Lottare!

Volantino per gli studenti che scendaranno in piazza l'11 dicembre assieme ai proff. e agli altri lavoratori della P.A.

“Nel periodo gennaio-agosto 2009 il numero delle ore non lavorate per conflitti (originati dal rapporto di lavoro) è stato di 1,1 milioni di ore, con un calo del 67,1% rispetto al corrispondente periodo del 2008.” (Istat, Contratti collettivi, retribuzioni contrattuali e conflitti di lavoro, ottobre 2009.)

Per fare un paragone: Il 1979, che è stato il più caldo degli ultimi 30 anni, ha visto 193 milioni di ore di sciopero.

Lottare!

Oggi siamo in piazza per manifestare contro il massiccio attacco in atto nel pubblico impiego e nei settori della conoscenza (quale conoscenza?). Ma non possiamo non constatare che il livello di mobilitazione finora espresso è assolutamente inadeguato alle dimensioni dell'aggressione in atto. L'attacco è complessivo e ha colpito innanzi tutto gli operai che, per ora, sono rimasti isolati e frammentati nelle loro fabbriche, si è quindi esteso a tutto il mondo del lavoro dipendente e alla scuola.

Le, necessarie, lotte non decollano perchè nei luoghi di lavoro e nella scuole siamo ancora ingabbiati nella logica della delega, della rappresentanza, delle consulte, della contrattazione sindacale: nella logica di democratica rassegnazione secondo la quale ci sarà sempre qualcuno che ci difenderà al posto nostro: perciò...a che serve produrre conflitto nel proprio quotidiano?

Accontentiamoci delle tradizionali passeggiate di piazza e degli scioperi che non danneggiano nessuno, qualcun altro poi penserà a debellare lo spettro della crisi per noi!

Le cose non stanno cisì.

A tutti i lavoratori e le lavoratrici, a tutti gli studenti e le studentesse oggi presenti in piazza vogliamo chiedere di non credere più alle illusioni che le classi dominanti diffondono quotidianamente: non è vero che il peggio è passato, non è vero che con gli investimenti, una più equa politica dei redditi o con le grillate di turno si uscirà dalla crisi, non è vero che la ripresa è alle porte, e non è vero per il semplice fatto che la crisi è appena cominciata!

Per questo ognuno di noi, indipendentemente dalla sua condizione sociale, deve iniziare a portare nel lavoro e a scuola un punto di vista genuinamente proletario:

  • Dobbiamo impegnarci quotidianamente, perchè nessun altro ci difenderà.
  • Dobbiamo mettere costantemente in discussione l'ideologia dominante, i modelli sociali che ci vogliono imporre, il modello del lavoratore rassegnato e pacificato come quello dello studente-automa, dell'insegnante produttore di automi, del ricercatore ligio alle leggi del profitto.
  • Dobbiamo lottare per difenderci dal peggioramento delle nostre condizioni, dai tagli, dobbiamo schierarci in difesa di chi è messo peggio di noi perchè precario o disoccupato (come è disoccupato il 27% dei giovani).
  • Dobbiamo autorganizzarci senza fidarci di nessun politicante o sindacalista, sempre pronti a strumentalizzare la nostra rabbia per i loro interessi di bottega.
  • Dobbiamo solidarizzare, in tutte le forme possibili, con i lavoratori colpiti dalla crisi perchè l'attacco condotto ai danni di ogni singolo proletario è un attacco a tutta la nostra classe.
  • Dobbiamo lottare per i problemi immediati e sviluppare organizzazione intorno ad essi, ma dobbiamo al contempo sostenere con forza ciò che nessun altro dice: ci piaccia o meno, esiste una sola via d'uscita sana alla crisi del capitalismo, la società comunista.

Mentre ci impegniamo quotidianamente per la difesa dei nostri interessi di classe, noi lavoriamo per la costruzione di un partito autenticamente proletario. Tu che fai?

Gli internazionalisti di Battaglia Comunista