In memoria di Mauro

Il 2 maggio scorso Mauro Stefanini ci ha lasciati. Lo ha ucciso il male di questo nostro maledetto tempo, il cancro.

Fino all'ultimo avevamo sperato che, grazie alla sua vitalità, alla sua voglia di vivere, potesse farcela, ma non è stato così. La malattia lo ha vinto anche se non è riuscita a umiliarlo avendo dovuto fare i conti con un'insormontabile diga di coraggio e di dignità.

L'ultimo ricordo che ci resta di lui, per questa ragione, non è il suo sorriso solare, il suo sguardo limpido, quell'aria e quello spirito così incredibilmente fanciulleschi che aveva saputo conservare nel corso del tempo e che lo aveva fatto amare da tutti i compagni e da tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, ma il suo volto segnato dal dolore fisico e dalla sofferenza.

Se ne è andato in silenzio e semplicemente nella bara avvolta dalla vecchia bandiera del Partito del 1948 della sezione di Sesto S. Giovanni, che probabilmente lo aveva visto anche venire alla luce.

Mauro, infatti, nasce il 9 gennaio del 1948, quasi fisicamente nel partito dato che i suoi genitori erano costretti alla clandestinità perché la mamma, Maria Antonietta Falorni (Mariuccia) era ricercata poiché ingiustamente accusata dalla polizia e dalla canea stalinista di essere la mandante dell'uccisione, avvenuta nelle vicinanze di S. Polo nel settembre del 1946, del marchese Della Robbia spietato feudatario fascista della zona nonché ex vice federale di Firenze (1).

Mauro era il nome di battaglia del padre Luciano uno dei fondatori del Partito Comunista Internazionalista e fra gli animatori più attivi della nostra Frazione all'estero, dove era andato esule dopo aver scontato nove anni di carcere inflittigli dal Tribunale Speciale fascista.

Si sbaglierebbe, però, se si ritenesse che Maurino - così affettuosamente lo chiamavano, per distinguerlo dal padre, i vecchi compagni che lo avevano visto muovere i primi passi nella nostra prima sede milanese - sia approdato al comunismo e al nostro partito per rispetto della tradizione familiare, come spesso accade per molti figli d'arte costretti a proseguire la strada dei padri al di là dello loro intenzioni e autentiche aspirazioni. In realtà, egli era un comunista prima di tutto nell'anima, era come se l'essere comunista fosse scritto già nei suoi geni per cui non poteva che stare dalla parte dei più deboli, degli sfruttati e a fare della loro causa la propria ragione di vita.

L'origine familiare certamente ne ha agevolato il percorso di maturazione politica, ma Mauro lo ha compiuto in piena e totale autonomia.

A soli 15 anni, inizia la sua collaborazione a Battaglia Comunista e solo qualche anno dopo (1967) quella a Prometeo che da allora non si è mai interrotta così come il suo impegno senza risparmio come militante del partito.

Sul finire degli anni Sessanta, lo troviamo fortemente impegnato nei primi movimenti degli studenti della Statale di Milano, nel tentativo di imprimere loro una caratterizzazione di classe. Frutto della riflessione su questa esperienza sono i suo numerosi scritti di critica del movimento studentesco, della sua natura interclassista e piccolo-borghese e che costituiscono tuttora uno strumento attualissimo di orientamento dell'intervento del partito nella scuola.

Nel dicembre del 1970, al IV° congresso del partito, viene eletto nel Comitato Centrale e da questo nel Comitato Esecutivo Nazionale. È l'assunzione di responsabilità direttive di una nuova generazione di compagni che va idealmente e praticamente a raccogliere il testimone di quella straordinaria generazione di combattenti rivoluzionari che aveva saputo comprendere la deriva controrivoluzionaria della rivoluzione russa e costruire in opposizione a essa, e fra indicibili difficoltà, il nostro partito. Un'assunzione di responsabilità che Mauro ha vissuto anteponendola a ogni cosa, senza risparmio di energie, come un "rivoluzionario di professione" senza però trarre da ciò il proprio sostentamento essendosi procurato da vivere sempre con la propria attività di insegnante e pubblicista specializzato nel settore delle arti grafiche. Anzi, essendo le casse del partito sempre in lotta con gli spiccioli, ne è stato anche finanziariamente uno dei suoi sostenitori più generosi.

Aperto alle novità in tutti i campi della vita come pochi, è il primo fra noi a far proprie le nuove tecnologie basate sulla microelettronica e a dotarsi di un Personal Computer. Inizialmente, dato il grande dispendio di energie che l'apprendimento del suo uso gli richiedeva, lo prendevamo anche un po' in giro, dicendo che ormai Filippo - così aveva battezzato quel suo primo Pc - era il suo amante, ma poi dovemmo tutti ricrederci e andare a lezione da lui per apprendere i fondamenti necessari per poter usare quella maledetta macchina senza la quale oggi non saremmo in grado di svolgere molta parte della nostra attività politica. Mauro amava dare un nome anche alle cose di cui si circondava che, infatti, a contatto con lui sembrava si animassero di linfa vitale; chi mai scorderà il suo famoso Ugo, il Transit Ford mezzo e compagno di tanti suoi viaggi e perennemente in panne?

Se ci limitassimo, però, a cogliere solo questo aspetto del suo vivo interesse per le nuove tecnologie, come per la scienza e qualsiasi altra attività umana, ci vieteremmo di cogliere appieno la ricchezza della personalità di Mauro e lo spessore del contributo di conoscenza teorica che ha dato al partito e non solo a esso. La conoscenza delle nuove tecnologie basate sulla microelettronica, per esempio, è sì il presupposto per lo svolgimento di una determinata attività pratica, ma soprattutto è lo strumento necessario all'osservazione critica dei fenomeni che interessano la società nel suo insieme e la nostra classe in particolare. Sarebbe stato difficile, senza questo retroterra e un saldo ancoraggio al materialismo storico, comprendere la portata dei violenti processi di ristrutturazione dei cicli produttivi che ci sono stati negli ultimi decenni e dei connessi processi di composizione e scomposizione della classe operaia. Così mentre i teorici della cosiddetta autonomia operaia leggevano in essi la liquidazione del proletariato quale unico possibile soggetto rivoluzionario e si lanciavano alla ricerca frenetica di un nuovo soggetto rivoluzionario individuato di volta in volta in questa o quella figura sociale per finire alle attuali indistinte moltitudini, il nostro partito nella sua collegialità, ma con il contributo fondamentale di Mauro coglieva la spinta a una crescente proletarizzazione della società su scala mondiale e la necessità sempre più impellente di pensare al futuro partito rivoluzionario come a un organismo che, pur tenendo conto delle singole specificità, fosse in grado di elaborare un progetto tattico e strategico a valenza mondiale, pena un'ennesima sconfitta del proletariato questa volta di dimensioni davvero catastrofiche per l'intera umanità.

Non è, dunque, soltanto perché Mauro parlava e capiva perfettamente l'inglese e il francese se è stato lui il principale animatore del nostro lavoro internazionale stabilendo e mantenendo i contatti con chiunque da ogni parte del mondo, singolo compagno o gruppo politico, si sia avvicinato a noi anche solo per approfondire la conoscenza delle nostre posizioni politiche; e se a lui - come hanno ricordato i compagni della Cwo nel loro tributo alla sua memoria, si deve la maggior parte del lavoro pratico e di elaborazione teorica e politica, a cominciare dalla sua piattaforma, che ha consentito la nascita del Bureau Internazionale per il Partito rivoluzionario.

Qui la tirrania dello spazio non ci consente di soffermarci oltre nell'esame critico del contributo teorico dato da Mauro, ma contiamo di poter al più presto raccogliere e ripubblicare i suoi scritti più significativi e in quell'occasione di ritornarvi con più completezza.

Non siamo in grado, né sarebbe possibile farlo, non fosse altro perché non c'è peggior critico di se stessi che se stessi, di apprezzare il valore storico - se uno ne ha - dell'esperienza del nostro partito in questi ultimi trent'anni, ma pur assumendola per quella che attualmente è cioè una piccola esperienza, nel suo ambito il ruolo di Mauro è stato di straordinaria importanza. Grazie Mauro, te ne saremo sempre grati con l'impegno di continuare con la tua stessa passione e coerenza nell'opera di costruzione di quel partito rivoluzionario senza il quale l'aspirazione che ci ha così fortemente accomunati a un mondo libero dal dominio della borghesia e del suo sfruttamento sarebbe destinata a rimanere tale.

(1) Per i fatti di S. Polo vedi: Lo scontro degli internazionalisti con lo stalinismo e le sue vittime - Quaderni di BC n.7

Prometeo

Prometeo - Ricerche e battaglie della rivoluzione socialista. Rivista semestrale (giugno e dicembre) fondata nel 1946.