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Newsletter del Partito Comunista Internazionalista (Battaglia Comunista)
Primo Maggio 2008 - Contro l'offensiva del capitale, lotta di classe internazionale
Ancora un primo maggio di guerra: guerra imperialista tra opposti fronti borghesi, guerra sociale della borghesia, riunita in un unico fronte, contro il proletariato e le masse povere del pianeta. Pace, prosperita` e liberta` - obiettivi per i quali la borghesia ci impone pesanti sacrifici di sangue, di fatica, di tenore di vita - non solo si allontanano ogni anno che passa, ma si mostrano per quelle che sono: una cinica beffa. Ma non puo` essere diversamente: alla base di tutto questo c'e` la ultra-trentennale crisi del ciclo di accumulazione capitalistica che, invece di attenuarsi, si avvita su se stessa. Il ciclone finanziario scatenato dal crollo dei mutui subprime e` una dimostrazione in piu` ed e` la prova che la strada dell'esasperata speculazione finanziaria e la brutale spoliazione di estesi settori della popolazione (anche piccolo-borghese), non fanno altro che aggravare le difficolta` in cui si dibatte l'economia capitalistica.
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Elezioni politiche Berlusconi vince, ma Veltroni non perde
Con la scomparsa della falsa sinistra radicale si e` chiuso un intero ciclo politico
Se ci si attiene alla semplice conta dei voti, l'ultima tornata elettorale si e` conclusa senza ombra di dubbio con la netta vittoria della colazione di destra guidata dal Pdl di Berlusconi, con la sconfitta del Partito democratico guidato da Veltroni e la debacle della Sinistra Arcobaleno che e` stata letteralmente spazzata via sia alla Camera che al Senato. Ma se si va oltre i numeri nudi e crudi, e si colloca il dato elettorale nel piu` generale processo politico che lo ha determinato, ci si accorge che in realta` la linea di demarcazione fra sconfitti e vincitori e` meno netta di quanto appaia, soprattutto per quel che riguarda il neonato Partito democratico.
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Il nuovo patto sociale
Governo, padroni e sindacati s'apprestano a confezionare una stangata per i lavoratori
Il primo contratto sociale, quello del luglio del 93, firmato dal padronato e dai sindacati, aveva come obiettivo il contenimento del costo del lavoro, la moderazione rivendicativa, la politica dei sacrifici per mettere in condizione il capitalismo italiano di galleggiare all'interno del procelloso mare della competizione internazionale. Dopo quindici anni da qual funesto luglio 93, il proletariato italiano si e` trovato ad essere il fanalino di coda in Europa per quanto riguarda il livello dei salari. Secondo i dati di piu` Osservatori statistici internazionali, l'Italia si trova al 23 posto per l'ammontare delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti. Ad esempio, nell'industria manifatturiera le imprese italiane hanno mediamente un costo di 33 mila euro l'anno per dipendente. In Francia il costo e` di 43 mila, in Danimarca di 45 mila e in Germania di 55 mila.
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Prime riflessioni sugli scioperi alla Fiat di Pomigliano d'Arco
Quella a cui hanno dato vita gli operai della FIAT, ex ALFA, in tutto il mese di aprile e` stata una prima ondata di lotta. Ha vissuto un periodo di incubazione, e` esplosa, e` arrivata all'apice ed ha ripiegato su se stessa. Si e` trattato di una battaglia. Un momento della guerra del padronato contro la classe operaia, e viceversa. In quanto ondata di lotta non possiamo valutarne l'importanza in base alla vittoria o alla sconfitta (tutti sappiamo che, finche` sussiste il capitale, siamo, di fatto, sconfitti). La vittoria piu` grande e` la crescita dell'organizzazione proletaria, l'importanza della lotta sta negli insegnamenti che da questa possiamo trarre per far crescere la nostra forza negli scontri futuri, per contribuire alla crescita delle coscienze di quanti vi hanno partecipato, alla loro crescita politica, alla loro formazione come militanti proletari, futuri dirigenti di un processo rivoluzionario.
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Condizioni e lotte operaie nel mondo
Americhe
E` ora di alzare il livello della protesta del mondo sindacale invitando tutti i sindacati e i lavoratori negli Stati Uniti e nel mondo a mobilitarsi per una giornata "No Peace No Work" il 1 maggio 2008 per 24 ore per esigere la fine immediata delle guerre e delle occupazioni dell'Iraq e dell'Afghanistan e il ritiro delle truppe statunitensi dal Medio Oriente.
Cosi` parla il documento divulgato il sindacato dei lavoratori portuali della costa ovest, l'International Longshore and Warehouse Union, in occasione del primo maggio. I lavoratori portuali hanno scioperato per 8 ore il primo maggio e hanno ricevuto il sostegno di altri, tra cui gli insegnanti e i postini, che hanno sfilato in corteo lungo le strade di diverse citta`.
Lo stato del New Jersey prende invece misure molto repressive contro chi alza la testa; la corte di giustizia ha, infatti, emesso un ordine restrittivo ai dipendenti delle scuole che hanno scioperato il 21 aprile, proibendo qualsiasi altra azione sul loro posto di lavoro e iniziando un processo contro di loro, colpevoli di aver costretto la scuola a chiudere nei giorni dello sciopero. I lavoratori si stanno battendo contro un rinnovo contrattuale totalmente peggiorativo, con cui si vorrebbero costringere a pagare di tasca loro l'assicurazione medica, senza alcun aumento salariale come contropartita.
L'America Latina e` spesso segnata da dure lotte sociali, soprattutto nelle miniere le condizioni di lavoro disumane spingono sempre piu` operai a ribellarsi; in Cile i minatori della Codelco, la corporazione a gestione statale che opera nelle miniere di rame, sono entrati nella seconda settimana di sciopero.
La protesta e` iniziata dai lavoratori precari a El Savador, per poi espandersi ad altri siti, che sono rimasti completamente chiusi per molti giorni. L'azienda continua a non garantire delle condizioni di lavoro migliori, e gli operai sono fermi nella loro lotta, nonostante la forte campagna che il governo ha messo in atto contro di loro, accusandoli di terrorismo, e di aver compiuto azioni violente per le strade della citta`.
Oceania
Nello stabilimento di Hawker de Havilland, che produce componenti degli aerei, a Melbourne, gli operai portano avanti da giorni una dura lotta contro i tagli al personale e il licenziamento di molti di loro. Il sindacato aveva dichiarato una giornata di sciopero il 9 aprile, ma quando i lavoratori hanno deciso di continuare a lottare, si e` tirato indietro, dicendo di temere un'azione legale milionaria da parte dell'azienda. Ora quindi gli operai continuano a scioperare, ma sono sempre piu` spaventati dalla possibilita` che l'industria possa intraprendere delle azioni legali personalmente contro ognuno di loro.
In Nuova Zelanda alcuni operai della Ecolab, un'industria chimica di proprieta` statunitense, stanno mantenendo da settimane un picchetto davanti alla fabbrica.
La protesta e` iniziata in marzo, quando l'azienda ha rifiutato di firmare un contratto collettivo di tutti i lavoratori meccanici, che garantisce condizioni migliori rispetto a quello stipulato direttamente dall'azienda.
Dopo quattro settimane senza lavoro molti operai iniziano ad avere grossi problemi soprattutto quelli con una famiglia e dei figli, e in alcune interviste si legge la loro rabbia contro il sindacato, che finora non ha fatto nulle per coinvolgere nella lotta anche altri settori di lavoratori e cercare altri supporti, necessari per dare incisivita` ad uno sciopero cosi` lungo ed estenuante.
Asia
In Corea si protrae da diversi mesi la protesta dei dipendenti della E-land, una catena di vendita al dettaglio; il 19 aprile i lavoratori hanno sfilato per le strade di Seoul in occasione del trecentesimo giorno di sciopero. Nel giugno dell'anno scorso l'azienda aveva infatti licenziato piu` di 1000 lavoratori, la maggior parte donne, per aggirare una nuova legge sul lavoro, che obbliga le industrie ad assumere a tempo pieno tutti i lavoratori precari o part-time che lavorano da piu` di due anni nello stesso posto. Dopo quel licenziamento di massa, sono iniziate le proteste, i picchetti davanti ai negozi e le manifestazioni; nel corso dei mesi ci sono stati durissimi scontri con la polizia, in cui molti lavoratori sono stati arrestati e si trovano ancora in prigione. Molti scioperanti si dichiarano molto delusi dai sindacati, che nonostante il largo supporto di tutti i settori lavorativi e la totale adesione alla lotta da parte dei dipendenti, non e` riuscito ad organizzare un'incisiva campagna contro il governo e la E-Land. La compagnia sta rimpiazzando i lavoratori part-time che aveva licenziato, e alcuni di quelli che hanno preso parte alle proteste e il governo ha gia` promesso dure azioni legali contro chi ha portato avanti la lotta. Anche in Corea si ripropone sempre piu` urgente la necessita` si andare oltre la gestione dei conflitti da parte del sindacato. Il problema non puo` essere ricondotto alla presenza di burocrazie sindacali distaccate dalle esigenze dei lavoratori, incapaci e corrotte. E` la natura stessa del sindacato che porta all'accettazione delle logiche del sistema capitalistico, alla conciliazione tra interessi di classe in realta` inconciliabili ed, in ultima istanza, all'inquadramento delle lotte dei lavoratori nell'alveo delle compatibilita` con il sistema economico.
Due giorni di sciopero generale sono stati dichiarati in India, nell'area industriale di Nuova Delhi, per fermare le violazioni costanti delle leggi sul lavoro che si susseguono da anni in tutto il paese. Lo sciopero ha coinvolto il settore pubblico, quello privato, compresi i dipendenti di settori piu` marginali, come i commessi dei negozi, e bloccando l'intera area produttiva, e ha visto sfilare milioni di persone per le strade. Le organizzazioni avevano dichiarato solo 8 ore, ma sono state costrette dalla pressione dei proletari a portare avanti lo sciopero per 2 giorni. Ora si richiede al governo di migliorare le leggi sul lavoro, aumentare il salario minimo e incrementare le assicurazioni sanitarie e le pensioni, soprattutto per i settori in cui il precariato e` dominante; nel frattempo si stanno gia` organizzando altre lotte.
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