Organiziamoci e lottiamo per licenziare il capitalismo

Sciopero generale del sindacalismo di base

Compagni lavoratori

Ogni giorno contro di noi si scatena una campagna terroristica i cui risultati sono:

  • riduzione diretta dei salari e diminuzione del loro potere d'acquisto;
  • tagli progressivi del salario indiretto (pensioni, assistenza, sanità, scuola, eccetera);
  • flessibilità e precarietà, del lavoro e del salario, come unica prospettiva del nostro presente e del futuro dei nostri figli.

Dopo aver creato ogni flessibilità in entrata, il capitale reclama la massima flessibilità in uscita, ovvero la libertà legalmente riconosciuta di licenziare in ogni momento chiunque gli pesi sul portafoglio o gli disturbi i suoi comandi.

Ipocritamente, parlano di "combattere" la disoccupazione o di favorire l'occupazione dei giovani. Ma anche i neonati sanno che l'enorme sviluppo delle forze produttive (scienza e tecnologia) riduce progressivamente l'impiego quantitativo di forza-lavoro. A meno di pagarla poche migliaia di lire, come accade nell'Est Europa, in Asia, nel Sud America.

La conquista di una ridotta fatica umana per produrre beni e strumenti diventa, sotto il capitalismo, una condanna alla miseria, sofferenza e addirittura morte per centinaia di milioni di uomini, donne e bambini. Oggi tre ore di lavoro giornaliere per tutti sarebbero più che sufficienti a produrre e distribuire quel che serve a soddisfare i bisogni reali della intera umanità. Ma ciò non sarà mai possibile senza spezzare gli anelli della catena capitalista: lavoro salariato, prodotti trasformati in merci, profitto quale unica ragione del produrre, denaro per ottenere mezzi di sopravvivenza.

La borghesia vuole che il terreno di caccia libera sul quale già operano le piccole e medie aziende, si allarghi anche alle più grandi imprese. Oltre ai referendum della banda Bonino - Pannella, sulle scrivanie governative sono già printi i testi di legge per il "libero diritto del licenziamento"! E il taglio degli esuberi, a decine di migliaia (vedi Telecom e, in prospettiva, Fiat), avviene apertamente da anni con il beneplacito, spesso "entusiasta", dei Sindacati protesi a "salvare l'interesse nazionale".

La feroce concorrenza globale, l'esigenza di rastrellare quantità maggiori di un profitto in pericolo nella fase di crisi in cui il capitalismo si dibatte, impongono ai gestori del capitale questa unica strada per loro percorribile.

Il lavoro dei proletari - di coloro che possono vivere nella società divisa in classi solo se trovano da vendere la loro forza-lavoro - è ridotto a una merce usa e getta per le esigenze e gli interessi del capitale.

Compagni lavoratori,

La lotta di classe tra borghesia e proletariato è in pieno svolgimento ma soltanto a senso unico. Gli sfruttatori attaccano gli sfruttati, che sono senza armi di difesa. Tutti i sindacati hanno storicamente concluso ogni possibilità di guidare le lotte operaie sia per la conquista che per la difesa di migliori condizioni di lavoro e di vita.

Lo "sviluppo" del modo di produzione capitalista verso incontrollabili crisi economiche e sociali, ha eliminato i margini per ogni tentativo di contrattazione, anche se mascherato di alternanze e a_ntagonismi_ interni alla economia dominante.

È una illusione quella di poter risolvere i nostri problemi di esistenza sostituendo un sindacato corrotto con uno puro. Lo stesso che cambiare un governo di destra con uno di sinistra.

Cominciamo a prendere nelle nostre mani. dal basso, nelle assemblee e nei luoghi di lavoro, le decisioni della nostra lotta di classe e le iniziative della sua organizzazione, per la difesa dei nostri interessi immediati. Respingiamo la mediazione dei servi dichiarati o mascherati del capitale, interessati alla conservazione di questo sempre più assurdo e pericoloso modo di produrre e distribuire a spese nostre.

Contribuiamo alla dura ma necessaria opera di costruzione dell'unica forza politica in grado di guidarci oltre la barbarie del capitalismo: il partito internazionale del proletariato.

I comunisti internazionalisti di Battaglia Comunista