Salario minimo, salario da fame

Sono mesi che assistiamo alla finta guerra sul salario minimo. Una guerra nella quale ognuno sfodera le sue armi. Intendiamoci tutte armi che devono seguire rigidamente le regole del gioco del mercato, della concorrenza interna e internazionale. Siamo o non siamo italiani, patrioti innanzitutto, poi, dopo, anche operai e proletari in genere, anche uomini e donne, se vogliamo, coi loro bisogni, ma senza esagerare. Senza esagerare vuol dire che non bisogna mai uscire dai paletti delle compatibilità borghesi; ovvero che il santo profitto non venga mai messo in discussione.

Dopo gli incontri tra le opposizioni e il governo dei “migliori”, la ducessa ha delegato lo studio del problema a colui che ha rinunciato al premio Nobel per il bene della patria. Siòr Brunetta, odiatore seriale della classe operaia e dei lavoratori in genere, il quale dall'alto (senza offesa) della sua presidenza del Cnel e della sua esperienza di falciatore di qualsiasi cosa puzzi di proletario, troverà senza dubbio la soluzione migliore per la classe di suo riferimento cioè la borghesia, piccola, media e grande per non sbagliarsi.

Fatte queste premesse, ogni cosa è lecita... per i padroni, i guardiani dei quali hanno messo in scena una grande claque. Sono infatti partiti con grande slancio con la raccolta di firme online: 300 mila in una settimana, e poi, più nulla. Loro - la claque - a urlare felici per il grande successo, dopodichè sono spariti dai radar. Anche perché 300 mila firme non sembrano proprio un granchè! Dei sindacati nemmeno l'ombra di una protesta, dai più grandi ai più piccoli, se si escludono gli abbaii alla Luna, che da lassù tristemente li guarda. Promesse di scioperi con grande civiltà e con preavvisi che, quando va bene, non sono inferiori ai tre mesi, compresi i sindacati di base, che il 25 luglio 2023 indicevano uno sciopero per il 20 ottobre del 2023 e va già bene che non sia il 2024.

Anche sul salario minimo, come per il RdC, ci sono stati i soliti ripensamenti. Il Pd e i sindacati che dicevano peste e corna, si sono riconvertiti sulla solita via dell'opportunismo. La loro posizione era che il pascolo infruttuoso di settori del lavoro periferici, non “rendeva” come i settori trainanti, e quindi si potevano lasciare a loro stessi. Ma evidentemente hanno rifatto i conti e hanno pensato che era pur sempre un “bacino” di voti appetibile. I sindacati invece, che nel salario minimo per legge, vedevano un pericoloso concorrente nel mercato del lavoro, alla fine si son resi conto che poteva ritornargli utile in tema di tessera. Ergo sia gli uni che gli altri hanno aderito alla proposta di legge del salario minimo di 9 euro lordi (all'ora, ovviamente).

Saltiamo a piè pari le elucurbazioni degli esponenti della maggioranza; a parte le stupidaggini, siamo sempre lì, sia del governo medesimo, quando dice che questa è materia di ordine strettamente attinente alla contrattazione sindacale, cazzate perché nessuno impedisce di legiferare; sia di Tajani, vicepremier, quando afferma che “In Italia non serve il salario minimo. Serve un salario ricco, perché non siamo nell'Unione Sovietica in cui tutti avevano lo stesso stipendio”. Cosa c'entri il salario ricco con l'Unione Sovietica è un mistero, e poi salario ricco cosa vuol dire? Se si dovesse prendere alla lettera ciò che dice, potrebbe voler dire anche 20 euro all'ora. Ma lasciamo perdere questi signorotti, i quali, ogni volta che aprono bocca, perdono un'occasione per tenerla chiusa.

La CGIL per bocca di Landini in un'intervista alla Stampa del 15/08/2023 con la sua solita incazzatura afferma parlando di salario in generale: “Il nostro ruolo è difendere il valore generale dei salari. Sono bassi, non lo dico solo io. Si dovrebbe stabilire che gli aumenti dei contratti nazionali non vengano tassati”. Lasciamo perdere il resto dell'intervista. Questa proposta ricalca pari pari ciò che ha fatto il governo di destra destra, con l'intervento sul “cuneo fecale”; ovvero trasferire sulla collettività, quindi principalmente sul proletariato, il peso degli aumenti salariali. Questo giochino dà modo ai padroni di risparmiare montagne di denaro, mentre le classi subordinate (come sempre, in primis il proletariato) si pagano da sole i cosiddetti aumenti, in termini di peggioramento dei servizi, di aumenti delle materie prime, vedasi i carburanti, riscaldamento etc. etc.

Questo “vizietto” di favorire la classe padronale, è anche parte integrante della proposta di legge sul S.M. All'articolo 7 si legge infatti: “ La legge di Bilancio per il 2024 definisce un beneficio in favore dei datori di lavoro, per un periodo di tempo definito e in misura progressivamente decrescente, proporzionale agli incrementi retributivi corrisposti al prestatore di lavoro al fine di adeguare il trattamento economico minimo orario all’importo di nove euro”. Si tratterà solo di vedere l'entità di questo beneficio, ma scommettimo fin d'ora che sarà congruo. Un occhio di riguardo per i poveri padroni non si nega mai.

Altro cavallo di battaglia che unisce tutti, ma proprio tutti, è il solito faro, Dio dell'universo tutto, anche quello a noi sconosciuto: la Santa Madre di tutte le leggi, quella che tutti inchioda, la Costituzione Repubblicana. L'articolo 36 per esempio afferma in maniera inequivocabile: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.”. Et voilà, allora siamo a posto. Ma tu pensa, 75 anni che è in vigore, e tutti ne chiedono la sua applicazione. E poi quale sarebbe la retribuzione proporzionata.... e sufficiente ad assicurare...un'esistenza libera e dignitosa? Boh. E su questo pezzo di carta che vale tanto quanto la carta igienica, vediamo fior di organizzazioni cosiddette di sinistra - lasciamo perdere quella istituzionale - extraparlamentare e sindacati di base in genere; schierarsi come un sol uomo.

La pena penosa di questi novelli cavalieri bianchi, quasi tutti, non ha confini, Sentiamo due campioni, Ladrini/Landini e l'Ameregana/ Svizzera/'Taliana. Landini: “Quando uno che lavora è povero, o quando un giovane se ne deve andare dal nostro paese perchè qui è sfruttato e precario, questo significa che c'è un sistema che non funziona e che bisogna cambiarlo”. (In Onda a La7 30/08/2023). Indovinate dove vanno a lavorare i nostri giovani? Su Marte. Anche perché noi, nonostante tutti gli sforzi, non abbiamo trovato un paese nel mondo terracqueo, dove non ci sia sfruttamento! Beato lui che l'ha trovato. Bravo Maurizio, se ci dici dove si trova ci andiamo seduta stante; ma ci sovviene il dubbio che forse non hai capito un accidenti di cosa significhi sfruttamento, al pari della tua amica Elly, la quale ci dice, serafica, “un salario sotto i nove euro è sfruttamento”. Quindi a 9,1 euro non è sfruttamento! Complimenti! Forse non han ben capito i meccanismi e le categorie capitaliste. Ma tant'è. Non si può certo chiedere a chi è completamente inzuppato nel sistema, di uscire fuori dal suo mondo, che purtroppo ha molti fans a sinistra, sia sindacale che politica.

Dei sindacati di “classe”, come amano definirsi, abbiamo già detto centinaia di volte. Ancora due cose. La prima, un vero capolavoro di “classe”, beninteso, uno sciopero contro la strage degli operai di Brandizzo di due ore! indetto dal Sicobas: ognuno pensa al suo orticello; inoltre per ribadire il dettato costituzionale, nelle lotte in corso a Mondo sconvenienza rivendicano: “ una battaglia per aumenti salariali generalizzati che assicurino una vita dignitosa senza dover accettare straordinari e turni infernali.” Come potete notare, l'articolo 36 li sopravanza, almeno ci mette anche la libertà. Noi, mentre esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai lavoratori in lotta e a coloro che ogni giorno rischiano la pelle in questo mondo infame, non possiamo esimerci dal ricordare che questa è la società capitalista con le sue leggi ferree alle quali subordina tutte le altre. Prezzo, salario e profitto, dove il salario e il profitto - senza entrare nel merito della caduta tendenziale del saggio di profitto, che non possiamo analizzare qui - entrano in conflitto, fanno a cazzoti; l'uno è l'antitesi dell'altro. Più cresce il profitto più si abbassano i salari, in proporzione, e viceversa. “Poichè il capitalista e l'operaio hanno da suddividersi solo questo valore limitato, cioè il valore misurato dal lavoro totale dell'operaio, tanto più riceve l'uno tanto meno riceve l'altro, e viceversa”. (Marx – Salario, prezzo e profitto).

Con uno sforzo potrebbero capirlo anche coloro - nonostante abbiamo dei forti dubbi - che continuano a illudere il proletariato che è possibile, lasciando ferme le bocce del capitale e del lavoro, emanciparsi dalla società capitalista. Ciò detto, la classe dei lavoratori non deve mai smettere di lottare per migliori condizioni di lavoro e per un salario sempre più alto, ma al contempo non deve mai perdere di vista l'obiettivo finale, che è il superamento del capitalismo. Se ciò facesse, i meccanismi della società capitalista la vedrebbero, tra alti e bassi, più bassi che alti, sempre soccombente.

La stessa magistratura, uno dei poteri dell'edificio borghese, in talune situazioni è addirittura più avanti di sindacati istituzionali e, diciamo così, forzando il concetto, “extraistituzionali”, quelli di base per capirci. Gli interventi delle procure soprattutto nel settore della vigilanza privata è emblematico: «L’inchiesta del sostituto procuratore Paolo Storari e del Nucleo Pef della Guardia di Finanza di Milano a luglio ha svelato buste paga da 5,3 euro l’ora (930 euro al mese lordi e 650 euro netti), in linea con il ccnl della vigilanza privata recentemente rinnovato con le firme di Cgil, Cisl e Uil ma ritenute incostituzionali perché non garantiscono “un’esistenza libera e dignitosa”». Sempre a seguito di questo intervento la Mondialpol aumenterà i salari del 20% dal 1° settembre 2023 e alla scadenza del ccnl di un ulteriore 38%. (Il Fatto Quotidiano.it -14/08/2023). Altri interventi della Magistratura si sono avuti e si hanno qua e là; ultimo caso, sempre nel settore della vigilanza, la Cosmopol. Come si vede, spesso la magistrutura opera meglio del sindacato nella minima difesa di condizioni di lavoro, ma non c'è nessuno con un po' di sale in zucca, che si sognerebbe di ascriverla tra le organizzazioni di classe. È il suo lavoro di salvatore delle istituzioni borghesi, come quello delle varie organizzazioni sindacali e partitiche, ognuno rispettando il proprio ruolo.

Prima di concludere, un'ultima chicca del Sole24 ore del 19 settembre del 2018. L'articolo, che si occupa di povertà, ad un certo punto si chiede: “come giudichiamo un padre di famiglia che si ‘spacca la schiena’ dalla mattina alla sera per guadagnare un modesto salario (…ipotizziamo € 1.200,00 circa) col quale è costretto a mantenere una famiglia (affitto, spesa alimentare, almeno un’autovettura, scuola per i figli et cetera)? (sottolineatura ndr). Mille e 200 euro nel 2018 lo chiamavano modesto (umile, misero, dimesso: Treccani). Ecco, appunto, come giudichiamo, tenendo anche conto che sono passati 5 anni e l'inflazione ha fatto danni inenarrabili? Diteci voi che avete la verità in tasca. Mille e 200 euro (netti) sono poco meno di 9 euro lordi all'ora nel 2023. Ma anche i dieci euro proposti da certa sinistra (unione popolare/potere al popolo??), sarebbero ben al di sotto di una vita dignitosa, come la chiamano questi “rivoluzionari” d'oltre tomba.

“Il capitalismo si erge al di sopra dell'uomo fino ad annullarlo”. (Marx). L'uomo invece può ergersi al di sopra del capitalismo solo annullandolo.

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Giovedì, September 7, 2023