May 2024
libro su acquaviva
ho appena finito di leggere il libro "il sangue di tutti noi" sulla morte di Acquaviva. è un ottimo libro. poi trovare i nomi di damen e maffi in un libro non di partito è una buona cosa e con le posizioni spiegate bene
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May 2024
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L'ho letto anch'io, ma non
L'ho letto anch'io, ma non condivido affatto il giudizio. A volte confonde il trotzkismo con la Sinistra comunista, e ricostruisce un dialogo fra Acquaviva e Damen in disaccordo sul modo di approcciarsi al movimento partigiano: cosa del tutto falsa. Insomma, un libro superficiale.
Brutta anche la copertina, con la foto di alcuni partigiani catturati dai tedeschi, costretti a esporre un cartello con scritto "Sono questi i veri liberatori?"
Cosa c'entra la critica degli internazionalisti al partigianismo con una foto del genere? Insomma, pessima anche la copertina.
carmillaonline.com recensione
interessante recensione.
Non la condivido affatto.
Non la condivido affatto.
Affermazioni come "Mario era un bravo cristo ostinatamente perduto nei suoi ideali.", oppure "Mario non fu in grado di clonare altri Acquaviva" non c'entrano proprio nulla con il nostro martire.
Mario ha lottato per il comunismo fino all'ultimo e ha pagato la sua coerenza con la vita.
Questa è la verità. Molto più semplice.
Non la condivido affatto.
Non la condivido affatto.
Affermazioni come "Mario era un bravo cristo ostinatamente perduto nei suoi ideali.", oppure "Mario non fu in grado di clonare altri Acquaviva" non c'entrano proprio nulla con il nostro martire.
Mario ha lottato per il comunismo fino all'ultimo e ha pagato la sua coerenza con la vita.
Questa è la verità. Molto più semplice.
"..ci siamo tutti in quell
Mi sembra che ci anche un tentativo di riaprire la riflessione su quegli anni. Tra l'altro tu sei anche uno scrittore e sai bene che la letteratura e la critica lettearia non funzionano come piatta restituzione propagandista delle vicende storiche. Per quello ci sono i vostri saggi.
Bona la riflessione su quegli
Bona la riflessione su quegli anni l'ha riaperta male, se per farlo si è dovuto inventare un contrasto inesistente fra Damen e Acquaviva, confondendo inoltre trotzkismo e Sinistra comunista con grande superficialità.
A sua volta l'autore della recensione riconduce la vicenda di Mario a questioni di capi carismatici, malinconiche tendenze e altre strambe costruzioni esegetiche, molto lontane dal limpido percorso di un militante internazionalista che venne ucciso dagli stalinisti perché, come Fausto Atti, un altro nostro compagno ucciso lo stesso anno da una squadraccia del PCI a Trebbo di Reno (Bologna), era riuscito a fare breccia in alcune bande partigiane per cercare di portarle su un terreno di lotta classista, senza compromessi con il fronte borghese del CLN.
Inoltre, un elemento storico e politico centrale che il libro non affronta, è il fatto che gli internazionalisti non negavano affato il problema militare dell'opposizione alle brigate nere e alle SS che imperversavano nel nord Italia, ma sostenevano che i proletari, dov'era possibile, dovevano certamente organizzare squadre di autodifesa dalle violenze nazifasciste, ma farlo autonomamente, lanciando così tra le fila dei comunisti e degli operai che si andavano armando l'indicazione dell'internazionalismo proletario e della rivoluzione, non quella della liberazione nazionale e della pseudo-democrazia borghese.
In un manifesto del giugno 1944 il Partito Comunista Internazionalista incitava gli operai a disertare la guerra “sotto tutte le forme” e li chiamava alla “difesa fisica della classe di fronte alla reazione, alla deportazione, alle requisizioni, all'arruolamento forzato”. Per questo era necessaria
Per approfondire: leftcom.org
corriere.it ad in libro di
Recensione ad in libro di Luzzatto su Primo Levi, si parla anche di Acquaviva, con la solita confusione Trockisti, internazionalisti.
In un'altra recensione sul libro di Luzzatto (Novelli su Repubblica) si accenna al fatto che Primo Levi avrebbe fatto parte di "una banda composta da comunisti legati al Partito comunista internazionalista e agli anarchici". Vi risulta?
Ai proletari e ai compagni
Ai proletari e ai compagni che dal '43 alla fine della guerra furono costretti a darsi alla macchia, il nostro Partito dava come indicazione quella di costituire squadre di autodifesa indipendenti da quelle legate al CLN; è dunque plausibile che in alcune zone anarchici e simpatizzanti internazionalisti avessero formato insieme dei gruppi armati.
Proprio in Piemonte uno dei nostri martiri, Antonio Graziano, cadde combattendo in una formazione partigiana.
Per chi volesse approfondire la storia del Partito Comunista Internazionalista durante la seconda guerra mondiale: leftcom.org