gli anarchici sono dei "pazzi"?

volevo una vostra opinione.....possibile pensare di rovesciare il potere imbrattando il muro di una banca o spaccare qualche vetrina??? o inventarsi teorie magari affascinanti ma nei fatti strampalate come il primitivismo? quindi ne deduco che il volontarismo e' una "pazzia"

Forum: 

La rabbia nella protesta può assumere forme discutibili, ma rimane un giudizio superficiale in quanto è comunque espressione di un fenomeno in atto e del disagio sociale. Altrimenti riduciamo tutto a problema di ordine pubblico, rissa da stadio, ossia come la borghesia vorrebbe poter qualificare le proteste.

Generalizzare poi i rapporti sociali del capitale all'intera storia dell'umanità è l'esercizio preferito dalla piccola borghesia liberale e anarchica, a cui l'ottobre ha confuso le idee, ed ora demonizza il concetto di partito assimilandolo appunto alla concezione borghese di politica.

Saluti rossi

scusa tu hai parlato di rabbia negli stadi....ecco non vorrei urtare nessuno posso sbagliarmi...ma ad esempio nella mia citta' e penso in tutte io vedo che il tipico teppista da stadio fa parte dei peggiori elementi del sottoproletariato tipo rapinatori , spacciatori ecc. e non di rado sono reclutati da partiti di destra ma anche di "sinistra" anche se in misura minore. inoltre trovo estremamente stupido il campanilismo ovvero l'amore della propria citta' che in fin dei conti e' una cloaca di cemento. preferisco di gran lunga la campagna.

con questo volevo sottolineare a mio modo di vedere che il sottoproletariato non porta mai niente di buono e anzi e' una "classe" nemica del proletariato.

Il "lumperproletariat" riforniva e rifonisce la monodopera dei "pogrom" borghesi quando si devono sedare le rivolte e dare l'esempio. La rivoluzione non è comunque un moto di maggioranze assolute, gli elementi coscienti della classe, provenienti anche da piccola borghesia decaduta, formano le avanguardie dotate di coscienza di classe e trascinano con se al momento buono la classe operaia alla conquista del potere.

Il grosso del lavoro va condotto nel senso di radicare il partito tra le masse attraverso elementi coscienti e politicamente avanzati, quelli che riflettono mille volte sui programmi e li assimilano, e non lottando contro il sottoproletariato, ma portandoselo dietro.

Gian ha ragione?

Se è l'esistenza che determina la coscienza, allora il sottoproletariato, classe parassita della società borghese, da dove provengono la stragrande maggioranza della manoivalanza criminale, è classe nemica del proletariato e non per nulla la sua ideologia è sostanzialmete fascistoide.

Attualmente si calcola che nella provincia di Napoli circa 700mila persone vivano di criminalità e, per il 99,999 pere cento si tratta di individui di estrazione sottoproletaraia. Filippo Turati ebbe a dire una volta che il proletariato napoletano doveva allearsi con la borghesia progressista contro la rendita parassitaria e contro la plebe.

Non è cero per caso che, mentre i sanculotti parigini (operai delle manifatture e dell'artigianato) ineggiavano a Marat e Jacques Roux, la plebe napoletana addentava il cadavere di un grande scienziato, Domenico Cirillo, appesso alla forca di Piazza Mercato.

Il sottoproletariato fu reclutato dal fascismo; la piccola borghesia infuriata dalla crisi faceva opinione i sottoproletari gli omicidi, gli incendi. Costituirono la cosiddetta Milizia fascista, un sistema per metterli sotto controllo dopo che il fascismo aveva preso il potere.

I Borbone di Napoli ne mantenevano 30mila, pagandogli ogni giorno una diaria; passarono in massa con Garibaldi, al quale si sentivano più affini fino a quando lo stato dei Savoia reclutò i loro capi come Delegati di Polizia ( il ruolo degli attuali Commissari di PS).

L'illusione di Gian di "portarseli dietro" è pericolosissima.

i crimini del sottoproletariato sono l'aspirazione a divenire "borghesia criminale" il sottoproletario vuole essere un boss i suoi miti sono tutti borghesi come macchine di grossa cilindrata ecc. il contrario dei valori che dovrebbe avere un lavoratore cosciente di se stesso.

Non considero proletario o sottoproletario chi veste la divisa, qualunque sia la classe di provenienza. Chi assoldato dalle forze borghesi si trasforma in strumento di oppressione del proletariato non è e non può essere l'intero sottoproletariato, se infatti la borghesia possedesse questi mezzi li userebbe nella forma "democratica" che è "l'involucro" migliore del proprio dominio.

Le condizioni oggettive rivoluzionarie, non sufficenti di per se, determinate dalla crisi del capitale, creano in modo sempre più esteso precarietà e miseria e una diversa composizione di classe contrassegnata da proletariato impoverito e ulteriormente declassato il quale è e rimane in "libera vendita". La ricerca di classe operaia "pura", vista anche la frammentazione della scala di produzione su innumerovoli siti differenti, è un esercizio sterile ed elitario per certi versi, sicuramente sganciato dalle dinamiche dei processi materiali.

Caro Gian, attenzione a non confondere il sottoproletariato col moderno proletariato

Distinguere classe operaia miserabile da sottoproletariato è certamente necessario, anche se si fa via via più labile il confine tra le due stratificazioni. La radice comune è comunque proletaria e persino i peggiori delinquenti e prostitute sono meglio di gran parte della borghesia e piccola borghesia fradicia reazionaria e nazista non possedendone la formazione culturale.

L' aspirazione di tutti i sottoproletari e' diventare borghesi tramite la criminalita'. La manovalanza mafiosa ne e' un esempio