Written by Jock Dominie. £12, 276pp.
The Russian Revolution remains a landmark event in history. For the bourgeois historians, the October Revolution is thought to be a tragedy that set back the achievements of the “democratic” February Revolution, and allowed the Bolsheviks to wreak havoc on their citizens and the world. For the Stalinists, the events of 1917 paved the way for the birth of the USSR, which they point to as a prototypical example of “socialism in one country”. In reality, the February and October Revolutions were both part of the same proletarian revolution.
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inizio brevemente, spero
inizio brevemente, spero altri trovino il modo di approfondire parti del discorso:
1) fondamentalmente l'analisi economica di mattick è condivisibile, è stato uno dei pochi ad essere capace di sviluppare la critica dell'economia politica tenendo al centro la legge capitalista fondamentale della caduta tendenziale del saggio di profitto
2) negli anni 20 le sinistre olandesi e tedesche sono state capaci di suonare parecchi campanelli d'allarme rispetto alla tattica comunista nei paesi capoitalisticamente sviluppati: sindacati, democrazia, elezioni, fronte unico...
3) purtroppo i campanelli di allarme rimasero tali ed il movimento, nel complesso, non fu minimamente in grado di sviluppare un discorso politico conseguente, viziato da un pesante idealismo di fondo il movimento si sfaldò in mille rivoli
4) i consiliaristi sono il prodotto di questo processo che ha portato a ripudiare lo strumento politico stesso della lotta di classe, allontanandosi una volta e per tutte dalla nostra via... rimangono sicuramente alcune elaborazioni interessanti, ma nel complesso il partito rifiutando il partito e la rivoluzione russa come proletaria è diventato per noi irrecuperabile espressione di un idealismo tanto suggestivo quanto astratto.
5) ti consiglio il testo di damen sulle 5 tesi su pannekoek che trovi sul sito.
agli altri aggiungere o correggere se sono stato troppo tranciante.
Grazie Lotus. A me ha colpito
Grazie Lotus. A me ha colpito molto il documentario su Mattick presente su youtube. Si racconta come, ad un certo punto della sua vita, abbia scelto di costruirsi una casa nel bosco, lontano dai centri abitati. Forse un comunista non dovrebbe vivere necessariamente in condominio, ma se ricerca la solitudine lontano dalle città, e quindi da quei lavoratori ai cui bisogni si dice particolarmente vicino, penso ci offra qualcosa su cui riflettere.
c'è il libro "alle origi del
c'è il libro "alle origi del comunismo dei onsigli" delle grphos edizioni
Grazie per la segnalazione
Grazie per la segnalazione Raes!
ho sbagliato a scrivere è
ho sbagliato a scrivere è graphos edizioni. è degli anni '90. ma credo si possa trovare ancora
Conosco la casa editrice in
Conosco la casa editrice in quanto si occupa anche di revisionismo storico sull'olocausto, un tema a me particolarmente caro.
Ciao a tutti,
Ciao a tutti,
scusate se entro ed esco, ma mi ha colpito la considerazione di Red sul fatto che Mattick fosse andato ad abitare lontano dalla città. Fondamentalmente mi ci ritrovo, perché, se da un lato posso capire l'attrazione per la natura (eccome!), dall'altro, a mio parere il suo ritiro, per così dire, è segno dei tempi, del processo controrivoluzionario che ha toccato duramente anche i migliori rivoluzionari. Mattick è rimasto per tutta la vita un rivoluzionario, su questo, secondo me, non c'è dubbio, ma anche lui, come altri, ha vissuto la separazione tra ricerca teorica e militanza, il che, per un comunista, non è roba da poco, anche se il "ritiro" non è stato affatto dovuto a codardia o cose del genere, ma conseguente a una certa impostazione teorica, che noi critichiamo...
Infine, solo due parole sul revisionismo storico: un'infamia!
Un saluto a tutti,
Smirnov
Piccola digressione per la
Piccola digressione per la quale chiedo venia. Le edizioni Graphos sono una casa editrice di orientamento bordighista alla quale, quindi, non è possibile attribuire vocazioni neonaziste.
è off topi, nessuno ha
è off topi, nessuno ha parlato di "vocazioni neonaziste", ma il revisionismo storico è comunque un infamia... al pari del negare i crimini commessi nelle guerre da qualsiasi altra potenza imperialista.
Certo. Bisogna saper
Certo. Bisogna saper distinguere il negazionismo dal revisionismo.