Delucidazioni

Ciao a tutti !.

Mi riconosco spesso nelle vostre analisi ma incontro una grande difficoltà nell'accettare la possibilità che il progetto di una società socialista prima e comunista poi possa esprimersi storicamente.

Vorrei avere delucidazioni in merito al funzionamento dell'economia di piano in una società socialista. Ho letto che nei Paesi a capitalismo di Stato non essendoci ditte in competizione tra di loro se, a titolo d'esempio, la ditta che produceva un determinato bene riscontrava dei problemi il "consumatore" non poteva fare assegnamento su una inesistente concorrenza.

Non credete che anche un ipotetico Stato socialista debba misurarsi con queste difficoltà e come potrà farvi fronte ?.

La Cecoslovacchia, secondo dati riportati in questo ebook google.it mentre nel 1940 aveva un reddito pro-capite quasi triplo di quello italiano, oggi è a un terzo. Fermo restando che in Cecoslovacchia si è sperientata una fallimentare forma di capitalismo di Stato, vi chiedo se credete che una economia socialista, oltre ad essere in grado di garantire una equa distribuzione della ricchezza, sia anche capace di produrla.

Vorrei avere un vostro parere sul sindacalismo di base. Perchè non schierarsi al fianco di chi a livello sindacale prende posizione contro la triplice ?. Lotta Comunista sbaglia quando inserisce propri esponenti in seno alla CGIL, perchè non deve considerarsi per altri versi sbagliata la vostra decisione di non fare sindacalismo ?.

Ho letto le vostre critiche verso lotta comunista e mi chiedo se, in un ipotetico quanto auspicabile futuro in cui potreste essere chiamati a lottare assieme contro il capitalismo, non potreste valutare la possibilità, magari percepita e vissuta come urgenza storica, di fare fronte comune contro il comune nemico storico ?.

Grazie mille per eventuali delucidazioni !!!.

Forum: 

Ciao Gaetano, provo a darti qualche rapida risposta:

- il problema del "reddito pro capite" e della "produttività" genericamente intesa sono problemi del capitalismo, non del socialismo. Non è infatti detto che produrre di più sia sempre meglio che produrre di meno. Nel socialismo, infatti, la produzione è subordinata al soddisfacimento dei bisogni espressi dalla collettività, per cui, ad esempio, se la collettività dei lavoratori decide di produrre meno telefonini sia perché si ritiene che ce ne siano a sufficienza, sia per poter lavorare di meno in fabbrica e dedicarsi ad altre attività, così sarà fatto. E poiché i livelli di produttività raggiunti oggi in qualunque settore permettono di sfamare ampiamente l'intero mondo, il problema, nel socialismo, non sarà "quanto" produrre, ma "cosa" produrre e quanto è possibile diminuire le ore di lavoro industriale (ripetitivo, monotono e non gratificante) per tutta la collettività.

- Lascio da parte la Cecoslovacchia perché, come dici giustamente tu, là avevamo a che fare con il capitalismo di stato e dunque con un regime economico non socialista, ma capitalista, per quanto anomalo e particolare.

- Noi critichiamo la Triplice perché riteniamo che sia un ingranaggio del sistema, ossia la cinghia di trasmissione degli interessi padronali in seno alla classe operaia, mentre critichiamo il sindacalismo di base perché, al di là dell'indubbia combattività di molti suoi elementi, rappresenta per i lavoratori un'arma spuntata e l'ennesimo vicolo cieco. E' un'arma spuntata perché attraverso una lunga serie di leggi anti-operaie più o meno mascherate è ormai impossibile difendersi davvero sul terreno della mera contrattazione sindacale, per cui l'unica strada è l'autorganizzazione delle lotte fuori e contro le compatibilità e le "vie obbligate" imposte dal sistema nei luoghi di lavoro. L'assemblea aperta, il comitato spontaneo, la rete territoriale e intercategoriale, il protagonismo diretto della base lavoratrice, ecco ciò che davvero temono i padroni. Il sindacalismo di base è inoltre un vicolo cieco perché in realtà non fa solo sindacalismo, fa anche "politica", ossia propone ricette per il raddrizzamento del capitalismo (scala mobile, interevento dello stato, ecc.), per cui illude i lavoratori che, anche senza mettere in discussione il capitale e il potere della borghesia, le cose possono tornare a posto.

- Lotta comunista è organica alla CGIL, sindacato in cui ricopre importanti ruoli dirigenziali. E', in una parola, dall'altra parte della barricata e in merito non vi è dunque nient'altro da aggiungere.

Saluti rossi

Grazie per l'articolata risposta, Gek !.

Nutro un sentimento di profondo sconforto.

Mi chiedo, e credo che questo mio sentire sia comune a molti lavoratori e disoccupati, se una rivoluzione proletaria su scala sovranazionale è scientificamente programmata o programmabile oppure se potrebbero aprirsi altre infauste prospettive: quella di un capitalismo che riesce a vivacchiare (magari nazionalizzando qualche azienda allo scopo di recuperare la situazione, come sta avvenendo negli USA in questi giorni, in attesa di privatizzarla nuovamente in un non necessariamente remoto futuro) a spese della classe lavoratrice manipolata e resa innocua per mezzo dei mass-media dalla classe dirigente borghese.

In secondo luogo mi chiedo se la classe lavoratrice, qualora la storia le riservasse sorti migliori, saprà autogovernarsi.

Quand'anche si riuscisse a dar corpo ad uno Stato a guida autenticamente socialista, temo che questo possa cmq non essere all'altezza del compito che gli è stato affidato dai lavoratori. Forse tu obietterai che le aziende sarebbero, per la prima volta nella storia, sotto controllo operaio e che i guasti prodotti dal capitalismo di Stato apparterrebbero al passato. Bene. Resta però il fatto che non si è in regime di concorrenza per cui se un'azienda che produce un determinato bene dovesse commettere un errore (anche i manager e gli operai più preparati e capaci sbagliano), non essendoci aziende concorrenti in grado di limitare i danni, le conseguenze che deriverebbero da ciò sarebbero, come lo sono state nei Paesi pseudosocialisti, gravissime e forse tali da smorzare l'entusiasmo popolare verso la nuova società socialista.

Il mio timore è che ciò che sembra possa funzionare egregiamente in una linea puramente teorica possa, qualora riuscisse a trovare un'applicazione pratica, trasformarsi in un disastro.

Come, la scienza marxista, risponde agli interrogativi da me sollevati.

Grazie nuovamente per l'attenzione !.

Gaetano

ciao Gaetano e benvenuto,

provo a rispondere ai tuoi quesiti

- nn è assolutamente matematico che si concretizzi una società differente da questa - pensa solo alla magistrale sintesi di Engels " Socialismo o Barbarie" ad indicare le 2 strade in verso cui può incamminarsi l'umanità a seconda di molteplici fattori. Il capitalismo può probabilmente sopravvivere ancora per qualche generazione prima di mettere in dubbio l'esistenza della specie umana sul pianeta coi disastri ambientali e sociali di cui le cronache abbondano ( senza voler fare il millenarista da nostradamus da 4 soldi...). Di sicuro ci proverà ,anzi sarà costretto a provarci bruciando inevitabilmente masse enormi di capitali costanti e variabili ( noi , cioè) al fine di poter far ripartire un nuovo ciclo di accumulazione.

- non sta scritto in nessuna Tavola della Legge che la classe saprà autogovernarsi: il processo di maturazione ( ripeto: nn automatico ) avverrà come è avvenuto in passato attraverso "salti" dovuti alle lotte - i famosi "giorni che valgono anni". Quindi la classe che auspicabilmente dovrà distruggere le leggi borghesi della produzione sarà differente dall'odierna.

La stessa borghesia nei secoli della sua ascesa ha sperimentato e molto.

Certo che errori non mancheranno, ma penso che essi saranno incommensurabilmente minori ai guasti commessi dal capitalismo ( di cui le cose che vediamo oggi sono solo un antipasto) la cui memoria sarà ancora fresca (ad es. la classe operaia e contadina russa sopportò e vinse una guerra civile impostale per 3 anni anche "grazie" - diciamo così - ai 3 anni di guerra mondiale in cui era stata gettata e di cui pagò il tributo di sangue più alto tra tutti i belligeranti.)

p.s. non credere molto alla legge della concorrenza, il più è specchietto x le allodole: il succo è vendere merci da cui ricavare profitti - la concorrenza è solo o principalmente sui modi di estorcere plusvalore dal lavoro salariato - specie in tempi di imperialismo.

Saluti

Socialismo o Barbarie

Io invece credo sempre più che ci troviamo in una situazione di stallo ormai definitivo, non andremo né verso il socialismo né verso la barbarie (cosa voglia dire poi questo termine in fondo nessuno lo sa). E' come una bolla storica in cui tutto è fermo e tutto si è bloccato. Cambia ogni giorno tutto ma in definitiva non cambia niente.

Altro che stallo...siamo già nella barbarie !

Siamo già nella barbarie che è rappresentata dalla bramosia del profitto che anima e contagia un numero crescente di persone e che non esito a definire come una malattia cronica, dalla prostituzione dilagante volta all'ottenimento di un seggio parlamentare piuttosto che una posizione di prestigio in un sindacato e da fenomeni di corruzione ed abbuttimento morale degli individui.

magari posso condividere il senso, l'umore del tuo intervento Gaetano. Meno il merito dello stesso: "posto di prestigio nel sindacato??" Siamo matti ?!??

come Del Turco? O Cofferati? Moretti ( amm.del. di Trenitalia)? come Di Vittorio? D'Aragona( quello che firmò il patto di pacificazione coi fascisti nel '21 dopo aver annacquato l'occupazione delle fabbriche) ? o tutti i loro omologhi socnosciuti in sedicesimo ??

No Grazie

Saluti

Forse mi sono espresso male. Con quel "piuttosto che" intendevo dire che una cosa vale l'altra.

avevo colto il senso.

incomprensioni dovute al mezzo...purtroppo