Written by Jock Dominie. £12, 276pp.
The Russian Revolution remains a landmark event in history. For the bourgeois historians, the October Revolution is thought to be a tragedy that set back the achievements of the “democratic” February Revolution, and allowed the Bolsheviks to wreak havoc on their citizens and the world. For the Stalinists, the events of 1917 paved the way for the birth of the USSR, which they point to as a prototypical example of “socialism in one country”. In reality, the February and October Revolutions were both part of the same proletarian revolution.
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Ciao Bogdanov. Sinteticamente
Ciao Bogdanov. Sinteticamente mi viene da dire, nulla di nuovo, il solito riformismo che cerca di darsi un nuovo involucro. Ad ogni modo, a breve uscirà un articolo su questo tema, tra qualche giorno lo trovi sul sito web...
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Caro Compagno Nun,
Caro Compagno Nun,
il mio dubbio riguarda il fatto che si tratti oppure no del "solito" riformismo. Cerco di spiegarmi, anche se di questa 'operazione' non ho chiari tutti gli elementi. Secondo me, per comprenderla bisogna guardare al moderno proletariato dell'Europa e dell'Italia.
Ma, venendo al nostro paese, questa sarebbe la seconda operazione di grande respiro tentata dalla borghesia per disattivare, deviare e ritardare la protesta del moderno proletariato, il quale sta dando segnali forti di voler uscire dallo stato di prostrazione e di rassegnazione nel quale si trovava ed ancora si trova e di cominciare a reagire, ancora in maniera confusa, ancora senza una salda guida politica.
E' stato prima usato il grillismo, per deviare la protesta sulla critica di costume e per produrre un nuovo elemento di demoralizzazione del moderno proletariato con la dimostrazione della inutilità e con fallimento politico del grillismo. L'operazione M5S è sostanzialmente fallita e lentamente viene riassorbita nel quadro istituzionale borghese.
M5S ha tentato di tenere la politica fuori dal contesto del moderno proletariato ma gli avvenimenti accaduti in tutta Europa hanno mostrato che non è più possibile nascondere gli interessi del capitale finanziario e che è diventa sempre più chiaro al moderno proletariato che la 'politica' serve a mascherare il potere vero, quello del capitalismo della finanza.
Secondo me la borghesia è allora passata ad una seconda fase: non potendo più tenere la politica fuori, allora tanto vale utilizzarla come leva di disorientamento e di deviazione. Per far ciò occorreva una demagogia al massimo grado, degli specialisti dell'inganno, affidabili ed insospettabili.
Ma per far funzionare questa nuova manovra, resasi urgente, dato il livello generalizzato di protesta nell'Europa, la borghesia è essa stessa costretta ad una operazione di 'unificazione' del moderno proletariato sotto la bandiera di Landini, affinchè non le sfuggano frammenti più radicali, e per lei pericolosi, dell' insieme proletario. D'altronde, la comune condizione di sfruttamento e di oppressione del moderno proletariato di per sè va creando un primo elemento identitario che, obtorto collo,i demagoghi della borghesia finanziaria non possono più obliterare.
Naturalmente, anche questa operazione deve portare fuori strada i proletari e indurre un nuovo e più pesante elemento di frustrazione politica, ma il fatto è che queste operazioni della borghesia avvengono sotto la spinta obiettiva della classe che tendenzialmente cerca di ricompattarsi e di riconoscersi in una comune opposizione al capitalismo.
Credo che tutto ciò non vada sottovalutato perchè gli elementi di novità di questi avvenimenti dànno segnali importanti di ciò che sta avvenendo nel corpo del moderno proletariato. Saluti.B.
Ciao Bogdanov, non mi trovo
Ciao Bogdanov, non mi trovo con te in particolare su una cosa: "la spinta obiettiva della classe che tendenzialmente cerca di ricompattarsi e di riconoscersi in una comune opposizione al capitalismo". Su questo sono molto molto più pessimista di te, tale tendenza non la vedo, non vedo "il livello generalizzato di protesta nell'Europa, credo piuttosto che si tratti di una azione ideologica preventiva, volta a smorzare sul nascere gli episodi, per me ancora isolati e poco intensi, di lotta di classe proletaria.
Ma ad ogni modo, aldilà della analisi circa la natura di questo o quel riformismo, vorrei sottolineare quello che per me è il dato principale. Se nel proletariato non vive il senso dell'alternaziva sociale comunista, se non vive un progetto di alternativa sociale... allora le varie illusioni ideologiche borghesi - aldilà della loro natura - troveranno sempre spazio. Analizzare è certamente importante ma poi... per togliere ossigeno alle illusioni ideologiche borghesi (e piccolo borghesi) bisoga darsi da fare e far viviere nella classe il senso dell'alternativa sociale.
Saluti.
Anche nel nome, Landini ha
Anche nel nome, Landini ha dato indicazione; solo per vergogna non ha aggiunto la parola "Trade".
Quello è opportunismo compagni, basato sull'istinto operaio alla lotta economica e legislativa contro il capitale ma nel quadro borghese; è pura opposizione, la rivoluzione sparisce.
La coscienza di classe non esiste come oggetto della realtà, viene generata nella teoria e pratica del partito rivoluzionario che opera tra le masse (quindi anche nel sindacato) per dare coscienza ai lavoratori.
La coscienza non deriva dalla lotta di classe bensì si sviluppano l'una accanto all'altra. La coscienza è organizzazione, disciplina, studio.
Non aspettiamoci che le illusioni ideologiche borghesi scompaiano nel socialismo. Il socialismo è dittatura, uso della violenza organizzata, al fine di reprimere la reazione borghese e piccolo borghese e per strappare ai capitalisti i mezzi di produzione.
Il socialismo è anche e
Il socialismo è anche e sopratutto liberazione del potenziale umano per costruire un mondo molto, molto migliore.
Non esiste un direttorio o un
Non esiste un direttorio o un nucleo di potere borghese organizzato, una lobby, che ha stabilito di usare M5S e di fatto di farlo diventare quello che è come non esiste per quello che cerca di fare Landini.
Pensare che ci sia sempre in senso più o meno “lato” una borghesia che decide la creazione di quello che esiste con una scelta cosciente e razionale, scientifica, non permette di cogliere la natura di questi movimenti, come si formano all'interno del sistema.
Non sono diretti o/e voluti dalla “borghesia”, sono semplicemente di natura borghese perchè si sviluppano all'interno di questo contesto come espressione di sue contraddizioni, come anche la forma che si danno soggetti sociali dietro ai quali c'è il proletariato con i suoi problemi essenziali (pauperismo, disoccupazione) e con i problemi indotti da forme ideologiche tradizionali subalterne o interne al capitalismo.
La politica si fa se si sente il bisogno di esercitare un potere per risolvere un problema e per farlo si usano gli strumenti che si hanno a disposizione.
Che strumenti ha il proletariato? Quelli dominanti, poi diamine ci sono pronti i professionisti, quelli che tramandano gli schemi già pronti, i cultori della repubblica nata dalla resistenza, con i loro riformismi pseudoradicali, sempre meno radicali.
E' importante capire come si formano coscienze collettive interne e subalterne al sistema borghese, con una spinta spontanea e non pianificata dall'alto, perché dietro quelle spinte ci sono anche le contraddizioni che ci servono, anche quella tra capitale e lavoro.
Dice Egidio:
“La coscienza di classe non esiste come oggetto della realtà, viene generata nella teoria e pratica del partito rivoluzionario che opera tra le masse (quindi anche nel sindacato) per dare coscienza ai lavoratori. “ (Egidio Zaccaria )
E' così? É proprio così anche per il PCInt.?
Per mio conto azzardo: sul “quindi anche nel sindacato” potrei dire di sì in linea di principio come per tante altre cose ma bisognerebbe parlare della irrazionalità delle dinamiche delle coscienze collettive in ambito borghese, delle loro forme organizzate politicamente ed ideologicamente.. sarebbe troppo; allora preferisco dire di nò, nel sindacato adesso nò, ormai si lavora meglio stando fuori, forse si può stare nel sindacato strumentalmente in qualche contesto specifico ad un livello di base e circoscritto con scopo chiaro e definito in un luogo di lavoro sennò in linea generale è nò.
Per il resto è sì: la coscienza di classe non esiste ma aggiungo: se non esiste se non grazie al partito rivoluzionario vuol dire che la coscienza di classe o è rivoluzionaria o non è.
Quindi le coscienze collettive che esistono nel proletariato non sono di classe, quelle che fanno capo per esempio a Landini.
Voglio dire anche questo: se non esiste la coscienza di classe di fatto non esiste la classe se non come potenzialità.
Direi che pianificazione e
Direi che pianificazione e anarchia convivono nella classe dominante, semplificare la cosa ad un polo (è tutto pianificato) o all'altro (niente è pianificato) semplicemente diventa schematismo dogmatico. Settori della classe dominante elaborano strategie e piani, poi queste si scontrano con una realtà economica e sociale fondata sulla proprietà privata e su interessi antagonistici e concorrenziali, la risultante è qualcosa di ancora diverso dalla sommatoria delle forze in campo. è la dialettica dei rapporti di forza nel seno stesso della classe doinante.
PCInt e sindacato, c'è talmente tanto materiale sul sito che mi sorprende sempre un po' dover tornare su ste cose. Il pcint interviene nella classe ovunque essa sia ed esprima un minimo di conflittualità, anche nel sindacato (intervendendo nei suoi cortei, scioperi, assemblee sul luogo di lavoro) ovviamente non ha nessun senso occupare posizioni nei quadri intermedi del sindacato in quanto questo è, per quelli di base, un'arma spuntata che illude i lavoratori su prospettive spesso corporative e comunque cinghia di trasmissione di parole d'ordine opportuniste; per la triplice invece uno dei fondamentali pilastri costitutivi del capitalismo italiano dalla ricostruzione in avanti.
effettivamente la coscienza di classe o è rivoluzionaria o non è... poi il discorso dei differenti livelli di coscienza è un po' più complesso e spesso fumoso.
Invece il proletariato esiste indipendentemente dalla coscienza che ha di se stesso, se non esistesse il proletariato non potrebbe esistere il capitalismo: chi produrrebbe il plusvalore?
quindi non diciamo sciocchezze, una cosa è l'esistenza oggettiva del proletariato come classe sociale determinata dai rapporti produttivi capitalistici.
Un'altra cosa è la coscienza che questa classe sociale, oggettivamente determinata, ha di se stessa e del suo compito storico.
chiude il mio intervento l'invito a prendere contatti direttamente con l'organizzazione per collaborare fattivamente al processo di costruzione di un embrione di partito rivoluzionario in italia e nel mondo.
saluti.