You are here
Home ›La coalizione degli Stati Uniti d'America dichiara la guerra al mondo
Documento BIPR dopo i fatti dell'11 settembre 2001
Gli attacchi suicidi devastanti sui simboli chiave della potenza del capitalismo finanziario e militare americano hanno forse scosso l'autostima dello Stato più potente del mondo, ma non costituiscono in alcun modo una vittoria per la classe operaia sfruttata. Non solamente ci sono lavoratori e lavoratrici tra le migliaia di vittime, ma questi attacchi sono ora utilizzati per legittimare l'aumento della repressione da parte dello stato. La "guerra contro il terrorismo" sarà utilizzata nei paesi metropolitani come un'arma contro le opposizioni interne e in particolare contro la classe operaia e contro tutte le nuove organizzazioni politiche proletarie. In questo senso, il terrore organizzato dello stato aveva già preceduto gli eventi dell'11 settembre con gli assalti della sua polizia diretti ai manifestanti no-global. Tuttavia, gli avvenimenti dell'11 settembre hanno avvicinato la prospettiva di una umanità cacciata nella barbarie.
Queste non sono tenzoni ideologiche o misteriose "forze dell'inferno" che portano il pianeta all' Armageddon. Al contrario, sono le politiche concrete e calcolate generate dalla rivalità tra gli stessi interessi materiali delle potenze capitaliste che rendono il XXI secolo altrettanto pericoloso e bellicoso di quello precedente
La permanenza e l'esasperazione della lotta imperialista sono il risultato della lunga crisi di redditività del capitale e della lotta spietata degli USA per mantenere il controllo del petrolio e delle rendite finanziarie parassitarie che assicurano la loro posizione dominante nel mondo: una posizione che, malgrado il crollo del blocco russo e l'apparente solidità della Nato, non è incontestato dai suoi rivali imperialisti.
Tutto questo è nascosto dietro il paravento di una precipitosa risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell'ONU e dell'invocazione della clausola numero 5 della Carta della Nato, la quale recita che "un attacco contro uno è un attacco contro tutti", che gli USA utilizzano per forzare la mano ai loro rivali che non sono ancora pronti per una rottura aperta con la sola super potenza rimasta al mondo. Non facciamoci nessuna illusione. Dietro la "battaglia dei popoli amanti della libertà" di Bush,, ci sono gli stessi interessi che hanno spinto gli USA nelle guerre genocide non dichiarate in Viet Nam e in Cambogia, che hanno concesso ai loro alleati israeliani di autorizzare il massacro a sangue freddo nei campi profughi di Sabra e Chatila (1982), che hanno provocato l'invasione di Grenada (1983), il bombardamento di Tripoli (1986, utilizzando le basi in Gran Bretagna) e, dieci anni fa, lo scatenamento della "Tempesta del deserto" contro Saddam Hussein, loro alleato di un tempo, di cui avevano armato il regime fino a due anni prima, ma la cui caduta in disgrazia costò la vita a centinaia di migliaia di iracheni. Dunque, quando Bush, Berlusconi, Blair ecc., ci dicono che questa nuova guerra è "Contro quelli che non hanno alcun rispetto per il carattere sacro della vita umana" dovremmo chiederci cosa vogliano dire, dato che si stima che almeno 500.000 bambini sono morti a causa dell'embargo contro l'Iraq e dato che l'aviazione britannica continua ad affiancarsi agli USA nei sistematici bombardamenti sull'Iraq.
Nel vero linguaggio dell'imperialismo, il "mondo civile" si appresta a impartire una lezione al mondo non civilizzato che non la scorderà tanto presto. La coalizione diretta dagli USA ha dichiarato una guerra di durata indefinita contro un nemico non identificato, senza dire quando terminerà.
Il nazionalismo e la religione non sono una soluzione per la classe operaia
È superfluo dire che ci opponiamo a qualunque forma di fondamentalismo religioso. L'idea che l'Islam possa rappresentare una "terza via" tra capitalismo e comunismo è assurda, perché l'Islam NON È un diverso modo di produzione, ma anzi si adegua benissimo al capitalismo. La proliferazione del terrorismo "islamico" è un'espressione della disperazione delle classi capitaliste minori nei paesi più aspramente oppressi dall'imperialismo.
Ma la risposta all'imperialismo capitalista non è il nazionalismo abbracciato da un gran numero di persone nei paesi periferici del capitalismo. Il nazionalismo, come è stato dimostrato in ogni lotta di liberazione nazionale, non è affatto un amico della classe operaia. La borghesia che controlla i movimenti nazionalisti (per quanto "socialisti" pretendano di essere) sia quando diventa vassalla dell'uno o dell'altro imperialismo (e non dimentichiamo che Saddam Hussein e Osama bin Laden un tempo sono stati sostenuti dalla Central Intelligence Agency americana), sia quando prende il potere, opprime e sfrutta i proletari come prima (basti guardare allo Zimbabwe di Mugabe o al Sudafrica governato dall'ANC).
Dobbiamo sottolineare che noi non contestiamo solamente l'obiettivo finale del terrorismo. Il nostro scopo di rovesciare il mondo scandalosamente marcio del capitalismo attuale non può essere raggiunto attraverso atti di terrorismo individuale. All'azione di una classe intera, il terrorismo sostituisce l'idea elitaria che un pugno di individui possa cambiare la società con un atto singolo. È un'assurdità estremamente nociva. Il capitalismo e lo sfruttamento, la povertà, la miseria e la guerra che ne discendono, possono essere abbattuti solo quando la gran parte della classe operaia e del proletariato è pronta a lottare per il socialismo. È solamente attraverso la loro resistenza collettiva che la classe operaia del mondo, lottando contro gli attacchi del capitalismo, svilupperà i mezzi pratici organizzativi per realizzare non la falsa democrazia di Bush, Berlusconi, Blair ecc., ma la democrazia operaia dei consigli operai. Questi organi di democrazia di massa degli sfruttati organizzeranno e generalizzeranno la difesa della classe operaia contro la classe capitalista, cosa che porterà alla caduta del vecchio ordine e alla riorganizzazione della produzione per il soddisfacimento diretto dei bisogni umani. Il partito dei Comunisti Internazionalisti assumerà un ruolo vitale per aiutare la classe a comprendere e raggiungere questo obiettivo.
Il socialismo non sarà conquistato senza una risposta violenta dei detentori della proprietà dei mezzi di produzione e di scambio (che, come è dimostrato dalla storia, prenderanno tutte le misure necessarie per conservare ciò che hanno) ma la classe operaia resisterà a tutto questo in quanto classe, non con atti individuali. Le nuove vittime innocenti del terrore americano saranno il pretesto per attacchi terroristici supplementari provenienti dal Medio Oriente e il circolo vizioso continuerà. Durante questo periodo, le "democrazie" rafforzeranno il loro controllo sulla classe operaia delle metropoli. Già ora alcuni veri rivoluzionari della classe operaia che condannano il terrorismo sono stati arrestati per "essere interrogati" nel tentativo di soffocare la loro opposizione. E sebbene sia evidente che dei gangster come Putin in Russia e Sharon in Israele utilizzeranno gli attacchi contro gli USA per coprire i loro propri crimini in Cecenia e in Palestina, saranno lanciate sottili campagne per limitare la libertà e l'opposizione in Occidente. Altre brutalità sono in preparazione. Wesley Clark, già capo supremo della Nato in Europa, ha dichiarato che solo la "forza decisiva" può risolvere il problema del terrorismo (senza dire una parola sulle cause del terrorismo). In breve, la crescita della barbarie è tutto ciò che il mondo imperialista ha da offrire.
La decadenza della "civiltà capitalista" è stata un'evidenza per la maggior parte di un secolo. Gli orrori indicibili della prima e della seconda guerra mondiale, la brutalità organizzata dei campi di concentramento e di sterminio, le sanguinose guerre regionali condotte con la più raffinata tecnologia a spese del proletariato il più impoverito, la cancellazione col fuoco di Dresda, il bombardamento intensivo in Cambogia e, naturalmente, l'uso della bomba atomica, facevano tutte parte della storia della barbarie imperialista prima di questi recenti abomini. È un'ingenua illusione credere che un tale sistema possa apportare al mondo pace e prosperità.
Solo la classe operaia internazionale, una volta cosciente dei propri interessi, è in grado di cambiare il mondo. Noi non abbiamo nessun interesse a sostenere l'uno o l'altro schieramento in questa "nuova guerra" - se lasciamo via libera alla classe dominante, il nostro solo ruolo sarà quello di vittime e di carne da cannone. Tutte le frazioni della borghesia, sia quelle guidate dagli USA, che quelle dei movimenti di liberazione nazionale o islamiche, sono ugualmente nemiche della classe operaia.
Solamente paralizzando queste forze e trionfando politicamente contro tutte le assurde ideologie della classe dominante, saremo in grado di creare un mondo senza guerra, senza sfruttamento, senza terrore.
Socialismo o Barbarie. Una terza via non c'è!
Abbasso il nazionalismo! Abbasso il terrorismo! Abbasso l'imperialismo!
Per la lotta della classe operaia contro tutte le guerre imperialiste!
Bureau Internazionale per il Partito Rivoluzionario, settembre 2001Inizia da qui...
ICT sections
Fondamenti
- Bourgeois revolution
- Competition and monopoly
- Core and peripheral countries
- Crisis
- Decadence
- Democracy and dictatorship
- Exploitation and accumulation
- Factory and territory groups
- Financialization
- Globalization
- Historical materialism
- Imperialism
- Our Intervention
- Party and class
- Proletarian revolution
- Seigniorage
- Social classes
- Socialism and communism
- State
- State capitalism
- War economics
Fatti
- Activities
- Arms
- Automotive industry
- Books, art and culture
- Commerce
- Communications
- Conflicts
- Contracts and wages
- Corporate trends
- Criminal activities
- Disasters
- Discriminations
- Discussions
- Drugs and dependencies
- Economic policies
- Education and youth
- Elections and polls
- Energy, oil and fuels
- Environment and resources
- Financial market
- Food
- Health and social assistance
- Housing
- Information and media
- International relations
- Law
- Migrations
- Pensions and benefits
- Philosophy and religion
- Repression and control
- Science and technics
- Social unrest
- Terrorist outrages
- Transports
- Unemployment and precarity
- Workers' conditions and struggles
Storia
- 01. Prehistory
- 02. Ancient History
- 03. Middle Ages
- 04. Modern History
- 1800: Industrial Revolution
- 1900s
- 1910s
- 1911-12: Turko-Italian War for Libya
- 1912: Intransigent Revolutionary Fraction of the PSI
- 1912: Republic of China
- 1913: Fordism (assembly line)
- 1914-18: World War I
- 1917: Russian Revolution
- 1918: Abstentionist Communist Fraction of the PSI
- 1918: German Revolution
- 1919-20: Biennio Rosso in Italy
- 1919-43: Third International
- 1919: Hungarian Revolution
- 1930s
- 1931: Japan occupies Manchuria
- 1933-43: New Deal
- 1933-45: Nazism
- 1934: Long March of Chinese communists
- 1934: Miners' uprising in Asturias
- 1934: Workers' uprising in "Red Vienna"
- 1935-36: Italian Army Invades Ethiopia
- 1936-38: Great Purge
- 1936-39: Spanish Civil War
- 1937: International Bureau of Fractions of the Communist Left
- 1938: Fourth International
- 1940s
- 1960s
- 1980s
- 1979-89: Soviet war in Afghanistan
- 1980-88: Iran-Iraq War
- 1982: First Lebanon War
- 1982: Sabra and Chatila
- 1986: Chernobyl disaster
- 1987-93: First Intifada
- 1989: Fall of the Berlin Wall
- 1979-90: Thatcher Government
- 1980: Strikes in Poland
- 1982: Falklands War
- 1983: Foundation of IBRP
- 1984-85: UK Miners' Strike
- 1987: Perestroika
- 1989: Tiananmen Square Protests
- 1990s
- 1991: Breakup of Yugoslavia
- 1991: Dissolution of Soviet Union
- 1991: First Gulf War
- 1992-95: UN intervention in Somalia
- 1994-96: First Chechen War
- 1994: Genocide in Rwanda
- 1999-2000: Second Chechen War
- 1999: Introduction of euro
- 1999: Kosovo War
- 1999: WTO conference in Seattle
- 1995: NATO Bombing in Bosnia
- 2000s
- 2000: Second intifada
- 2001: September 11 attacks
- 2001: Piqueteros Movement in Argentina
- 2001: War in Afghanistan
- 2001: G8 Summit in Genoa
- 2003: Second Gulf War
- 2004: Asian Tsunami
- 2004: Madrid train bombings
- 2005: Banlieue riots in France
- 2005: Hurricane Katrina
- 2005: London bombings
- 2006: Anti-CPE movement in France
- 2006: Comuna de Oaxaca
- 2006: Second Lebanon War
- 2007: Subprime Crisis
- 2008: Onda movement in Italy
- 2008: War in Georgia
- 2008: Riots in Greece
- 2008: Pomigliano Struggle
- 2008: Global Crisis
- 2008: Automotive Crisis
- 2009: Post-election crisis in Iran
- 2009: Israel-Gaza conflict
- 2020s
- 1920s
- 1921-28: New Economic Policy
- 1921: Communist Party of Italy
- 1921: Kronstadt Rebellion
- 1922-45: Fascism
- 1922-52: Stalin is General Secretary of PCUS
- 1925-27: Canton and Shanghai revolt
- 1925: Comitato d'Intesa
- 1926: General strike in Britain
- 1926: Lyons Congress of PCd’I
- 1927: Vienna revolt
- 1928: First five-year plan
- 1928: Left Fraction of the PCd'I
- 1929: Great Depression
- 1950s
- 1970s
- 1969-80: Anni di piombo in Italy
- 1971: End of the Bretton Woods System
- 1971: Microprocessor
- 1973: Pinochet's military junta in Chile
- 1975: Toyotism (just-in-time)
- 1977-81: International Conferences Convoked by PCInt
- 1977: '77 movement
- 1978: Economic Reforms in China
- 1978: Islamic Revolution in Iran
- 1978: South Lebanon conflict
- 2010s
- 2010: Greek debt crisis
- 2011: War in Libya
- 2011: Indignados and Occupy movements
- 2011: Sovereign debt crisis
- 2011: Tsunami and Nuclear Disaster in Japan
- 2011: Uprising in Maghreb
- 2014: Euromaidan
- 2016: Brexit Referendum
- 2017: Catalan Referendum
- 2019: Maquiladoras Struggle
- 2010: Student Protests in UK and Italy
- 2011: War in Syria
- 2013: Black Lives Matter Movement
- 2014: Military Intervention Against ISIS
- 2015: Refugee Crisis
- 2018: Haft Tappeh Struggle
- 2018: Climate Movement
Persone
- Amadeo Bordiga
- Anton Pannekoek
- Antonio Gramsci
- Arrigo Cervetto
- Bruno Fortichiari
- Bruno Maffi
- Celso Beltrami
- Davide Casartelli
- Errico Malatesta
- Fabio Damen
- Fausto Atti
- Franco Migliaccio
- Franz Mehring
- Friedrich Engels
- Giorgio Paolucci
- Guido Torricelli
- Heinz Langerhans
- Helmut Wagner
- Henryk Grossmann
- Karl Korsch
- Karl Liebknecht
- Karl Marx
- Leon Trotsky
- Lorenzo Procopio
- Mario Acquaviva
- Mauro jr. Stefanini
- Michail Bakunin
- Onorato Damen
- Ottorino Perrone (Vercesi)
- Paul Mattick
- Rosa Luxemburg
- Vladimir Lenin
Politica
- Anarchism
- Anti-Americanism
- Anti-Globalization Movement
- Antifascism and United Front
- Antiracism
- Armed Struggle
- Autonomism and Workerism
- Base Unionism
- Bordigism
- Communist Left Inspired
- Cooperativism and autogestion
- DeLeonism
- Environmentalism
- Fascism
- Feminism
- German-Dutch Communist Left
- Gramscism
- ICC and French Communist Left
- Islamism
- Italian Communist Left
- Leninism
- Liberism
- Luxemburgism
- Maoism
- Marxism
- National Liberation Movements
- Nationalism
- No War But The Class War
- PCInt-ICT
- Pacifism
- Parliamentary Center-Right
- Parliamentary Left and Reformism
- Peasant movement
- Revolutionary Unionism
- Russian Communist Left
- Situationism
- Stalinism
- Statism and Keynesism
- Student Movement
- Titoism
- Trotskyism
- Unionism
Regioni
Login utente
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 3.0 Unported License.