IL MARXISMO ROMANTICO DI PRESUNTI COMUNISTI

M'è capitato d'imbattermi,qui a Termoli, dove sto terminando le mie vacanze, con dei "comunisti" i quali credono che, in Marx, la natura venga concepita come luogo di individui separati e presupposti alla Storia e al contratto sociale.Essi confondono la dialettica spiritualistica del giovane Marx con quella materialista (il Marx dei Grundrisse,dei Frammenti del '58 della Prefazione e del Capitale) in cui al posto dell'autocoscienza viene presupposto il processo di lavoro con il quale l'uomo non può mai annullare i materiali naturali in quanto egli "non può procedere diversamente dalla natura, cioè può soltanto cambiare la forma dei materiali" (Il Capitale,cap.I). Ecco un modo concreto di stravolgere il marxismo in senso idealistico!Questi compagni non si rendono conto di essere agli antipodi del marxismo rivoluzionario rispetto ai suoi principi ontologici e di metodo. Oggi parecchi "marxismi" si autorappresentano in questo senso:bisogna smascherarli, facendo comprendere come l'universalità del genere(presente nel giovane Marx(antropomorfico-feuerbachiano), quale principio totale di realtà,si è trasformata (nel Marx dei Grundrisse e del Capitale) in "universalità generica"(tipo le categorie "merce","denaro",del I capitolo del Capitale) che accoglie le determinazioni più comuni della vita storica (le invarianti) a cui dà significato nuovo e diverso il modo di produzione capitalistico quale principio universale della vita sociale. Porgo saluti comunisti a tutti. duccio.

Forum: 

  • Concordo pienamente

Concordo pienamente

Sono d'accordo pure io,e consiglio in tal senso la lettura dei manoscritti economico-filosofici.

P.S.

Tra qualche giorno farò una settimana di vacanza in Sardegna,se incontrassi dei comunisti idealisti vi terrò aggiornati sui dibattiti avuti.

BESOS

che ne pensate dei manoscritti economico-filosofici del 44?

MARXISMO ROMANTICO

Scusa Petrovsky, ma non si può essere d'accordo con quanto da me esplicitato nel tema in discussione proposto,e, poi, sollecitare i compagni,come tu fai,a rileggere "I Manoscritti..."del '44 a conferma del superamento del marxismo romantico, di cui i "Manoscritti" sono l'emblema di quella fase (romantica) presente nel processo di formazione del pensiero di Marx!!. Marx,ancora nell'opera "La Miseria della filosofia", pur uscendo dalle secche del romanticismo, non è ancora quello maturo della scienza de "Il Capitale", ma è prigioniero (siamo nel 1846) del pensiero di Ricardo e della sua concezione sul costo di produzione, per quanto concerne la teoria del valore-lavoro! Tanto per chiarire che non siamo affatto d'accordo.... Amicus Plato,sed magis amica veritas!Colgo l'occasione per un saluto a tutti. duccio.

Per l'appunto ho consigliato la lettura dei manoscritti per approfondire il dibattito. Non è un caso che Marx avesse abbandonato i manoscritti "alla critica dei topi".

BESOS

Non per polemizzare, ma giusto per precisare: se non mi sbaglio, alla "critica roditrice dei topi" venne lasciato il manoscritto dell'Ideologia Tedesca.

Ciao a tutti,

Smirnov

ma il marx dei manoscritti è davvero in contraddizione con il marx più maturo?

il concetto di alienazione e di "disumanità" del capitalismo mi sembra sempre valido...

Il Marx maturo e scienziato è diverso dal giovane umanista, ma non mi sembra che rinneghi il passato...semplicemente si occupa di aspetti diversi, magari più tecnici...ma la filosofia di fondo rimane la stessa delineata nei manoscritti, anche se non la ribadisce in continuazione... o no?

No,compagno Lev! C'è una profonda differenza ontologica e di gnoseologia scientifica tra i due Marx: il concetto di alienazione, che è un rapporto tra la coscienza intellettualistica,basata sull'idealismo e sul Logos,da una parte, e il mondo sensibile visto come esterno ed oggetto di riflessione da parte del soggetto(secondo la tradizione cartesiana),dall'altra.Nel Marx maturo,quello degli scritti scientifici,il soggetto diventa il modo di produzione capitalistico, un soggetto empirico,pratico: si entra allora nella concezione del "lavoro astratto"(lavoro senza qualità) e in quello dell'astrazione reale ( la reificazione) come principio di comprensione scientifica della totalità del reale.Il soggetto è un prodotto del movimento storico che produce scissione-opposizione tra le due realtà assolute del positivo e del negativo(= forza lavoro-mezzi di produzione nella realtà specifica del modo di produzione capitalistico).Io credo che il marxismo scientifico sia oggi in crisi perchè vengono confusi questi due tipi di marxismo:quello intellettualistico del Marx giovane e quello

dell'astrazione reale.Ma non ti scoraggiare,sono caduti in questa svista personalità del pensiero come Heidegger,Severino,Sartre,Colletti etc.che,proprio assumendo le concezione antropomorfiche del Marx giovane, hanno fatto derivare il marxismo dall'hegelismo riducendolo a un pensiero religioso: caduta del Logos-dio nella storia;scissione dell'uno in due;ricomposizione dell'uno col ritorno all'idealismo e a dio,come mezzo di salvazione! Ciao Duccio

ho sempre sentito parlare della dicotomia tra il giovane Marx e il Marx maturo.... ma non ho mai approfondito la questione.

Se non sbaglio Althusser la mette il primo piano...ma non ho ancora letto nulla di suo. Anche lui comunque"sceglie" il secondo Marx.

Confesso di non aver capito le peculiarità del Marx maturo... non ho mai pensato al modo di produzione come a un Soggetto, e non mi è chiaro il concetto di astrazione reale/reificazione come principio di comprensione della realtà.

Che letture mi consigli per approfondire la questione e capirci qualcosa? ho iniziato da poco l'antiduhring....non so se qui la cosa è ben spiegata.

Per quanto riguarda il giovane Marx... se ho ben capito con scissione dell'uno in due intendi il concetto di allontanamento dell'uomo dalla sua natura?

e la salvazione sarebbe il comunismo in quanto sistema che consente all'uomo di ritornare ad essere tutt'uno con la natura umana?

aggiungo... il fine del comunismo non è forse un mondo fatto di "libere individualità", in contrapposizione alla dipendenza personale del feudalesimo e all'indipendenza personale (con dipendenza materiale) del capitalismo?

questa "antropologia" è presente anche nei Grundrisse del 58...

Marx si può dunque considerare un umanista...i liberi individui di cui parla sono Uomini...

Vedo citare spesso Althusser da giovani compagni che si avvicinano alle tematiche filosofiche e metodologiche del marxismo. Vorrei sottolinearne l'estraneità al pensiero e al movimento che a Marx si richiama. Inizialmente cattolico, aderisce nel 1948 al Partito stalinista francese; ha inserito nel suo corpo teorico elementi della psicanalisi e dello strutturalismo, anche se il partito stalinista francese lo indurrà ad autocritica. La sua analisi di Marx viene filtrata dal pensiero di Bachelard. Qualche materiale interessante, ovviamente, lo si ritrova in Althusser come in Bachelard, allo stesso modo di come si può trovare qualcosa di utile in altri pensatori borghesi, dopo aver spalato tonnellate di letame, come direbbe Trotsky.

qui c'è un breve saggio su Althusser, dove si parla anche dell'argomento di questo topic:

kelebekler.com

molto interessante, soprattutto per quanto riguarda la critica alla storia vista come grande narrazione teleologica (teoria delle 5 fasi ecc..), quindi critica al "determinismo" che caratterizza i gruppi della Sinistra Comunista.

L'inevitabile necessità del comunismo in effetti serve da stimolo e consolazione per il militante, ma in effetti mi sembra qualcosa di più vicino alla fede religiosa che alla scienza sociale...

ci sono un sacco di punti di discussione

La Sinistra Comunista non ha nulla a che vedere con qualunque forma di teleologia. Il "determinismo" del marxismo non c'entra nulla con tutto ciò. Il comunismo è inevitabile necessità non nel senso che inevitabilmente giungerà il comunismo (altrimenti non ci sarebbe bisogno della Sinistra comunista), ma nel senso che rappresenta una necessità storica, inevitabile in quanto necessità, non in quanto realtà realizzantesi. E' come dire che per vedere di notte è inevitabile necessità accendere una luce, ma non che inevitabilmente sarà accesa o che si accenderà da sola.

Lev, aggiungeresti qualche chiarimento sulla tua opinione sopraespressa rispetto alla Sinistra?

Tra l'altro l'autore dell'articolo che linchi non è certo noto per vicinanza al comunismo scientifico... prova a vedere un po' la storia di Praxis/VoceOperaia, del Campo antimperialista, del Comitato Iraq Libero di sostegno alla resistenza irachena, ecc. ecc.

Concordo con quanto dice Reed sia sulla questione teleologismo-necessità del comunismo che Sinistra comunista nonché sui personaggi e correnti da lui citati. Non mi è molto chiaro, invece, quello che dice Duccio a proposito del soggetto, né sulla questione di una presunta crisi del marxismo: ammesso che di crisi si possa parlare (ma perché?) se questa ci fosse non sarebbe da imputare, a mio parere, alle causate indicate da Duccio, benché gli intellettuali da lui citati (e altri ancora) abbiano passato gran parte della loro vita intellettuale buttare letame su Marx.

Ciao a tutti,

Smirnov

PS Costanzo Preve, autore del saggio linkato, scrive robaccia nazionalista che, non a caso, è apprezzata anche da una parte del sottobosco nazista (i comunitaristi, per esempio) che si può trovare anche nella rete.

le mie impressioni sul determinismo e la teleologia derivano dalla lettura dei documenti del gruppo "n+1"...

che negano qualunque funzione del soggetto sostenendo che inevitabilmente il capitalismo si supererà da solo, creando il soggetto rivoluzionario quando sarà necessario...quindi non ha senso creare un partito oggi ecc....

è un gruppo che si rifà al bordighismo...ma mi sembrano dei folli, ad esempio quando sostengono che si può studiare il sociale con le leggi della termodinamica e altre cazzate scientiste/positiviste/meccanicistiche.

La visione teleologica credo derivi da Engels, con la successione dei vari stadi della storia fino al comunismo..

Per quanto riguarda Preve, non fa parte della Sinistra, ok... ma sarebbe interessante confutarlo nel merito di quel che dice piuttosto che criticarlo per le sue "amicizie"

conosco bene il gruppo di preve ti ricordo che loro hanno ripudiato il marxismo leggi l introduzione del n 1 o 2 di eretica la loro rivista.

N+1 mi sembra una delle manifestazioni più accentuate di un certa tentazione alla riduzione algebrica delle scienze,ma non si può accusare il gruppo di fatalismo progressista; ci sarebbe da discutere sulla funzione e la costituzione del partito che N+1 sostiene, ma su un altro livello che non sia quello del fraintendimento, almeno.

Per quanto riguarda Engels, Lev, non c'è alcun teleologismo nella sua concezione. La "successione dei vari stadi della storia" è constatata a posteriori, e su quell'analisi si ipotizza la necessità storica del comunismo; la formulazione di Engels può apparire oggi grossolana, ma si collegava al livello più avanzato dell'antropologia del suo periodo: uno sviluppo conseguente degli studi di Marx ed Engels a riguardo terrebbe conto dell'antropologia contemporanea e non si limiterebbe al vecchio Morgan. Se a sera rifletto sull'esperienza della giornata posso concludere che c'è stata una mattina, un pomeriggio ed una sera, e ipotizzare una notte e una nuova mattina: questo non è teleologismo. Teleologia significa ipotizzare una direzione metafisica del movimento della storia: dove sarebbe in Engels?

ok, in quel senso in Engels non c'è una vera e propria teleologia...ma in N+1 è palese che ci sia, lo dicono esplicitamente.

Si stupiscono che il capitalismo non è finito nel 1975 e sostengono che vive ancora come uno "zombie"... e non è necessario sbattersi per fare un partito, perchè è matematicamente certo che il capitalismo si trasformerà in comunismo, è solo questione di decenni...

ovviamente il tutto è indipendente dalla volontà dell'uomo, che si limita ad assistere...

tutto questo mi sembra molto religioso... non ho trovato nessun documento di N+1 dove si sostenga che non è inevitabile approdare al comunismo... sono vittime di un positivismo morto e sepolto.

Preve e altri sostengono la necessità di una riforma teorica del marxismo, ok... ma gli argomenti che avanza mi sembrano seri, per quanto su molte questioni pratiche non posso essere d'accordo con lui...

Mi piacerebbe discutere degli argomenti seri avanzati da Preve; "narrazione teleologica" e "inevitabilità del comunismo" sono quelli che segnalavi inizialmente, hai poi precisato che infettano quelli di Quaderni internazionalisti (N+1)ma non il marxismo. Quindi, secondo te, se Preve indica la teleologia e il fatalismo come zone teoriche da riformare nel marxismo prenderebbe un abbaglio. Concordo, ovviamente. Visto che non ci interessa riformare teoricamente quello che dice N+1 passiamo oltre.

Cosa dice Preve di serio che possa essere messo in relazione al marxismo in senso proprio (quindi non a un gruppo o ad un individuo che al marxismo si rifà, a meno che non si voglia spostare la discussione dal marxismo a N+1 o al cittadino Rossi Mario)?

la critica di Preve riguarda più che altro il ruolo della filosofia nel marxismo...

secondo lui non dovrebbe essere ridotta a semplice epistemologia o peggio a ideologia.

questa "sottovalutazione" della filosofia secondo lui causa i "problemi" del marxismo, cioè lo storicismo, l'economicismo...

Ma non voglio difendere Preve, su questo argomento...non sono abbastanza preparato... nemmeno per criticarlo efficacemente.

I dubbi posti da Preve fanno venire voglia di studiare e di saperne di più....se ha o meno ragione, è un altro discorso.

Il problema è riuscire ad evitare di confondere le debolezze di pretesi "marxismi" con il socialismo scientifico. Comunque ben venga lo stimolo ad approfondire e a studiare, altrimenti il marxismo si ridurrebbe ad una bandierina stinta.

La questione della teleologia in senso stretto, portata inizialmente avanti come concezione filosofica da Platone, Aristotele, gli stoici e i filosofi cristiani in genere, poteva avere un senso durante tempi remoti quali erano i loro, in assenza di un proletariato industriale e della sola idea di una diversa organizzazione sociale che possa partire dal basso.Oggi disponiamo di una scienza, quella del buon Marx, che spiega come lo sviluppo del modo di produzione, attraverso il soggetto naturalmente, influisca sulla vita di esso(società), dimostrandoci che la sola evoluzione di tale sistema non porta ad un fine ultimo che[ma dipende dai punti di vista, nostro o loro(I teleologici) per l'appunto]dovrebbe essere il radrizzamento sociale ed economico di tutti.

Anche se vorrei approfondire l'argomento, mi sembra che Preve, pur essendo lontano dal marxismo, voglia porre dei piccoli dossi all'interno della concezione marxista, per soffermarsi ad uno stadio filosofico ormai superato(almeno per quanto riguarda i due temi sopra citati).Diversa invece la questione di una rielaborazione, o meglio rivisita del significato filosofico di alcuni termini usati dal Marx che durante i dibattiti con la lega dei comunisti cercava i termini giusti per condannare la proprietà privata.Per fare un esempio, diceva che solo il comunismo può liberare gli ebrei dal giudaismo(che non centra nulla con l'antisemitismo, tanto per non fraintenderci:-) )

Sperando di avere compreso cosa duccio intende per soggetto, porgo anch'io i miei saluti...

Rivolunzio

Una dottrina delle cause finali?

Mi scuserete se inserisco delle citazioni da materiale di N+1; come diceva Lev c'è un forte finalismo, anche se si tenta di darne una fondazione in senso materialistico.

Io escluderei radicalmente ogni tentativo di teorizzazione del finalismo nel determinismo nostro: nel caso dei Quaderni intern. mi sembra pregno di soggettivismo e orientato da una concezione illuministica della "causa finale" (vedi Voltaire nel dizionario filosofico). Mi piacerebbe un confronto (inserisco le citazioni per evitare di dilungare l'eventuale discussione sulla base di fraintendimenti). A me sembra che comunque la si metta si finisce per ricostruire un ordine (almeno interpretativo) di carattere metafisico.

Saluti.

> Ogni progetto è attività tesa a un fine.

> ...definizione materialistica, storica e dialettica del finalismo, che non è più teleologia (finalità per lo più metafisica insita in tutte le cose), teleonomia (finalità insita negli organismi viventi in evoluzione), ma che può essere descritto solo con un neologismo, per esempio teleodinamica, finalità prevista e raggiungibile per mezzo di un progetto cosciente che descrive anche i mezzi per giungervi. (L'estinzione della scuola)

> Le leggi del determinismo distruggono l'antico finalismo mistico, ma sono basate su di una formula inesorabile, la quale ci dimostra che il futuro è inscritto nel percorso necessario per giungervi, allo stesso modo in cui il percorso è stabilito dal futuro possibile. Il fine, quindi, a nostro modo c'è. (Patologie dell'investimento)

> Se si esclude la volontà divina, l'orientamento dell'universo (col fine della morte termica o della rigenerazione dell'ordine e dell'energia) è comunque finalizzato. Se fosse definitivamente dimostrata la capacità deterministica di auto-organizzazione della materia, il finalismo materialistico sarebbe altrettanto dimostrato.%%%...Siamo dunque arrivati a definire il "finalismo" in quanto dottrina della cause finali che tenga conto della dialettica fra l'intelligente metafisica antica e la scienza-conoscenza materialistica, eliminando il dualismo fra le volgari concezioni del provvidenzialismo-volontarismo (creativismo del dio o dell'uomo non importa) e il determinismo-orientamento battilocchiesco della storia. (Del finalismo materialista)

La caricatura del determinismo

Degradare il marxismo a fredde formulette matematiche a scimmiottature della fisica è un gioco sporco. Se poi si fa sfoggio di una erudizione fuori del comune, è ancora più sporco.

La verità è invece semplice semplice, con sentimento si sta dalla parte degli sfruttati, con ragione si sta dalla parte del proletariato. Con i muscoli, il cervello, il cuore ogni giorno si combatte per dare quel contributo anche infinitesimo per il quale ci potrà essere la possibilità della rivoluzione comunista.

La caricatura del deterministo di N+1 nasconde il disamore per la milizia comunista fatta oggi di una quotidianetà che soffoca. L'approccio intellettuale al marxismo, nell'assenza di un moto proletario è dannoso, mille volte meglio godersi la barca a vela o la gita in montagna piuttosto che infoganrsi in elucubrazioni senza fine, se non quello di giustificare una propria condotta abulica e non umana ( senza sentimento ). Il comunismo non verrà da sè, la società capitalista ha posto i presupposti, ma saranno gli uomini, il proletariato con il suo partito alla testa a instaurare la dittatura verso una società senza classi. Negare questo, e presentare la facile via dei libri, dell'attesa messianica è un grave danno.

La scuola Marxista, da Marx in poi ha dato il giusto peso alla parte filosofica, con l'obiettivo di un suo superamento, i testi noti sono per lo più di risposta polemica a tutti quei tentatvi di scardinare l'impostazione del materialismo storico che erano partiti in seno al movimento socialista proprio con argomentazioni filosofiche.

non sono di n+1 pero non è esatto dire che loro negano l attivita pratica o l esistenza del partito ma dicono che nascera quando sarà il momento.se non sbaglio è il discorso che porto alla scissione del 1952.p.s. io penso che il partito deva esitere anche in momenti controrivoluzionari

concordo con raes...se il partito non prepara un avanguardia durante la fase controtivoluzionaria, si rischia che la classe in una eventuale fase rivoluzionaria sia senza una guida solida e preparata...

detto questo, comprendo i sentimenti di chi si affida al determinismo finalista.

Oggi immaginarsi una rivoluzione mondiale è davvero difficile...sembra una prospettiva impossibile...proprio perchè il soggetto NON C'E', a parte minuscole avanguardie purtroppo irrilevanti... la classe non è più quella di parigi 1871 o san pietroburgo 1917.

Qual è la soluzione? abbracciare una teoria finalistica che non abbia bisogno del soggetto...che si farà da solo quando sarà necessario (sic), perchè costruirlo oggi si rivela difficile se non impossibile.

l'operaio è visceralmente anticomunista, vota berlusconi perchè lo invidia ed è intimamente convinto che capitalismo=benessere, comunismo=poverà+nonlibertà.

Questo per colpa dello stalinismo.

L'ideologia dominante è così potente che non riesco a immaginare nessuna circostanza dove possa essere scalfita. Anche in una guerra mondiale sono sicuro che la classe starà dalla parte del proprio imperialismo.

Il secolo scorso abbiamo perso un occasione storica che difficilmente vedremo ripetersi.

sarò pessimista, ma quando/se il capitalismo collasserà su se stesso temo che sarà troppo tardi per il comunismo.

quindi per un militante comunista è una bella consolazione sapere che un giorno, magari tra 150 anni, ci sarà sicuramente il comunismo che lui già oggi "prevede".

è un po' come per il cristiano che vive di stenti sulla terra ma non gli importa perchè poi avrà il suo premio finale...

visto da fuori è una cosa triste, religiosa...ma per alcuni è meglio che ammettere che è più probabile l'autodistruzione dell'umanità piuttosto che il comunismo.

condivido il senso dell' intervento di Spartaco e l'osservazione "consolatoria" che fa Lev quì sopra a proposito di una certa impostazione del "problema" del Parito con la P maiuscola.

Però voglio anche spezzare una lancia a favore dei compagni di N+1, anche se nn li conosco personalmente: so che a Torino/Fiat al tempo della marcia dei 40mila sono stati alla testa di alcune mobilitazioni operaie riportandone licenziamenti, così come ad Ivrea ( nn so se in quale ambito preciso ). Più di recente, a causa di una loro conferenza in un centro sociale di Bologna, si sono trovati loro malgrado coinvolti nelle inchieste sull'omicidio Biagi con relative perquisizioni domiciliarie e sequestri di materiale - poi cadute nel nulla x ovvie ragioni. So che fanno riunioni settimanali aperte ai simpatizzanti ed incontri regolari con regolari con i lettori, invitati a collaborare alla rivista - ossia ( a mio parere ) il tentativo di costruire un embrione di organismo. Ovviamente queste sono tutte cose "pubbliche" x cui nn penso di violare nessuna regola di "prudenza" on-line...

Questo giusto nel senso cioè che nn stanno chiusi nella classica "torre d'avorio" in attesa, ma cercano di fare "quel qualcosa" che tutti più o meno facciamo.

Almeno questa è la mia impressione, poi se qualcuno ne sa di più ben venga.

Partito del proletariato

Quello che spesso dimenticano gli intellettuali, è che il partito comunista, è il partito del proletariato. Punto.

Si parte da li e poi si può anche provare a volare alto. E per gli intellettuali, l'adesione alla milizia comunista non esce dal cervello ma dal cuore. Il sillogismo che spesso mi è capitato di vedere in questa massa di fetenti è : io amo l'umanità, ho capito che per il superamento di questa forma sociale anacronistica c'è bisogno della forza della classe operaia, bene allora aderisco al movimento comunista. Sembra che tutto fila liscio, ma non è così.

Quando il proletariato si mette in movimento è una forza poderosa che attira verso se tanti strati di mezze classi, proprio perchè nel proletariato c'è il sol dell'avvenire.

Nelle fasi di stanca, e supermerdose, come quella odierna, gli intellettuali non si sporcano le mani, al massimo imbrattano qualche foglio bianco con le loro superminchiate finaliste. Perchè l'azione sindacale è veramente pesante, perchè la milizia giorno per giorno, fatta di diffusoni e proselitismo non è appagante.

Quindi meglio dire che il partito verrà da solo, al momento buono, lo si teorizza ed ecco che abbiamo creato un bel involucro per la propria vita intellettuale, siamo in regola con tutto.

Io non credo che il partito sia un processo lineare di costruzione, un mattoncino volta per volta, ma credo che ogni giorno, quando le forze ce lo concedono dobbiamo dare la nostra zampata per il partito e non per le "idee".

Poi ho una regola semplice semplice, agli intellettuali non è vietato fare gli intellettuali, ben vengano cervelli fini e allenati, ma GUAI se non si danno da fare nell'azione pratica. Un calcio nel culo subito.

In gran parte sono d'accordo con Spartaco. Il fatto che N+1 sia rimasto coinvolto, suo malgrado, in affari che non lo riguardano o che abbia partecipato alla lotta nel 1980 o ancora che faccia riunioni con simpatizzanti, non toglie che la sua impostazione di fondo sia marcata da quel determinismo di cui sopra che non ha niente a che fare col marxismo. Durante una manifestazione a Roma di tipo sindacale (non ricordo esattamente l'occasione) distribuiva un documentino in cui di fatto prendeva per il culo i disoccupati che chiedevano lavoro perché con lo sviluppo delle forze produttive attuali è un non senso chiedere lavoro quando si potrebbe ridurre drasticamente l'orario di lavoro per tutti; il tutto, accompagnato da dotti riferimenti all'Inghilterra di Edoardo VI (1500!): ma si può? Chi si comporta in questo modo, a mio parere, manifesta merdoso intellettualismo venato da un sottile senso di spocchia nei confronti di coloro che, poveretti, sono ancora lì a chiedere lavoro quando basterebbe fare la rivoluzione. Grazie al c...., lo sappiamo, ma il partito è anche articolazione della tattica in accordo con la strategia: a dei lavoratori buttati fuori dal posto di lavoro, cosa dovremmo dire, "siete dei poveri fessi, cosa state a preoccuparvi delle bollette, del mutuo/affitto, della scuola dei figli e via dicendo, tanto l'epoca è matura per il comunismo"? Per me, possono cuocere nel loro brodo intellettuale, ma con l'attività che porta (può portare) al comunismo, cioè la costruzione del partito sono del tutto inutili, anzi, persino dannosi.

Saluti,

Smirnov

scusami lev ma se non c è speranza molto meglio ritirarsi a vita privata non ti sembra?io sono piu ottimista.non voglio dire sicuramente il comunismo vincerà purtroppo non esiste questa certezza.riguardo a n+1 sono importanti per avere documenti

raes, io un po' di speranza ce l'ho... se no non starei nemmeno qui a discuterne...

però la mia impressione è che nei prossimi decenni non ci aspetta nulla di buono...per questo per un momento ho simpatizzato con N+1, perchè offrono una visione del problema "religiosamente" consolatoria...

in sostanza mi dicono "hai ragione, il soggetto non c'è e non sembra doversi formare a breve...ma non preoccuparti, non serve, la vecchia talpa sta scavando e un bel giorno metterà fuori la testa".

anche prospettiva marxista dice che per questa generazione non ci sono possibilità e che noi lavoriamo per le generazioni future.

Attenersi al tema

Un cordiale saluto a tutti i compagni coi quali mi scuso di non avere preso parte al dibattito per parecchi giorni,dopo averlo sollevato.Sono rientrato adesso dalla lunga vacanza estiva, ma anche noiosa, dato che mi sono trasferito, nell'ultima settimana, in un luogo isolato dove non v'erano computers nè occasioni per mettermi in contatto con Voi.Nel frattempo noto che il tema in questione ha sollevato molte perplessità, ma è stato anche sviato dai suoi binari iniziali che erano quelli dell'ontologia marxista tra il Marx delle opere giovanili e quello delle opere mature.Si è finiti, insomma, nelle secche del determinismo teleologico come ai tempi della Seconda Internazionale (vedi Max Adler e altri). La colpa è stata anche mia che non ho impresso forza, con le dovute risposte a Lev, a Smirnov e a qualcun altro per restare nei limiti del discorso impostato. Adesso che l'argomento è slittato sul terreno teleologico, mi sento imbarazzato a ricondurlo sull'antica traccia. Tuttavia riconosco di dovere fornire una risposta a Lev e Smirnov, ma non vorrei distoglierVi dal vostro nuovo interesse.Ritornerei sul tema aperto,solo se mi autorizzate a farlo,senza forzare il corso "spontaneo" intrapreso dalle discussioni sorte tra Voi.... Bentornati,compagni! Felice di ritrovarVi. duccio

certo che che sei "autorizzato" :-)

il discorso ha preso altre vie anche per la tua mancanza... bentornato!

Una risposta parziale al compagno Lev

Ciao Lev. In realtà,Althusser "sceglie" il Marx maturo limitatamente allo svolgimento del processo storico come processo senza soggetto antropomorfico,nella sostanza egli resta un idealista! Anche Hegel incomincia il movimento della Dialettica partendo dallo Spirito Assoluto (la Storia,il genere umano) dal cui processo si genera l'autocoscienza (ex post). Althusser piega questo aspetto oggettivo del pensiero filosofico alla sua visione strutturalista secondo cui soggetto del movimento diacronico della Totalità sociale sono le strutture che esistono ma operano come la "cosa in sè" di kantiana memoria. Cioè: non sono conoscibili nelle loro leggi interne (il noumeno). Si ha così il dominio dell'essere strutturale su quello esistenziale, lasciando all'esistenza teorica dell'uomo solo una funzione descrittiva(superficiale) e di registrazione dei fenomeni. Niente a che vedere con l'assunto marxista :"..è l'essere che determina la coscienza e non la coscienza l'essere". Il Sapere è formale:interpreta la realtà ("non la capta), in base a regole di trasformazione fissate astrattamente, come le coppie categoriali invarianza/variazioni. E, rispetto alle condizioni di esistenza empirica, immediata, l'uomo riceve degli impulsi inconsci, provenienti dal fondo delle strutture,che si condenserebbero in un "immaginario sociale" che spingerebbe alla trasformazione (rivoluzione senza soggetto consapevole).

Sia nella teoria che nell'azione,per Althusser, protagoniste diventano le "misteriose strutture" con cui si stabilisce un corto circuito fra il mondo delle cose e il mondo dei concetti.Lo strutturalismo,come vedi, è una variante dell'idealismo kantiano.Il marxismo invece considera l'ideologia come un elemento integrativo subordinato della struttura materiale del sociale( forze produttive/struttura di classe).Saluti. duccio

Che significa l'affermazione "crisi del marxismo"?

Quando mi sono riferito all' esistenza di tanti "marxismi", non ho mai inteso questo come crisi del marxismo in sè, cioè della sua dottrina! Come diceva il grande e "modesto" Engels:

"il marxismo non è refutabile, esso può solo essere sviluppato!".Ciò significa che è colpa dell'ideologia prodotta dal seno del meccanismo capitalistico ,in quanto sua parte "integrante e subordinata", se si creano perversioni a livello dottrinario che generano,di conseguenza, incapacità di analisi delle situazioni concrete ed errori di valutazione e di azioni pratiche. Non è una spacconata affermare, anche oggi, che la maggioranza dell'intellettualità comunista in circolazione nel mondo,a distanza di quasi 150 anni dall'uscita del Capitale, "non ha compreso profondamente Marx". Ho preso pari pari quanto andava ripetendo Lenin all' inizio del '900,(salvo la conta degli anni,ovviamente, non ho cambiato una virgola di quella affermazione).Non posso dilungarmi in un post,dove mi sono permessi appena 20 righe di scrittura, per argomentare un tema così enorme,delicato e complesso! Mi sono permesso solo , in precedenza, di accennare all'aspetto ontologico del marxismo (ad esempio: l'affermazione di indicare come soggetto della storia, in Marx, non l'autocoscienza intellettuale esterna al mondo da indagare, bensì il modo di produzione determinato storicamente, ossia: il soggetto per Marx è il Capitale nella società contemporanea, e non l'uomo che pensa, che invece è il prodotto del movimento economico-storico del sistema. E tuttavia questa affermazione ha sollevato in compagni d'indubbio valore,qui nel forum, perplessità e meraviglia! Di cosa ci si meraviglia?!! Accenno ad un altro elemento di incomprensione (che potremmo in seguito approfondire se ne avete voglia), ed è quello della differenza tra dialettica hegeliana e dialettica marxista. Qui è in gioco la conoscenza scientifica-sperimentale del mondo, quindi si tratta di metodologia.Tutta la dialettica,diceva Lenin, si trova applicata ne "Il Capitale"; ma quanti di noi (dico: marxisti che ci fregiamo come tali) hanno afferrato e compreso la "nuova scienza" di Marx basata sulla duplicità del piano dell'astratto e di quello del concreto che attraversa tutto il contesto ontologico della società capitalistica?

Siamo sicuri di avere una comprensione comune a questi livelli di conoscenza? Non è qui il luogo forse in cui si gioca il processo di formazione dell'avanguardia comunista mondiale in partito? Rinnovo i saluti comunisti. duccio

L'approccio intelletuale e democratico

La sommatoria dei cervelli fini messi all'opera produce il partito.

Ad ognuno il compito di afferrare e comprendere la dialettica. ( l'intelettuale spocchioso poi teorizza due livelli nel partito, gli sgobboni e i cervelli fini )

La conoscenza e comprensione non è un fatto individuale, ma del partito. In questo senso si dice organo della classe proletaria. Nel partito ci deve essere un lavoro comune e collettivo convergente rispetto a tesi e principi non discutibili ( nel caso si fa un altro partito )

Questo caratterizzava l'opposizione della sinistra italiana nei confronti delle altre, rifuito dell'elemento democratico, disciplina verso il corpo di tesi, rifiuto del messia.

E' una lezione della storia del movimento operaio.

duccio, grazie per le spiegazioni...approfitto della tua competenza per chiederti ancora qualcosa..

non ho ancora letto autori marxisti del '900, in quanto prima vorrei studiare tutti i "classici"....ma:

per quanto riguarda lo "sviluppo" del marxismo di cui parla Engels, secondo te nessun pensatore nel '900 ha fatto passi avanti (a parte Lenin con l'imperialismo ecc...)?

Lucaks, Korsch, Bettelheim, Althusser, Scuola di Francoforte, ecc...hanno prodotto qualche innovazione interessante o la "nostra" scienza sociale è rimasta ferma a 150 anni fa?

inoltre...qual è l'elemento di incomprensione a cui ti riferisci nel passaggio tra dialettica hegeliana e marxsista?

grazie!

Obbligo di risposta

Caro Lev,

i principi del sistema capitalistico, quali il plusvalore, la legge della miseria crescente, le crisi cicliche del capitale (indipendenti dalle forme con cui si dànno tali crisi),il rapporto tra natura e storia, la dialettica materialistica, assieme alla scoperta delle strutture invarianti del processo storico basati sulle condizioni permanenti forze produttive / rapporti di classe sono stati delineati nell' opus summum di Marx. Ma, nel corso del suo sviluppo storico il capitalismo crea nuove relazioni e categorie oggettive che ci offrono nuove forme di funzionamento del sistema che la scienza marxista deve registrare: sono le nuove leggi di funzionamento che riguardano stadi nuovi di sviluppo della formazione storico-sociale. Se non si tenesse conto di tali novità, le strategie di lotta del proletariato e del suo partito si fonderebero sulla sabbia e l'emancipazione della classe operaia non avverrebbe mai. Perciò le categorie essenziali indagate da Marx ne "Il Capitale" rimangono e si specificano, in modo vivo in corrispondenza del movimento storico, nelle nuove categorie o determinazioni oggettive che l' Astrazione capitalistica produce in processo.

Tutto questo vale anche sul terreno politico, delle scienze naturali, del diritto,dell'arte etc.

Imbalsamare il marxismo come una mummia,al di là dei suoi principi di base,sarebbe come soffocarlo e farne una "teoria da museo". Tu mi dici se il marxismo è rimasto fermo a Lenin, ebbene esso progredisce con il progresso delle scienze (e della esperienza collettiva storica delle masse),a condizione che si sappia operare tra le nuove differenze con il metodo della "identità sintetica"(come in Lenin), il metodo dell' unità nella differenza delle determinazioni sociali-storiche: Non per nulla Engels e Lenin si lamentavano ,ad esempio,di certi uomini di scienza che erano materialisti nella pratica scientifica, ma che restavano idealisti quando dovevano trasferirsi a teorizzare la loro pratica di scienza. Differenza tra scienza e filosofia dialettica materialista. Salve. duccio

Domanda

Duccio l'è vero che un tempo scrivevi la prima pagina di lotta comunista?

Noto somiglianze significative.

Concordo "sulle nuove categorie o determinazioni oggettive che l' Astrazione capitalistica produce in processo" anche se la legge dei mutamenti non tiene conto delle costanti.

Il passaggio scienza-idealismo nel determinazione delle categorie astrae dal concreto dei fatti, ognuno fa e dice un po' quello che vuole.

saluti

No Baboeuf,non ho mai

No Baboeuf,non ho mai scritto sul foglio di Lotta Comunista.E poi, se guardi al contenuto,al di là delle somiglianze impressionistiche ,io sono assai critico verso questo gruppo.Ad esempio, la scienza che loro dicono di applicare nelle analisi marxiste, per me non esiste: essi si limitano a usare come essenza delle categorie sociali che costituiscono l'universale analitico del sistema capitalistico, anzichè una relazione di opposti assoluti(scissione-opposizione nel processo storico), una relazione di identici tra l'astratto, come il Capitale, e una realtà negativa che non è un concreto che nega l'intero (il Capitale), ma una determinazione parziale che non arricchisce l'Altro (l'intero,il capitale).Si tratta di una negazione dell'Altro come negazione di qualcosa,quindi di un altro astratto.Onde l'esistenza nel movimento dialettico di due astrattezze, vuotezze, che si muovono sempre nell'identità,giammai negando il sistema capitalistico(l'Intero). Ho fretta non posso dilungarmi oltre. Riprenderemo il discorso,se vuoi, un'altra volta. Ciao. duccio

Dialettica materialista

Caro Baboeuf,scusami se sono stato brigativo nel precedente intervento, ma ero pressato dalle incombenze pratiche della quotidianeità per cui ho dovuto concludere il discorso in fretta senza poterlo esplicitare in maniera più comprensibile.Riprendo il discorso sul modo di intendere la scienza da parte di LC.Che cosa intendo per assenza di una relazione di opposti assoluti nel modo di fare scienza dei compagni di LC? Mi riferisco al fatto che i due poli che costituiscono l'essenza , cioè la lotta tra determinazioni opposte,che vengono dissimulate dentro la forma esterna,la categoria, che li media (ad esempio, la categoria del capitale) non stanno in un rapporto di opposizione assoluta(leggi:inconciliabile),ma in una relazione in cui l'Altro che nega,nega solo un aspetto particolare del Capitale, una sua determinazione esterna, onde ciò che nega è una negazione di "qualcosa" ,determinata, non una negazione che investe tutte le determinazioni del capitale, cioè:una negazione assoluta.In questo modo, per LC ,la società capitalistica non è la società della separatezza e della opposizione inconciliabile, bensì il luogo dell'alienazione dell'essenza in un universale esteriore contrapposto all'individuale. Ne consegue che quanto viene negato, non si riferisce alla totalità capitalistica, ma a un sistema vuoto,senza contenuto poichè si nega qualcosa di esterno e di determinato che non porta arricchimento alla prima determinazione(quella dell' astrazione capitalistica),onde il rovesciamento di un estremo nell'altro (base della struttura dialettica) avviene senza che ci sia il fondamento della negatività che attraversi tutte le determinazioni del Capitale. Il rapporto si realizza,dunque, tra due astrazioni vuote, mentre in Marx i due estremi sono costituiti dall'unita nella distinzione tra astratto e concreto naturale. Grazie a questo dualismo ricco di contenuto,in Marx si costituisce il momento della riproduzione complessiva della società capitalistica e della sua tendenza alla crisi nonchè la realtà articolata delle classi ,fondamentali e non. Non so se sono riuscito a spiegarmi, ma almeno ci ho tentato. Ciao.duccio

prospettiva marxista comunque ritiene indispensabile costruire ora il partito anzi dice che siamo gia in ritardo.faccio questo intervento perchè avevo dato 1 visione sbagliata della loro posizione