“Addio alle armi” - Contro ogni guerra e i falsi pacifisti

Nell’antica Roma le porte del tempio di Giano rimanevano aperte quando gli eserciti partivano, solitamente verso la fine di marzo, per l’annuale campagna bellica. Le stesse porte si chiudevano, quasi sempre alla fine del mese d’ottobre, quando le operazioni militari si concludevano. C’era il tempo della guerra e quello della pace, nell’era dell’imperialsmo le simboliche porte del tempio di Giano sono sempre aperte, la guerra è diventata una costante nel modo di essere del capitalismo. Proprio in questi ultimi decenni in concomitanza con l’aggravarsi della crisi economica del capitale non passa un sol giorno senza che in qualche angolo del pianeta non si combatta una guerra.

Nel corso della storia i vari signori della guerra hanno presentato la loro come la “Guerra Giusta”. Ogni guerra è combattuta in nome di precisi interessi economici della classe dominante, ma per coinvolgere i proletari e scaraventarli nell’inferno del conflitto è necessario giustificarle da un punto di vista ideologico. La “Guerra Giusta” è organizzata con il sostegno dei poteri forti dei paesi che mandano i propri ragazzi a morire in “operazioni umanitarie” o per combattere “guerre al terrorismo”; ma dietro ogni “Guerra Giusta” ci sono precisi obiettivi di classe. A tutti i signori della guerra e ai loro coriferi noi vogliamo dedicare questo splendido passo di Ernest Hemingway.

Il titolo del libro è addio alle armi e, eccettuati tre anni da quando è stato scritto, c’è stata quasi continuamente una guerra di qualche genere. C’era qualcuno che diceva sempre, perché questo tale è così preoccupato e ossessionato dalla guerra, e ora dal 1933 forse è chiaro perché uno scrittore debba interessarsi al continuo, prepotente, criminale, sporco delitto che è la guerra. Siccome di guerre ne ho fatte troppe, sono certo di avere dei pregiudizi, e spero di avere molti pregiudizi. Ma è persuasione ponderata dello scrittore di questo libro che le guerre sono combattute dalla più bella gente che c’è, o diciamo pure soltanto dalla gente, per quanto, quanto più ci si avvicina a dove si combatte e tanto più bella è la gente che si incontra; ma sono fatte, provocate e iniziate da precise rivalità economiche e da maiali che sorgono a profittarne. Sono persuaso che tutta la gente che sorge a profittare della guerra e aiuta a provocarla dovrebbe essere fucilata il giorno stesso che incominciano a farlo da rappresentanti accreditati dei leali cittadini che la combatteranno.

L’autore di questo libro sarebbe molto lieto di incaricarsi di questa fucilazione, se fosse legalmente delegato da coloro che combatteranno, e di badare a che venga eseguita con tutta l’umanità e la correttezza possibile e badare che a tutti i corpi venga data degna sepoltura. Potremmo perfino riuscire a farli seppellire nel cellophane o in qualcuno dei più moderni materiali plastici.

Alla fine della giornata se vi fosse qualche prova che sono stato io a provocare in qualche modo la nuova guerra o non ho eseguito debitamente i doveri a me conferiti, sarei disposto, se no lieto, a farmi fucilare dallo stesso plotone di esecuzione e farmi seppellire con o senza cellophane o essere lasciato nudo su una collina.

Ernest Hemingway

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.