Fermiamo lo strapotere dei padroni! Fermiamo le loro guerre!

Metalmeccanici

Ancora una volta un attacco generalizzato, dal salario all'occupazione all'intero rapporto di lavoro. È la crisi capitalista, che da trent'anni corrode l'economia mondiale, a spingere i padroni di ogni paese a imboccare le solite strade per cercare di rianimare saggi del profitto (i profitti industriali realizzati rispetto ai capitali investiti) sempre più anemici: l'intensificazione dello sfruttamento, l'esasperazione della speculazione finanziaria, la guerra imperialista. Infatti, anche in Medio oriente, in Afghanistan, dietro la cortina fumogena della lotta al terrorismo da una parte, della difesa dell'Islam dall'altra, si gioca una partita mortale per il controllo dei flussi di petrolio dell'Asia centrale e della rendita petrolifera ad essi associata. In breve, la guerra e il maggiore sfruttamento, la miseria crescente, i massacri e le bombe sono tutti strettamente legati, perché generati dalle stesse insanabili contraddizioni del capitale. Per questo, solo lottando contro i "propri" padroni si può lottare concretamente contro le guerre e i massacri della borghesia.

Gli obiettivi padronali sono chiarissimi:

  • piena libertà di assumere manodopera a basso costo;
  • piena libertà nell'utilizzo della manodopera;
  • piena libertà di licenziamento;
  • completa precarizzazione del lavoro.

I rinnovi contrattuali si inseriscono perfettamente in questo quadro di attacco su tutti i fronti e ricalcano lo stesso schema:

  • un vincolo rigidissimo sul piano salariale e normativo;
  • esigui aumenti salariali e tutti rigorosamente legati alla produttività;
  • predeterminazione forzata dei temi da affrontare nelle vertenze di categoria;
  • sottomissione di ogni trattativa a regole, leggi e accordi stabiliti fuori dalle fabbriche dai vari governi, dai padroni e dai sindacati;
  • una sempre maggiore flessibilità nell'utilizzo dei lavoratori realizzata con la mobilità esterna, gli orari sempre più elastici, l'introduzione di nuovi turni ecc.

A fronte di questo attacco complessivo i sindacati invece di opporsi e chiamare i lavoratori alla lotta ad oltranza rilanciano la concertazione, cioè l'accettazione supina dei piani padronali e dei provvedimenti del governo Berlusconi, come hanno sempre fatto con gli altri governi, nonostante la FIOM-CGIL adesso faccia finta di aver riscoperto la lotta di classe. Infatti, pur scioperando, sappiamo benissimo che con lo sciopero di oggi la FIOM vuole solamente strumentalizzare la giusta rabbia operaia a favore di quel centro-sinistra che, come la destra, ha pesantemente bastonato i lavoratori tutti.

Ma se i sindacati non difendono i nostri interessi dobbiamo farlo da soli, dobbiamo partire dalle fabbriche per respingere il contratto in tutte e due le versioni e mandare un segnale forte alla Confindustria, al governo e ai sindacati che non siamo più disposti ad accettare senza reagire il peggioramento della nostra condizione sociale.

Organizziamo in ogni posto di lavoro l'opposizione dal basso alle piattaforme sindacali!

Diciamo no ai contratti bidone!

Diciamo no alla guerra e ai massacri della borghesia!

Per la difesa intransigente del salario e del posto di lavoro!

Per la costruzione a scala internazionale del partito rivoluzionario del proletariato!

Partito Comunista Internazionalista (Battaglia Comunista)