Scientismo positivista?
Un saluto a tutti.
Mi si accusa di "scientismo positivista".Devo ammetere che ho un'idea vaga di cosa possa significare.Quindi non capisco di cosa sarei colpevole.Se per positivismo s'intende una visione idealistica,metafisica,non storicamente determinata,della scienza,credo allora,che il mio metodo sia diverso.Credo anche che il mio apparente idealismo,sia da attribuire al modo con cui esprimo i concetti:un'accusa fatta anche Marx.Per carità,non voglio paragonarmi al grande scienziato e rivoluzionario!La questione è che è facile confondere la dialettica del materialismo con la dialettica hegeliana.La differenza dove sta?Il materialismo dialettico vede il movimento e la materia come due entità inscindibili.L'idealismo oggettivo,e ancora di più quello soggettivo,solo il movimento,l'idea che da senso ad una materia inerte e statica.È difficile ragionare in modo dialettico.L'idealismo è senz'altro più semplice,più naturale.È curioso,ma usiamo il cervello come usiamo gli occhi:è più facile vedere ciò che è fermo che ciò che si muove.Idealizzare,significa appunto,fermare,cristallizzare la realtà.Per questo la classe dominante adotta ogni sottospecie di idealismo.Lo scientismo positivista è idealismo perchè vede gli oggetti,i fatti,ma non i processi che li raccolgono e gli danno un senso nel tempo.Il marxismo è l'opposto.Io ho cercato di ragionare in tal modo,ma evidentemente non è stato capito.Il mio ragionare è borghese allora quanto quello di Marx...bhe ne vado fiero!
Un saluto internazionalista.
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Lo scientismo positivista di
Lo scientismo positivista di Lotta è espresso da una concezione evoluzionistica dello sviluppo capitalistico e della lotta di classe, nonché, appunto, da una concezione del partito - e del marxismo - che ha più a che vedere con i positivisti di fine Ottocento che con la realtà. La lotta di classe non è qualcosa di inerte - come dici anche Babuskin - né di isolabile in laboratorio, né tantomeno il partito è un osservatore esterno che analizza ed esperimenta su una realtà isolata e "pura" come avviene in laboratorio, ma, al contrario, è esso estesso attore della lotta di classe, agente che influisce sulla realtà che i pretesi scienziati - che incommensurabile sciocchezza! - di Lotta pretendono di trattare come se fosse una formula matematica o una reazione chimica.
Saluti,
Smirnov
a proposito di...
a proposito di...
Criticate sempre lotta comunista,ma almeno loro fanno attivita' tra le masse,voi invece che fate??,la piccola cerchia chiusa a difesa dell'orticello??,piu' volte ho cercato un confronto con voi di battaglia,ho pure inviato una e-mail al centro come richiestomi al fine di avere dei chiarimenti,a tutt'oggi, non ho ricevuto il benche' minimo interesse ad avere un chiarimento,da questo si deduce che non avete interesse,affinche' le vostre posizioni siano meglio comprese da chi non appartiene alla ristretta cerchia di intellettuali che siete,o pseudo-tali....
Ciao Mauriced, mi sembra
mi sembra*
Ciao Mauriced,
mi sembra molto strano che nessuno ti abbia risposto direttamente: forse la tua mail non è arrivata o è successo un disguido non dipendente dalla nostra volontà, per cui ti chiedo scusa e vedremo di risolvere l'inghippo.
Detto questo, se vuoi un confronto serio, prima di tutto bisogna mettere da parte certe gratuite affermazioni e un tono che non sono fatti per sviluppare un dialogo. Lo abbiamo ripetuto al'infinito che noi non ci chidiamo affatto in un nostro presunto orticello, ma che lavoriamo politicamente nei luoghi di lavoro e nel territorio per quanto sta nelle nostre possibilità. Così come abbiamo ribadito fino alla noia che fare attività fra le masse - come tu dici di LC in polemica, sbagliata, con noi - di per sé non significa proprio nulla: anche i leghisti fanno attività fra le masse, anche i fasci e via dicendo. Dipende sempre da cosa si va a dire alle masse, non l'attivismo in sé.
Ciao,
Smirnov
L'evoluzionismo marxista.
L'evoluzionismo marxista.
Un saluto a tutti.
Smirnov fa una osservazione giusta.L'evoluzionismo positivista è proprio del riformismo in politica.Di fatto ogni riformismo crede nel graduale sviluppo economico e sociale.E crede di controllarlo perchè graduale.Come sa ogni marxista,ogni cambiamento graduale non può spiegare il mutamento reale che procede di fatto a salti,dialetticamente.La situazione rivoluzionaria è un esempio esemplare di ciò.Scrivendo più in generale,si può fare la seguente banale osservazione.Se contiamo da zero a mille,ogni addizione di uno,non fa che aumentare la quantità non la qualità della somma.Ma aggiungendo uno a 999,si ottiene 1000,una qualità da una quantità.Eppure si è simplicemente sommato 1 alla serie come in precedenza,ma c'è stato salto dialettico.E' qui che l'ideologia dominante non può arrivare,alla dialettica.Un'osservazione banale per noi marxisti,ma impossibile per i nostri avversari.Questa ciecità,è l'essenza di ogni riformismo e opportunismo.Per quanto riguarda LC,devo dire che essa riflette tutte le contraddizioni del movimento rivoluzionario coscente ed incoscente.Di fatto,non è quello che sta facendo ora LC che deve dare indizi per un giudizio politico,ma gli sviluppi di tale partito.Lo ripeto per l'ennesima volta:E' LA SITUAZIONE RIVOLUZIONARIA CHE DESCRIMINA I MARXISTI COERENTI DAGLI OPPORTUNISTI.Lo dimostra l'intera storia del marxismo e del movimento coscente.A parole siamo tutti dei rivoluzionari...
Un saluto internazionalista.
lo scientismo positivista
lo scientismo positivista
Innanzitutto saluto tutti i compagni utenti di questo forum. Mi spinge ad intervenire il giudizio acuto del compagno Smirnov sul carattere scientista del marxismo di LC. Anch'io ho letto il giornale di questo partito extraparlamentare, trovando le sue analisi più mirate a mettere in risalto lo stato delle forze produttive (compresa la classe operaia vista come strumento di produzione tra gli strumenti) anzichè porre l'accento sulle relazioni di classe che stanno dietro i prodotti/merci nel movimento economico del capitale. Intendo le contraddizioni fondamentali(capitale/lavoro) e quelle reciproche tra capitalisti. I loro analisti privilegiano il movimento delle forze produttive rispetto a quello delle differenze,separazioni,opposizioni e contraddizioni che operano dietro le figure del capitale,durante il suo processo di valorizzazione, sotto la forma di prodotti/merci.Perciò anche a me semba che il movimento preso un considerazione da questi non sia quello dialettico e delle sue leggi ,bensì quello evoluzionistico/positivistico della scienza borghese.La sintesi a cui pervengono non è quindi quella dall'Astratto al concreto (l'Astrazione concreta), ma quella che va dal "particolare" al "generale",attraverso l'applicazione del denominatore comune tra le "parti", anzichè della specificità storicamente determinata( come il valore d'uso della merce "forza lavoro" dentro il processo di produzione) che produce il salto dalla ripetizione quantitativa - naturalistica
al salto qualitativo- storico dell'oltrepassamento delle leggi sistemiche del capitale. Non vi pare? Saluti da duccio!
Il marxismo di LC
Il marxismo di LC
Un saluto a tutti.
Non posso essere d'accordo con Duccio.La sua critica mi sembra usare argomenti forzati.Per esempio ritiene che ci sia una differenza di concetto tra astratto e generale.Secondo me,sono sinonimi:ogni astrazione è una generalizzazione.Astrarre significa estrarre,trovare l'essenza di un processo,arrivare alla sintesi di un'analisi.L'imperativo resta quello di restare al concreto,cioè l'analisi deve partire dal particolare,dal processo materiale,ed arrivare a ricavare una legge che descrive il suo movimento.Che questa legge sia storicamente determinata,è un concetto implicito all'analisi marxista.Il marxismo è la scienza storica per eccellenza.Si può dire che l'analisi di LC non produca una sintesi coerente,non che questa non venga fatta.Per esempio l'analisi dei gruppi monopolistici europei,da sostanza e traccia la possibile direzione ad un movimento storico che è l'imperialismo europeo.Dire che esiste un imperialismo europeo senza argomentare con dei fatti materiali,serve solo a dare argomenti ai nostri avversari.In quanto alla lotta di classe,LC studia le radici materiali di questo processo storico.Ma tale processo sociale è il riflesso politico della lotta materiale,il quale è storicamente determinato in qunto a qualità e quantità.L'analisi del movimento profondo va fatta,poichè da indicazioni strategiche e tattiche al movimento rivoluzionario coscente.Dove sta allora il positivismo scientista di LC?Il positivismo non vede i processi,ma solo fatti,è empirismo privo di sintesi.Si può sostenere che LC sbaglia nella sua analisi,ma che non usi il metodo del materialismo dialettico.Astratto e concreto,generale e particolare,analisi e sintesi,teoria e prassi,sono forme logiche della dialettica della materia.Sono contraddizioni logiche,opposti,che nella loro superamento dialettico,indicano il movimento reale.Io credo che LC lo faccia.Altra questione è la coerenza ad una analisi e sintesi corrette.E' la pratica a determinare la giustezza di ogni teoria.
Un saluto internazionalista.
"E' la pratica a determinare
"E' la pratica a determinare la giustezza di ogni teoria" dice Babu a conclusione del suo intervento.
Vero. Infatti il problema della teoria di Lotta comunista non si pone neanche, dal momento che la sua pratica opportunista e, conseguentemente, anti-marxista, ci dice già tutto sulla sua teoria.
interventi più brevi, per favore
interventi più brevi, per favore
Duccio, ho dovuto eliminare un tuo commento perchè oltremodo lungo. Cerchiamo tutti di mantenerci entro le 15-20 righe.
La verità è processo.
La verità è processo.
Un saluto a tutti.
Si Gek mi ha capito,ma in parte.L'opportunismo di LC,quello attuale e presunto,è un momento di un movimento,di un processo storico.La questione della pratica,come descriminante,si pone in modo decisivo e reale solo nel momento della crisi e della rottura rivoluzionaria,non ora.E' in quel momento che vi è la verifica effettiva,materiale,per i presunti rivoluzionari.La verità è processo,la verità è sempre concreta.L'ortodossia sbandierata e usata come moneta per comprarsi la fiducia dei proletari,è alla fine il vero opportunismo,perchè promette tutto ma è una cambiale in bianco.Quale compagine rivoluzionaria è in grado oggi di assicurare alla classe,la sua guida?Nessuna,se non in teoria.La questione è,con modestia,ammettere che i partiti rivoluzionari e l'avanguardia sono parte del movimento che va verso la rivoluzione ed il comunismo.Sono il risultato dialettico del processo storico,di una volontà rivoluzionaria determinata materialisticamente,di una necessità che diviene libertà solo nella scienza marxista.Il concetto è semplice e banale per un marxista:da quando la parte è più reale del tutto?Non può esistere un partito rivoluzionario in sè,come non può esistere la cosa in sè di kantiana memoria.LC come BC,sono il risultato di tale movimento contradditorio.L'opportunismo non è la contraddizione,che è nei processi materiali,ma come questa viene superata.L'opportunismo è l'aggiramento della contraddizione,non la sua soluzione dialettica.La storia da,la storia toglie.
Un saluto internazionalista.
Ciao Babuskin, lo dico
lo dico*
Ciao Babuskin,
lo dico senza alcuna ombra di polemica, ma non ho capito molto del tuo intervento: potresti condensarlo e semplificarlo?
Duccio, mi spiace che tu sia incorso nelle forbici del webmaster: per evitare interventi-fiume, si era deciso di tagliare i post troppo lunghi; ma forse non lo sapevi. Avevo però letto il tuo ultimo intervento e, da come me lo ricordo, l'avevo trovato molto interessante. Sei caldamente inviato quindi a frquentare il sito.
Ciao a tutti,
Smirnov
Hai una visione un pò
Hai una visione un pò strana di come un partito o una organizzazione si atteggia ai tempi che corrono Babuskin.
Non ha senso aspettare una profetica rivoluzione per affermare i tuoi ideali.
Non è assolutamente vero che nessuna avamguardia è tale fincheé non accade che la rivoluzione ci bussi alla porta.
Quindi, più di adoperare il termine comprare la fiducia, direi guadagnarci la fiducia del proletariato.
Ma visto che non siamo dei preti, diciamo ai proletari, oltre a fare del nostro meglio per cercare di creare una coscienza rivoluzionaria, di darsi da fare per sta rivoluzione.Bisogna anche spingere le cose in quella direzione.Non possiamo fare tutto da soli.
Ecco perché la sola ortodossia, in assenza di azione, non è una garanzia.Dopo tutto la teoria è funzionale all'azione.E' poco, ma è l'unica certezza che possiamo dare...SBATTERSI FINO ALLA NAUSEA!
Babu dice "La questione
Babu dice "La questione della pratica,come descriminante,si pone in modo decisivo e reale solo nel momento della crisi e della rottura rivoluzionaria,non ora."
E' evidente, invece, direi lapalissiano, che la pratica sia discriminante SEMPRE, anche perché, come sappiamo, il partito rivoluzionario bisogna costruirlo adesso, e non quando ci si trova già in una situazione insurrezionale (vedi Germania 1918/'19, vedi Italia 1920, ecc.)
Inoltre, affermare che "la prova del nove" si avrà solo quando scoppierà la rivoluzione, ricorda tanto quelli che ti dicono "oh, io comunque sono con voi. Quando scocca l'ora X fammi un fischio...". Ultimo rifugio dei culi di piombo e, ovviamente, degli opportunisti.
La realtà è coscenza collettiva.
La realtà è coscenza collettiva.
Un saluto a tutti.
Citerò un marxista che di certo non è stato di LC,nè di BC.Marx scrive nella terza tesi su Feuerbach:"La dottrina materialistica della modificazione delle circostanze e dell'educazione dimentica che le corcostanze sono modificate dagli uomini e che l'educatore stesso deve essere educato.Essa è costretta quindi a separare la società in due parti,delle quali l'una è sollevata al di sopra della società.La coincidenza del variare delle circostanze dell'attività umana,o auto-trasformazione,può essere concepita o compresa razionalmente solo come prassi rivoluzionaria.".Questa parte sollevata dal resto della società,nel caso della classe,è il partito rivoluzionario.Esso matura e si costituisce,attraverso la prassi rivoluzionaria.Questo processo,è un movimento in cui la prassi costituisce i singoli momenti di questo movimento.Ma tali momenti hanno senso solo se considerati nel loro insieme:la parte non può essere più reale del tutto.Quello che conta veramente,alla fine,non è capire la contingenza,anche se condizione necessaria ma non è sufficiente,ma la tendenza.Quindi c'è prassi e prassi.Dire che la prassi è una discriminante sempre valida,significa dire implicitamente che questo sempre è relativo.Nella dialettica,tutto è relativo,anche l'assoluto.Sono due concetti dialettici opposti,l'uno implica l'altro.Sostenere che la crisi e rottura rivoluzionaria è la descriminante finale(si finale,non trovo una parola migliore),è constatare la sintesi,l'unità dialettica,tra assoluto e realtivo nella prassi rivoluzionaria in generale e in particolare.E' il traguardo storico che solo i veri rivoluzionari possono varcare,la prassi finale e decisiva,veramente rivoluzionaria.Avere il culo di piombo,è un difetto realtivo,che può avere degli aspetti positivi.Comunque il movimento reale,sarà sempre più avanti del più coerente dei rivoluzionari.Questa difficoltà può essere solo superata collettivamente.Fare politica è difficile proprio perchè ogni teoria descrive il movimento,non è il movimento.Nè ci si può affidare alla solo prassi,sarebbe empirismo.L'inscindibile dialettica tra teoria e prassi trova nella sua relatività al movimento reale,il suo limite,che solo la crei dela movimento stesso,la rivoluzione,può superare.Scusate se sono stato poco chiaro.
Un saluto internazionalista.
La realtà è coscenza collettiva.
La realtà è coscenza collettiva.
Un saluto a tutti.
Citerò un marxista che di certo non è stato di LC,nè di BC.Marx scrive nella terza tesi su Feuerbach:"La dottrina materialistica della modificazione delle circostanze e dell'educazione dimentica che le corcostanze sono modificate dagli uomini e che l'educatore stesso deve essere educato.Essa è costretta quindi a separare la società in due parti,delle quali l'una è sollevata al di sopra della società.La coincidenza del variare delle circostanze dell'attività umana,o auto-trasformazione,può essere concepita o compresa razionalmente solo come prassi rivoluzionaria.".Questa parte sollevata dal resto della società,nel caso della classe,è il partito rivoluzionario.Esso matura e si costituisce,attraverso la prassi rivoluzionaria.Questo processo,è un movimento in cui la prassi costituisce i singoli momenti di questo movimento.Ma tali momenti hanno senso solo se considerati nel loro insieme:la parte non può essere più reale del tutto.Quello che conta veramente,alla fine,non è capire la contingenza,anche se condizione necessaria ma non è sufficiente,ma la tendenza.Quindi c'è prassi e prassi.Dire che la prassi è una discriminante sempre valida,significa dire implicitamente che questo sempre è relativo.Nella dialettica,tutto è relativo,anche l'assoluto.Sono due concetti dialettici opposti,l'uno implica l'altro.Sostenere che la crisi e rottura rivoluzionaria è la descriminante finale(si finale,non trovo una parola migliore),è constatare la sintesi,l'unità dialettica,tra assoluto e realtivo nella prassi rivoluzionaria in generale e in particolare.E' il traguardo storico che solo i veri rivoluzionari possono varcare,la prassi finale e decisiva,veramente rivoluzionaria.Avere il culo di piombo,è un difetto realtivo,che può avere degli aspetti positivi.Comunque il movimento reale,sarà sempre più avanti del più coerente dei rivoluzionari.Questa difficoltà può essere solo superata collettivamente.Fare politica è difficile proprio perchè ogni teoria descrive il movimento,non è il movimento.Nè ci si può affidare alla solo prassi,sarebbe empirismo.L'inscindibile dialettica tra teoria e prassi trova nella sua relatività al movimento reale,il suo limite,che solo la crisi del movimento stesso,la rivoluzione,può superare.Scusate se sono stato poco chiaro.
Lunghissimi
Lunghissimi
Va bene volere essere chiari, ma ragazzo, i tuoi post sono lunghissimi.Hai detto due cose elementari in un modo eccessivamente o inutilmente lungo.
Dai, che poi il master te li taglia e poi ti incazzi...
Circoncisi e chiari allo stessop tempo
Saluti
Il giusto rapporto tra teoria e prassi
Il giusto rapporto tra teoria e prassi
Caro Ivan, però la prassi non diventerà mai rivoluzionaria senza la...teoria rivoluzionaria (il partito) che sappia fondersi con la classe attraverso la politica rivoluzionaria che sveli alle avanguardie di massa del movimento rivoluzionario,nella pratica delle lotte, i rapporti di sfruttamento e di reciprocità tra le classi principali in lotta .E non basta brandire di fronte alle masse gli obiettivi epocali, ma occorre sapere formulare programmi d'azione lungo le fasi essenziali che formano il percorso dalle circostanze specifiche,determinte, sino al comunismo. Occorre,cioè, l'orientamento politico-strategico di fase a cui si connette la tattica di lotta per far comprendere al movimento la situazione determinata . Le masse imparano per esperienza, scrivono i loro sillogismi con l'azione. Tocca sempre al partito saperli guidare verso le fasi successive sino all'obiettivo storico della nostra epoca:il comunismo.
NB Colgo l'occassione per ringraziare Smirnov di avermi spiegato il perchè della cancellazione del mio precedente intervento centrato sulla questione di cosa si debba intendere per "oggettivo" nella teoria marxista. A dire il vero, ero rimasto perplesso di fronte alla mannaia che aveva tagliato la testa ai miei pensieri, ma non sapevo del limite fissato per ogni intervento! Vogliate comprendermi! Saluti comunisti Duccio
Ottima spiegazione duccio.A
Ottima spiegazione duccio.A questo serve il partito.
Rivolunzio
Ciao Duccio e ciao a
Ciao Duccio e ciao a tutti,
premesso che nella sostanza sono d'accordo con quanto scrivi, sono io che ti ringrazio per gli interventi che, dopo tante castronerie sentite su questo forum, elevano il livello discussione.
Di nuovo,
Smirnov
PS Il webmaster ha "cazziato" un po' tutti, me compreso (nel senso di battaglista, non perché debba godere di particolari privilegi, ci mancherebbe!); il fatto è che a volte è difficile rimanere dentro i limiti - pur necessari - per spiegarsi decentemente.
Il metodo oggettivista di L.C.
Il metodo oggettivista di L.C.
Poichè Babuskin fa l'apologia del metodo di analisi di LC,scrivendo che "Quello che conta veramente,alla fine,non è capire la contingenza,anche se condizione necessaria ma non è sufficiente,ma la tendenza", mi trovo obbligato a ritornare sulla questione. Quello descritto dal compagno è il metodo oggettivista che Lenin,sin dagli anni giovanili ("Che cosa sono gli amici del popolo...") fustigava così: " l'oggettivista parla della necessità di un dato processo storico; il materialista constata con esattezza una data formazione storico-sociale e i rapporti antagonistici da essa generati. L'oggettivista, dimostrando la necessità di una serie di fatti, rischia sempre di cadere nel punto di vista dell'apologeta di questi fatti; il materialista scopre le contraddizioni di classe e così definisce il proprio punto di vista. L'oggettivista parla di 'TENDENZE STORICHE INSUPERABILI': il materialista parla di classe che 'dirige' il dato ordine economico, creando certe forme di reazione di altre classi". In sintesi, il materialista registra l'oggettività del modo di produzione "in modo più
profondo e completo" e, in aggiunta, valuta gli eventi sottomettendosi in modo chiaro e aperto al punto di vista di un determinato gruppo sociale (lo "spirito di partito" ).
In conclusione Lotta Comunista genera le sue "astrazioni" non a partire dalla scissione-opposizione (produttori/mezzi di produzione) che sta a fondamento della società capitalistica, bensì a partire dalla separazione tra "individuale" e "sociale" ( la parte e il tutto, il "generale" e il "particolare"). Le contraddizioni di classe vengono quindi trasferite sul piano della sovrastruttura: una deformazione della teoria marxista! Cordiali saluti da duccio.
Apologia del marxismo.
Apologia del marxismo.
Un saluto a tutti.
Non vedo come Duccio può scrivere tutto ciò,e attribuirlo a me o LC.L'oggettivismo,è unilaterale,non dialettico.Ecco perchè questo vede necessariamente un unico sbocco storico.L'oggettivismo non è "oggettivo",perchè manca della soggettività delle classi in lotta.E' paradossale:prima si accusa LC di occuparsi solo della sottostruttura,poi di orientarsi alla critica della sovrastruttura!Vanno fatte tutte e due,perchè l'una genera l'altra dialetticamente,non meccanicamente.Come posso io aver detto che esistono movimenti reali che sono "insuperabili"?Dove ho scritto ciò?Da chi devono essere superati?Che la situazione rivoluzionaria si inevitabile,è una necessità storica dimostrata,quello che non è necessariamente vero scientificamente,è che la classe colga l'occasione per prendere il potere politico.No?E il ritardo storico di TUTTI i partiti rivoluzionari o presunti tali?Avere un partito rivoluzionario degno di questo nome è condizione necessaria ma non SUFFICIENTE,per la riuscita dell'impresa.L'oggettivista è un determinista,della peggior specie,perchè vuole applicare il determinismo delle scienze fisiche,ai movimenti sociali.Usa il termine necessità,ma non lo spiega.La necessità non può esistere senza libertà,l'indeterminato senza il determinato.Lenin parte da ciò:quali sono le necessità storiche di tutte le classi in lotta in dato periodo storico in una data società,e quali scelte politiche vanno fatte per soddisfare tali necessità?Si è liberi quando si sa cosa si vuole e come ottenerlo,la libertà è il riconoscimento della necessità.Di fatto oggi il proletariato non è libero in generale,proprio perchè non può soddisfare la sua necessità storica.Non può capire in teoria ciò che non può risolvere materialmente:per questo esiste il partito,conservare il senso teorico e pratico di questa libertà.
Un saluto internazionalista.
Determinismo,oggettivismo e marxismo !
Determinismo,oggettivismo e marxismo !
Il determinismo, sul piano del metodo, non porta necessariamente all'oggettivismo. Quest'ultimo presuppone il fatalismo,mentre il determinismo fonda l'intervento pratico su basi razionali-causali. Anche l'oggettivista fa vedere la necessità di certi fatti, ma si arresta
al movimento delle forze produttive, alle cose fenomeniche, ai prodotti,lasciando fuori l'atto del produrre, ossia:il punto di vista delle contraddizioni di classe. L'oggettivista si sofferma sulle "tendenze dell'avvenire"(per esempio, dello sviluppo progressivo del capitalismo nella nostra era) e tralascia le lotte tra le classi fondamentali e la lotta tra capitalisti per accaparrarsi,nei momenti di crisi, della massa di profitto. Un esempio di tale atteggiamento,lo offre,caro Ivan, proprio il posting di un tuo compagno di L.C nel forum "Aggressione di L.C." che scrive (vedi gli ultimi interventi di Nakoi): " Il capitalismo secondo voi e' in crisi? E' cosi' vivo e vegeto che sta esportando democrazia in medio oriente a suon di bombardamenti e torture...
E voi credete di fare la rivoluzione con il capitalismo forte? verrete spazzati via dal lampo di una granata senza avere il tempo di domandarvi cos'e' successo.".Ecco come lo spirito oggettivista costringe le valutazioni di ogni evento ad assumere in modo aperto il punto di vista dei..".fatti", e non delle lotte e relazioni tra le classi! Con questo atteggiamento il metodo marxista viene tradito, checchè neghino le buone intenzioni di Babuskin! Saluti da duccio.