AD UN ANNO DALL'INIZIO DELLA GUERRA, PIU' CHE MAI CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA, SI ALLA GUERRA DI CLASSE

Ad un anno esatto dallo scoppio della guerra in Ucraina, non se ne intravede la fine, anzi siamo di fronte all'intensificazione dello sforzo bellico e della relativa propaganda, sempre più aggressiva, sempre più bugiarda.

Quest'anno di guerra è passato senza che la nostra classe si sia opposta in maniera massiccia a un conflitto che la vede come vittima principale: carne da cannone per i fronti, soggetto sociale su cui far ricadere i costi presenti e futuri del conflitto imperialista. Ci sono stati e ci sono alcuni episodi di lotta alla guerra: segnali positivi, certamente!, ma per mettere paura ai guerrafondai di ogni schieramento devono crescere in estensione e intensità.

Ci sono molti motivi per organizzare scioperi: l’inflazione sta abbassando pesantemente il nostro potere d’acquisto, i contratti, anche se rinnovati, non corrispondono all’aumento reale del costo della vita; il lavoro nero e precario è l’unico dato che aumenta, alla faccia delle promesse elettorali... I disastri ambientali sono la “regola” e in Ucraina si sta combattendo una guerra feroce, ma i soldi trovati per il conflitto, non si trovano per le esigenze della maggioranza della popolazione, cioè il proletariato. Questa è anzi la prima volta che i profughi, ma solo quelli ucraini, vengono accolti a braccia aperte, mentre su tutti gli altri, considerati “rimasugli” ingombranti e fastidiosi, si combatte una battaglia nave per nave. L’unica stella polare nella società in cui viviamo sono gli interessi dei padroni e il loro modo ferocemente ipocrita di vedere il mondo.

La guerra è figlia della crisi profonda del capitalismo mondiale e sta a significare che al capitale non bastano più le vecchie ricette, fatte di compressione dei salari, precarizzazione, delocalizzazione, finanziarizzazione, saccheggio e devastazione dell'ambiente: quello che si prepara è uno scontro tra classi dominanti, tra poteri dominanti a livello internazionale, cioè tra imperialismi contrapposti, ma lo scontro lo pagano e lo pagheranno sempre di più, solo ed esclusivamente i dominati.

Se lo scenario è questo - e purtroppo lo è - pensare di poter affrontare la situazione indicendo scioperi con largo anticipo, rispettosi delle compatibilità e corredati da una lista di obiettivi che farebbe impallidire la letterina per babbo natale, non ci farà fare un passo avanti. Se lotta dev’essere, allora che sia lotta economica vera. Scioperare per respingere le aggressioni dei padroni e del loro Stato contro le nostre condizioni di lavoro e di vita - passaggio necessario per passare dalla difesa all'attacco - adottare la determinazione necessaria è il primo passo; superare le divisioni di settore è il passo il successivo; costituire comitati di sciopero che tolgano l’iniziativa alle molteplici e litigiose chiesuole sindacali è quello dopo ancora. L’iniziativa di lotta, se mai partirà, partirà dal basso, di certo non dall’alto delle gerarchie sindacali. Ma perché abbia speranze di successo deve rimanere nelle mani di chi l’ha espressa, attraverso delegati eletti dai lavoratori in sciopero, revocabili in ogni momento.

La situazione in cui ci troviamo oggi è frutto delle leggi del capitale. Dunque, noi, classe lavoratrice, non possiamo aspettarci di uscire definitivamente dalle secche in cui ci troviamo, se non cambieremo le basi dell’attuale società, se non ci libereremo dalla schiavitù del lavoro salariato. Solo le guerre come la Seconda guerra mondiale fanno ripartire nuovi cicli economici per il capitale, ma noi un’altra guerra così – o peggio - non la vogliamo. Per questo lanciamo un appello a coloro che, facendo propri i principi dell'internazionalismo, contro ogni forma di nazionalismo, si muovano insieme contro le guerre della borghesia, agitando tra il proletariato la necessità della lotta contro il capitale e le sue guerre, costruendo comitati la cui bandiera sia: NO ALLA GUERRA IMPERIALISTA, SI ALLA GUERRA DI CLASSE (NWBCW); le nostre armi non sono bombe e fucili, ma la coscienza di classe, le lotte proletarie, gli organismi che da esse nascono per guidarle_._

Se la lotta di classe proletaria, vera, è indispensabile, da sola però non basta; occorre la presenza del partito rivoluzionario internazionale, alimentato dalle lotte e che a sua volta le orienti politicamente, per affossare definitivamente questo sistema basato su sfruttamento e oppressione, che produce miseria e morte. O lui o noi, non c'è alternativa.

PCInt. - Battaglia comunista, affiliato alla Tendenza Comunista Internazionalista

Venerdì, February 24, 2023