Come ti falsifico la storia: gli inverosimili parallelismi dello stalinismo

Lo stalinismo non si smentisce mai, non perde né il pelo né il vizio di mistificare, perché la menzogna e la distorsione sistematiche dei fatti sono state indispensabili per delegittimare prima e assassinare poi le opposizioni comuniste dentro e fuori l'URSS.

La fedeltà a quel metodo infame è emersa una volta di più in un parallelismo storico apparso sul sito Sinistrainrete ad opera della redazione di Contropiano(1). In quell'articolo si sostiene – naturalmente senza vergogna – che il precedente storico che più assomiglia alla logica dell'attacco di Hamas del 7 ottobre è l'insurrezione del ghetto di Varsavia, avvenuta tra l'aprile e il maggio del 1943.

Sulla base di quali elementi Contropiano fa questo paragone ardito, cioè falso come un soldo di gesso? Secondo gli stalinisti, «a Gaza come a Varsavia la scelta da compiere era limitata a due sole alternative, altrettanto letali. Accettare di essere sterminati un po’ alla volta, tra un bombardamento e la mancanza di cibo acqua futuro, oppure gettare nella battaglia tutto di se stessi e lasciare un monito – e un esempio – al resto del mondo. Tra accettare di scomparire quasi in silenzio o far pagare un prezzo all’assediante si è scelta la seconda opzione». Lasciamo da parte gli obiettivi perseguiti da Hamas con l'azione militare dei primi di ottobre e il contesto in cui è nata – per questo, rimandiamo alla dichiarazione della TCI(2) - per puntualizzare alcune cose che possono apparire di carattere storiografico, ma che in realtà hanno una valenza politica.

La popolazione palestinese, in particolare quella ammassata nella Striscia di Gaza, è costretta a sopravvivere in condizioni disumane(3), da quasi ottant'anni, se non di più, subisce angherie, brutalità e violenze di ogni tipo da parte della borghesia israeliana, vale a dire del suo stato, ma non è destinata allo sterminio, se le parole hanno un senso, se non altro perché costituisce, nella sua stragrande maggioranza, una “inesauribile” riserva di forza lavoro da sfruttare a costo bassissimo dal capitale dell'altra parte del muro. Non si tratta di minimizzare le sofferenze della popolazione palestinese, a cominciare dal suo enorme proletariato, ma di mettere a fuoco correttamente le questioni. Infatti, a Gaza non è prevista una “soluzione finale del problema palestinese”, se non dal punto di vista politico(4), al contrario della “soluzione finale della questione ebraica” (Endlösung der Judenfrage) progettata e messa in atto dal nazismo, che prevedeva, com'è noto, lo sterminio degli ebrei d'Europa, il loro genocidio.

L'insurrezione del ghetto di Varsavia fu realmente un atto eroico di disperazione, dopo che i nove decimi della gente là imprigionata erano stati eliminati attraverso gli stenti e nelle camere a gas di Treblinka: in aprile, stava per cominciare la deportazione verso questo campo della morte delle ultime cinquantamila persone rimaste ancora in vita - che in maggioranza lavoravano come schiave nelle fabbriche a capitale tedesco collocate all'interno del ghetto - ossia la liquidazione del cosiddetto quartiere ebraico. Ma l'Organizzazione Ebraica di Combattimento (ZOB), organismo che riuniva quasi tutti i partiti antinazisti – i sionisti di sinistra, il partito socialista ebraico (Bund) e il partito staliniano – non aveva dietro le spalle uno o più stati che la finanziavano e l'armavano per promuovere il proprio imperialismo d'area (come fanno invece l'Iran o il Qatar con Hamas), nonostante avesse l'appoggio formale degli Alleati, che però non mossero un dito per sostenere l'insurrezione. Anche la resistenza polacca, se si esclude la consegna di poche armi, non appoggiò la rivolta, neppure con uno sciopero generale “dimostrativo”, com'era stato più volte richiesto dagli insorti (uomini e donne). Erano davvero soli, disperatamente soli, tanto che il rappresentante del Bund presso il governo polacco in esilio, Arthur Ziegelbaum, si tolse la vita per protestare contro l'inerzia totale delle forze nazionali e internazionali che combattevano l'imperialismo nazista: per le forze dell'imperialismo “antinazista”, che erano a conoscenza, fin nei particolari, del genocidio in atto, la solidarietà nei confronti dell'ebraismo europeo era solo un articolo di propaganda. Lo stesso si deve dire, ovviamente, del Vaticano, che non poteva non sapere, e prima degli Alleati!, dei massacri sistematici in corso, ad opera dei nazisti, in Europa orientale.

Secondo, ma non per importanza, gli insorti del ghetto non colpirono gente inerme, non uccisero civili solo perché cittadini dello stato oppressore: certo, furono costretti a sparare anche contro proletari tedeschi in divisa (alla liquidazione parteciparono reparti della Wermacht, non solo SS), ma questa è la logica infame delle guerre fatte dalle classi dominanti di ogni epoca (oggi la borghesia), che costringono gli sfruttati ad ammazzare e farsi ammazzare da altri sfruttati per difendere i propri interessi di classe e quindi, nella nostra epoca, della borghesia medesima. Anzi, proprio nel vano tentativo di evitare o quanto meno rallentare lo sterminio, la risposta armata al genocidio fu relativamente tardiva e limitata, se si escludono le brigate partigiane ebraiche, per lo più integrate nell'esercito sovietico, il che non impedì lo scatenamento della campagna antisemita voluta da Stalin dopo la guerra.

Hamas invece sapeva benissimo che l'incursione sanguinosa nel territorio israeliano, principalmente contro civili inermi, avrebbe scatenato distruzioni massicce e massacri ancor più sanguinosi di quello del 7 ottobre, a spese, soprattutto, della popolazione civile palestinese. Ma da un organismo borghese qual è Hamas, reazionario, oscurantista, ferocemente anticomunista, non c'è da aspettarsi altro. Le sistematiche, durissime repressioni di ogni manifestazione di protesta proletaria contro il carovita e la scarsità di tutto ciò che serve a un livello appena sufficiente di vita, confermano, se mai ce ne fosse bisogno, che Hamas è un nemico inconciliabile del proletariato tanto quanto lo stato di Israele, così come lo erano al tempo Alleati e nazisti. In breve, per continuare a sbugiardare accostamenti inverosimili, non ci risulta che gli insorti del ghetto abbiano mai represso scioperi...

Lasciamo volentieri ad altri, agli stalinisti, alla sinistra radical-riformista, insomma, agli eredi a vario titolo della socialdemocrazia classica e della Terza Internazionale degenerata, ergere Hamas campione dei “popoli oppressi” o di “un multilateralismo privo di imperatori(5), vale a dire di un progetto imperialismo antagonista a quello dell'imperialismo per ora più forte, quello statunitense e dei suoi alleati-vassalli.

cb

(1) sinistrainrete.info

(2) leftcom.org

(3) Per citare solo qualche dato, a Gaza quasi l'82% vive sotto la soglia della povertà, il 63,2% patisce “insufficienza alimentare” e via di questo passo drammatico, ma anche in Cisgiordania la vita è ben lontana dall'essere un prato fiorito. In ogni caso, vessazioni, brutalità, massacri nei confronti della popolazione palestinese, da parte del nazionalismo ebraico (il sionismo), cominciano già tra le due guerre mondiali e accompagnano la nascita dello stato di Israele.

(4) Il che però implica costi umani pesantissimi: lo stiamo vedendo.

(5) Contropiano, ibidem.

Venerdì, October 20, 2023