Solidarietà ai lavoratori precari della Fiat

Sugli scioperi spontanei in Fiat

Finalmente nel deserto dell'acquiescenza e dell'indifferenza è nato un fiore. Dopo l'espulsione di 147 lavoratori precari sono nati i primi scioperi spontanei alla Fiat. Erano anni che non si verificava un episodio simile. Era tempo che di fronte agli attacchi del padronato sui contratti, sul livello dei salari, sull'aumento dei ritmi di produzione, sui licenziamenti e sulla qualità di vita del posto di lavoro, si rispondesse in maniera decisa ed autonoma.

I sindacati sono stati presi di sorpresa, non dalla decisione della Direzione Fiat di allontanare i 147 lavoratori precari come da contratto, ma dalla iniziativa spontanea degli allontanati a dalla solidarietà degli altri lavoratori. Come al solito sono successivamente intervenuti per calmare le acque, per fungere da pompieri come è il loro ruolo istituzionale e per giustificarsi di fronte a tutti i dipendenti Fiat.

Le giustificazioni sindacali sono state a dir poco ridicole oltre che false. Si accusa la nuova gestione Fresco di essere più dura e cinica di quella Romiti e agli ordini della GM americana, come dire che se in Fiat succedono certe cose la responsabilità è più oltre oceano che in casa nostra. Ridicolo: il capitale ha le sue leggi di qua come di là dell'oceano. Non ci risulta che nella gestione precedente non si licenziasse o non si assumesse con contratti a termine o interinali come oggi. Il fatto è che i sindacati non si sono mossi ieri come oggi. Alla Fiat possono cambiare gestione ogni cinque minuti ma il comportamento antioperaio dei sindacati è rimasto sempre lo stesso.

Si grida allo scandalo, si piangono lacrime di coccodrillo sulla estromissione di 147 lavoratori a termine quando si sa benissimo che la Fiat è nella legge, quella stessa legge che i sindacati hanno a suo tempo firmato. È falso dire che episodi come questi vadano attribuiti alla arroganza della Direzione quando tutti i nuovi contratti (contratti di formazione, di solidarietà, a termine e interinali) sono stati sottoscritti dai sindacati e per questo sono diventati legge nei rapporti tra capitale e lavoro.

È vergognoso che, mentre si cerca di calmare gli animi fingendo la volontà di convincere la Direzione a fare marcia indietro, i vertici sindacali stiano già trattando a Roma per un ulteriore aumento della flessibilità e, quindi, dei licenziamenti. È dell'11 gennaio (meno di un mese prima dell'azione della Fiat e della reazione operaia) l'intesa di massima fra Confindustria e Sindacato sull'estensione delle norme relative ai contratti a tempo determinato, ora ipocritamente e temporaneamente sospesa - ma non rifiutata nella logica di fondo! - dalla CGIL per motivi essenzialmente elettoralistici.

Lavoratori, salutiamo questo sciopero spontaneo come il primo di una lunga serie.

Questa è la via che deve imboccare la ripresa della lotta di classe in Fiat come in ogni altro posto di lavoro.

Contro il progetto di portare il proletariato ai minimi livelli di sussistenza.

  • Contro gli infami contratti che abbattono i salari e aumentano la precarietà.

Contro tutti i sindacati che di questa manovra sono il braccio operante all'interno della classe.*

Per una ripresa della coscienza di classe e delle lotte spontanee dei lavoratori.

Gruppo di fabbrica comunista internazionalista Fiat

PCInt