November 2024
Gli opportunisti nelle fabbriche
L'opportunismo nelle fabbriche ha un nome: Lotta comunista.
Altro che Marx, Lenin e rivoluzione. Dietro l'apparenza di un'ortodossia teorica di stampo religioso (nel nome di Cervetto e dello spirito santo) si nasconde, e neanche tanto bene, la classica pratica opportunista.
In questi giorni di crisi devastante, di cassa integrazione e licenziamenti, Lotta comunista distribuisce nelle fabbriche un volantino - ripreso poi negli interventi in assemblea dei loro militanti - intitolato: "Non si puo` vivere con 800 euro di cassa, CI SONO I SOLDI PER AUMENTARLA".
Nel volantino non si dice - come dovrebbero dire i comunisti - che bisogna rifiutare la cassa integrazione, che bisogna lottare a oltranza contro i licenziamenti, che questa crisi e` una crisi del capitalismo e che i padroni la stanno scaricando tutta sulle spalle dei lavoratori, che i lavoratori devono lottare contro il decurtamento dei loro salari gia` bassi, ecc. No. Si dice: la cassa che ci danno e` troppo bassa, dateci qualche soldo in piu`!
Non solo questa gente che si spaccia per rivoluzionaria sta dentro la CGIL con ruoli di media e alta dirigenza, ma assume anche posizioni di RETROGUARDIA quando l'attacco dei padroni al mondo del lavoro si inasprisce. Questo, evidentemente, per non perdere i posti che si sono conquistati nelle gerarchie sindacali.
Speriamo che prima o poi i compagni in buona fede caduti nella trappola di LC, abbagliati e illusi dalla loro "potenza organizzativa" (fine a se stessa), aprano gli occhi.
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Ciao Gek, alle tue
alle tue*
Ciao Gek,
alle tue osservazioni, si potrebbe aggiungere che adesso Lotta parla di crisi, quando fino a ieri negava nella maniera più netta che il capitalismo fosse in crisi. Insomma, come acrobati non sono niente male; peccato che ingannino e disorientino quei lavoratori che hanno la disgrazia di cadere nella loro rete.
Ciao,
Smirnov
Mah, io sono uscito da LC da
Mah, io sono uscito da LC da un mesetto.. Tuttavia, nonostante non sia d'accordo con la loro presenza in CGIL, il fatto che non riferiscano ai compagni dove finiscano i soldi (se non elencando vagamente spese come ristampa, affitti, nuovi circoli etcetc) ed altre cose, non posso esser d'accordo con le tue affermazioni... LC nei suoi giornali già dal 2005 parlava del gonfiamento della bolla immobiliare e parla di questa crisi dal giornale luglio/agosto del 2007 (il primo che comprai tra l'altro)..
tuttavia LC afferma che questa crisi non sia quella definitiva del capitalismo, ed io son d'accordo, visto che l'Asia mantiene ancora in moto il mercato internazionale..
Voi per caso sostenete che non ci sarà soluzione a questa crisi se non una guerra mondiale come dopo il '29?
Scusate se commetto errori teorici, ma sono ancora un ragazzetto..
mi riferivo alle affermazioni
mi riferivo alle affermazioni di Smirnov...
Ciao Matt,provo a
Ciao Matt,provo a
Ciao Matt, provo a rispondere alle domande, complesse, che poni. Ho visto anch'io che, ultimamente, Lotta parla della crisi, con riferimento alla più che evidente crisi finanziaria, ma non si capisce da dove esca questa crisi, nel senso che per noi questa non è altro che la manifestazione clamorosa e ultima in ordine di tempo di una crisi più profonda del sistema capitalistico, di una crisi strutturale che affonda le sue origini in quella che Marx (e noi, modestamente, con lui) la legge più importante del modo di produzione capitalistcio ossia la caduta del saggio medio del profitto. Temporalmente, l'apertura "ufficiale" della crisi del capitalismo a scala globale la facciamo cominciare col 1971, con la revoca, di fatto, da parte del presidente USA Nixon degli accordi di Bretton Woods (1944). In sostanza, la crisi strutturale non è una malattia passaggera, ma una malattia mortale che può trascinarsi anche per lungo tempo, se non interviene l'altro fattore fondamentale, vale a dire la lotta di classe proletaria o, meglio dire, l'assalto riuvoluzionario. Quindi, a rigore, nessuna crisi, di per sé, è definitiva, perché, parafrasando Lenin, non c'è crisi da cui il capitalismo non possa uscire con una guerra e/o con un incremento esponenziale dello sfruttamento, se il proletariato rimane passivo o non risponde adeguatamente sul terreno di classe, rivoluzionario, alla borghesia. Dire, quindi, come fa Lotta, che non è una crisi definitiva, non vuol dire niente, anzi, rivela la sua natura fondamentalmente evoluzionistica, cioè anti-dialettica: chi decide e su quali basi se una data crisi è definitiva o no? Scusami se mi ripeto, ma se il proletariato (e il suo partito!) si astiene, per così dire, dall'intervenire, i borghesi vanno avanti fino a che non avranno ridotto il mondo a una schifezza totale o alla morte pura e semplice. Prendi la crisi del 1929: era definitiva? Evidentemente no, visto che il capitalismo c'è saltato fuori; ma perchè e come c'è saltato fuori? I fattori che spiegano la salvezza del capitale sono tanti, in primis metterei la controrivoluzione staliniana, che ha privato la classe del suo indispensabile strumento politico, cioè il partito...
Tu dici che l'Asia ha alti indici di sviluppo: vero, ovviamente, ma lo sviluppo dell'Asia è la diretta conseguenza del declino della "metropoli" capitalista (l'Occidente e il Giappone, per semplificare) che per rispondere alla crisi che la attanagliava e la attanaglia ha imboccato tre strade: le delocalizzazione spinta là dove è il famigerato costo del lavoro è molto più basso, la messa in concorrenza la ribasso della classe salariata mondiale e la speculazione finanziaria, che ha raggiunto livelli mostruosi. In sintesi, si può dire che l'Asia ha guadagnato quello che la "metropoli" ha perso. Che poi tutto questa enorme estorsione di plusvalore "asiatico" abbia contribuito a differire i tempi della recrudescenza della crisi, è indubbio, ma... a cosa stiamo assistendo oggi? La Cina tiene in moto il mercato internazionale, e in particolare quello USA, perché quest'ultimo ha comprato le merci cinesi a credito, e ha comprato a credito perché i salari dei lavoratori USA da decenni scendono o, se va bene, stagnano. A loro volta, i salari seguono questo andamento perché i capitalisti ricorrrono a quella che Marx chiama la più importante delle controtendenze alla caduta tendenziale del profitto, cioè la svalorizzazione della forza-lavoro, ossia bassi salari, addirittura la di sotto o al limite dei livelli di povertà, per cercare appunto di contrastare il declino del saggio del profitto o, il che nella sostanza è lo stesso, a riportarlo a livelli tali che possa giustificare (soddisfare) gli alti investimenti di capitale. Insomma, è un gioco delle tre carte...
Riassumendo: per Lotta, dopo aver parlato (ancora adesso) di fase espansiva del capitale (come se il capitalismo non fosse il modo di produzione dominante sul pianeta), è costretta dall'evidenza a parlare di crisi, ma la considera unicamente una crisi finanziaria, cioè una malattia passeggera e, per di più, localizzata; per noi, al contrario, la crisi finanziaria esplosa in questi mesi è la manifestazione di una crisi più profonda, che affonda le sue radici nelle difficoltà strutturali (cioè storiche, non temporanee) del capitalismo. Si tratta cioè di un'interpretazione diametralmente opposta e, secondo noi, ovviamente, più aderente alla realtà. Nessuno può dire come si risolverà questa crisi: gli esempi storici possono avere un valore orientativo, ma, penso che sia d'accordo anche tu, la storia non si ripete mai uguale a se stessa. Quel che è certo almeno dal mio punto di vista, è che se il proletariato rimane passivo o non all'altezza della situazione, la borghesia del modo intero può fare, disfare, brigare, ma sicuramente non si suiciderà. E' anche certo che l'assenza, di fatto, del partito rivoluzionario a scala mondiale è un vuoto difficilissimo da colmaer, ma che deve essere necessariamente colmato, se vogliamo buttare il capitalismo nella pattumiera della storia (come diceva Trotky). Così com'è certo che Lotta Comunista, lungi dal poter contribuire alla formazione del partito internazionale e interbazionalista, è un ostacolo sulla strada di questo percorso. Matt, spero di essere stato abbastanza chiaro e di aver almeno abbozzato le risposte alle tue domande; nel caso, siamo sempre qui se hai voglia di discutere con noi.
Per adesso ti saluto, sperando di risentirci, ciao, Smirnov
Un saluto a tutti. Ritengo
Un saluto a tutti. Ritengo che il volantino distribuito da LC, sia buono. Certo, buono in senso relativo. Il lettore attuale, il proletario medio, non puo andare più in la della pochezza dell argomento proposto: la cassa integrazione, ordinaria o straordinaria che sia. Pochezza dal punto di vista dell agitazione rivoluzionaria, perche, invece, c e una bella differenza tra il salario pieno ed il suo 50%! Il volantino in questione fa leva proprio su questa necessita contingente e non su inesistenti volontà rivoluzionarie che possono essere organizzate. Bisogna sapere con chi si vuole parlare, e non credo che ci siano dubbi, mediamente i proletari sono lontanissimi dalla nostre posizioni politiche. Il proletariato si muove in massa, nella sua maggioranza, per necessità. Bisogna allora vedere cosa è questa necessità, qui e ora: la lotta conseguente è la sola che può far crescere la coscienza politica della classe. Non la propaganda, non l’agitazione, ma la lotta di classe! Se crediamo che solo perché abbiamo ragione, possiamo portali dalla nostra parte, mostriamo solo di essere degli impotenti idealisti: da quando sono le idee che cambiano il mondo? Si, gli unici opportunisti in questione sono proprio i proletari, perché non sanno cosa gli serve, né gli interessa! Certo, parlo di inconsapevolezza politica e non del fatto che con metà salario non si vive! Ma avrei anche il quel caso dei dubbi… Scagliarsi contro LC ed il suo presunto opportunismo ( tra l’altro insignificante comunque, visto i rapporti di forza con il capitale), è di fatto chiudere gli occhi al più grave ed estremamente pericoloso, opportunismo della classe, che c’è! Una ultima considerazione. Il volantino dice più di quello che vi è scritto. E’ certamente da dottrinari impartire lezioni di teoria rivoluzionaria a chi non ha l’ABC, cosa che il volantino non fa. Traccia, invece, una tesi, la sintesi la deve fare chi lo legge con un minimo di senso critico: questo non è un atteggiamento da opportunisti, ma da rivoluzionari, sia per chi scrive e per chi legge! La sintesi? In Italia ci sono almeno 17 milioni di salariati, mentre l’INPS ha un attivo di cassa di quasi 14 miliardi di EURO. I conti della serva ci dimostrano che la cassa per tutti non può bastare che per pochi mesi, ed è cosa non solo possibile sulla carta ma probabile viste le dimensioni della crisi. L’agitazione rivoluzionaria, allora, a chi vuole ragionare, non ai babbei. Saluti rossi.
Ciao Uomo della Lena, che
Ciao Uomo della Lena,
che dire, se non ribadire quanto si è detto finora in questa discussione e in quelle chilometriche presenti nel forum su Lotta?
Però, smettila di accusare più o meno velatamente gli altri, cioè noi, di non partecipare alla lotta di classe o, più semplicemente agli scioperi devitalizzati e devitalizzanti dei sindacati: come fai a dirlo, ci conosci, sai cosa facciamo sul nostro posto di lavoro, oltre che nella "società"? Son argomenti tendenziosi che, ammesso e non concesso che non vengano fatti con intento provocatorio, certamente fracassano le palle, tanto sono triti, ritriti, campati per aria e puerili.
Saluti,
Smirnov
ok.
ok.
Altro che buono, il volantino
Altro che buono, il volantino distribuito da Lotta è la quintessenza del codismo e dell'opportunismo, cioè uno schifo. Come dire: "gli operai, poveretti, più in là di questo non vanno, perciò noi gli diciamo quello che sanno già e così ci danno ragione."
Esattamente ciò che non fa un'AVANGUARDIA, il cui ruolo è appunto quello di fare avanzare politicamente la classe lavoratrice.
Infine, Lena, i babbei valli a cercare su un altro forum. Qui ci trovi i comunisti
sulle crisi dell'imperialismo
sulle crisi dell'imperialismo
Arrigo Cervetto (1957): Tesi sullo sviluppo imperialistico, durata della fase controrivoluzionaria e sviluppo del partito di classe (Tesi del '57) marxists.org .gia' nel 1957 cervetto dice chiaro della validita' della teoria marxista sulle crisi e parla di sviluppo capitalistico tra crisi e tentativi di rivoluzione, perche' allora negare che lc abbia una teoria marxista della crisi ? diverso il discorso sull'"esportazione" delle crisi nelle aree che oggi sono arrivate alla piena maturazione dei vari imperialismi (per lo piu' asiatici),oggi si sentono veramente i" tuoni della fase rivoluzionaria".Chi lavora coscientemente per dare "l'assalto al cielo" si ritrovera' per forza dalla parte della rivoluzione indipendentemente da dove e' partito non dimendichiamoci che il buon "Leon" divendo' capo dell'armata rossa ,partendo da posizioni mensceviche. Lavoriamo ognuno con questa consapevolezza ,i fatti daranno le risposte migliori. non e' poi cosi' lontano il giorno in cui vedremo ;comunque;sorgere il sole dell' avvenire,e sorgera' volenti o nolenti per "tutta l'umanita' intera".Che ognuno porti(non e' retorica) il proprio mattone.Auguri a prescindere.
Avanguardia!?
Avanguardia!?
Un saluto a tutti. La mia era solo una personalissima opinione. Non voglio per nulla innescare una polemica tra le cosiddette "avanguardie", cioè tra quei 4 gatti, me compreso, che si credono marxisti e comunisti. La questione è molto semplice: con chi stiamo parlando? La classe in quale stato è? Se è vero che è compito dei rivoluzionari portare alla classe le tesi scientifiche del marxismo e la conseguente prassi rivoluzionaria, ciò non vuol dire che lo si può fare come si vuole. Non si può insegnare l'algebra a chi non sa contare e inoltre non vuole contare, nè gli interessa. Urlare un milione di volte che abbiamo scientificamente ragione non può cambiare lo stato della coscienza di classe dei proletari. Solo la prassi, la lotta di classe, può permettere alla classe di imparare qualcosa, ma se ci sono dei rivoluzionari. Lo scopo della propaganda e dell'agitazione, non è quello di esporre plafet tremendamente rivoluzionari, ma di creare nuovi rivoluzionari. Dobbiamo rivolgerci da comunisti a chi non è comunista ed alle sue condizioni. No? Essere rivoluzionari non significa essere degli estremisti, cosa facile a parole! Dobbiamo essere duttili, certo, se vogliamo un risultato tangibile, se vogliamo trasmettere qualcosa alle prossime generazioni. Già i concreti ed iniludibili risultati dell'agitazione! Non so quanto abbia mosso il volantino di LC, ma quello di BC? Quanti nuovi contatti? Bho, eppure il risultato potrebbe essere sbattuto in faccia a chi ha una visione diversa, opposta! Allora, si può sapere? Saluti rossi.
Sostenere che bisogna
Sostenere che bisogna chiamare i lavoratori alla lotta contro la cassaintegrazione invece di accettarla e chiedere un po' di soldi in più significa essere "estremisti" e lanciare parole d'ordine "tremendamente rivoluzionarie"? I lottisti dovranno trovare scuse migliori per mascherare il loro codismo.
Per inciso, una forza politica rivoluzionaria rimane tale anche quando la situazione complessiva NON è rivoluzionaria, altrimenti è inutile fregiarsi di aggettivi roboanti che nulla hanno a che fare con la propria natura e prassi.
Essere oggi contro la cassaintegrazione, i licenziamenti e quindi contro le compatibilità capitalistiche è - qui e ora - rivoluzionario. Se sia anche "tremendamente rivoluzionario" non saprei.
“Essere oggi contro la
“Essere oggi contro la
*//"Essere oggi contro la cassaintegrazione, i licenziamenti e quindi contro le compatibilità capitalistiche è — qui e ora — rivoluzionario."//*
Un saluto a tutti. Così scrive Gek. Descrive, cioè, quello che pensa e vuole un comunista vero. La questione, però, non è quello che pensiamo noi, ma la classe. Come arrivare a far capire ciò ai proletari? Seguendoli nella loro lotte per poi guidarli. Ora, quale che sia il "pretesto" per iniziare la lotta, poco importa, quello che conta che una volta in movimento, la classe imparerà molte cose e distinguerà chi è veramente con loro. La "cassa" ed ogni altro ammortizzatore sociale, è uno strumento della borghesia, corrompe la classe. Ma attenzione! E' uno strumento controrivoluzionario nella misura in cui la borghesia riesce a gestirlo e non gli sfugge di mano: i padroni vogliono elargire la "cassa", non vogliono assolutamente che sia una conquista del proletariato! Questo in linea di principio, ma qui ed ora, LA CLASSE DOVREBBE LOTTARE NON SOLO PER NON PAGARE CON LA MISERIA LA CRISI, MA ESIGERE CHE BANCHE ED INDUSTRIE NON RICEVANO UN CENT! Questa rivendicazione, portata fino in fondo, non può che implicare una risposta dello Stato, ed alla fine una concreta situazione rivoluzionaria. Quindi non c'è una questione degli ammortizzatori sociali in sè, ma è una questione puramente strumentale. Permette di trasmormare una necessità economica, il salario indiretto, in una necessità politica: o noi o loro. Saluti rossi.
Tutto quello che dici non
Tutto quello che dici non sposta di un centimetro la questione: i comunisti devono schierarsi apertamente contro la cassaintegrazione e chiamare i lavoratori alla lotta per la difesa intransigente del salario e del posto di lavoro. E' un "linguaggio" che la classe capisce perfettamente.
Un saluto a tutti. Sposta
Un saluto a tutti. Sposta invece la questione, eccome! Difendere il posto di lavoro, significa difendere lo sfruttamento...Già, Marx scrive: *//"Il concetto di operaio produttivo non implica dunque affatto soltanto una relazione fra attività ed effetto utile, fra operaio e prodotto del lavoro, ma implica anche un rapporto di produzione specificamente sociale, di origine storica, che imprime all'operaio il marchio del capitale. Dunque, essere operaio produttivo non è una fortuna ma una disgrazia” (K. Marx, Il Capitale Vol. 1° Cap.I).//* Ecco perché gli operai capiscono ciò. Difendere il posto di lavoro, implica necessariamente per i lavoratori, la difesa anche della “cassa”, perché sono due forme di sfruttamento “accettabili”. Dunque, è una contraddizione evidente, per i lavoratori, difendere il posto di lavoro e non la “cassa”. Ma allora non è da rivoluzionari difendere il posto di lavoro, ma da opportunisti, se non si usa tale contraddizione per andare oltre. I proletari devono difendere le loro condizioni di vita dalla miseria, non il posto di lavoro che non è il loro! La crisi la deve pagare il capitale, anche chiudendo le fabbriche, ma sta ai proletari difendersi dalla miseria. I padroni consumano ma non producono, bisogna rovesciare questo fatto. Saluti rossi.
Caro Lena, puoi citare Marx
Caro Lena, puoi citare Marx quanto ti pare e giocare a fare il prestigiatore che volta e rivolta le carte a piacimento, puoi salire in cattedra e spiegarci che in ultima istanza i comunisti rifiutano il lavoro sotto il giogo del capitale ecc. Ma tutte queste giravolte non cancellano il fatto che LC si è - come al solito - appiattita sulle posizioni della FIOM e, invece di schierarsi contro la cassaintegrazione oltre che contro il modo di produzione capitalistico nel suo complesso , ha chiesto solo un minor decurtamento del salario. Tira fuori il Capitale quanto ti pare, ma questo si chiama opportunismo, codismo, riformismo e via discorrendo.
Che c'entra LC?
Che c'entra LC?
Su via Gek piantala una buona volta di dare a tutti dell'opportunista! Citare Marx? Si ed allora!? Mi devi spiegare IL VOSTRO APPIATTIMENTO SULLE POSIZIONI DELLA FIOM! Anche la FIOM è contro i licenziamenti! Mi devi spiegare cosa ci sia di tanto rivoluzionario nel difendere il salario se questo OGGI E QUI è la schiavitù del salario! Cosa rispondi al lavoratore che difende il suo salario attraverso la conservazione del posto di lavoro sotto forma della cassa integrazione!? Bhà, non mi pare che la vostra propaganda e agitazione non vada oltre una generica propaganda e agitazione comunista, valida per ogni dove e tempo! E proprio per questo incocludente! saluti rossi.
Non devo spiegarti proprio
Non devo spiegarti proprio niente, Lena. Le tue parole rabbiose senza capo né coda si commentano da sole.
Ti ho capito Gek. Rabbioso
Ti ho capito Gek. Rabbioso io? Per carità, non è inutile! Vale, come dicevano i latini. Saluti rossi.
mai visti
mai visti sindacati rivoluzionari nei periodi controrivoluzionari.i comunisti lavorano e fanno propaganta-agitazione nei luoghi e nei posti dove vive l'operaio reale, in carne ed ossa, se essi sono nei sindacati controrivoluzionari chi se ne frega.L'importante è la bontà di quello che si offre loro. Ciao a tutti,ciao LuomoDellaLena.
Mai visti sindacati
Mai visti sindacati rivoluzionari, anche nei periodi rivoluzionari. Dal canto loro i comunisti non smettono di essere tali quando fanno lavoro di propaganda e agitazione nelle fabbriche, anzi, quale posto migliore? Per cui, se gli operai sono intrappolati nelle maglie del sindacalismo - peggio ancora se è quello ultra-riformista della CGIL - i comunisti fanno il loro mestiere e indicano ai lavoratori la difesa intransigente del salario e del posto di lavoro, visto che il sindacato non lo fa.
Chi sta dentro la CGIL con ruoli dirigenziali, appiattendosi oltretutto sulle posizioni dei vertici, non è comunista.
Non sono di LC.
Non sono di LC.
Un saluto a tutti. Non sono un militante di LC. Ma sono stati loro a farmi conoscere il marxismo, e di questo non potrò mai ringraziarli abbastanza. La gratitudine però non ha cittadinanza in politica, e allora io seguo la mia strada, parallela a tutti i rivoluzionari sinceri. Ho dato un mio giudizio sul volantino di LC, nulla di più. Posso essermi sbagliato, ma nè Gek nè Smirnov mi hanno convinto di ciò. Resta l'amarezza. Pazienza, chi è tra i lavoratori ed è un rivoluzionario coerente e conseguente, dipanerà ogni dubbio a se stesso. Solo la lotta insegna. Saluti rossi.
LOTTA ALLA ESAB DI MESERO MI
LOTTA ALLA ESAB DI MESERO MI
Un saluto a tutti. Credo che è dal mio post precedente che non mi faccio vivo. Anche se non intervengo, seguo i forum e leggo gli articoli pubblicati. Nel frattempo non smetto di fare un lavoro rivoluzionario sempre e dovunque, o almeno cerco di farlo. Questa mattina ho volantinato alla ESAB di Mesero. Vi propongo il testo del volantino. Saluti rossi. SALARIATI! LA CRISI ECONOMICA E' GIUNTA ANCHE A MESERO! UNA FABBRICA CHE DA E HA DATO PROFITTO AI PADRONI, DEVE CHIUDERE. PER ESSI E' LOGICO CHE SIANO I LAVORATORI A PAGARE INTERAMENTE E SENZA DISCUTERE QUESTA SCELTA ARBITRARIA, POICHE' NON C'E' MAI STATO UN RAPPORTO TRA PARI, MA TRA PADRONI DEL PROFITTO E SCHIAVI DEL SALARIO, I LAVORATORI! GIA', CHI DIFENDE IL SALARIO, IL POSTO DI LAVORO, SENZA VOLERLO, DIFENDE UN RAPPORTO DI SFRUTTAMENTO PURO E SEMPLICE. CHE FARE? BISOGNA ALLORA DIFENDERE A TUTTI I COSTI LE CONDIZIONI DI VITA DEI LAVORATORI, NON IL POSTO DI LAVORO CHE NON GLI APPARTIENE! SE I PADRONI VOGLIONO CHIUDERE, LO FACCIANO, MA CHE CI GUADAGNINO ANCHE I SALARIATI! CONCRETAMENTE: CORRISPONDERE A TUTTI I LAVORATORI UNA CONGRUA BUONA USCITA; IL SALARIO PIENO FINO AD UN NUOVO IMPIEGO OD ALLA PENSIONE. NON SI PUO' FARE? SI PUO' SE TUTTE LE “AUTORITA'” POLITICHE, CHE DICONO DI DIFENDERE I LAVORATORI AGIRANNO! IN QUESTO IL COMUNE DI MESERO, HA DELLE RESPONSABILITA' OGGETTIVE: STA A QUESTI RESPONSABILI POLITICI USARE A FAVORE DEI LAVORATORI LA CONCESSIONE EDILIZIA. STA A LORO PERMETTERE O MENO LA SPECULAZIONE SULL'AREA DELLA FABBRICA! TUTTI I LAVORATORI COINVOLTI, LA CITTADINANZA DI MESERO, DEVONO IMPORRE UN ACCORDO CHE ASSICURI REALMENTE IL FUTURO A CHI STA PERDENDO IL REDDITO. MINACCIARE ALLORA L'AZIENDA NEI SUOI INTERESSI SPECULATIVI, NON C'E' ALTRA VIA! I LAVORATORI NON HANNO NESSUNA RESPONSABILTA' DELLA CRISI E NON DEVONO RIMETTERCI! LA CRISI LA DEVE PAGARE CHI LA PROVOCATA, CHI SPECULA SULLA STESSA CRISI!
ciao UdL, premetto che non
ciao UdL,
premetto che non ripeterò tutto quanto è stato già detto in precedenza xchè ho troppo rispetto della ns intelligenza e nn voglio ripetere gli stucchevoli stereotipi da bar sport dove il (solito) tizio chiede all' altrettanto solito avventore "Ma quest'anno lo vincete lo scudetto o no?" e giù con le solite considerazioni...
nello spirito (del volantino) che mi piace io avrei visto più coerente un richiamo finale all'esempio recente datoci dalle lotte francesi o della Innse.
Sicuramente te nn avrai nessuna fiducia nei politicanti delle istituzioni borghesi, neppure quelli rasoterra come gli amm.ri comunali, però si rischia sempre di contribuire a rafforzare il radicato pregiudizio operaio verso " le istituzioni che devono fare qualcosa..."
se e quando sono gli operai a muoversi per primi ( e quasi sempre da soli ) poi anche gli altri attori sociali sono costretti a fare le proprie mosse.
Saluti
Operai ed "istituzioni"
Operai ed "istituzioni"
Un saluto a tutti. No Nick ha colto l’apparente contraddizione presente nel volantino: "si chiede alle istituzioni di difendere i lavoratori". In realtà si cerca di smascherare i politicanti borghesi. La giunta di Mesero è stata appena eletta, e si trova sul groppone il problema della chiusura della ESAB. Ora c’è una evidente responsabilità della giunta precedente, la quale dovrà spiegare a quei operai perché di fatto ha dato il via libera alla chiusura della fabbrica. Ora, o la giunta è la stessa della precedente, o quella nuova cercherà di addossare tutta la responsabilità alla vecchia. In tutti i casi, questa amministrazione locale, che è un riflesso di tutte, perderà la faccia e credibilità. Perché? Perché solo minacciando nei fatti la speculazione edilizia, il padrone contratterà. E’ però evidente da che parte sta la giunta per noi comunisti, lo capiranno poi i lavoratori. Dove va a finire allora tutta la "devoluzione", il "federalismo", il sindaco del "popolo"? Chiedere che la giunta agisca a favore degli operai, è chiedere di schierarsi con loro. Cosa praticamente e politicamente impossibile. Ne scaturirà una feroce reazione operaia, o almeno ciò è possibile se saranno presenti dei rivoluzionari. Per quanto riguarda le forme di lotta, è si necessario fare riferimento agli esempi citati, ma la propaganda in tale senso deve seguire il processo di sviluppo della lotta. Bisogna tarare le parole d’ordine a seconda delle circostanze, delle volontà evidenti dei lavoratori, e spronarli quando tentennano. Mai gridare ciò che non possono capire perché non ne hanno la volontà, la necessità. Il volantino è solo l’inizio, cercherò di incontrare questi lavoratori altre volte. La goccia scava la pietra…Saluti rossi.
beh, credo che i tatticismi e
beh, credo che i tatticismi e le "furbate" varie in politica abbiano le gambe corte e rischino di ritorcersi contro i "manovratori".
i politicanti fondano il loro stare a galla proprio sul mare di parole retoriche con cui sono in grado di dire tutto ed il contrario di tutto - e quando c'è vera paura di perdere casa e lavoro ci si aggrappa a tutti i salvagenti veri e fittizi che la borghesia prospetta lungo la via ( sindaci del popolo ecc. come dici te ) per evitare la lotta di classe.
noi dovremmo casomai mostrarne la vera natura, anzichè spingervi verso. E lo spingervi verso x me nn vuol dire mostrarne la vera natura, ma solo aumentare la confusione che già nn manca.
va da sé che nn vedo nulla di "indecente" a che un comitato di lavoratori - con o senza sindacato a rimorchio - chieda/pretenda di essere ricevuto dai politici locali x conoscerne intenzioni e volontà. Quale una delle varie direzioni in cui impostare un'auspicabile lotta.
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:-)