Governo Donna-Uomo - Governo dei padroni

È nato, è nato! È nato il Salvatore. Che dici mai? La salvatrice? No, no, è vero lei è donna, ma vuole essere chiamato lui “il nuovo presidente del consiglio”... L’hallelujah di Handel si diffonde a reti unificate: finalmente anche l’Italia ha il primo governo della storia repubblicana guidato da una donna.

E già questa è una notizia. Anzi, la Notizia! E a questo punto potremmo anche chiudere qui. Non senza però dedicare qualche considerazione all’evento storico, al quale si sono dedicati televisioni, radio, giornali, con al seguito prezzolati giornalisti del “tengo famiglia” e che ovviamente dedicano ogni sudore del loro sforzo per “tenerla” nel migliore dei modi possibili. E alè via agli ossequi al potere e al “nuovo” che avanza che è sempre più: Vecchio. Un Ave Maria a Dio, Patria e Famiglia, (la triade borghesemente intesa che ha ricoperto il mondo di centinaia di milioni di morti), ed una minuziosa descrizione dei vari look dei ministri accompagnati da parenti e cani fino alla 20° de-generazione nel magnifico salone delle feste del Quirinale, nota dimora del fine settimana di proletari e affini. Le armi di distrazione di massa, i tromboni di reti ed edicole unificate toccano il loro apice nella descrizione degli abiti del (della?, boh?!) Premier: un magnifico tailleur blu notte (quasi nero come il suo cuore) che scivola sinuoso ed elegante sul suo corpo: neanche fosse una modella... Hanno chiamato Giorgio Armani in persona. Pensate, Giorgio per Giorgia.

In compenso la compagine governativa ripropone per quasi la metà i soliti vecchi arnesi dei governi berlusconiani passati. Per il resto domina la mediocrità di figuri al servizio anima e corpo della… nascente borghesia! L’alto profilo si è trasformato in un profilo greco, non artisticamente inteso, ma nel senso della cura lacrime e sangue cui fu sottoposta la Grecia dalla famosa troika, e a cui verranno sottoposti i proletari europei. La recessione è stata ormai annunciata, il quadro che emerge è che si passa, quasi senza soluzione di continuità, da una recessione all’altra.

Messo da parte il nero profilo, Giorgia-o, parte lancia in resta e giura e spergiura al mondo intero la sua fedeltà alla Nato, agli USA , all’atlantismo, ai valori occidentali. Insomma ai sacri valori borghesi, che poi sono gli stessi in oriente, in Africa e ad ogni latitudine del globo terrestre. Chiama subito il governo al lavoro. L’Italia chiama, e noi rispondiamo immediatamente: presente! I pochi che ancora nutrono dubbi sul suo passato di fascistella, si ricrederanno. Come se il fascismo avesse mai operato contro il capitalismo, e non per il capitalismo. Non è mai esistito fascismo, storicamente, e non esiste, che si sia schierato contro l’ordine costituito, contro il potere dello stato capitalista.

E poi, scusate tanto, è una donna e già questo, di per sé, affossa tutto il resto, anche il fatto che si accinga a riporre la carota per un uso sempre più ricorrente al bastone. Sulla questione del sesso e dei vari colori, dall’arcobaleno al nero, alcune, seppur veloci considerazioni, sono d’obbligo. Per quanto attiene ai colori, abbiamo già accennato sopra. Essi non sono che l’espressione del potere borghese che si manifesta nei modi più consoni al suo potere economico seguendo le vicissitudini della sua struttura economica. Sinteticamente e in linea generale. Ad una crescita economica, solitamente corrisponde la cosiddetta democrazia. La crisi e la recessione, se accompagnate da scioperi e da forti movimenti del proletariato tali da mettere in discussione il potere capitalista, costringono la borghesia a usare il suo volto (lo stesso) più violento.

Per quanto riguarda il gentil sesso, altre due parole. Vorremmo ricordare alcune cosette sulle donne e il potere. Tra i maggiori nemici del proletariato vanno senz’altro annoverate alcune campionesse della borghesia da fare invidia agli uomini più fedeli al verbo dei padroni. Una menzione d’onore va senza dubbio a Margaret Thatcher, “la signora di ferro”, al cui confronto Boris Johnson pare un agnellino. Le sue politiche contro la classe operaia furono di esempio. Tornando indietro nel tempo, come non ricordare Golda Meir, tra l’altro nata a Kiev. Lei era laburista, ma certo ciò non fu un ostacolo per essere ricordata per la guerra del Kippur. Gli israeliani la definivano “l’unico vero uomo di Israele”. Facciamo un salto per arrivare subito all’ultima barzelletta che risponde al nome di Liz Truss , subito distintasi per la sua “dolce” disponibilità all’uso della bomba atomica, col fiocco rosa naturalmente.

Concludiamo con la socialdemocratica finlandese Sanna Marin che si accinge a costruire un muro di 260 Km, che costerà centinaia di milioni di euro, lungo il confine russo sormontato da filo spinato, come segno dell’accoglienza finlandese ai diversi. Anche la fascista nostrana durante la campagna elettorale minacciava blocchi navali contro i migranti, contro i diversi. Come si vede, un filo nero unisce le politiche dei vari governi borghesi siano essi di donne o di uomini. Anzi spesso, per non dire sempre, le donne che raggiungono il potere sono in prima linea nel combattere i poveri, i migranti, la classe operaia, il proletariato. Questa è per loro la parità di genere.

Dulcis in fundo, la cerimonia della campanella col suo ripetuto scampanellio per la gioia di Giorgia tutta giuliva e pronta alla sua nuova missione. Dal canto nostro noi continueremo a lavorare e batterci affinché lo scampanellio diventi un suono di campane in tutto il mondo, e che il suo tintinnare sia un rintocco di campane a morto per la borghesia, in qualunque veste essa si presenti.

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Martedì, October 25, 2022