Brevi note sparse: Fra storia e ideologia

Sull'Espresso dell'11 gennaio quattro dense pagine sono dedicate alla Restaurazione.

Lo storico Luciano Canfora prima e la giornalista Chiara Valentini poi si lanciano in un avventatissimo parallelo fra la Restaurazione francese dopo la caduta di Napoleone Bonaparte (grosso modo 1815-1830) e la presunta Restaurazione attuale, fondato sulle analogie di percorso di alcuni personaggi attuali (che noi oggi diciamo semplicemente squallidi) con quelli della Restaurazione francese: Berlusconi con Luigi XVIII, D'Alema con Talleyrand, Colletti con Mirabeu, Fini con Carlo X.

Gli scritti hanno il fortissimo, ripugnante sapore del materiale elettorale, a prescindere dalle intenzioni probabilmente diverse di Canfora. D'altra parte è normale: l'Espresso è decisamente schierato, sebbene con spirito critico, col centro-sinistra e comunque non può reggere l'accozzaglia di gentaglia stretta attorno al cavaliere. Ma intanto si cerca di far passare concetti e idee del tutto sballate, ovviamente a scopo fondamentalmente anti-comunista e controrivoluzionario.

Ci limitiamo qui all'idea centrale sulla quale la Valentini insiste, appoggiandosi alle dichiarazioni di "illustri storici" come Villari e De Luna, e che possiamo sinteticamente esprimere così:

  • la Restaurazione attuale è rispetto alla Rivoluzione Russa e i suoi lasciti;
  • in questo senso, la Rivoluzione Russa del 1917 equivale alla rivoluzione francese del 1789.

Entrambe le componenti dell'idea centrale sono false.

Se si può parlare di Restaurazione dopo la rivoluzione russa, questa è iniziata nella seconda metà degli anni 1920 ed è culminata con la partecipazione della Russia detta sovietica alla seconda guerra imperialista mondiale. Sia la rivoluzione sia la controrivoluzione hanno direttamente interessato solo la Russia; il biennio rosso in Italia (1918-1920) che, se non portò la rivoluzione, segnò nondimeno un periodo pericolosamente inclinato verso di essa, fu seguito dal ventennio fascista, la cui eminente caratteristica storica è proprio quella della Restaurazione del potere borghese. Definire l'attuale periodo italiano come di Restaurazione è dunque una beata idiozia.

Fa certamente specie leggere gli illustri storici compiacersi di tali idiozie, ma è inevitabile: sono storici leggeri, di quelli che credono di non perdersi nella complessità dei fenomeni cogliendoli uno per uno, e guardandosi bene, dunque, dal comprenderne le ragioni di fondo e dal comprendere la sostanza degli eventi storici. È solo così che non vedono nella ascesa dello stalinismo la vera Restaurazione in Russia (e nella Internazionale) e vedono invece, o fingono di vedere, la Restaurazione nella trasmigrazione dei vecchi stalinisti al liberismo becero, magari allo stesso di Berlusconi (il caso di Colletti è esemplare).

La seconda componente dell'idea che l'Espresso vuole impiantare nel cervello del lettore sprovveduto (o borghese) è ancor più falsa e... ideologica. Sono eventi simili, in certo modo sovrapponibili? No, assolutamente, La rivoluzione francese del 1789 abbatte l'ancien regime, apre le porte del potere di classe alla borghesia e inaugura l'epoca delle libertà e della democrazia borghese, con una radicalità, portata d'urto e respiro europeo che la precedente rivoluzione inglese non aveva avuto; la rivoluzione russa del 1917 abbatte il potere borghese, abbozza un semi-stato proletario e tenta con ciò l'avvio di un processo rivoluzionario che doveva portare all'abbattimento del modo di produzione capitalista (ben più vecchio della rivoluzione francese - nota per gli storici leggeri).Il fallimento di quel tentativo dà i caratteri della tragedia a gran parte del XX secolo, ma esso à altro dalla rivoluzione francese.

La Restaurazione francese ed Europea è fenomeno eminentemente politico che segue il Congresso di Vienna, segna una battuta d'arresto nella marcia trionfale della borghesia in Europa, ma non inverte il corso degli eventi: basteranno 15 anni in Francia, 38 nel resto d'Europa per tornare ad affermare e definitivamente il dominio incontrastato della borghesia, su una struttura economico-sociale che era già capitalistica.

La "Restaurazione" che seguì la rivoluzione russa del 1917 e che noi chiamiamo più propriamente controrivoluzione, vide il massacro da parte del regime stalinista della vecchia guardia bolscevica, di tutti i comunisti nelle fabbriche e nelle campagne che erano sopravvissuti alla guerra civile. I corollari internazionali della controrivoluzione in Russia furono il passaggio dei tipi alla Terracini o Togliatti dal classismo allo stalinismo, alcuni - non pochi - assassini di rivoluzionari da parte degli stalinisti in giro per il mondo e lo schierarsi di quei medesimi stalinisti assassini a fianco delle potenze americana e sovietica alleate nella guerra imperialista. Il risultato complessivo è il sospendersi per quasi un secolo (finora) non tanto del potere proletario - mai assestatosi, tantomeno sul piano economico-sociale - quanto delle stesse attività rivoluzionarie della classe operaia.

Non è certo sulla possibile o probabile vittoria della gentaglia di Berlusconi alle elezioni che si misura la possibilità di uscita dal tunnel controrivoluzionario apertosi ben prima comunque della stessa implosione dell'Urss.

D'altra parte questo è un problema nostro, non certo dell'Espresso e dei suoi storici leggeri.

m.jr

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.