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Newsletter del Partito Comunista Internazionalista (Battaglia Comunista)
Contratto dei metalmeccanici: la madre di tutti i bidoni
"Abbiamo fermato l'assalto dei padroni!" tuona il segretario FIOM Rinaldini. Se non si parlasse della vita reale, la frase suonerebbe ironica, perche` i padroni hanno avuto di tutto e di piu`.
Federmeccanica l'ha avuta vinta sull'allungamento del ccln a 2 anni e mezzo (contro i 2 precedenti) e sui 44 mesi - anche non consecutivi - dei contratti temporanei prima del "tempo indeterminato", con la possibilita` di prorogarli di altri 8 mesi per i contratti a termine.
Allo stesso tempo aumentano le ore straordinarie comandabili dalle aziende, o detta altrimenti, i giorni - sabati - da lavorare (5 nelle aziende con piu` di 200 dipendenti e 6 nelle altre). Salta anche la definizione di produzione stagionale - es. i gelati - come paravento per l'uso massiccio dello straordinario. In pratica, l'orario plurisettimanale, mai messo in discussione dai sindacati!, e` esteso e allungato (altre 64 ore) a tutti. Se non bastasse, e` di fatto inserita la possibilita` di imporre la turnazione su 18 turni settimanali e non su 17, come alla FIAT di Melfi. Aumenta, inoltre, il periodo di prova per i neoassunti, giusto per rafforzare un altro po' l'arma del ricatto e del controllo padronale.
Sempre per quanto concerne l'orario, gli straordinari, gia` detassati dall'accordo sul Welfare del Luglio scorso tra I Gatti e le Volpi imprenditorial/governative/sindacali, ora vengono pagati di meno: la maggiorazione dello straordinario passa dal 30-50% al 15-25%.
Dunque, anche riguardo la parte economica siamo in linea (peggiorativa) con i contratti chiusi negli ultimi anni. I 127 euro (lordi) al V livello diventano in realta` 70-80 netti per la maggioranza dei lavoratori inquadrati al III livello e comunque spalmati in 2 anni e mezzo: se si pensa che Federmeccanica offriva 120 euro, e` facile capire come dopo decine di ore di sciopero si sia portato a casa ben poco, se non, oltre al danno, la beffa.
Gli operai "strappano" l'inquadramento unico con gli impiegati, cioe`, in sostanza, un giorno di ferie in piu` all'anno per chi ha piu` di 10 anni di anzianita` (nella stessa azienda) e 55 anagrafica (5 giorni, con 18 anni di anzianita`) - ma calcolati dall'1-01-2008! - e qualche ora di permessi retribuiti (fatte salve le ovvie "compatibilita` aziendali" e un tasso di "assenteismo" generale basso, stabilito cioe` dall'azienda).
Confindustria e` stata cinica e chiara: d'ora in poi piu` peso ai contratti aziendali, questo e` stato l'ultimo accordo nazionale. Tornano in pratica le infami gabbie salariali, frantumando e indebolendo ancora di piu` la classe operaia. La necessita` del capitale di fare profitti, fronteggiando la difficile concorrenza internazionale, e` all'origine di questo attacco al salario, dell'allungamento dell'orario, dell'aumento della intensita` del carico di lavoro e della flessibilita`; d'altra parte, nel capitalismo "globalizzato", la classe operaia mondiale e` messa in concorrenza, al ribasso: per questo, le condizioni di lavoro devono tendenzialmente avvicinarsi a quelle dell'operaio cinese, e il contratto va in questa direzione
Dobbiamo respingere con forza questo accordo, denunciando il ruolo del sindacato, compagno di merende del padronato. Solo la lotta dal basso, fuori e contro la gabbia sindacale, che cerchi di collegarsi con le altre realta` del lavoro, puo` ostacolare concretamente l'offensiva padronale. E` un primo passo, necessario ma non sufficiente. Occorre mettersi nella prospettiva del superamento di questo sistema economico-sociale basato sul nostro sfruttamento: solo cosi` la nostra lotta, i nostri sacrifici avranno un senso compiuto.
Lavoratori metalmeccanici internazionalisti di Battaglia ComunistaContro l' "emergenza" rifiuti, contro il capitalismo
Il ciclo produttivo capitalista ha due sbocchi: da un lato il profitto che va ad accrescere il Capitale, dall'altro la monnezza... cio` che rimane delle merci una volta realizzato il valore di scambio ed il valore d'uso in esse contenuto.
La produzione di rifiuti aumenta sempre di piu` con lo svilupparsi di questo anti-storico modo di produzione.
Il problema dei rifiuti e` l'evidenza della contraddizione operante tra produzione finalizzata al profitto ed ambiente. E` una contraddizione strutturale, non e` risolvibile nel capitalismo.
In queste terre, grazie ad una borghesia internazionale intimamente solidale con il sistema camorristico, da decenni vengono smaltiti i rifiuti tossici ed inquinanti di mezza Europa. Questo dato di realta` e` abbondantemente documentato, la prova piu` evidente sta nell'elevato tasso di tumori e malformazioni alla nascita, legati all'inquinamento che caratterizzano la nostra regione. Chi ci parla di creare nuove discariche o di portare altrove i rifiuti, di fatto, non fa che rinviare il problema mentre si continua a farcire di monnezza il territorio.
I termovalorizzatori invece, hanno bisogno di rifiuti altamente differenziati in ingresso. Se si bruciano rifiuti indifferenziati si producono tonnellate di ceneri tossiche e diossina che si disperde nell'aria per poi tornare a terra con la pioggia. Ad ogni modo, come ci insegna il caso dell'inceneritore di Terni, i costi degli inceneritori, in termini ambientali e di salute, sono spesso piu` alti di quelli dei rifiuti bruciati.
L'alternativa che rimane sembra essere solo ed unicamente quella della raccolta differenziata ma per avere una elevata differenziazione c'e` bisogno di: soldi, strutture fisiche, funzionari pubblici ed organizzazione adeguate. A differenza delle declamate regioni del nord Italia ed Europa, queste condizioni non sono state create nella nostra regione in tempi di espansione economica... E` difficile immaginare che si possa avviare questo circolo virtuoso oggi che la Campania e` sull'orlo del baratro economico, ecologico e sociale. E` evidente:
nel capitalismo non c'e` soluzione, se non momentanea e non risolutiva, al problema dei rifiuti. Questo poi non e` altro che una particolare manifestazione del vero problema reale, quello dell'inquinamento ambientale che sta appestando il pianeta intero, prodotto da un sistema che ha come unico obiettivo la produzione di merci per il profitto e non sicuramente i bisogni umani o il rispetto della natura.
Il problema dei rifiuti mette in evidenza la necessita` di trasformare il modo di produzione, perche` e` la produzione che crea sempre piu` spazzatura (sotto le forme piu` varie) pur di accrescere i profitti.
Diciamolo chiaramente: "Non illudiamoci: l'obiettivo "rifiuti zero" e' perseguibile solamente abbattendo il capitalismo!"
Contro la riapertura della discarica ai pisani, contro i termovalorizzatori, per organizzare una vera raccolta differenziata, per bonificare i territori, per organizzare la produzione in maniera ambientalmente sostenibile e` necessaria una lotta che sia complessivamente contro il potere borghese, contro tutti i suoi rappresentanti, contro il sistema intero. Lottiamo per i nostri obiettivi immediati, coscienti che la completa soddisfazione del nostro bisogno potremo averla solamente rovesciando il potere borghese ed assumendo nelle mani delle nostre assemblee l'intero processo produttivo e distributivo.
Non facciamo errori, non condanniamoci da soli ad una sconfitta demoralizzante. Il problema monnezza e` figlio del capitalismo come quello della precarieta`, del caro vita, dei ritmi massacranti, delle paghe da fame, del lavoro nero, dello sfruttamento e del generale peggiormento delle condizioni di vita.
Pianura, Acerra e poi Pomigliano ed in ogni dove la lotta di classe possa dispiegarsi:
Non frammentiamo le lotte!
Rilanciamo ovunque una prospettiva unitaria che faccia perno sulla lotta al capitalismo come istanza unificatrice per la classe intera.
Sono l'organizzazione e l'anticapitalismo il nostro rimedio ai mali di questa societa`!
Condizioni e lotte operaie nel mondo
Francia
Il primo febbraio migliaia di dipendenti della grande distribuzione sono scesi in sciopero per ottenere un aumento dei salari e migliori condizioni di lavoro. La situazione non e` certo delle migliori, infatti, oltre al mancato adeguamento all'inflazione, pesa su questi lavoratori la minaccia di un aumento delle domeniche lavorative e l'introduzione di casse automatiche che provocherebbero forti esuberi tra i cassieri.
Pur essendo stata promossa in modo strumentale dai maggiori sindacati francesi (CGT in testa), la partecipazione da parte dei lavoratori e` stata comunque molto alta, con punte di oltre l'80% tra le cassiere degli ipermercati.
Questo sciopero assume una valenza ancora maggiore se si pensa che nel settore si erano fino ad ora visti solo episodi di lotta molto modesti ed isolati; finalmente anche una vasta fetta del moderno proletariato europeo, a prevalenza femminile, ha dato un primo importante segnale di reazione.
Il sindacato, tenuta momentaneamente a bada la propria base con una giornata di mobilitazione, non sembra pero` intenzionato a intraprendere una lotta reale ne` nei confronti della Grande Distribuzione ne` nei confronti del governo. Al contrario il sindacato, invece di opporsi fermamente al progetto governativo di riforma del mercato del lavoro, ha siglato il 21 gennaio scorso un accordo che portera` ad una maggiore liberta` di licenziamento, a un prolungamento del periodo di prova e a un legame sempre piu` stretto tra il salario e i risultati aziendali.
Vietnam
Il 30 Gennaio scorso sono scesi in sciopero i 10.000 lavoratori della fabbrica di giocattoli di Da Nang di proprieta` della Kayhinge Industrial Company di Hong Kong.
I lavoratori hanno chiesto maggiori indennita` di carovita e un periodo di licenza piu` lungo in occasione della festivita` del Tet, una delle piu` importanti del Vietnam, durante la quale, da sempre, i lavoratori emigrati rientrano nelle loro regioni d'origine presso le loro famiglie. Attualmente il periodo di festivita` e` stato a tal punto accorciato da non consentire a molti lavoratori il ritorno a casa. Altri scioperi che hanno coinvolto migliaia di lavoratori hanno avuto luogo nei cantieri navali della Hyundai-Vinashin e presso le industrie di conserve ittiche nella provincia di Hau Giang, l'obiettivo della lotta e` stato l'aumento dei salari minimi. Infatti il primo gennaio scorso il governo ha aumentato il salario minimo per i dipendenti di aziende a capitale straniero da 34 dollari al mese a circa 50, ma questo incremento non compensa neppure l'inflazione dell'ultimo anno che ha raggiunto quasi il 15%. Le agitazioni sono proseguite per tutto il mese e si sono estese alle industrie elettroniche T.T.T.I. Company Limited, alla Juki Vietnam Company e alla Tan Thuan EPZ.
Dilatazione dei tempi di lavoro, salari costantemente erosi da un'inflazione galoppante, e` questa la situazione che vive il proletariato di una delle principali tigri di carta asiatiche dove la crescita economica si fonda esclusivamente su un costo del lavoro bassissimo e sul totale asservimento della vita dei lavoratori al capitale.
Sud America
Il 21 gennaio scorso il presidente Lula, a lungo considerato come un esempio dal riformismo europeo, ha presentato al Congresso un progetto di legge che attacca il diritto di sciopero dei lavoratori brasiliani. La norma dovrebbe rappresentare la risposta dell'amministrazione Lula ad un possibile sciopero generale della pubblica amministrazione, settore in gia` in agitazione per l'ottenimento di un aumento salariale. Gia` l'anno scorso Lula aveva proposto una simile normativa antisciopero dichiarando illegali le proteste durante i periodi di vacanza.
Anche in Venezuela, paese considerato da molti socialdemocratici italiani come un esempio di nuovo socialismo, le lotte dei lavoratori stanno riprendendo forza. Piu` di 14.000 lavoratori delle acciaierie Ternium-Sidor, i piu` grandi impianti del paese, hanno condotto 48 ore di sciopero per un miglioramento dei salari e delle condizioni di lavoro. I lavoratori domandano 70 bolivar (circa 17 euro) di paga giornaliera, ma la direzione dell'azienda ha considerato tale cifra spropositata e ha respinto la richiesta. Il ministro del lavoro del governo Chavez ha immediatamente cercato la mediazione a danno dei lavoratori proponendo un aumento a 45 bolivar.
La Termium-Sidor e` un consorzio di due multinazionali:la messicana Ternium che produce in Messico, Argentina e Venezuela e la Sidor (Sideru`rgica Del Orinoco) che pur essendo formalmente la compagnia di stato per l'acciao e` oggi controllata dalla societa` italo-argentina Techint Group. Un'altra conferma di come il capitalismo di Stato in salsa sud americana non sia un passo avanti verso la realizzazione del socialismo, e di come il conflitto tra salario e profitto permanga immutato anche quando il padrone si chiama Chavez.
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Conferenza pubblica a Milano il 29 febbraio
Crisi economica, crisi finanziaria, tensioni imperialistiche internazionali
Venerdi' 29 febbraio ore 21:15%%%Calusca City Lights - Via Conchetta 18 - MI
E` presupposto permanente del capitalismo decadente attaccare le condizioni di vita del proletariato in ogni angolo del mondo. Super sfruttamento, salari da fame e precarieta` sono le sole ricette che permettono al sistema di tirare avanti. Ma tutto questo non basta a fare uscire dalla crisi di ciclo il capitalismo, da qui l'inasprirsi delle tensioni tra i vari fronti imperialisti e del pericolo del conflitto generalizzato.
Il solo antidoto a tale barbarie e` la ripresa della lotta di classe anticapitalista collegata a una prospettiva realmente comunista.
Thyssenkrurpp
Il Vecchio Gek ha dedicato una bella e commovente canzone agli operai della Thyssenkrurpp. Da ascoltare!
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