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Home ›Sulle ultime rivolte in Francia e sulla proletarizzazione delle periferie
Tre giorni dopo la morte di Nahel M., 17 anni, ucciso martedì 27 giugno a Nanterre da un poliziotto che gli ha sparato durante il controllo del suo veicolo, le rivolte si sono diffuse con rara violenza in tutte le periferie francesi, nei territori d'oltremare e anche nei piccoli centri normalmente meno colpiti da questo tipo di sollevazioni. I rivoltosi hanno attaccato tutti i luoghi del potere, incendiandoli: municipi, prefetture, scuole, stazioni di polizia, ecc. Si tratta di un rifiuto generale del potere, che esprime un'immensa rabbia verso tutto ciò che ha un briciolo di autorità e, in definitiva, verso la vita riservata ai giovani delle periferie.
I rivoltosi hanno anche attaccato e saccheggiato diversi centri commerciali, un fenomeno che sembra essere aumentato negli ultimi giorni rispetto alle altre rivolte urbane. Questo fenomeno è ovviamente indicativo della difficoltà di soddisfare i bisogni alimentari di base. Ma questi centri di consumismo di vestiti, scarpe, elettrodomestici, ecc. non sono forse il simbolo del successo individuale in una società che ha fatto della merce un feticcio? Non c'è dubbio che questi attacchi, senza alcun reale guadagno materiale, visti i rischi che comportano, siano una forma di rivalsa sociale, anche se del tutto illusoria.
Tutti i media "ufficiali", i sempiterni esperti e politici di ogni genere esaminano dottamente o furiosamente il fenomeno delle periferie, che sembrano scoprire cinicamente ancora una volta, nonostante la situazione sia peggiorata rispetto alle rivolte del 2005.
Per alcuni si tratta di combattere il razzismo, in particolare quello della polizia, per altri dell'arroganza e degli errori delle forze dell'ordine, per altri ancora dell'abbandono dei servizi pubblici nelle periferie o, cosa più risibile da parte di Emmanuel Macron, delle reti social(1) e dei videogiochi che amplificherebbero e permetterebbero l'espansione dei luoghi e delle città delle rivolte.
La ghettizzazione delle periferie è inseparabile dal funzionamento complessivo della società borghese e dalle tensioni che genera. I temi branditi dai gruppi di sinistra o di centro della borghesia toccano solo aspetti secondari di questa realtà, con l'ovvio obiettivo di salvaguardare per il momento l'ordine pubblico. Lasciamoli alle loro sciocchezze, buone solo per costruire "plans banlieues” [progetti per le periferie, ndt] e altri "Stati Generali"! La vera risposta della borghesia è semplice: per il momento, la repressione è l'unica opzione per spegnere il fuoco. Poi si cercherà di dimenticare il problema, senza fare nulla di veramente fondamentale, fino alla prossima volta.
Per i membri più radicali dell'estrema destra e della destra le cose sono semplici. L'ordine repubblicano deve essere ristabilito attraverso la repressione. "Solo la fermezza può ristabilire l'ordine e la pace. Chiedo che venga introdotto lo stato di emergenza questa sera", ha chiesto Eric Zemmour(2) su Twitter giovedì 28 giugno. Lo stesso vale per il partito di destra Les Républicains. Il governo ha mobilitato 40.000 poliziotti e gendarmi per la notte del 30 giugno, insieme a 14 veicoli blindati ed elicotteri. Questo arsenale è stato integrato da unità d'élite del RAID, del BRI, ecc. Nella notte tra giovedì e venerdì, 875 persone sono state arrestate in Francia. Questa è guerra! I sindacati di polizia spingono nella stessa direzione e addirittura alzano il tiro. “Gli agenti di polizia sono in combattimento", scrivono(3), "perché siamo in guerra" con "orde selvagge" e "parassiti". Questo è lo stato d'animo delle organizzazioni con la più forte presenza nelle forze di polizia di questa democraticissima Repubblica.
Da parte sua, l'estrema sinistra spinge, come sempre, per lo scontro, cosa che di per sé potrebbe essere comprensibile se ci fosse una chiara prospettiva di lotta. Ma questa è una lotta di disperazione. È criminale mandare allo sbaraglio giovani non organizzati di fronte a una polizia da guerra civile. A Mont-Saint-Martin (Meurthe-et-Moselle) ci sono già stati 2 morti(4) e un ferito molto grave che ha messo in pericolo la vita, quando gli agenti del RAID hanno sparato con un LBD [le cosiddette flash-ball, pallottole di gomma].
Per quanto ci riguarda, sappiamo che non c'è soluzione a queste rivolte, che si ripeteranno ancora e ancora. Le periferie sono destinate a diventare sempre più proletarizzate. Non possiamo che incriminare il capitalismo globalizzato e finanziarizzato, che ha bisogno di sempre più denaro per sopravvivere e intascare profitti. Per farlo, deve proletarizzare sempre più l'intera società, succhiandole il sangue. Dunque, la rivolta nelle periferie è il corrispettivo della rivolta dei Gilets jaunes per le campagne. La miseria si diffonderà sempre di più. Lo Stato e il capitale non hanno più i mezzi per soddisfare i bisogni primari di queste popolazioni, che sono abbandonate a se stesse senza un'istruzione decente, con servizi sociali e pubblici alla deriva e servizi ospedalieri precari.
Purtroppo, i nuovi strati sociali e le nuove classi in via di proletarizzazione - così come l'insieme della classe lavoratrice - non hanno una chiara percezione di ciò che sta accadendo. La rabbia e il risentimento che li animano sono una realtà considerevole, ma la consapevolezza degli importanti fenomeni sociali ed economici in atto è più difficile da formare. Oggi manca drammaticamente un'organizzazione politica realmente legata a queste nuove classi proletarie e a tutto il proletariato. Solo tali organizzazioni politiche potrebbero consentire alla rivolta sociale di trasformarsi e di darsi una direzione positiva, una via d'uscita alternativa dalla disperazione, cioè verso una società veramente umana e comunista.
OlBilan et Perspectives
il 30 giugno 23.
Note:
Immagine: Toufik-de-Planoise (CC BY-SA 4.0), commons.wikimedia.org
(2) Giornalista e politico di estrema destra, si è candidato alle elezioni presidenziali, ottenendo il 7% circa.
(4) Il primo nella notte tra giovedì 29 e venerdì 30 in Guyana, nel complesso residenziale Stanislas, vicino al quartiere popolare di Mont-Lucas, a Caienna; il secondo è caduto a 5 metri di distanza da un negozio che veniva saccheggiato.
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