1919-2009: All'armi son fascisti!

Immagine - Barricate dell'Oltretorrente, Parma, agosto 1922

Volantino contro l'iniziativa di Casapound a Parma, 14/2/2009

Nonostante i furiosi tagli alla spesa scolastica del ministro Gelmini, noi la storia la conosciamo. E in particolare conosciamo la storia del movimento operaio e dei suoi nemici.

Casapound è un’organizzazione dichiaratamente fascista che attraverso le sue tante iniziative sociali (Tempo di essere madri, Mutuo sociale, ecc.) vernicia di “rosso” la sua essenza nazionalista, anti-proletaria e anti-comunista. Niente di nuovo. Anche il fascismo della prima ora avanzava istanze socialisteggianti. Il manifesto dei Fasci di combattimento del 1919 (atto di nascita del fascismo) fra le altre cose chiedeva: il voto per le donne; una legge che sancisse per tutti la giornata lavorativa di otto ore; il minimo di paga; la partecipazione dei lavoratori al funzionamento tecnico dell'industria; l'affidamento alle stesse organizzazioni proletarie della gestione di industrie o servizi pubblici; una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo; il sequestro di tutti i beni delle congregazioni religiose...

Inutile forse ricordare che quando tre anni dopo il fascismo andò al potere nulla di questo venne realizzato, anzi: fu abolito il diritto di sciopero, furono pesantemente abbassati i salari, fu allungata la giornata lavorativa, furono messi fuorilegge tutti i sindacati e i partiti operai... in pratica, il dominio padronale fu sostenuto su tutta la linea e il movimento operaio venne schiacciato. Eccovi di seguito le distruzioni - approssimate per difetto - operate dalle camicie nere solo nel primo trimestre del 1921: 59 case del popolo, 119 camere del lavoro, 83 leghe contadine, 8 società di mutuo soccorso, 141 sezioni socialiste, 100 circoli di cultura, 28 sindacati operai, 53 circoli operai ricreativi, 1 università popolare. La sfortuna dei neofascisti è che non tutti dimenticano.

Ma veniamo al programma di Casapound. Eccone alcuni punti: abolizione delle leggi che favoriscono il precariato e la flessibilità; rivalutazione del Lavoro rispetto al Capitale; partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese; progressiva riduzione dell’orario di lavoro a 30 ore settimanali; difesa incondizionata della previdenza pubblica; difesa incondizionata dell’assistenza medica gratuita; abolizione dei ticket; destinazione obbligatoria dell’otto per mille alla sanità pubblica.

A parte il fatto che nemmeno questa specie di riformismo fascista indica come imporre al capitale tanto “bengodi” (né, ovviamente, gli passa per la testa di mettere in discussione il capitalismo in generale), abbiamo qui evitato di citare i numerosi punti da cui traspare una visione nazionalista e discriminatoria nei confronti dei lavoratori stranieri, proprio perché vogliamo sottolineare quei contenuti che potrebbero trarre in inganno tutti coloro che non conoscono l’ormai rodato modus operandi delle forze reazionarie, che da una parte si scagliano contro la lotta di classe e l’internazionalismo, e dall’altra lisciano il pelo alle fasce sociali meno abbienti, che in una fase di profonda crisi economica come l’attuale potrebbero rialzare la testa e iniziare a dare seri problemi alla nostra classe dominante.

Sia chiaro. Noi contrastiamo il fascismo non per difendere questa presunta democrazia, la costituzione e tutto ciò che rappresenta l’altra faccia della medaglia di un sistema fondato sulla dittatura dei borghesi, lo strapotere dei padroni e lo sfruttamento dei lavoratori, ma solo perché rappresenta l’ennesima minaccia lungo il difficile percorso verso la ripresa della lotta di classe e una diffusa coscienza proletaria internazionalista.

Contro il fascismo, contro la “democrazia” *
Per una società senza classi né frontiere*

Battaglia Comunista - Sezione “Guido Torricelli” - Parma