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Appello del PCInt - Da Prometeo clandestino n.4, febbraio 1944
Operai!
Chiusasi appena una fase delle vostre agitazioni di fabbrica, già si pone la ripresa della lotta: non vi vien dato quello che solo in parte vi era stato concesso: ed anche se concesso, esso non poteva, come non potrà domani, soddisfare i bisogni vostri e delle vostre famiglie, poiché le paghe non consentono il lusso degli acquisti sul mercato nero, e con la tessera ne avete appena a sufficienza per non morire di fame.
Il nostro partito vi aveva ammonito che una tale situazione si sarebbe in breve verificata, dato che il vicolo cieco in cui si è cacciata l'economia capitalistica ha gettato in un vico cieco tutte le rivendicazioni contingenti economiche e morali della classe operaia.
Perché questo?
La ragione va ricercata nella guerra che da cinque anno ormai si alimenta esclusivamente del vostro sangue sui vari fronti del conflitto, e dei vostri sudori e del vostro pane sui posti di lavoro.
Vi diciamo anzi che le vostre condizioni continueranno a peggiorare ad onta degli scioperi a cui sarete costretti, perché è mancata fin qui alla vostra lotta la chiara visione politica dei vostri compiti fondamentali e, soprattutto, vi è mancata una guida veramente di classe, animata dallo spirito della rivoluzione.
Infatti siete andati e continuate ad andare disarmati davanti ai vostri padroni e ai loro sgherri politici, perché la terribile arma di lotta, lo sciopero, non ponendo al centro del vostro movimento il problema della lotta contro la guerra, anzi acconsentendo che forze politiche a voi estranee, quelle dei sei partiti democratici, con a capo il partito comunista centrista, prendessero la guida del vostro movimento per trascinarlo sul piano politico antioperaio e controrivoluzionario della guerra nazionale, è stata praticamente spuntata.
Così, non soltanto siete rimasti scornati da una "vittoria" che vi lascia la pancia vuota come prima, ma, quel ch'è peggio, vi siete prestati, certo inconsciamente, ad una manovra politica peggiore, nella conseguenza di una sconfitta di classe, perché avvilisce e disonora le ragioni ideali e politiche della lotta del proletariato. La guerra imperialistica non è forse la più feroce, la più disumana, la più assassina guerra condotta dalla borghesia contro il proletariato? Porsi perciò su questo piano significa favorire l'opera distruttrice della classe nemica a danno della propria classe.
Contro i vostri padroni fascisti che, soddisfacendo in parte a vostre richieste, tentano di aggiogarvi una volta di più alla loro guerra; contro coloro che, approfittando delle vostre condizioni economiche e del vostro naturale odio contro il fascismo sanguinario, vi sobillano allo sciopero a ripetizione perché ciò rientra a meraviglia nel loro piano di guerraioli che operano oggi come avanguardia dell'esercito alleato, cosiddetto liberatore, e opereranno domani al suo fianco per la continuazione della guerra democratica:
contro coloro che tentano di incanalare la vostra lotta nel fronte della liberazione nazionale fingendo d'ignorare che la "patria" del proletariato, quella del lavoro e della solidarietà senza frontiere, non ha nulla di comune con la "patria" dei borghesi; voi, operai, rispondete con le parole di Lenin: "La guerra è un inevitabile stadio del capitalismo, una forma altrettanto normale della vita capitalistica quanto la pace... Il rifiuto di prestare servizio militare, gli scioperi contro la guerra e simili cose, sono pure stupidità, un pallido e codardo sogno di lotta inerme contro la borghesia armata, un sospiroso desiderio di ottenere l'annientamento del capitalismo senza una disperata guerra civile". Oggi, chiusa in se stessa, la lotta per le rivendicazioni economiche immediate perde significato e valore; a che gioverebbe la parziale soddisfazione delle vostre richieste, se l'immane massacro continuasse succhiando il vostro sangue e il vostro sudore?
Operai!
L'ora presente impone la formazione di un fronte unico operaio, l'unione cioè di tutti coloro che non vogliono la guerra, sia essa fascista o democratica.
Operai di tutte le formazioni politiche proletarie e senza partito! unitevi ai nostri operai, discutete insieme problemi di classe al lume degli avvenimenti della guerra e formate di comune accordo in ogni fabbrica, in ogni centro comitati di fronte unico capaci di riportare la lotta del proletariato sul suo vero terreno di classe.
Il fronte unico tra operai sarà una realtà viva e operante alla sola condizione che voi, qualunque sia la vostra posizione politica di partito, siate d'accordo sulle seguenti
Premesse sulla guerra
- La guerra imperialista è il tentativo più vasto, violento e corruttore condotto contro il proletariato per sbarragli la strada che conduce alla conquista del potere;
- Tra due poli della guerra, il fascista e il democratico, il primo sintesi di violenza e il secondo di corruzione, il proletariato esprime avversione ad entrambi come aspetti apparentemente diversi dalla stessa realtà capitalistica:
- Nessuno sarà più disposto a far credito alla ormai vecchia e ridevole storiella della "manovra tattica", che comporta la lotta al male peggiore (leggi nazifascismo) per preferire l'alleanza al male minore (leggi dittatura democratica).
- Le parole d'ordine dell'insurrezione armata, cara ai guerriglieri della liberazione nazionale, è soltanto verbosità rivoluzionaria che nasconde il tradimento della rivoluzione proletaria e mira a creare ai sei partiti una sufficiente base elettorale per la scalata al potere politico.
Premesse sulle lotte del lavoro
- Nella fase attuale della crisi e sotto l'imperversare più furioso della guerra, le rivendicazioni di natura salariale o di contingenza politica, se da un canto esprimono i bisogni gravi e urgenti delle masse e sono inevitabili, come inevitabile e insopprimibile è il diritto proletario di valersi dei mezzi che gli sono propri per la difesa dei suoi interessi, dall'altro sarebbero praticamente vane e illusorie se nel proletariato non esistesse la coscienza che solo l'avversione attiva, classista alla guerra, solo la guerra spietata all'imperialismo comunque camuffato, solo la lotta rivoluzionaria vittoriosa assicureranno il potere al proletariato.
- È necessario distinguere fra lo sciopero, espressione organica della lotta operaia e mezzo normale di difesa della classe, e la scioperomania di coloro che portano nella direzione del movimento una mentalità da guerrigliero balcanico e da organizzatore di bande armate. Ciò serve in definitiva a rendere inefficace l'arma dello sciopero e a screditarlo nella coscienza delle masse.
Solidali perciò con gli scioperi e con ogni manifestazione classista di fabbrica, promotori anzi della loro condotta, gli operai siano soprattutto gli assertori costanti, instancabili, della suprema necessità della lotta per il potere da parte del proletariato nel cui clima storico le lotte contingenti, nella loro stessa parzialità e inutilità, si illuminano e assumono così colore e sostanza di classe.
In una parola, all'ordine del giorno della storia oggi per il proletariato è la conquista del potere; tutto il resto va considerato in funzione di questa necessità fondamentale.
Premesse sull'organizzazione del "fronte unico proletario"
- Sulla base di queste premesse gli operai (l'etichetta della loro fede politica non conta) si facciano divulgatori dell'appello del nostro partito, e, dibattute e chiarite e accettate le idee che ne sono la giustificazione, si facciano essi iniziatori dei primi contatti e dei primi raggruppamenti organici sul posto di lavoro. Del resto, gli operai hanno dimostrato chiaramente di essere ormai maestri nell'arte di organizzarsi in barba dei padroni e dei loro servi fascisti.
- Il fronte unico operaio raggruppa e cementa le forze destinate a battersi sulle barricate di classe contro la guerra e le sue forze politiche di direzione, tanto fasciste quanto democratiche.
Suo compito maggiore e più urgente è impedire che gli operai siano appestati dalla propaganda guerraiola; di smascherare gli agenti camuffati da rivoluzionari, ed evitare che lo spirito di lotta e di sacrificarlo che anima il proletariato sia comunque sfruttato ai fini della guerra e della sua continuazione, sia pure sotto la bandiera della libertà democratica.
Viva il fronte unico operaio per la lotta contro la guerra
Viva la rivoluzione proletaria!
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