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Newsletter del Partito Comunista Internazionalista (Battaglia Comunista)
Elezioni politiche
Lavoratori, proletari, una volta ci dicevano che era la scala mobile l'origine di tutti i mali e l'hanno annullata; poi hanno detto che era il sistema pensionistico e l'hanno cambiato; poi ancora il mercato del lavoro troppo rigido e l'hanno reso flessibile e precario; poi il sistema sanitario troppo costoso; infine le tasse troppo alte a carico delle imprese. Alla fine si scopre che il "sistema Italia" non si e` mai ripreso ed emerge che queste riforme erano necessarie solo per garantire la sopravvivenza del sistema. Se andiamo indietro nel tempo ci accorgiamo che tutti questi tagli sono stati fatti sia dai governi di destra, sia dai governi di sinistra in perfetta continuita`, dimostrando che qualsiasi governo fa solo gli interessi della classe borghese.
L'elezione e` il teatrino della politica per legittimare il potere nelle mani della borghesia, ma con un mandato popolare, e nello stesso momento fare apparire il sistema "democratico". Partecipare alle elezioni significa avallare questa mistificazione democratica ed aiutare la borghesia nella sua dittatura: proprio quella che chiamano "democrazia".
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Lavoratori delle coop sociali senza contratto
Da che parte sta il sindacato?
Sono 26 mesi che noi, lavoratori della cooperativa sociale Sirio (Parma), siamo senza contratto. A novembre ci hanno dato solo 840 euro lordi una tantum, come adeguamento per il mancato rinnovo del contratto (neanche 30 euro al mese netti!)... e per di piu` spacciato come regalo. Una circolare del sindacato (Cisl e Cgil) dichiarava che entro il 15 febbraio avremmo avuto un aumento di 100 euro mensili (una miseria, tenendo conto dell'aumento del costo della vita): nessuno ha ancora visto un euro!
Cosa ha fatto il sindacato? Niente! Non ha organizzato ne` un'assemblea ne` uno sciopero per tutelare i nostri diritti! Siamo l'unica categoria a non essere scesa in piazza per il contratto! Insomma da che parte stanno? Non certo dalla parte dei lavoratori!
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L'azienda aretina per la mobilita` cambia il contratto
I sindacati protestano ma non troppo
Nelle scorse settimane i lavoratori dell'Azienda Aretina per la Mobilita` hanno dato vita ad un blocco totale del servizio di trasporto per 24 ore consecutive (sulle inizialmente proclamate 48) senza cioe` il rispetto delle cosiddette fasce di garanzia, in seguito al loro passaggio contrattuale in LFI (linee ferroviarie italiane) con la relativa perdita secca di salario - 150 euro mensili - e normativa circa orari, nastri lavorativi, riposi etc. Il tutto nel quasi totale silenzio generale al di fuori del territorio interessato. Lo sciopero ha visto una partecipazione massiccia dei lavoratori - circa 270 - ed un fronte unico di tutti i sindacati. Come candidamente hanno sostenuto gli stessi confederali, in questione non era il passaggio contrattuale in se` quanto la modalita` con cui e` stato eseguito, cioe` in modo unilaterale e senza preavviso da parte della Direzione, scavalcando gli stessi dopo i primi infruttuosi colloqui.
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Solidarieta` con i lavoratori della BVG
Volantino distribuito dai compagni tedeschi del GIS
Sciopero: L'unica lingua che capiscono i padroni! Lo sciopero di avviso degli operai della BVG ( trasporto pubblico berlinese) e il rifiuto di trattare, come propostogli dal KAV l'ente comunale per la distribuzione dei posti di lavoro, sono stati un primo importante passo per contrastare altri tagli dei salari. Hanno ragione i lavoratori della BVG a vedere come provocazioni i tentativi di avvicinamento di KAV e senato, che consisterebbero nel congelamento dei salari per quasi 10.000 dei lavoratori assunti a tempo indeterminato e uno scalare aumento del salario di un misero 6% per i soli lavoratori impiegati dal 2005. Come dire, una misera pagliacciata che dimostra l'ennesimo tentativo di far passare ulteriori tagli sui salari degli impiegati, nonche` di dividere gli stessi all'interno della azienda. Genug ist genug (quando e` troppo e` troppo)!
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Condizioni e lotte operaie nel mondo
Messico
Prosegue lo sciopero dei minatori a Cananea, vicino al confine con l'Arizona. Rovesciando una decisione precedente, la corte federale ha infatti giudicato legale la protesta, che dura ormai da piu` di 6 mesi. Dall'11 gennaio la citta` era praticamente assediata da migliaia di poliziotti per impedire la costituzione di picchetti, mentre i crumiri mantenevano in attivita` la miniera.
Gia` in passato i minatori avevano subito attacchi violenti da reparti speciali della polizia (gli stessi impiegati per la repressione ad Oaxaca) con decine di feriti, arresti e qualche "sparizione".
Scioperi di solidarieta` ci sono stati e continuano ad esserci in tutto il Messico, con la partecipazione di 15 mila minatori di 85 siti diversi, ma anche negli Stati Uniti e in Peru`.
La nuova sentenza non risolve comunque la disputa con il Grupo Mexico, proprietario della miniera di rame, che continua a rifiutarsi di affrontare i problemi della sicurezza sul lavoro e di rispettare i contratti collettivi.
Vietnam
Piu` di 5 mila lavoratori di una fabbrica di componenti per auto hanno iniziato nei giorni scorsi uno sciopero spontaneo. I sindacati di stato, che in Vietnam sono organismi puramente negoziali e non indicono scioperi, si sono invece subito attivati di concerto con l'azienda per mettere fine alle proteste.
Altri 2 mila lavoratori dello stesso settore avevano scioperato all'inizio di febbraio con richieste sostanzialmente uguali: infatti a gennaio e` stato concesso un aumento salariale, ma al contempo sono state abbassate le pensioni e altre indennita`. I lavoratori lamentano inoltre angherie, mancanza di rispetto, cibo scadente e ostacoli irragionevoli ai riposi per maternita`.
Cile
A seguito di diversi attacchi della polizia, con idranti e gas lacrimogeni, e dietro minaccia di uno sgombero violento, gli operai di diversi impianti di lavorazione del salmone nel sud del Cile hanno deciso di interrompere l'occupazione delle fabbriche.
Gli impianti fanno indirettamente capo al terzo produttore mondiale di salmone, la AquaChile. Tuttavia, secondo un'interpretazione restrittiva della normativa cilena, lo sciopero e` considerato illegale, in quanto riguarda aziende diverse, sia pur solo dal punto di vista formale. I lavoratori, un migliaio, che guadagnano circa 800 $ al mese, hanno rifiutato un aumento del 5,6%, assolutamente inadeguato a coprire il 40% di potere d'acquisto perso dai loro salari.
Se l'occupazione delle fabbriche per ora e` cessata, tuttavia i lavoratori sono intenzionati a proseguire nella lotta, continuando ad organizzare scioperi improvvisi e sostenendo le barricate che da diversi giorni bloccano una delle principali autostrade della regione.
Mozambico
Circa 600 lavoratori stagionali delle piantagioni di canna da zucchero hanno iniziato a meta` febbraio una serie di scioperi improvvisi sfidando l'opposizione dei sindacati di categoria e confederali.
Le richieste includono un aumento delle paghe da circa 46 $ a 104 $, il pagamento delle ore di lavoro fatte di domenica e nei giorni di riposo, la formalizzazione dei contratti, tute protettive.
I lavoratori hanno attaccato gli uffici dell'azienda e appiccato il fuoco a 20 ettari di piantagioni, prima di scontrarsi con la polizia. Sono rimaste ferite negli scontri 14 persone, di cui 4 seriamente.
L'azienda, controllata dalla sudafricana Tongaat-Hulett, avrebbe accettato alcune rivendicazioni, ma senza andare oltre il minimo salariale di 47 $ al mese.
Argentina
Uno dei simboli della crisi del 2001, i cosiddetti "cartoneros" continuano a popolare nottetempo le strade di Buenos Aires, rovistando l'immondizia alla ricerca di carta e cartone, ma anche plastica, lattine, cibo e qualsiasi altro materiale riciclabile o rivendibile.
L'attuale ripresa economica, fragile e contraddittoria, ne ha ridotto le file dai 40 mila del 2001 ai circa 20 mila di oggi. Non dormono piu` nelle piazze e la loro presenza e` tollerata solo nelle ore notturne. Tuttavia i cartoneros sono ancora li` - a testimoniare di una crisi niente affatto superata - e recentemente sono tornati a far parlare di se`, occupando numerose piazze adiacenti alle stazioni ferroviarie. La protesta e` nata dalla soppressione del "Tren Blanco" nei cui malandati vagoni i cartoneros si accalcavano ogni notte, spingendo i loro "carritos" con il materiale da rivendere ad intermediari e speculatori nelle aree urbane periferiche.
Il fenomeno pare sia sfuggito per alcuni giorni all'attenzione dei politicanti, che in questa stagione affollano le spiagge piuttosto che le strade della capitale, ma la repressione non si e` fatta attendere molto. La polizia ha usato metodi molto spicci per sgomberare i dimostranti, assieme alle loro famiglie, alle baracche e a quanti con loro solidarizzavano.
I manganelli non potranno di certo risolvere il problema, peraltro comune a tutte le grandi citta` del globo, che e` sintomo dei mali profondi della societa`, di quel cancro sociale che chiamiamo modo di produzione capitalistico.
Ma, d'altra parte, risolvere il problema non interessa ai poliziotti come non interessa alla classe dirigente. Basta ricacciare questa gente un po' piu` in la`, lontano dalla vista dei turisti e dei borghesi residenti dei quartieri "bene".
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Incontro pubblico a Napoli il 5 aprile
Elezioni 13-14 aprile 2008: raccolta differenziata!
Dicono di essere diversi ma... in fondo e' tutta monnezza! Contro la farsa elettorale, il potere al proletariato! Questa "democrazia" e` la dittatura della borghesia.
Sabato 5 aprile ore 17 incontro pubblico al circolo Prometeo - Via P. Scura 48 - Napoli
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