November 2024
Chiarimenti su alcuni aspetti pratici del comunismo
Ho visto che sia su questo sito che su altri siti di organizzazioni comuniste si parla tanto di contraddizioni del capitale,di teoria e prassi rivoluzionarie di quanto poco comunisti fossero Stalin,Mao e gentaglia simile ma raramente,anzi,per quel che ho visto fin ora io mai,si parla di cosa sarà il comunismo all'atto pratico,una volta realizzato.
Avrei su questo interessante argomento un po' di domande da porvi: la differenza sostanziale tra capitalismo e comunismo è che nel primo le risorse sono gestite per alzare il profitto delle imprese,nel comunismo saranno gestite per soddisfare le esigenze della gente. Cosa bellissima in teoria ma all'atto pratico?
Ogni persona entrerrebbe in un centro commerciale o in negozio e prenderebbe tutto ciò che desidera visto che la roba "è di tutti"? Lo escluderei a priori,mi sembra pacifico che gli sprechi di oggetti e risorse volerebbero alle stelle prima di subito,quindi come si gestirebbe il problema?
Mangeremo tutti un menu stabilito d'ufficio dal partito in mense comuni,avremo delle liste della spesa standardizzate forniteci dal partito stesso? Produzione fatta in base alle mie esigenze ok,ma chi stabilirebbe le mie esigenze cosa sono? E non c'è il rischio che gli incaricati di stabilire l'esigenze delle masse stabiliscano che loro e i loro amici hanno qualche esigenza in più degli altri?
Probabilmente qualcuno di voi penserà che di fatto le cose sono già così,che la produzione è già standardizzata e,per i beni primari,in parte è vero (mangiamo tutti gli stessi prodotti di supermercato,abbiamo delle auto quasi identiche tra loro,vestiamo più o meno tutti allo stesso modo abitiamo in case costruite e classificate su standanrd universali e così via) ma non è affatto vero per quelli secondari: c'è chi va in discoteca tutte le sere e chi non ci è mai andato e mai ci andrà,c'è chi va allo stadio chi si guarda le partite in tv e chi se ne sbatte del calcio e preferisce leggersi i fumetti della Marvel. Come potrebbe gestire il partito delle esigenze così diversificate e così complesse? E,ammesso e non concesso che possa esistere un organo così efficente da soddisfare le esigenze materiali del mondo intero chi si occuperebbe di quelle non materiali? E se Tizio e Caio,due uomini single della stessa età,agli occhi del partito avrebbero le stesse identiche esigneze giusto? Ma mettiamo che ha fine mese Tizio ha consumato tot e Caio ha consumato 1/10 di tot cosa succederebbe? Si inviterbbe Tizio a consumare di meno o si darebbe un "rimborso" a Caio? E allora è possibile che Caio a suon di rimborsi accumuli un bel po' di rimborsi e diventi veramente ricco.
Avevo anche letto da qualche parte che in nel comunismo i brevetti e i diritti d'autore sparirebbero e artisti e inventori vari metterebbero le loro creazioni a disposizione della comunità,ma a qual punto davvero qualcuno continuerà a inventare e a produrre opere d'arte.......non credo.
E se dovesse capitare che un inventore,mosso da un improbabile amore per l'umanità,metta sul mercato un metodo rivoluzionario di produrre qualcosa,gli operai addetti nella produzione di quel qualcosa si troverebbero senza lavoro,cosa ne sarebbe di loro? Bella vita a spese della comunità o viaggietto all'arcipelago gulag?
Poi c'è la questione della casa: quest'estate,tornando dalle ferie,passo davanti a un palazzone di perfieria costruito a ridosso del calvalcavia della tangenziale,in epoca capitalista,li ci abitano le fasce più povere mentre quelle medie,ricche e medio ricche abitano in zone più centrali ma durante il comunismo,su che criteri si stabilirà chi abita in estrema periferia a ridosso dei cavalcavia e chi abita in centro con tutte le comodità sotto casa?
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Poi c'è una questione,che
Poi c'è una questione,che,probabilmente per pudore,non è mai stata affrontata in un dibattito marxista: bando all'ipocrisia,prostituzione,pornografia locali di lap dance/spogliarello sono a tutti gli effetti esigenze della popolazione,tanto maschile quanto femminile.
In epoca capitalista quelle/quei ragazze/i che decidono di far del proprio corpo un prodotto per soddisfare l'esigenze fisiologiche dei/delle clienti lo fa perchè mosso da esigenze economiche,o,al massimo,voglia di far molti soldi in modo facile in poco tempo. Non di certo per passione o per amore di questi lavori.
In epoca comunista,ovvero in un epoca in cui la società provvede a soddisfare le esigenze di tt nessuno/a si prostituirebbe,girebbe film erotici o ballerebbe nudo/a attacato in qualche locale. Ma le esigenze fisiologiche carnali continuerebbero ad esistere,anche dopo la rivoluzione,come si gestirebbe tutto ciò?
Si obbligherebbe qualche giovane piacente allo sporco lavoro,o si ingorebbe questa esigenza umana in nome del pudore e del buon pensiero?
in una società comunista l'
in una società comunista l' esigenze erotiche verrebbero sodisfatte liberamente. eventuali spettacoli sarebbero fatti con naturalezza e gioiosamente
tu dai per scontato che la
tu dai per scontato che la gente in società comunista abbia gli stessi pensieri e desideri che sotto la società capitalista. certo si parla di cambiamenti che richiederanno generazioni per realizarsi è difficile sapere come saranno
comunque è un onore discutere
comunque è un onore discutere con deadpool
Come limitare i consumi? Mi e
Come limitare i consumi? Mi e' capitata di recente questa discussione, che poi comprende anche le successive.
Bisognerebbe dedurre che con il capitalismo la regolamentazione dei consumi sia una caratteristica intrinseca, così nel Medioevo o durante l'impero romano, sotto l'egida di una classe dirigente seria, responsabile e onesta! Ma così si riduce la storia a poco più (o meno) che un pregiudizio, una visione soggettiva e personale trasformata in storia, la "psicoanalisi" della storia debitamente influenzata dagli interessi e dalla cultura del gruppo dominante del momento (ora quello borghese), ed in quanto visione arbitraria della storia non passibile di smentita!
Una sorta di legge di natura che provvede al giusto equilibrio e che, ben amministrata e riformata, permetta un'evoluzione corretta, certo le contraddizioni e le storture non mancano dovute in gran parte ad una non meglio precisata cattiva gestione che ci ha fatto deviare dal cammino, dalla retta via. A questo punto resta da stabilire quanti preti, poliziotti, soldati, politici e legislatori, capitani d'industria e opinionisti vari, autisti e servi, servano al mantenimento della società e a contenere entro limiti ragionevoli quest'orda selvaggia di proletari.
Con l'attuale corso della crisi sempre più profonda, le convinzioni fondate su ideologie astratte si stanno sgretolando inesorabilmente e chi ne ha fatto la propria bandiera si ritrova a sostenere ogni genere di assurdità, tipo dottrine biologiche, fino a negare l'evidenza, convinto com'è che tutto sia un'opinione, anche la dialettica marxista.
@GCom: Bell'intervento ma....
@GCom: Bell'intervento ma.......che cavolo c'entra con quello che avevo chiesto io?
Be si..non dispiace neanche a
Be si..non dispiace neanche a me..cmqe hai tutto il tempo..
Mi pare che WadeWilson parta
Mi pare che WadeWilson parta da un presupposto sbagliato, ossia che i bisogni dell'umanità in epoca socialista e poi comunista rimangano gli stessi, mentre non è affatto così. I bisogni dell'umanità cresciuta in epoca borghese sono gli stessi dell'umanità d'epoca medievale? Assolutamente no: ogni rivoluzione trasforma anche i bisogni, oltre che lo spettro dei desideri.
Ad esempio, io sono fermamente convinto che l'automobile, il cellulare e tanti altri elettrodomestici da cui siamo quotidianamente circondati non siano affatto necessari, ma ci vengano imposti come tali dalla società ultratecnologica borghese in cui viviamo.
Il modo di mangiare nella nostra epoca è standardizzato non certo per tutti: i ricchi possono permettersi di cambiare menu tutti i giorni, di mangiare in ristoranti sempre diversi e concedersi qualunque prelibatezza, mentre i proletari non solo hanno una scelta molto più limitata, ma spesso, visti i ritmi di vita sempre più accelerati che vengono imposti dal capitale, mangiano cibi pronti, poco salutari e nocivi per l'ambiente perché conservati nella plastica.
Poiché l'obiettivo primario del socialismo e poi del comunismo è garantire condizioni di vita e di lavoro serene e dignitose per tutti, l'alimentazione di ognuno non sarà più sacrificata ai ritmi assurdi della società capitalistica, ma potrà finalmente ritrovare un equilibrio, in armonia con l'ambiente e con gli animali insieme a cui condividiamo la nostra esistenza sulla Terra.