Written by Jock Dominie. £12, 276pp.
The Russian Revolution remains a landmark event in history. For the bourgeois historians, the October Revolution is thought to be a tragedy that set back the achievements of the “democratic” February Revolution, and allowed the Bolsheviks to wreak havoc on their citizens and the world. For the Stalinists, the events of 1917 paved the way for the birth of the USSR, which they point to as a prototypical example of “socialism in one country”. In reality, the February and October Revolutions were both part of the same proletarian revolution.
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si, diciamo che con la crisi,
si, diciamo che con la crisi, la miseria e la dioccupazione, quello chenegli anni 70 veniva chiamato proletariato extralegale aumenta, come aumenta la quota di proletari disoccupati (esercito industriale di riserva) che entrano ed escono come le onde del mare in tempesta dal mercato del lavoro (più o spesso meno in regola).
Il punto centrale mi sembra sempre che, quando il proletariato si muove, il sottoproletariato lo può seguire, ma se la classe non si muove anche i suoi elementi più marginali - e che quindi vivono ai margini e come tali sono facilmente corrompibili per due lire e un avvocato - cascano facilmente nella reazione, nella criminalità... etc.
Insomma direi 1) non confondere disoccupato con sottoproletario marginale, 2) comprendere che viviamo in una società che produce costantemente marginalità, che va recuperata alla luce degli interessi di lotta generale di classe, 3) che il fatto che la controrivoluzione assoldi gli elementi più sbandati della società è un dato di fatto. 4) che l'unica soluzione è la ripresa generale di classe, 5) che l'elemento fondamentale anche per questa è che la parte più rivoluzionariamente cosciente della classe si consolidi ed organizzi in partito, perchè anche la classe, se la sua parte più cosciente non si organizza, è totalmente allo sbando.
Segno dei tempi... che si pone queste domande e si da queste risposte è la parte più cosciente della classe.
Lotus
PS, ho corretto una svista nel mio nome nel tuo post.
no no.....ma io non riferivo
no no.....ma io non riferivo ai disoccupati..... non mi sognerei mai di paragonare un disoccupato a un criminale. io mi riferivo solo a chi vive ai margini della legalita' o nella totale illegalita'. un disoccupato che non trova lavoro per i piu svariati motivo lo considero un proletario a tutti gli effetti. spesso con piu' coscienza di certi lavoratori.
anzi il disoccupato e' in un
anzi il disoccupato e' in un certo senso piu' sfruttato del lavoratore perche' vi si decreta de facto la morte di stenti.
Avevo anche letto oltre a
Avevo anche letto oltre a questo che i delinquenti che fanno fortuna sono tenuti in considerazione dalla borghesia perche' hanno un potere d'aquisto molto alto.
diciamo che la borghesia
diciamo che la borghesia attinge spesso dalla piccola borghesia decadente e dal sottoproletariato per reclutare gli sgherri di cui ha bisogno per svolgere i lavori più sporchi.
Il punto mi sembra sempre la capacità del proletariato di sviluppare, attraverso l'organizzazione e il partito, il proprio progetto politico al fine di svolgere il ruolo di polo di attrazione per quegli elementi sbandati che, invece, possono trovare nel progetto rivoluzionario la causa per la quale schierarsi.