrebbero essere considerati un tradimento e perciò fortemente limitati o vietati.

Compagni, proletari!

Se vogliamo evitare il massacro generalizzato e la lotta fratricida, dobbiamo rilanciare la lotta di classe e l'unità del proletariato, accelerando il processo di ricostruzione di un autentico Partito Comunista su scala internazionale che abbia nell'antistalinismo e nel disfattismo rivoluzionario il perno della sua strategia, perché soltanto con la trasformazione della guerra imperialista in guerra rivoluzionaria e la costruzione di una società socialista si potrà porre fine alla barbarie capitalista, compresa quella in versione islamica o islamico-integralista.

Partito Comunista Internazionalista (Battaglia Comunista) - Gruppi di Lotta Proletaria

Sezione Italiana del Bureau Internazionale per il Partito Rivoluzionario