SCIOPERO GENERALE NAZIONALE DI TUTTE LA CATEGORIE

Una ne fanno cento ne pensano. Le centrali sindacali passano la maggior parte del tempo a litigare fra di loro, sarà per questo che non ne avanzano per occuparsi anche dei più elementari bisogni dei lavoratori (parentesi: quando diciamo “lavoratori”, intendiamo tutto il mondo del lavoro, così come storicamente si è andato affermando, ovvero: uomini, donne, ragazze e ragazzi).

Quando la classe operaia metalmeccanica, non badava a queste scemenze (classe operaia, metalmeccanico), ma scendeva in scioperi duri nelle fabbriche, nelle piazze con la rabbia antipadronale che la distingueva, non aveva il tempo di masturbarsi le meningi in queste “dotte” distinzioni: Metalmeccaniche, metalmeccanici, lavoratori e lavoratrici. E questo, allora come oggi, non impediva alla CGIL, CISL e UIL di pugnalare continuamente alla schiena il proletariato.

Le lotte sono sempre state mosse dagli interessi contrapposti: da chi sfrutta e da chi è sfruttato. Dalla lotta tra padroni e proletari. I nuovi “linguismi” li lasciamo agli imbroglioni, di cui i sindacati assieme ai padroni e ai loro partiti, sono la massima espressione.

Dopo anni di licenziamenti, la Fiat-FCA si è ridotta dagli oltre 110.000 dipendenti del 2.000 a meno di 60.000 di oggi; lo stesso numero di dipendenti di Mirafiori degli anni 1970. La triplice sindacale blatera per la dignità del lavoro e per un salario dignitoso. Ma quando mai! Ci dicano piuttosto questi servi padronali, come può la dignità convivere in un sistema in cui essa viene calpestata tutti i giorni. E questo succede perché questa è la legge del salario e del profitto, due elementi che non potranno mai incontrarsi!! Chi dice il contrario, sindacati e padroni, mente sapendo di mentire.

In fondo, è dai tempi della macchina a vapore, pur con le doverose differenze storiche, che i sindacati son sempre li che “piangono” per un tozzo di pane per il proletariato, assicurandosi sempre di mantenerlo in catene. Tranquilli, loro son ben pasciutelli, non è che sono al servizio dei padroni gratis. Hanno pur sempre il loro tornaconto.

E mentre l'inflazione e la crisi economica mettono sempre più ai margini i lavoratori, peggiorando le loro condizioni di vita e di lavoro, questi veri e propri servi del capitalismo nazionale e internazionale, blaterano di “mettere al centro il lavoro dell'industria metalmeccanica e impiantistica”, per il superamento della crisi. Come se questo fosse un mondo a sé e per sé, come se in questo disgraziato mondo a qualche migliaio di km da noi, non ci fossero bombe che esplodono tutti i giorni e che hanno già causato centinaia di migliaia di morti. Come se quei fatti non fossero una conseguenza, di grande rilevanza, della crisi più generale del sistema capitalista mondiale.

E neanche di fronte ad una crisi di queste dimensioni, la banda dei tre dell'ave maria è riuscita a proclamare uno sciopero degno di questo nome (lo chiamano sciopero di avvertimento, manco fossimo l'asilo Mariuccia), per non disturbare più di tanto i loro mandanti-padroni. Infatti il cosiddetto sciopero generale di 4 ore è diviso in due “rate”: venerdi 7 luglio 2023, le regioni del nord; lunedi 10 luglio 2023 le regioni del sud.

Appunto, non disturbare il manovratore. I loro appelli sono dettati dalla Confindustria: “Salviamo le nostre aziende, cioè i nostri padroni, il nostro paese, la nostra patria”, quella stessa patria che la Fiat/FCA, ovvero Stellantis, ha già mandato a cagare andandosene in Olanda per meglio cautelare i suoi interessi e profitti.

CONTRO PADRONI E SINDACATI PER LA DIFESA DEGLI INTERESSI PROLETARI

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CONTRO LA GUERRA DEL CAPITALE, GUERRA DI CLASSE

Venerdì, July 7, 2023