Miseria di cittadinanza

Un'estate al calor bianco, con le temperature che ogni giorno segnanavano nuovi record dovuti al criminoso e criminale modo di produzione capitalista che, come diceva Marx, alla sola vista di un congruo profitto, non v'è nessun delitto (e nessuna strage, vedasi le guerre), che non osi commettere. Ebbene l'implosione di cervelli, il meglio sulla piazza, erano all'ordine del giorno. Una gara a sparare e fare minchiate a ripetizione. Sparatorie utili ad intorbidire le acque e ad annebbiare i cervelli.

Trottolina sempre in trasferta in Africa del nord, a stringere mani insanguinate per fare accordi con il molto “democratico” Kaïs Saïed, presidente tunisino, per bloccare i migranti a qualsiasi costo, anche della vita; obiettivi peraltro ampiamente raggiunti (quelli sulle vite altrui...). I primi “frutti” sono venuti già dopo la firma del Memorandum di Tunisi. Le strazianti immagini (21 luglio 2023) della mamma e della bimba, l'una accanto all'altra, stroncate dal deserto rovente, dagli stenti e dalla sete gridano vendetta contro questo infame e di fame mondo capitalista. Ad agosto poi, come al solito, altri 200 morti circa. Tragedie di esseri umani perpetrate scientemente da esseri disumani, ovvero dai governanti di ieri e di oggi del globo terracqueo.

La recita è proseguita con l'inchino e il baciamano, con tanto di ringraziamento in pompa magna, all'altro dittatore Al-Sisi, che con un gesto di grande “magnanimità” (gli affari sono affari), ha liberato Patrick Zaki. E dove li lasci tutti gli altri compari di Trottolina, tra i quali spiccano i Piantedosi e il cognatino d'Italia, tanto caro?. Per esempio, lui ama salvaguardare la purezza dell'”homo italicus”: il solo pensiero della “sostituzione etnica” lo fa inorridire. Il seguito è solo il racconto degli orrori.

Ma queste sono solo alcune minchiate, “armi di distrazione di massa”, che hanno riempito, e riempiono, giornali e tv al servizio, come sempre, del padrone di turno. Bisogna pur dirlo: questi “ci fanno e pure ci sono”. Su una cosa però non sbagliano mai, quando si tratta di attaccare le condizioni di vita e di lavoro del proletariato.

I sindacati, invece? I tre moschettieri che si battono, per i moderni re di turno - i vari premier che si alternano al comando - beh quelli “ci fanno” solo: sempre pronti ad obbedir. Ottimo e abbondante, Signor Presidente! Sempre a disposizione. La crisi non consente scorciatoie.

Reddito di Cittadinanza

Ma veniamo ad uno degli argomenti che “affascina” gli odiatori seriali dei poveri e delle masse diseredate: il Reddito di Cittadinanza, argomento che da solo meriterebbe un trattato. Detto ciò, osserviamo i latrati della canea padronale e vediamo all'opera la peggio borghesia reazionaria di turno, nella gestione degli interessi del capitale che non fa passare giorno senza massacrare le condizioni di vita e di lavoro del proletariato. Il cosiddetto welfare state diventa un lusso e in quanto tale va ridotto ai minimi termini. La tagliola sul reddito di cittadinanza è scattata puntuale come la ghigliottina: 170 mila famiglie dal 1° agosto hanno perso il sussidio; altre 33 mila e più hanno ricevuto famigerati sms nei giorni successivi; in buona sostanza, oltre 500 mila persone, entro la fine dell'anno, si aggiungeranno ai 5,6 milioni di disperati in povertà assoluta. La comunicazione dell'Inps, come dicevamo è stata affidata ad un sms, che poi uno si chiederà puro che cazzo vol dì, esso è l'acronimo dall'inglese: “Short Message Service”, ovvero “servizi messaggi brevi”. Poteva anche ssere interpretato come: “Sua Maestà lo Stato”, “La avverte di avere provveduto a tagliare la sua ricca rendita per destinarla a chi di dovere, cioè, indovinate un po'?, imprenditori, banchieri e padroni vari.” Chi è “occupabile”, ed Ella (che carini, come sono gentili), lo è, s'andasse a cercare un lavoro, perdio!

Sui giornali della reazione più becera (quasi tutti) è un tripudio di fuochi di artificio. Libero (di sputare stronzate a gogò): “La rivolta dei fannulloni”; il Giornale, con mirabile fantasia ribalta il titolo del suo gemello scemo: “È finita la pacchia”, “Fannulloni in rivolta”. Perfino la Santa-de-chè? si butta nella mischia; “Penso che il reddito di cittadinanza abbia fatto molto male, perché... dobbiamo aiutare i fragili”, tipo lei, che, poverina, piena di debiti, 45 anni dopo riscrive la famosa canzone invertendo i soggetti: “sono una santa non sono una donna”. E via tutti a festeggiare, miliardi risparmiati per le loro tasche. Tutta manna per i poveri padroni, tant'è che nel preciso istante in cui il RdC subiva la prima amputazione, veniva elargito un ulteriore “gigantesco regalo agli evasori” (Francesco Boccia, PD); e se lo dice uno del PD che, è bene ricordarlo, in quanto a regali ai padroni non è secondo a nessuno, non possiamo che credergli.

Fin dalla sua nascita il Reddito ha dato la stura a stronzate di tutti i colori. Chi non ricorda il grido del mercenario Di Maio urlare dal balcone di Palazzo Chigi, il 28 settembre 2018, “abbiamo abolito la povertà”? Sicuramente si riferiva alla sua. Ebbene da quel giorno, ma già nella stessa legge, fatta insieme al compare Salvini, è stato un bombardamento continuo contro i “fannulloni e divanisti”.

Quest'odio ha radici ben piantate nei secoli, fin dai poeti e cantori della mitologia, perché gli “dei hanno in odio i pigri” (Esiodo VIII/VII secolo A.C.); Ma se lui, 2.800 anni fa (!), fedele ai precetti degli Dei, Zeus su tutti, è ampiamente perdonabile, egli stesso, oggi, avrebbe bollato in fronte in maniera indelebile, con il marchio dell'odio soprattutto gli oziosi di professione che arraffano ricchezze tutti i giorni a spese del proletariato.

A cominciare appunto da coloro che siedono in parlamento, la stragrande maggioranza dei quali è in politica fin da quando aveva i pantaloncini corti; i rimanenti invece appena hanno assaggiato la morbidezza della poltrona hanno preferito continuare a tenere il culo al caldo. Per continuare con tutta la corte di ruffiani, giornalisti prezzolati, esperti divanisti di Tv varie, e tutto il circo dei magnaccioni al servizio del dio capitale. Il capitalista “considera la vita (esistenza) più indigente possibile come norma, e come norma universale perché valevole per la massa degli uomini; fa dell'operaio (Quando ha la “fortuna” di farsi sfruttare, ndr), un essere insensibile e senza bisogni... Ogni lusso dell'operaio gli sembra perciò riprovevole...” (Marx Manoscritti economico-filosofici). Figuratevi se poi con quel culo da pezzenti disoccupati, pardon, occupabili, osano scaldare il divano; piuttosto i manutengoli del capitale danno fuoco al culo e al divano.

Ma siccome ci sono anche le tornate elettorali di cui tener conto, allora lanciano le loro lingue triforcute in avanscoperta, il cervello (si fa per dire) lo tengono sempre nelle retrovie. E qui brillano un po' tutti, ma il cognatino d'Italia, Francesco Lollogrigido, sempre lui, detto Gino per via di Gina, laurea telematica a 42 anni in giurisprudenza, ministro del Masaf (Ministero agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste), ha sparato la sua cazzata quotidiana “spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi...”, il resto ve lo risparmiamo, diciamo solo che ora capiamo quelle code chilometriche nelle campagne della pianura padana, erano centinaia di migliaia di poveri che cercavano i prodotti delle cascine a km zero, ottimi e a costi ridottissimi. Lui infatti è aduso, con sua moglie e sua cognata, a pasteggiare nelle mense della caritas, dove spesso incontra Mattarella e qualche volta anche Vespa con i migliori vini della sua masseria: 100 euro a bottiglia, che sarà mai, dal produttore al consumatore, notoriamente i poveri.

Non crediate però che anche i loro concorrenti non abbiano dei veri campioni; prendete Fassino, per esempio, che sventola il suo cedolino di morto di fame, pensate 4.718 euro al mese! Ora sì che si capisce il suo aspetto diafano. Intanto non l'ha raccontata tutta, la sua rendita come quella dei suoi commilitoni, va dai 12 ai 13.000 euro netti al mese. A conti fatti uno solo di questi signorotti addetti a legiferare contro i proletari poveri, e i poveri proletari, si mette in tasca quanto 20/22 percettori del RdC, i quali sono accusati di ladrocinio! I ladri che accusano i rapinati di rapina, gli sfruttatori che accusano gli sfruttati di sfruttamento. Questo è il mondo al contrario, generale dei miei stivali!

“I numeri sono chiari: 500 mila famiglie, oltre 800 mila persone, in condizione di bisogno che percepiscono il Reddito saranno escluse dal nuovo sostegno e lasciate sole.” (Collettiva CGIL 02/08/2023) Alla fine dell'anno il Reddito cesserà, dal 1° gennaio 2024 ci sarà l'Assegno di inclusione, ovviamente peggiorativo rispetto al RdC. Dal 1° settembre è partita la formazione lavoro, bisognerà iscriversi alla piattaforma. Gli acronomi? Da fasciarsi la testa, un esempio: Siisl (Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa); Sfl (Supporto per la formazione e il lavoro); Adi (Assegno di inclusione), che partirà da gennaio 2024 e a cui avranno diritto solo coloro che saranno prossimi all'accanimento terapeutico per povertà. Ci fermiamo perché sicuramente nelle grinze di questa legge altre porcherie sono ad ogni riga. Qui riportiamo quella che è senza dubbio la maggiore tra le prese per il culo, ovvero “Il Supporto per la formazione e il lavoro che nasce come misura di attivazione al lavoro mediante la partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro, di servizio civile universale e di progetti utili alla collettività.” Chi parteciperà a questi corsi avrà diritto alla stratosferica cifra di 350 euro mensili, Fassino docet. Ma il bello deve ancora venire. Potranno farne richiesta i componenti tra i 18 e i 59 anni dei nuclei familiari con Isee non superiore a 6mila euro! Non parliamo poi della registrazione al sistema: un vero e proprio rompicapo, studiato apposta per dissuadere anche i più temerari.

Le cosiddette opposizioni insorgono, ma nei fatti stanno a guardare, tutti, perché non bisogna mai scordarsi che sono parte fondamentale del carrozzone capitalista. Il M5S fu il primo a parlare di misure contro i “furbetti” e “antidivanisti”; il Pd invece nella seduta del 27 febbraio del 2019 votò in blocco contro il Reddito. E non si pensi che quello era ancora il partito fagocitato da Renzi. No è proprio la loro forma mentis, il loro cuore pulsante: «A metà degli anni Novanta, proponemmo alla Commissione di indagine sulla povertà e l’emarginazione guidata da Pierre Carniti uno strumento che sarebbe poi diventato il “reddito di inserimento sperimentale”, ricordo che l’allora segretario della Cgil, Bruno Trentin, coniò lo slogan “non una lira senza un’ora di lavoro”. E questa è la cultura “di sinistra”». (Chiara Saraceno intervista del 28/07/2022 a Micromega.net, sotolineatura ndr).

E pensare che ci sono pure dei geni che Studiano questi fenomeni sociali e hanno fatto la scoperta del secolo: la povertà si eredita, sì belle statuine, tanto quanto la ricchezza. Un rapporto della Caritas del 2022 ci dice che il numero di persone in povertà assoluta è passata in 14 anni (2007/2021) da 1,8 milioni a 5,6 milioni, più del triplo. Tranquilli ci pensa “Gino” con la sua “Pezzent Card” (Social Card) 382,50 euro (notare quei 50 cent.!), poco più di un caffè al giorno, a risolvere la situazione.

Questa è la società capitalista né più né meno, e vi è un solo modo per sbarazzarcene, il suo abbattimento violento con l'irrompere nella storia del proletariato con alla sua guida il partito rivoluzionario.

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Mercoledì, September 6, 2023