Gli scioperi in Bielorussia si intensificano, il potere di Lukashenko vacilla

Di recente abbiamo scritto sul retroscena e sull'escalation dell'attuale movimento di opposizione in Bielorussia (1), ma nei giorni seguenti al primo scritto la situazione è già cambiata di molto - con vari sviluppi nella lotta contro il regime di Lukashenko. Particolarmente interessanti sono le notizie sul fronte dell'azione nelle industrie. Il blackout delle connessioni internet nel Paese sembra essere finalmente finito e i manifestanti stanno condividendo informazioni sui social media, ma l'attività online è ora monitorata molto più da vicino di quanto non fosse prima. Le migliori fonti di notizie sugli eventi che si svolgono in Bielorussia continuano ad arrivare principalmente sotto forma di registrazioni, trasmesse tramite i canali Telegram e YouTube, da gente comune che assiste per le strade a tutto quanto avviene davanti ai loro occhi e davanti alle loro case.

I pochi giornalisti dell'opposizione e dei media stranieri rimasti nel Paese sono braccati da OMON (2) e da altri gruppi di forze dell'ordine, che sono demandati a schiacciare ogni dissenso e a gestire ogni telecamera che potrebbe registrare e diffondere ciò che sta accadendo. I programmi televisivi e radiofonici statali continuano a trasmettere propaganda e immagini idilliache dell'innovazione agricola, ma diventa più difficile credere a queste favole quando basta uno sguardo fuori dalla finestra per vedere un pedone solitario, intento nella sua camminata mattutina verso il lavoro, che viene inseguito e picchiato da cinque uomini dell’anti-sommossa con manganelli e spray al peperoncino.

Il canale privato Nexta, gestito da un team di giornalisti professionisti che verificano le informazioni inviate tanto da privati cittadini quanto dagli informatori del regime, è stato una fonte di informazione fondamentale per i manifestanti e per gli osservatori provenienti dall'estero. La mancanza di una piattaforma centrale, con una presenza diffusa su più canali e su YouTube, ha reso più facile per Nexta rimanere al di fuori dell'influenza del governo. È attraverso canali come Nexta, e le storie dei comuni cittadini bielorussi, che abbiamo sentito parlare della proclamazione di uno sciopero generale in tutta la Bielorussia, proclamazione fatta circolare attraverso questi media alternativi. Sappiamo che la capitale rimane un punto caldo delle agitazioni, con gli autisti dei filobus, come anche differenti altri lavoratori, che organizzano o le uscite organizzate dal luogo di lavoro o danno vita ad altre forme di azione. Solo a Minsk sta avvenendo presso: la centrale elettrica di Kozlov, la fabbrica di trattori, l'Istituto statale delle polveri metallurgiche, lo stabilimento della margarina, la struttura di ricerca RUE Belenergosetprojekt, la metropolitana, lo stabilimento farmaceutico Belmedpreparaty, lo stabilimento automobilistico, il teatro Kupalausky e l'aeroporto nazionale (insieme a molti altri luoghi di lavoro della capitale).

Tuttavia, gli scioperi non si sono limitati solo a Minsk, abbiamo sentito di azioni dei lavoratori anche presso: l'impresa petrolchimica Grodno Azot, la fabbrica di tabacco Neman e la Grodnozhilstroy costruzioni (a Grodno partecipano anche i tassisti, il settore dell'istruzione, la società di edilizia abitativa, l'impianto di lavorazione della carne e i ferrovieri); Brestgazoapparat, la raffineria di zucchero di Zhabinka, gli utensili Kompo e i ferrovieri a Brest; la fabbrica di pneumatici Belshina a Babruysk; lo stabilimento di camion BelAZ e lo stabilimento di forgiatura pesante a Zhodzina; l'acciaieria bielorussa e l'impianto di lavorazione della carne a Gomel; la raffineria di petrolio Mazyr; l'impianto di fertilizzanti e le miniere Belaruskali a Salihorsk; il castello di Nesvizh; la fabbrica di fibre artificiali Khimvolokno a Svietlahorsk; la fabbrica Polymir e la raffineria di petrolio di Naftan a Novopolotsk; l'impianto di macchine utensili Atlant e lo stabilimento di aerei a Baranavichy; il deposito locomotive e la produzione di vernici di Lakokraska a Lida; la produzione di legname e compensato Kosvik a Zaslawye; la silvicoltura Pastavy; la centrale nucleare di Astravets; nonché medici e infermieri in tutta la Bielorussia e dipendenti in molte imprese più piccole.

È proprio questo tipo di azione della classe operaia e di auto-organizzazione che ha il vero potenziale per rovesciare la dittatura di Lukashenko, soprattutto da quando gli scioperi sono avvenuti non solo nelle piccole aziende locali ma anche in alcune delle più grandi fabbriche dell'industria pesante del paese. E non stiamo qui parlando di piccole iniziative di circoli radicali, ma di molte centinaia di lavoratori che abbandonano gli attrezzi e se ne vanno solo in una fabbrica, potete moltiplicare da soli per tutte le aziende citate. Questo è il miglior esempio di resistenza da parte della classe operaia, che ci mostra come il malcontento sia andato ben oltre la classe media urbana, e abbia raggiunto in profondità i settori di popolazione che tradizionalmente sono stati considerati sostenitori dell'uomo che ha governato la Bielorussia negli ultimi 26 anni (non solo i giovani e istruiti attivisti o i giovani recentemente radicalizzati, ma anche i lavoratori industriali di mezza età e le generazioni più anziane che sono state cresciute in URSS). Al momento, tuttavia, la maggior parte delle richieste avanzate dai lavoratori in molti di questi luoghi sono state in gran parte in linea con la causa limitata dell'opposizione liberale e con le sue radici piccolo-borghesi: rilascio di tutti i prigionieri politici, fine delle violenze di Stato contro i manifestanti, indagini sui brogli elettorali e rispetto dei risultati reali delle elezioni del 2020 (che i più presumono porrebbero Tsikhanouskaya davanti a Lukashenko).

Il momento in cui la classe operaia bielorussa andasse al di là di queste richieste e avanzasse le proprie richieste, fondate sui suoi interessi di classe proletaria - in opposizione alla borghesia nazionale bielorussa e al sistema capitalistico globale - sarebbe il momento in cui questa lotta si trasformerebbe da una lotta con obiettivi democratici a una, potenzialmente, di liberazione della classe operaia. Tutto questo dovrebbe iniziare con il rifiuto dei lavoratori ad accettare qualsiasi tipo di aggiustamento democratico. Certo, non è facile, e anche se i lavoratori bielorussi facessero un passo avanti e trasformassero la loro lotta in una veramente socialista - priva di obiettivi liberali e senza dogmi stalinisti - ci sarebbe comunque il problema dell'isolamento. Mentre la situazione diventa sempre più instabile in Bielorussia, le condizioni nei Paesi vicini (per non parlare del resto del mondo) non sono affatto rivoluzionarie. Tuttavia è incoraggiante vedere così tante agitazioni nelle industrie del Paese, e su così vasta scala! In realtà, anche le proteste al di fuori delle fabbriche hanno assunto una vita propria. Con la maggior parte dei candidati dell'opposizione o arrestati o costretti a lasciare la Bielorussia (3), non ci sono leader veri e propri con i quali interloquire. Le manifestazioni non sono più solo a favore di questo o quel politico ma organizzate dal basso e unificate nella loro comune frustrazione contro l'establishment. Migliaia di donne hanno formato lunghe catene di solidarietà nelle città di tutta la Bielorussia. Circa 35.000 persone si sono riunite a Grodno la sera del 14 agosto. Il movimento è presente anche nelle zone rurali, dove Lukashenko è stato in passato più popolare.

I manifestanti hanno imparato da precedenti lotte in altre parti del mondo, come gli scontri a Hong Kong e in Iran. La gente forma barricate per le strade, blocca le strade per rendere difficile il trasporto della milizia (4) e usa persino i laser nel tentativo di rendere più difficile prendere la mira per le forze dell'ordine armate (5). Il movimento ha assunto un carattere abbastanza decentralizzato e disperso. Quando il governo ha interrotto la maggior parte delle grandi manifestazioni nelle zone note di Minsk e in altri luoghi, i manifestanti nel disordine sono diventati ancora più organizzati. Bypassando il recente blocco di Internet, dove possibile, attraverso la tecnologia VPN, la messaggistica SMS, persino l'invio di video da un dispositivo all'altro attraverso il Bluetooth, si sono incontrati in aree precedentemente non utilizzate per i raduni, correndo tra i quartieri, stancando i poliziotti che li inseguivano tra gli edifici. Lukashenko crede forse di essere ancora negli anni Novanta, quando bastava mettere tutti in prigione e per poter spezzare un movimento attraverso la repressione di massa, ma oggi l'opposizione usa la tecnologia e le tattiche del XXI secolo. A ciò si aggiungano gli scioperi diffusi e altre forme di azione nelle industrie e la situazione comincia a sembrare sempre peggiore per Lui. Come abbiamo scritto in precedenza, il vero potere sta alla sua fonte - nei mezzi di produzione. Chi li controlla, alla fine, avrà tutte le carte in mano.

Per quanto tutto questo possa sembrare ottimistico, la situazione nel paese continua ad essere brutale per il movimento di opposizione, e per chiunque sia abbastanza sfortunato da trovarsi in minoranza nelle vicinanze dell'OMON o di altri banditi sostenuti dallo Stato. Come abbiamo già detto più volte, non sono solamente i manifestanti ma anche persone prese a caso che vengono bersagliati dalle unità dalle forze dell'ordine. Video provenienti da numerose fonti mostrano atti di violenza commessi dai sicari del governo sulla popolazione di tutto il paese, senza che abbia avuto luogo alcuna provocazione. Cannoni ad acqua e granate stordenti sono diventati la norma a Minsk; un uomo è stato ucciso dilaniato quando i poliziotti hanno preso un camion e lo hanno lanciato contro i manifestanti, investendone uno; un'autovettura di passaggio è stata sbattuta via, ferendo gravemente un bambino che stava seduto dietro; un venticinquenne di Gomel è morto dopo essere stato catturato e pestato dalla milizia; martedì l'undicesima forza di sicurezza, a Brest, ha aperto il fuoco sui manifestanti usando munizioni vere, ferendo numerose persone. Le cifre ufficiali delle persone detenute dall'inizio dei disordini post-elettorali si avvicinano alle 7.000 (in sole quattro notti) - le segnalazioni di sovraffollamento, torture, umiliazioni e scarsa igiene nelle carceri e nei centri di detenzione vengono riportate da chi le ha provate in prima persona, qui sono stati tenuti "in piccole celle con dentro almeno 120 persone, [avendo] non più di un litro d'acqua e una pagnotta da condividere", mentre ai disabili sono state negate le medicine e sono stati picchiati quando hanno chiesto aiuto (6).

Il governo polacco è stato il primo e anche il più esplicito a parlare della situazione in Bielorussia, con la Lettonia e la Lituania che hanno seguito l'esempio, chiedendo un vertice Europeo d'emergenza. E' stato ironico vedere il presidente Andrzej Duda e altri funzionari del governo polacco sollecitare Lukashenko a "rispettare i diritti umani e le libertà" in Bielorussia, quando la Polonia continua a vedere un'escalation delle proteste della comunità LGBT+ con numerosi casi di brutalità della polizia all'interno dei propri confini. Da allora, i governi di Germania, Svezia, Lituania e Lettonia si sono già espressi pubblicamente a favore di sanzioni contro la Bielorussia; la decisione di imporre sanzioni è stata finalmente raggiunta al suddetto vertice, che si è svolto la sera del 14 agosto. Inoltre, anche qui abbastanza ironicamente, l'impatto economico di queste decisioni potrebbe spingere Lukashenko ancora di più tra le braccia di Putin. In contrasto con l'indignazione dei Paesi vicini e di quelli occidentali, Russia e Cina si sono semplicemente congratulate con Lukashenko per la sua vittoria alle elezioni. Come abbiamo accennato nel nostro precedente articolo sull'argomento, la Bielorussia ha sostenuto la sua economia, in gran parte ancora di proprietà dello Stato, sin dai tempi in cui era membro dell'URSS (anche se ora ha anche un redditizio settore tecnologico privato), soprattutto grazie alla sua dipendenza dai prezzi ridotti del petrolio greggio e del gas naturale provenienti dalla Russia. Mentre questa condizione è riuscita a mantenere fin qui a galla la Bielorussia, non ha tuttavia impedito l’attuale stagnazione economica. Ora questi benefit da parte russa stanno per finire a causa della necessità della Russia stessa di fare dei cambiamenti, sulla scia delle esigenze imposte dalla crisi capitalistica.

Indipendentemente da come andranno le cose d'ora in poi, una cosa è certa: Lukashenko avrà molta più difficoltà afar fronte agli ostacoli economici che il suo regime si trova ad affrontare, soprattutto ora che i lavoratori sono stufi della violenza della polizia e la minaccia di sanzioni si profila all'orizzonte, aggiungendo ancora più profondità al tonfo che l'economia della Bielorussia era destinata a fare con la fine dei sussidi energetici della Federazione Russa. Inoltre, la perdita di profitti per il settore informatico bielorusso, dovuta allo spegnimento di internet per diversi giorni, è stata colossale. E l'autorità del governo continua a scivolare, con le notizie che non solo miliziani e presentatori televisivi annunciano pubblicamente di abbandonare il loro lavoro, ma in alcuni casi anche i soldati e persino i membri di OMON si stanno dimettendo. I lavoratori dovrebbero quindi diffidare delle richieste di "sindacati indipendenti" che già circolano - negli anni '80 in Polonia abbiamo visto come tali "sindacati indipendenti" abbiano subordinato un massiccio movimento di classe operaia alla nuova cricca dirigente (7).

Estendendo la nostra solidarietà alla classe operaia bielorussa e a tutti coloro che hanno sofferto tanto per mano del governo tirannico di Lukashenko, continueremo a seguire da vicino gli eventi che si stanno verificando in quel paese, nutrendo la speranza che i lavoratori bielorussi si spingano oltre nelle loro richieste e riconoscano che la lotta non deve essere per il consolidamento della democrazia capitalista, ma deve diventare guerra di classe della maggioranza degli sfruttati contro i loro oppressori. Se la situazione attuale provoca un ripensamento in una giovane generazione a cui è stato insegnato che "comunismo = stalinismo" e "democrazia liberale + libero mercato = un futuro prospero", allora questo di per sé può aprire la strada a un risveglio dell'internazionalismo proletario e alla possibilità di un'organizzazione politica rivoluzionaria di proporre come obiettivo che i lavoratori producano direttamente per i bisogni della popolazione, non più per profitto. Qui sta la lotta per la libertà, per tutte le persone del mondo, perché non ci può essere una vera libertà sotto il capitalismo - sia esso di stile autoritario e spietato o liberale e democratico.

Nikopetr, Sabato 15 agosto 2020

(1) Vedi articolo precedente

(2) OMON (ОМОН) sta per "Отряд Милиции Особого Назначения", ossia "Unità di Polizia per Compiti Speciali", sono le forze speciali della milizia bielorussa, note per il loro trattamento brutale dei passanti e dei manifestanti, contro i quali spesso vengono mandati in missione.

(3) Varie fonti hanno riferito che anche Tsikhanouskaya è ora all'estero, in Lituania, con i suoi figli. Alcuni dicono che la sua partenza dalla Bielorussia è stata la condizione del governo per il rilascio di uno dei suoi principali attivisti dal carcere.

(4) Naturalmente, nonostante il loro nome, la Militsiya della Repubblica di Bielorussia non ha nulla in comune con le organizzazioni di volontariato con nomi simili legate a gruppi rivoluzionari in passato. È l'agenzia di polizia militare della polizia bielorussa, l'apparato statale repressivo dello Stato bielorusso. Il nome è un retaggio dell'URSS.

(5) Per un'intervista con un attivista bielorusso, disponibile anche in inglese, si veda: rozbrat.org

(6) Come riportato dal Financial Times: ft.com

(7) Vedi la nostra analisi di Solidarność e del movimento di sciopero del 1980-1981: leftcom.org

Martedì, August 18, 2020