Richiesta chiarimenti
Nella vostra sezione sul trotskismo, sferrate un attacco molto ambiguo contro l'International Committee of the Fourth International (ICFI) di David North (non appartiene a lui, ne' si puo' identificare in una persona, sebbene di eccezionali doti). I vostri commenti contro il trotskismo sembrano ignorare la storia dell'ICFI, soprattutto sulla questione della rivoluzione spagnola, la "svolta francese" e la Cina. La descrizione e' piu' consona ad altre correnti cosiddette "trotskiste" dalle quali l'ICFI si e' distinto su linee di principio (dal 1953 contro i pablisti al 1985 contro la fazione di Gerry Healy). Pregherei pertanto di specificare le vostre critiche specifiche alla prospettiva del WSWS e del suo organismo internazionale, l'ICFI. Grazie.
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Caro ninel24, voglio
Caro ninel24, voglio premettere che non conosco molto bene l'ICFI. So però per certo che fa un ottimo lavoro a riguardo della diffusione di notizie sulle lotte del proletariato mondiale. Complimenti per questo!
Sfogliando velocemente i documenti sul sito, ho trovato interessanti pure le vostre posizioni di principio sulle lotte di liberazione nazionale e sul sindacato, sia pur con delle differenze importanti rispetto alle posizioni del BIPR. Ma poi, in un vostro documento si legge addirittura di "aspirazioni democratiche sociali e nazionali, legittime e irrepremibili, delle masse arabe", che non è un buon punto di partenza per stendere un programma classista e internazionalista.
Mi sembra di capire che su altri aspetti invece le vostre posizioni non si differenzino significativamente da numerosi altri gruppi trotzkisti. In questo caso, le critiche generali al "trotzkismo" sono da intendersi valide anche per l'ICFI.
Ma correggimi se mi sbaglio. Ad esempio, qual è la vostra analisi dell'URSS? Come vi ponente nei confronti di stati ad economia pianificata, ma dove non esistono soviet, o dove questi non hanno alcun potere?
E sul programma di transizione? Giudicate ad esempio "progressiva" per il proletariato la parola d'ordine della nazionalizzazione, prima di una rivoluzione proletaria?
"Trotskismo" e il problema della falsificazione storica
"Trotskismo" e il problema della falsificazione storica
Caro Mic, ti ringrazio per la tua replica. Trovo ancora difficolta' a capire esattamente quali siano le vostre critiche generali al trotskismo e come possano essere applicabili alla prospettiva dell'ICFI, come ho specificato nel mio primo post. Credo che vi riferiate a tendenze revisioniste all'interno della Quarta Internazionale, in particolare le teorie sviluppate da Pablo e Mandel, contro le quali il nostro movimento ha combattuto gia' dalla fine degli anni '40, poi maturando in una scissione nel '53 {la "Lettera Aperta" di James P. Cannon) che segno' un distanziamento dell'ICFI dalle tendenze opportuniste che si erano sviluppate. Riguardo la nostra analisi dell'URSS, consiglio "Permanent Revolution" e "Revolution Betrayed" di Trotsky per quanto riguarda il periodo di degenerazione stalinista degli anni '20 e '30. Riguardo il declino dell'URSS del 1991, l'ICFI, anni prima del collasso, aveva elaborato la prospettiva, gia' sviluppata da Trotsky negli anni '30, che l'URSS avrebbe eventualmente capitolato alle pressioni capitaliste internazionali, comprovando l'inevitabile bancarotta politica della teoria stalinista del "Socialismo in un paese". Suggerisco wsws.org per ulteriori approfondimenti. Per quanto riguarda la questione degli stati ad economia pianificata o economie che implementano nazionalizzazione di risorse, e' necessario comprendere che tali misure non equivalgono allo sviluppo automatico di una prospettiva socialista internazionalista, anzi tendono a camuffare prospettive di "Stagism", tipiche di un orientamento nazionalista di carattere piccolo-borghese (gli eventi del '27 in Cina e il Maoismo sono un esempio classico di questo tipo di degenerazione stalinista). Si rende necessario uno studio della composizione di classe degli stati in questione e della loro storia. Un esempio, naturalmente, e' Cuba, o correntemente altri stati dell'America Latina. L'ICFI ha analizzato questo tipo di sviluppi molto attentamente (nel caso di Cuba, wsws.org). Non si tratta di socialismo, ne' della strada al socialismo. Fraternamente.
Adoro scoprire nuove
Adoro scoprire nuove organizzazioni marxiste internazionali di cui ignoravo l'eistenza,appaga l'istinto settofilo che è in me :-)
Cmq Ninel,è inutile scrivere su un forum se rimandi tutte le tue posizioni ad altri testi o link!
Mic ti ha posto delle questioni molto concrete sulle masse arabe,sull'Urss,sul programma di transizione,rispondi a quelle,no?
Ma dimmi:in Italia esistete? Che tipo di lavoro politico svolgete?
Chiedo scusa ai cp del Pcint se uso il loro forum per soddisfare le mie personali curiosità... ma del resto viviamo in una società capitalista che incentiva certi comportamenti egoistici piccolo-borghesi.
BESOS
Caro Ninel, noto solo che
Caro Ninel, noto solo che già nell'affermazione "l'ICFI, anni prima del collasso, aveva elaborato la prospettiva, gia' sviluppata da Trotsky negli anni '30, che l'URSS avrebbe eventualmente capitolato alle pressioni capitaliste internazionali..." si evidenzia la fondamentale differenza d'analisi dell'Unione Sovietica che ci distingue: dal nostro punto di vista l'URSS non ha "capitolato alle pressioni capitalistiche internazionali", giacché era capitalista essa stessa, fondata cioè su un capitalismo di stato dove i proletari non contavano politicamente nulla ed erano sfruttati tanto quanto nei paesi occidentali. Il crollo dell'URSS fu dovuto alla crisi capitalistica internazionale, apertasi agli inizi degli anni '70 e tuttora in corso.
Consiglio in proposito il nostro libro "I nodi irrisolti dello stalinismo alla base della Perestroika".
Elaborazione, seppur succinta
Elaborazione, seppur succinta
Caro Pietrotskij, francamente le domande le ho poste io e si spera che attraverso il forum si possa avere uno scambio democratico affinche' tali domande possano essere soddisfatte. Riguardo la nostra presenza in Italia, la storia del partito rivoluzionario italiano e' intricata e piena di stalinismo. Il trotskismo e' stato soffocato dalla leadership del PCI gia' ai tempi di Tresso e Ravazzoli, rendendo difficile la costruzione di una linea ortodossa marxo-trotskista.
Per quanto riguardano i links, spero sia chiaro che in un forum alcune idee storiche non possano essere esposte con frasi chiave. Preferiamo l'accuratezza, se v'e' l'interesse dell'interlocutore.
Riguardo la nostra posizione sulle masse arabe, lo split avvenuto nel 1985 all'interno della nostra organizzazione, in particolare contro la tendenza di Gerry Healy, era il risultato dell'elaborazione e delucidazione di una prospettiva che condannava le tendenze nazionaliste piccolo-borghesi di opportunismo che si erano sviluppate nella sezione britannica. In quell'occasione, David North rese molto chiaro (e l'Internazionale gli diede atto) che la posizione trotskista era basata sulla difesa delle masse lavoratrici sulla base della loro appartenenza di classe, non su motivi nazionalistici o etnici, riconoscendo la vera natura non-marxista e anti-proletaria del PLO o di altre organizzazioni nazionaliste (come il Fronte di Liberazione Nazionale in Algeria). Del resto, la degenerazione di Healy era fondata su una basilare idealizzazione del Marxismo; il confronto all'interno dell'Internazionale prese luogo al piu' alto livello filosofico: in altre parole non si trattava di una leggera differenza di orientamento, bensi' di un fondamentale divario dialettico.
Sull'URSS, gia' dal 1940 la nostra posizione sulla societa' URSS era ben definita: non si trattava di socialismo, tuttavia non si poteva parlare di classi, bensi' del sorgere di una casta privilegiata. Questa differenza si evidenzio' in particolare con Shachtman e Burnham (con le dovute differenze fra i due), i quali invece affermavano che l'URSS non era piu' uno stato proletario degenerato, posizione sostenuta dai trotskisti, ma invece era un paese con mire imperialiste sull'Europa orientale. Si possono trarre conclusioni storiche ricercando lo sviluppo di codesti personaggi e la loro eventuale liquidazione del Marxismo e del materialismo dialettico (Shachtman divenne un socialdemocratico-oggi rimane Social Democrats USA-mentre Burnham addirittura divenne coinvolto nell'amministrazione Reagan). In altre parole, la nostra analisi dell'URSS riconosce la natura post-capitalista del paese, la mancanza di uno sviluppo socialista e la formazione di una casta burocratica degenerativa e parassitica da non confondersi con una classe che detiene la proprieta' dei mezzi di produzione. In questo Gek avrebbe ragione ad evidenziare una profonda differenza di analisi. In ultima analisi, il proletariato sovietico e' stato sempre il centro di attenzione e difesa dell'ICFI, come attesta la storia del movimento.
Chi frequenta il forum e non
Chi frequenta il forum e non conosce le analisi dell'URSS espresse dal trotzkismo da una parte e dal P.C. Internazionalista dall'altra, sappia che una delle differenze fondamentali è che il trotzkismo (esclusa, forse, qualche tendenza ultra-minoritaria) ha sempre definito la burocrazia sovietica una "casta", mentre il P.C. Internazionalista l'ha sempre riconosciuta come "classe", proprietaria - non da un punto di vista formale, ma nel concreto - dei capitali e dei mezzi di produzione del paese.
Ma vi rendete conto...
Ma vi rendete conto...
Di quello che affermate,in questo modo come potete pensare che qualcuno si possa avvicinare a questo sito,queste sono elucubrazioni piccolo-borghesi,le persone hanno difficolta' a capire l'abc del marxismo [...] provate a stare tra le masse,a portare il verbo rivoluzionario,mi ero avvicinato a questo sito ed avevo chiesto dei chiarimenti,per tutta risposta mi e' stato detto di rivolgermi al 'centro',??,le persone,le poche che hanno un minimo di coscienza di classe,se per caso entrano qui,ne escono subito stravolti dal tipo di discussione che vedono,sperate forse che un ventenne,che si avvicina al marxismo possa capire quello che dite??,o un proletario che lavora dalle otto alle dieci ore al giorno,ha la voglia di capire,la polemica sulla natura dell'Urss??...Tornate con i piedi per terra compagni...........
la gente si avvicina
la gente si avvicina partecipando alle lotte pero non vuol dire che non si possa parlare di altri argomenti questo forum era criticato perchè non era abbastanza colto ora tu dici che è troppo colto.non facciamo mai nulla di giusto sig sig.il consiglio di rivolgerti al centro è perchè il forum non è il posto giusto per 1 analisi approfondita
Ciao Mauricered, secondo me
secondo me*
Ciao Mauricered,
secondo me Raes ha ragione nell'evidenziare quegli aspetti; in ogni caso, in un forum si può discutere di tutto e a livelli diversi, a seconda della preparazione e degli interessi di chi interviene. Se ci sono questioni che possono apparire stratosferiche, può essere un'occasione per cominciare ad informarsi, ad approfondire la propria preparazione.
Siccome non posso intervenire spesso sul forum, scusa se ti costringo a ripterti, ma quali erano le questioni da te poste e che non sono state affrontate? Potresti, se ti va, riproporle?
Sulla faccenda dell'operaio che non ci capirebbe nulla di ciò che si sta discutendo, è una questione vecchia come la storia del movimento operaio/comunista. Putroppo, oggi, il livello politico è talmente basso, che nella quasi totalità dei casi non solo un operaio, ma, come hai detto tu stesso, la "gente" in generale non ci capirebbe proprio nulla. Senza voler in alcun modo negare che questo sia uno dei problemi più importanti che devono affrontare i moderni rivoluzionari, bisogna però tenere preente che, in particolare in questa schifosissima epoca,il proletario "medio" è già tanto se legge la Gazzetta dello sport. Ma, visto che probabilmente ritieni queste considerazioni astratte e "aristocratiche", sarei sinceramente contento se tu avessi qualche suggerimento da dare: la critica è un esercizio imprescindibile dei rivoluzionari, ma per non restare nel campo delle intenzioni o, peggio ancora, nella torre d'avorio della supponenza, bisognerebbe avanzare qualche proposta. Lo dico senza nessun intento polemico, ma, appunto, sinceramente desideroso di ascoltare ed eventualmente accogliere siggerimenti, indicazioni, ecc. ecc.
Ciao,
Smirnov
La cultura del filistinismo
La cultura del filistinismo
Caro Mauricered,
Nonostante questo forum manifesti una moltitudine di prospettive politiche (com'e' giusto che un forum politico serva proprio la funzione di confronto), la prova che presenta e' il fatto che in politica non vi sono scorciatoie. Rimettersi ad una fraseologia piu' elementare e' conosciuto come opportunismo politico (vedi proprio i vari gruppi cosiddetti "trotskisti" francesi come LO o LCR o PT), una tendenza di adattamento alle traiettorie soggettive presentate dalla classe lavoratrice che presto cedono alle richieste della borghesia, in quanto classe dirigente e decisionale.
Una funzione fondamentale del Marxismo e' proprio quella di tracciare ed estrarre, attraverso il metodo dialettico, una traiettoria oggettiva degli eventi basata su una prospettiva di principio, non una di centrismo (vedi PRC) ne' di opportunismo (gli esempi sono numerosi, incluso lo stesso PRC). Se cerchi un tipo di politica che si adatti al soggettivismo, le opzioni gia' le hai nel presente spettro politico italiano.
Il motivo per cui una discussione sulla natura dell'URSS assume importanza fondamentale e' proprio quello di tracciare un'analisi accurata del significato di tali eventi per la classe lavoratrice. Come altro sarebbe possibile fare cio'? Pensa, ad esempio, alla liquidazione del PCI in Italia avvenuto dopo il 1991 (ovviamente non fu una coincidenza) e all'eventuale incapsulamento nei partiti odierni (in particolare DS, PRC e PdCI): com'e' possibile affrontare un discorso di principi politici senza analizzare le posizioni riguardo la dissoluzione dell'URSS, il primo stato creato da una rivoluzione proletaria?
Nonostante sembri ovvia una fondamentale discrepanza di posizione fra l'ICFI e l'IBRP, credo sia condiviso l'interesse per una delucidazione che possa aiutare la classe lavoratrice nel suo ruolo storico di cambiamento e riorganizzazione del mondo sulla base del soddisfacimento delle necessita' umane. Senza tali chiarimenti, quale dio pensi che la classe lavoratrice seguirebbe? Quello piu' bello? o forse quello piu' arrogante e rumoroso? La decadenza del capitalismo ha creato un vuoto culturale senza dubbio difficile da colmare, ma altrettanto inequivocabilmente necessario da riempire. Tale vuoto di carattere filistino tende a desensibilizzare la classe lavoratrice all'essenza del Marxismo, riepilogabile in consapevolezza storica, riconoscimento degli interessi di classe e accuratezza scientifica dell'analisi degli eventi.
Non e' una coincidenza che la borghesia abbia creato un sistema in cui il lavoratore sia oppresso al punto di perdere interesse nell'istruzione e nella cultura: la religione viene utilizzata in maniera simile contro il proletariato al fine di mantenerlo lontano da un approccio scientifico all'epistemologia. Nell'aumentare la coscienza politica della classe operaia, la leadership rivoluzionaria deve chiarire l'importanza di tutto cio' ai lavoratori, studenti e pensionati che, come te, si trovano in una situazione di demoralizzazione e disorientamento politico causata da reali condizioni che evidenziano ancor piu' le contraddizioni di cui il capitalismo e' gravido.
In ultimo, bisogna fare molta attenzione al generalizzare. Mentre le condizioni che confrontano il proletariato sono schiaccianti e peggiorative, sarebbe un errore o un segno di disdegno verso il proletariato pensare che esso sia cosi' ignorante, intellettualmente impotente e incapace di reclamare il proprio ruolo storico. Una prospettiva del genere e' alquanto anti-rivoluzionaria, poiche' non carpisce la funzione e il potenziale della classe operaia. I proletari sono perfettamente in grado di capire la politica. Gli eventi del 1917 ne sono profonda prova. La degenerazione che segui' e' tutt'altra storia, altrettanto importante. Fraternamente.
Ninel,tu hai
Ninel,tu hai detto:
Scusa,mi spieghi in che modo una delucidazione tra l'ICFI e l'IBRP sulla natura dell'URSS aiuterebbe la classe lavoratrice?
Trattasi di posizioni diverse che si sono cristallizzate più di 70 anni fa.
I compagni del PCint conoscono sicuramente "la rivoluzione tradita" di Leone,e non ne condivisono le conclusioni. Tu immagino conosca la teoria del capitalismo di stato,e comunque ci sono in internet anche su questo sito dozzine di spiegazioni in merito.
Voltiamo pagina,dai!
Dicci piuttosto cosa fate voi in Italia,cosa fai tu,quale tipo di lavoro politico proponi,ecc...
Con simpatia
Delucidazione (?)
Delucidazione (?)
La risposta alla tua domanda sta nei miei posts precedenti. Non mi riferivo certo ad una delucidazione a braccetto fra l'ICFI e l'IBRP. Al contrario, le nostre differenze sono esattamente il materiale su cui la classe lavoratrice dovra' elaborare e decidere in un momento storico che presenta un potenziale rivoluzionario la direzione da intraprendere, alla luce delle rispettive analisi. Riguardo il nostro lavoro in Italia, anche questo l'ho menzionato sopra. Se ti puo' interessare, siamo al momento impegnati in campagna politica per le midterm elections negli USA. Le difficolta' dell'alquanto anti-democratico sistema elettorale americano impongono grossi sforzi di petizione ed istruzione. Non crediamo, naturalmente, al parlamentarismo, tuttavia la situazione socio-politica corrente negli USA presenta un'opportunita' politica immensa di raggiungere nuovi strati di popolazione radicalizzata. Inoltre, il WSWS e' il nostro centro editoriale, il sito socialista piu' letto al mondo, con una audience internazionale di decine di migliaia di lettori giornalieri, supporters e contributori. Personalmente mi occupo della preparazione marxista di un gruppo studentesco, Students for Social Equality, un gruppo affiliato al Socialist Equality Party.
Lunghezza interventi
Lunghezza interventi
Cari compagni, caro ninel24, vi rammento che questo è un forum di discussione in cui, per scelta editoriale, non è ammessa la pubblicazione di articoli, volantini, e neppure interventi fiume. Vi prego di limitare la lunghezza dei vostri interventi a non più di 10-20 righe. Non costringeteci a tagliarli, come avvenuto in passato...
Saluti.
Il problema dell'URSS non è
Il problema dell'URSS non è una semplice curiosità storiografica, non è una spocchiosità da intellettualoidi-fuori-dal-mondo... ma un nodo fondamentale che il movimento comunista deve sciogliere, per non ricadere in nuove e più gravi tragedie storiche, dopo quella vissuta dalla Rivoluzione Russa.
Riconoscere alla Russia degli anni '40 un ruolo da paese imperialista, e poi definirla post-capitalista, a me pare solo un espediente per rilanciare la politica di "due pesi e due misure". La Russia di Stalin, se considerata qualcosa di diverso da quello che era, ossia un paese a capitalismo di stato, andava in qualche modo sostenuta dal proletariato... secondo i trotzkisti di tutte le risme. Qui vengono fuori le differenze del trotzkismo rispetto all'internazionalismo. O rispetto al leninismo, se vogliamo: il "disfattismo rivoluzionario" di Lenin non ammette distinzioni tra imperialismi.
Esistono poi altre questioni correlate a questa, ed altrettanto fondamentali, che distinguono il BIPR dai vari gruppi trotzkisti, tra cui credo cada pure l'ICFI:
1) Secondo il marxismo, e secondo noi, lo stato non è una entità estranea alla lotta di classe, ma uno strumento nelle mani della classe borghese, e tale rimane finchè ad esso non si sostituisce il potere dei soviet. La nazionalizzazione non è una parola d'ordine del proletariato, ma del capitalismo imperialista.
2) Pianificazione dell'economia non significa altro che pianificazione dell'economia //capitalista//, pianificazione dello sfruttamento. Questo resterà vero finchè tutto il potere non finirà nelle mani dei lavoratori, che con meccanismi assembleari potranno organizzare finalmente la produzione non per generare profitto, ma per soddisfare i bisogni umani.
3) "Tutto il potere ai soviet", gridava Lenin. Senza potere proletario, è impossibile costruire alcunchè di socialista, e tanto più è assurdo parlare di stato proletario, sia pur degenerato.
Ma, come dice giustamente Pietrotskij, ci sono già dozzine di documenti al riguardo, e non mi sembra che qui stiamo aggiungendo qualcosa di nuovo.
il più vivo consiglio è di
il più vivo consiglio è di leggersi " struttura economica e sociale della russia d'oggi "
I recenti sviluppi degli anni novanta, nulla hanno smentito di tale impostazione, e confermato la dottrina marxista.
Il movimento troskista non ha mai prodotto una visione organica della rivoluzione e controrivoluzione in Russia, Lo stesso compagno Trotsky negli anni trenta era troppo impeganto in beghe di politica per poter dedicare le sue attenzioni ad uno studio sereno e non legato alla contingente battaglia di retroguardia. Le posizioni sulla natura degenrata dello stato proletario sicuramente le avrebbe riviste se non fosse stato assassinato dagli stalinisti. Fa discpiacere vedere gli epigoni che si rifanno al grande maestro civettare braccio a braccio con gli epigoni degli assassini di allora.
Strategia trotzkysta...
Strategia trotzkysta...
Speriamo che diano una rivisitina alle loro teorie.Vivere del passato porta a poco, per quanto riguarda il presente il nostro non è nemmeno ipoteticamente uno stato proletario "degenerato"quindi tutto il rispetto per il sistema attuale ha oggi meno che mai, del rigore logico.Senza voler offendere, credo e non sono il solo a pensarlo, che seguire gli sviluppi della democrazia borghese per i fini socialisti, si ritorca contro gli stessi esponenti di quella determinata frangia socialista.
Salù
Socialismo
Socialismo
Marx e Lenin predissero che uno stato derivante da una rivoluzione socialista avrebbe un carattere dualistico: uno socialista che difende la proprieta' socializzata contro la ristorazione capitalista, e uno borghese, appunto lo stato, che presiede le inuguaglianze. Descrissero lo stato transitorio come stato proletario "borghese", seppure non v'e' borghesia. Secondo Marx (e Trotsky) queste inuguaglianze debbono recedere al passo con lo sviluppo in direzione socialista e con la disintegrazione dello stato. Trotsky dimostro' che la contraddizione fra le forme di proprieta' (socializzate) e le forme di distribuzione (privilegi della casta burocratica) non potevano continuare a svilupparsi in perpetuita'. Tale contraddizione doveva risolversi. O le forme di distribuzione si subordinavano alle relazioni di proprieta' socialiste (rivoluzione permanente), cioe' divenendo piu' equalitarie, o il principio borghese avrebbe superato la distribuzione e consumato le forme di proprieta'. Lo sviluppo di perestroika dal 1988, nonostante la posizione formalmente leninista di Yeltsin (che attaccava Gorbachev da sinistra nei tre anni precedenti e che si dimostro' naturalmente un cavallo di Troia), confermo' che lo smantellamento delle basi socialiste di quelle relazioni culmino' in un ordine capitalista, o meglio, in un caos capitalista. Il processo e' stato accompagnato da un catastrofico declino della cultura (il filistinismo di cui sopra) e dell'economia.
Trotsky sulla burocrazia
Trotsky sulla burocrazia
La burocrazia dominante non puo' reagire altro che in furto sistematico. Cio' crea un sistema di gangsterismo burocratico. Queste sono alcune delle posizioni ufficiali dell'ICFI.
Ninel,così su due piedi non
Ninel,così su due piedi non trovo nessuna differenza tra la posizione ufficiale dell'ICFI e quella del movimento Trotskista in generale. Insomma,nulla che Leone non abbia già scritto nella "rivoluzione tradita".
Dove starebbe la vostra peculiarità?
Forse nell'uso disinvolto della parola "filistinismo",che non mi risulta faccia parte della lingua italiana...
I britannici dicono "Philistinism",per intendere il comportarsi da Filisteo. Ma in Italia che io sappia non esiste un termine corrispettivo.
BESOS
Semantica
Semantica
Filistinismo=Filisteismo appare:
In Lenin: "Che Fare?"
In Lenin: "Sulla parola d'ordine degli Stati Uniti d'Europa"
In Lenin: "La rivoluzione proletaria e il rinnegato Kautsky"
In Trotsky: "Lenin e l'internazionalismo"
Che fine ha fatto il censore ?
Che fine ha fatto il censore ?
Aiuto !
A leggere queste fesserie mi viene un nodo allo stomaco. Ma questo è un forum degli internazionalisti o dei sotenitori dello stato proletario degenerato?
Le posizioni "formalmente leniniste di Yeltsin" ? Ma di cosa stiamo parlando ?
Più che trostkysti mi sembrano waltedisneisti.
Le opposizioni alla degenrazione della terza internazionale e alla controrivoluzione montante furono diverse. La nostra, quella della Sinistra Comunista costituitasi in Partito a livorno 1921, ( il nome Sinistra Comunista, viene da lì, la sinistra Comnista del partito socialista e non come comunisti di sinistra) non ne fece una questione di demoscrazia e brama di potere , ma si ripropose di analizzare i rapporti di classe sia nello stato russo sia a livello mondiale per comprendere la mutata sovrastruttura.
Con l'opposizione di sinistra russa ed internazionale negli anni trenta discutevamo e argometavamo le nostre diverse impstazioni di fondo. Speigatemi come posso discutere con coloro che parlano della russia degli anni '90 come stato proletario degenerato. Che siamo degenarati anche noi?
Yeltsin
Yeltsin
Caro Spartaco, alla conferenza di partito del 1986, Yeltsin entusiasticamente menzionava parole di Lenin: "L'inuguaglianza sociale distrugge la democrazia, porta alla degradazione del partito e diminuisce la reputazione dello stesso". Tre anni dopo pose la domanda retorica in parlamento: "Perche' milioni di persone nella nostra societa' vivono sotto la soglia di poverta', mentre altri letteralmente vivono come signori indulgenti nel lusso?"
Nel suo libro, apparso nel 1991, si legge "Non posso mangiare storione quando so che i miei vicini non possono nemmeno permettersi il latte per i bambini. Mi vergogno di usare medicine costose perche' so che molti miei concittadini non si possono nemmeno permettere l'aspirina".
Nella sua campagna elettorale promesse che la sua politica sarebbe stata al servizio del popolo. Questo populismo che si appellava al senso popolare di giustizia, lo porto' al potere. In cio' che ho scritto sopra, e' molto evidente il tono critico nei confronti di questo burocrate.
Il suo attacco da sinistra era naturalmente una montatura per attrarre sentimenti popolari genuini, non era certo una posizione di principio. Credo quindi che tu abbia profondamente frainteso il senso della mia analisi (ho anche menzionato che si trattava di un cavallo di Troia), che invece punta a super-ladri come Yeltsin con la specifica intenzione di esporli per cio' che sono.
Occhei,ma non hai ancora
Occhei,ma non hai ancora risposto alla mia domanda. Sei entrato nel forum sbandierando la differenza dell'ICFI rispetto alla tradizione del pensiero trotskista,ma la tua analisi dell'URSS non mi pare si discosti particolarmente da quella di altre organizzazioni trotskiste.
Spiegaci qual'è la vostra particolare prospettiva... se ti va,ovviamente.
BESOS
Trotskisti e opportunisti
Trotskisti e opportunisti
Ho gia' accennato agli Shachtmanites e ai Pablisti. Per approfondimenti, sono stato incoraggiato dal webmaster a contenere gli interventi, quindi a mia volta incoraggio una visita alla sezione "History" del WSWS. Questi sono punti che non possono essere intelligentemente esposti in poche righe. Tuttavia, oltre a cio' che ho gia' esposto sopra, in relazione ai Pablisti, la scissione all'interno della Quarta Internazionale vertiva proprio sulla prospettiva riguardo l'URSS.
La loro posizione in essenza aveva liquidato la funzione storica della classe lavoratrice, deferendo alla burocrazia stalinista il ruolo storico di leadership della trasformazione da capitalismo a socialismo. In altre parole, in base alla loro analisi, la burocrazia russa era l'unica opportunita' di avanzamento per il proletariato, nonostante la sua natura "deformata".
A questa visione revisionista James P. Cannon oppose la prospettiva trotskista-ortodossa di mobilitare la classe lavoratrice russa e internazionale e prepararla all'esautorazione del potere burocratico attraverso la rivoluzione, ferma restando l'analisi della societa' sovietica e delle relazioni di proprieta' che ho esposto sopra (mezzi di produzione socializzati, mezzi di distribuzione non ancora tali).
La scissione del 1953 e' una tappa fatale nel movimento trotskista. Produsse due correnti principali, il trotskismo ortodosso di Cannon (la scissione del 1985 fu infatti un eco di quella del '53) e l'opportunismo di gruppi come i partiti francesi di sinistra (Lutte Ouvrière, Ligue Communiste Révolutionnaire, Parti des Travailleurs) o, in Italia, all'interno di PRC (o all'esterno nominale, come Ferrando). Tali correnti opportuniste rappresentano un ulteriore tradimento della classe lavoratrice. Su questa base, la posizione dell'ICFI e' inequivocabilmente in enfatica opposizione a questi tipi di revisionismo e bancarotta politica. Tali gruppi non sono da considerare trotskisti solo perche' cosi' auto-definiti.
e l'imperialismo europeo?
e l'imperialismo europeo?
Sono d'accordo con Spartaco, e il censore che fine ha fatto??qua sembra di essere sulla luna... Ma dobbiamo discutere del "burocrate" (???!!!!) Eltsin?? Tra un pò interverrà qualche altro "rivoluzionario" a parlare di Cina socialista degenerata??? o dei burocratidel PCC ??!!
Perchè non parliamo allora delle posizioni socialimperialiste di tutti i trotskisti sull'imperialismo europeo? Giustamente su BC 4/2006 scriviamo che l'Europa si sta candidando a diventare un "grande polo imperialistico":questa sì che è veramente una cosa importante, anzi direi cruciale!
La borghesia europea nel confronto sempre più serrato tra tutte le potenze deve darsi inevitabilmente i suoi strumenti di azioni politica (vedi la pluralità di sovrastrutture europee giàesistenti, vedi il dibattito sulla Costituzione europea...)di proiezione militare, di influenza ideologica, ed è ovviamente compito cruciale per gli interenazionalisti europei combattere l'imperialismo europeo in tutte le sue forme e in tutte le sue ideologie!
I trotskisti sono TUTTI, per quanto ne so, su posizioni di sostegno all'imp europeo! Succubi magari anche loro dell'ideologia dell'Europa potenza benigna ed epigoni delle posizioni sbagliate del rivoluzionario Trotsky sull'Europa...
Uhm,e tanto per curiosità
Uhm,e tanto per curiosità quali sono le posizioni sbagliate ,sull'Europa, di Trotskij?
Comunque conosco vari gruppi di ispirazione Trotskista che non appoggiano l'imperialismo Europeo (o per meglio dire gli imperialismi europei)...
Che bella frase fatta, caro
Che bella frase fatta, caro Vatsetis...piuttosto poco documentata.
Trovami un solo articolo o un riferimento da parte del mio gruppo, PC Rol, che si rifà al Trotzkismo conseguente, ad una presunta Europa come potenza di pace o ad un sostegno alla costruzione e all'allargamento dell'EuroStato.
Non si fa molta strada con la disinformazione e il dileggio.
Non ne sarei tanto sicuro.
Non ne sarei tanto sicuro. Berlusconi,tanto per fare un esempio, con la disinformazione e il dileggio è diventato presidente del consiglio...
Le nostre critiche ai gruppi
Le nostre critiche ai gruppi trotzkisti sono tante, ma non c'è quella di appoggiare l'imperialismo europeo. Certo, lo fa senz'altro Rifondazione, indirettamente, quando tira in ballo l'ONU nelle controversie internazionali e, molto più direttamente, ora che è al governo e chiude entrambi gli occhi sulla presenza militare italiana in Afghanistan e nei Balcani, senza spendere poi tante energie per il ritiro immediato dall'Iraq, che è tutto da vedere. I compagni di FalceMartello sono in Rifondazione per cui, nonostante la loro buona fede, il dato di fatto è che stanno in un partito che fa parte di un governo borghese e militarista come tutti gli altri. Fino a quando si può tenere il piede in due scarpe senza inciampare?
p.s.) per Vatsetis: tu dici "su Battaglia 4/2006 scriviamo..." Come "scriviamo"? NOI di Battaglia comunista SCRIVIAMO sul nostro giornale, ovviamente. Ma tu? NON SEI di Battaglia, quindi NON SCRIVI sul nostro giornale.
Per la precisione.
Ringrazio Gek per aver
Ringrazio Gek per aver chiarito la posizione di Battaglia su questo punto.
Già, mi chiedo proprio come
Già, mi chiedo proprio come facciamo i compagni di F&M a far quadrare la loro coscienza con la politica antiproletaria e borghese di Rifonda di cui condividono in tutto e per tutto la sporca bisogna antiproletaria. E' un mistero che non sono mai riuscito a spiegarmi, e mi riferisco a quelli in buona fede e che conosco. Con che faccia andate in giro a dire che siete comunisti? D'altra parte, avevate già appoggito Prodi, condividete la responsabilità del pacchetto Treu e della vera fondazione della precarietà; ora state al governo coi bombardatori alla D'Alema, partecipate all'occupazione militare dell'Afghanistan, condividerete le mazzate che Padoa- Schioppa si appresta a mollarci sul groppone, insomma, siete un ingranaggio, per quanto piccolo della borghesia italiana: non sarebbe il caso di cambiare nome e o di uscire, almeno per decenza, dal partito del non-violento Bertinotti che è diventato uno dei pezzi da novanta dello stato borghese, violenza concentrata nelle mani della classe dominante?
Ah Pietrotsky, datte 'na mossa o andatevene a nascondervi!
Smirnov
Smirnov,non possiamo
Smirnov,non possiamo cambiare nome,spiazzeremmo migliaia dei nostri fedelissimi lettori.
E poi lasciare Rifondazione per fondare l'ennesimo micro-partitino comunista sarebbe ridicolo.
Su questo tema invito tutti a leggere l'articolo di Michele Serra sull'espresso di questa settimana.
Ve lo incollerei qui,ma incorrerei nelle giuste ire del webmaster. Comunque chi lo vuole leggere può incollare nella barriera degli indirizzi questo breve testo,e poi fare invio... espresso.repubblica.it
anche a me sembra
anche a me sembra contraddittorio l atteggiamento di falce e martello.pietraski come mai non siete mai citati da repubblica fra le minoranze di rc?
ovviamente volevo scrivere
ovviamente volevo scrivere pietrotskij rimettete la possibilita di modificare i messaggi per favore
Vabbè, l'articolo di Serra
Vabbè, l'articolo di Serra è una presa in giro, Voglio sperare che FM abbia delle ragioni più valide per rimanere dentro Rifondazione.
Perchè se è vero che anche PC ROL è uscito solo da pochi mesi, l'argomento che non vale la pena uscire per fondare un altro partitino non sta in piedi.
Dal momento in cui un partito, che pure è sempre stato riformista, entra a far parte e copre tutte le infamie che sta già facendo o annunciando l'attuale governo, non ci si può pure differenziare come fanno le minoranze interne, tipo i vari Grassi o Malabarba che dicono che la missione in Afghanistan non la votano.
Hanno votato la fiducia a quello stesso governo che adesso sta...mantenendo in pieno quelle che erano le aspettative! Niente di cui meravigliarsi.
Anche perchè, si fa una caricatura dello stesso entrismo pensando che questo sia fine a sè stesso.
falce e martello
falce e martello
F&C è una frazione trotzkista?
se è così siamo a 3, dopo il PC-rol e il PCL di ferrando.
cmq le analisi di F&C sono...come dire...imbarazzanti! mi capitò di leggere qualche loro articolo sul venezuela, con chavez dipinto come un rivoluzionario comunista....!
Socializzazione, no
Socializzazione, no nazionalizzazione! Poveri popoli, in balia di una nuova classe politica se non borghese, sicuramente filo-borghese.
hai dimenticato sinistra
hai dimenticato sinistra critica e siamo a 4
Raes,repubblica non ci cita
Raes,repubblica non ci cita perchè,da buon giornale borghese,ci teme.
Lev,se hai letto su un giornale che Chavez è un rivoluzionario comunista,ti garantisco che non era FM! Comunque non farti mettere in imbarazzo da qualche articolo,la politica è anche questo...
Mont Ventoux,sto pensando anche io alla scissione,anche perchè Rifondazione non è più la stessa da quando tutti e quattro voi ci avete abbandonati.
Ciao Pietrotsky, hai dello
hai dello*
Ciao Pietrotsky,
hai dello spirito, lo so, ma mi sa che questa volta sappia di patata. E' un buon sistema quello di uscire da situazioni imbarazzanti facendo dell'umorismo, ma il fatto è che la situazione imbarazzante è la vostra natura.
Cisa farete quando Padoa-Schioppa darà giù di scure sui lavoratori? Lo denuncerete alla classe, pur rimanendo dentro Rifonda perché lì ci sono le masse a cui stare vicino? Sì, vicino come il macellaio sta vicino alla besta da abbattere.
Ciao Pietrotsky,
Smirnov
PS Forse non qualifichere Chavez come comunista, ma come apripista della rivoluzione - da appoggiare, duqnue - sì. Certo che all'opportunismo la fantasia non manca...
Senti Pietro, il punto non
Senti Pietro, il punto non è quanti sono in PC ROL, in FM o in Battaglia, dal momento che se Rifondazione fosse davvero un partito rivoluzionario, sempre volendo ragionare con la logica dei numeri, il che significa affrontare il problema solo parzialmente, avendo 80000 iscritti e il 6% circa a livello elettorale, potrebbe porre davvero le basi con questi numeri per fare la rivoluzione.
A cosa ti servono gli 80000 "compagni" di un partito che regala le tessere per far pesare il ruolo delle federazioni provinciali in sede nazionale?
Ci discuti con i "compagni" arruolati perchè fratelli o sorelle del segretario?
Lo sai bene che non servono proprio a niente, e che la pretesa di interloquire con quei settori di base del PRC sinceramente comunisti rimane sicuramente valida, ma è solo una scusa il ritenere che con essi non si potrebbe più parlare perchè si esce in pochi dal PRC e non si ha voce.
E il ruolo di avanguardia allora, dove va a finire? Può seguire Bertinotti con la spilletta della pace alle parate militari?
Per quanto riguarda Sinistra
Per quanto riguarda Sinistra Critica comunque, non credo che loro si ritengano trotzkisti e quindi secondo noi leninisti, ma che il riferimento a Trotzki sia stato per loro sempre un semplice modo di dichiararsi anti-stalinisti.
A tale proposito, vi fu qualche tempo fà, una esplicita dichiarazione di una importante esponente di Sinistra Critica, Flavia D'Angeli, che diceva chiaramente di non considerarsi trotzkista.
La natura di quella organizzazione è sempre stata Guevarista, diciamo movimentista radicale, e le semplificazioni dei giornali borghesi che nei congressi del PRC la mettevano fra le minoranze trotzikiste sono da considerarsi come delle pure semplificazioni.
Smirnov,Mont Ventoux,se
Smirnov,Mont Ventoux,se rispondo alle vostre domande o critiche con un pò di ironia (e non con motivazioni politiche) è solo perchè in realtà so benissimo che voi conoscete perfettamente la mia posizione,e quella di FM,su tutte le questioni da voi esposte.
E io so bene come risponderete a ogni mia replica! :-)
Non la pensiamo alla stessa maniera?Amen.
Devo veramente mettermi per l'ennesima volta a parlare di entrismo,o di Chavez,o di prospettive politiche?
Non condanniamoci a ripetere sempre le stesse cose,o ci verrà la sindrome di beautiful...
Quello che dice Pietrotskij
Quello che dice Pietrotskij è vero, ma il fatto è che, agli occhi di chi come noi ha sempre agito fuori e contro le forze politiche della borghesia - di cui Rifondazione è parte integrante e lo sta ora dimostrando egregiamente - risulta davvero strano, per certi versi incomprensibile questo cocciuto sperpero di energie potenzialmente comuniste dentro un partito del fronte opposto...
La storia insegna poco, temo.
Magari uno spera che di fronte al servizio così evidente, incontestabile, che Rifondazione sta oggi rendendo alla classe dominante, qualche militante di base apra finalmente gli occhi e decida di non prestare più se stesso a chi rema contro il comunismo.
Pietrotsky, ma se non
ma se non*
Pietrotsky,
ma se non parliamo anche di queste cose, che ci veniamo a fare sul forum? Lo dico senza neanche l'ombra di polemica: è solo una constatazione. So benissimo come le pensi, e viceversa, ma si parla, appunto. te la sei presa per lo spirito di patata? E' ben più grave il fatto che tu ora faccia parte di un governo borghese.
Ciao Pietrotsky, alla prossima,
Smirnov
Trotsky e l'Europa
Trotsky e l'Europa
Trotsky nel settembre 1914, nell'opuscolo "La guerra e l'Internazionale" sosteneva la parolad'ordine degli "Stati UNiti d'Europa"; ancora nel 1929, nellarticolo "Il disarmo e gli Stati Uniti d'Europa" rilancia la stessa parola d'ordine, questa volta in funzione antistalinista: "la formula: Stati Uniti sovietici d'Europa esprime l'idea che il socialismo è impossibile in un paese solo"
Tuttavia Lenin il 23 agosto 1915 in "Sulla parola d'ordine degli Stati Uniti d'Europa" sostiene che essa "E' SBAGLIATA" perche gli Stati Uniti d'Europa sono in regime capitalistico o impossibili, oppure REAZIONARI, cioè IMPERIALISTI, ed è quindi evidente che rivendicarli da parte del partito rivoluzionario sarebbe strategicamente sbagliato, anche, sottolinea, nella forma di Stati socialisti d'Europa...
Oggi che la borghesia europea marcia, ovviamente non senza contraddizioni,ma a grandi passi, nella direzione degli "Stati Uniti d'Europa" reazionari e imperialisti, nella lotta (che già prospettava Lenin nello stesso articolo) con le altre potenze per la spartizione del mercato mondiale. mi sembra evidente che aveva ragione Lenin e che Trotsky si sbagliava.
Mi sembraanche evidente per qualunque internazionalista oggi è quindi prioritario schierarsi CONTRO l'imperialismo europeo.
NOn intendo dileggiare nessuno, nè sono un "settofilo" e quindi non ho approfondito certo tutte le posizioni dei gruppi trotskisti. Ma intendo difendere l'internazionalismo! non basta dire che NON ci si schiera con l'imperialismo europeo, bisogna anche vedere se si TACE su di esso o se si fa dell'ANTIIMPERIALISMO A SENSO UNICO, ad es solo ANTIAMERICANO...Di sicuro Bertinotti (non so i trotskisti che sono in rifondazione...) è filoimperialismo europeo...
Un saluto internazionalista
Antiimperialismo a senso
Antiimperialismo a senso unico, cioè antiamericanismo, lo fanno moltissimi gruppi movimentisti dei centri sociali, come quelli che nei cortei bruciano le bandiere americane e istraeliane.
Non mi pare quindi che ci sia bisogno di pararsi dietro all'icona di Trotzki per fare dell'antiamericanismo...lo fa la stessa Rifondazione, quando per bocca di Bertinotti fa la battaglia contro la Coca Cola.
Direi piuttosto che la posizione di Rifondazione sia quella classica del social-imperialismo, dal momento che si batte "per un'altra Europa", una presunta Europa sociale contro quella liberista.
Ma anche qui, cosa c'entra Trotzki, o chi crede di rappresentarne coerentemente le idee?
credevo che sinistra critica
credevo che sinistra critica si richiamasse al giornale bandiera rossa e a maitan comunque non sono un esperto
Si, il gruppo è quello, e
Si, il gruppo è quello, e Maitan ha avuto sicuramente un ruolo importante nella diffusione dei testi di Trotzki in Italia a partire dagli anni 60. Sue sono le traduzioni in italiano di importanti tesi di Trotzki, ma la corrente internazionale nella quale i vari gruppi di Maitan hanno militato, il segretariato unificato della quarta internazionale, i cosiddetti Pablisti, hanno sempre rappresentato l'ala opportunista del trotzkismo. L'organizzazione più importante di quel raggruppamento, l' LCR francese, nel suo penultimo congresso ha dichiarato superata, secondo il 75% dei delegati, la lotta di classe.
Non credo che d'altronde non abbiate mai letto un documento del gruppo di Bandiera Rossa, anche quelli preparati per i congressi del PRC. Lì emerge chiaramente non solo il loro opportunismo, quando dicono che si può stare al governo nel capitalismo facendo pressione su Prodi (questa è l'ultima versione), ma in generale la loro posizione del tutto appiattita sul movimento no-global, p l'insistenza sterile sul ruolo giocato dai movimenti, che secondo loro rappresentano il vero soggetto del cambiamento.
Insisto sul fatto che, a maggior ragione dopo la morte di Maitan, non ci tengono mimimamente a essere definiti trotzkisti.
La cosa ridicola è che così li consideri la stampa.
Smirnov,non me la sono mica
Smirnov,non me la sono mica presa figurati,non sono permaloso... a volte risposte ironiche possono sembrare piccate via forum o sms... di persona non ci sarebbero stati fraintendimenti.
Dato che insistete tanto risponderò a tutte le questioni sollevate da te,Gek e Mont Ventoux.
Però poi non dite che i Trotskisti usano il vostro forum per propagandare le proprie idee :-)
Chiedo in anticipo scuse al web master per la lunghezza del testo,ma la colpa è di Smirnov,non mia!
Credo che i Marxisti debbano appoggiare qualsiasi governo che attui una politica realmente progressista,e che materialmente agevola le condizioni di vita dei lavoratori,senza per questo mai smettere di lavorare per l'abolizione del capitalismo.
Chavez in Venezuela sta attuando politiche del tutto favorevoli nei confronti del proletariato,e si sta anche orientando (per ora in modo confuso) nella direzione di superare il sistema capitalistico.
Non è un rivoluzionario comunista ovviamente,ma non è certo un nemico dei lavoratori,anzi...
Prodi invece è certo un nemico dei lavoratori,e Bertinotti e compagnia sono i suoi reggicoda nel movimento operaio. E allora,che fare?
Dentro Rifondazione non ci sono solo opportunisti e parenti di opportunisti,è invece un partito a cui si rivolgono gli elementi più onesti e combattivi della classe operaia e dei giovani,e molti iscritti e tesserati potrebbero diventare degli ottimi rivoluzionari.
La lotta di frazione all'interno del PRC serve a sottrarre gli elementi onesti dalle grinfie dei dirigenti e portarli su posizioni rivoluzionarie. E' ambizioso,ma non impossibile.
Il fatto che Rifondazione sia al governo non rappresenta un salto di qualità della sua natura,ma solo il naturale risultato dell'opportunismo del gruppo dirigente.Ma il PRC resta il partito egemone nei settori più coscienti della classe operaia.
L'unione Europea o la zona dell'Euro non sono un blocco imperialistico. Anzi l'imperialismo Britannicco,Francese,Tedesco,ecc.hanno interessi del tutto contrapposti in molte zone del mondo,in particolare nel continente Africano(ma non solo).
Non credo che l'unificazione dell'Europa possa arrivare su basi capitalistiche,comunque staremo a vedere.
Ad ogni se scoppiassero rivolzuioni socialiste in Europa penso che i paesi in cui la rivoluzione fosse vittoriosa dovrebbero federarsi subito,per appoggiarsi a vicenda al meglio. La parola d'ordine degli stati uniti socialisti d'Europa mi sembra quindi del tutto corretta.
Che vi devo dire,io la penso così. Non volevo usare il vostro forum per esporre le idee chi milita in un altra organizzazione,ma non potevo cavalerma solo con battutine.
BESOS
Nessun problema
Nessun problema, Pietrotskij, hai ragione. Inoltre, è del tutto lecito - e benvenuto - il fatto che tu esprima qui le tue idee.
Devo però richiamare un po' tutti - a partire da Smirnov! - a contenere la lunghezza dei messaggi nei limiti prefissati. Credo che ci rendiamo conto tutti che altrimenti la discussione sarebbe soffocata.
Per le analisi più lunghe e articolate, ci sono sempre gli articoli, i giornali, gli opuscoli... Per fortuna!
Saluti.
Ciao webmaster e Pietrotskye
Ciao webmaster e Pietrotskye tutti quanti,
ok, ho sforato, mi copro il capo di cenere, ma può capitare che non sia possibile risponedere con quattro parole. L'importante, come avevo premesso, che non sia la regola.
Comunque, pardon,
Smirnov
4 parole
4 parole
Già Smirnov,non bastano 4 parole a volte...Ma io ho abusato si scrive!Bene,se lo fatto non è stato per esibirmi.L'imperialismo europeo c'è,anche se deve superare secoli di conflitti di tutte le dimensioni e qualità.I singoli imperialismi nazionali non bastano più,ma anzi,è troppo generico e superficiale parlare di un solo imperialismo Europeo.In realtà ne esistono molti,i quali dividono le stesse nazioni:sono gli interessi delle multinazionali,trasversali,mischiati e contradditori,come nel caso della ENI.Il problema politico dell'Europa è proprio quello,trovare una sintesi.Essere contro tale molteplice fenomeno,significa prepararsi alla sua implosione,cioè creare un partito rivoluzionario e internazionalista di livello europeo.Appoggiare tatticamente l'unificazione politica dell'Europa,non serve,anzi alla fine può creare solo danni al movimento,perchè lo confonde.Prima comunque di chiedersi se è utile o meno allo sviluppo del movimento rivoluzionario ed al partito conseguente l'"entrismo",bisogna domandarsi se esiste un partito realmente rivoluzionario ed espressione materiale del proletariato,che possa guidare la classe in tutte le manifestazioni della lotta politica.In sud America a mio avviso non c'è,non è ancora sviluppato.Quindi ogni provvedimento statale in favore della classe,in mancanza di un'avanguardia organizzata,passerà senza sviluppo e sarà ripagato con gli interessi.Non basta essere dei rivoluzionari autentici per non farsi strumentalizzare.Non basta "partecipare" al movimento per usarlo,bisogna esserne alla testa,se no lo farà la classe dominante a coglierne i frutti.Oggi tutti i movimenti di massa,sono reazionari o guidati da reazionari,per il semplice fatto che sono la reazione poltica ai nascenti imperialismi asiatici.E' il loro fallimento l'occasione per il partito rivoluzionario.Il fallimento futuro di PRC è il caso,ed è l'unico motivo per restare e per assistere al suo funerale politico ed all'apertura del testamento.Una pagina vuota che bisognerà cominciare a scrivere.Di fatto ogni imperialismo,lavora per la rivoluzione,porterà a condizioni rivoluzionarie,a noi non resta che organizzare il movimento che impetuosamente sarà generato dal conflitto imperialista.Una massima militare romana diceva:marcia separato,colpisci unito.Buon lavoro a tutti.
Un saluto internazionalista.