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Home ›2008-04-17 - Lotta a Pomigliano
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Newsletter del Partito Comunista Internazionalista (Battaglia Comunista)
Numero dedicato interamente alle lotte degli operai di Pomigliano - Seguono vari contributi e documenti raccolti durante questi giorni, in ordine cronologico. Aggiornamenti costanti su internazionalisti.it
11 aprile - Protagonismo proletario!
Volantino distribuito ai picchetti
Gli operai della FIAT di Pomigliano hanno dato vita ad un grande momento di lotta di classe. Le mobilitazioni contro l'esternalizzazione di 316 operai, in larga parte ritenuti "scomodi" dall'azienda, hanno portato al blocco totale dello stabilimento. Lo sciopero, che l'11 aprile ha paralizzato completamente l'impianto, e` stato condotto unitariamente da tutti i lavoratori, indipendentemente dalle divisioni, sindacali.
Questo e` stato il primo punto di forza: l'organizzazione dal basso della lotta - per mezzo delle assemblee - contro e oltre la logica sindacale.
Questi lavoratori hanno dato un grande esempio a tutta la classe proletaria.
La strada giusta e` intrapresa. Cedere di un poco ora, significa capitolare completamente. Non cadiamo nelle trappole del sindacato, esternalizzare un solo lavoratore oggi, significa creare le condizioni affinche`, domani, tutti i lavoratori FIAT possano essere licenziati.
Il sindacato e` l'organo demandato, dalla legislazione borghese, a contrattare le condizioni della forza/lavoro. Per questo i lavoratori piu` coscienti devono unirsi per la ricostruzione del partito proletario, internazionalista e anticapitalista. Perche` non possiamo migliorare realmente le nostre condizioni strappando, eventualmente, qualche vittoria al capitalismo in crisi, ma solamente mettendolo radicalmente in discussione.
Non permettiamo che la lotta rimanga isolata: facendoci isolare nella singola vertenza o categoria facciamo solo il gioco del padrone!
Dobbiamo ricostruire la nostra forza di classe, collegare le nostre lotte a quelle dei lavoratori Atitech, in lotta contro 700 licenziamenti, e di tutti quei lavoratori e proletari che si ribellano allo sfruttamento, al problema rifiuti, inceneritore, inquinamento e a tutte le conseguenze del sistema borghese.
Rilanciamo ovunque una prospettiva unitaria, che faccia perno sulla lotta al capitalismo come istanza unificatrice per la classe intera.
Contro il capitalismo: per il potere proletario!
15 aprile - Aggiornamento
A partire da giovedi` 10 aprile alle ore 22 la FIAT di Pomigliano e` bloccata.
TV, mass media e giornali non ne parlano, perche` la FIAT non vuole che se ne parli. Diffondiamo la notizia in tutti i modi, ad amici, siti, blog, liste: rompiamo il muro del silenzio! Aggiornamenti quotidiani su: internazionalisti.it
Un comitato operaio costituito indipendentemente dalle appartenenze sindacali ha organizzato la mobilitazione.
Fino a domenica i picchetti operai hanno permesso uno sciopero con adesione del 99%.
Da lunedi` 14 aprile si e` deciso di bloccare solamente i varchi merci, per fare si` che la fabbrica sia costretta a fermarsi.
La vertenza riguarda 316 operai, ritenuti "scomodi" dall'azienda, la quale ha deciso di esternazlizzarli al polo logistico di Nola, da tutti ritenuto l'anticamenra del licenziamento.
In gioco vi e` pero` il futuro di tutti gli operai della fabbrica, i quali non hanno nessuna garanzia sul loro avvenire lavorativo.
I blocchi dei camion continueranno ad oltranza fino all'avvenuto riassorbimento dei 316 all'interno del perimetro aziendale.
E` necessario che tutti sostengano e vengano a portare solidarieta` ai lavoratori che, 24 ore su 24, stanno picchettando l'azienda.
Perdere questa battaglia, nella piu` grande fabbrica del meridione, significa condannare alla miseria ed alla disoccupazione migliaia di famiglie.
Vincerla vorrebbe dire, invece, dare una significativa risposta al progressivo impoverimento, al disorientamento ed alla precarieta` ai quali tutti i lavoratori sono sottoposti oggi.
15 aprile - Un piccolo contributo
Volantino distribuito ai picchetti
Siamo un piccolo gruppo di comunisti, molti di voi hanno, durante questi giorni, avuto modo di conoscerci e discutere con noi. Non siamo lavoratori della FIAT, ma siamo proletari ed e` soprattutto per questo che ci siamo impegnati ad essere affianco a voi in questa lotta. Crediamo, infatti, che la solidarieta` tra i proletari sia un'arma indispensabile per reagire agli attacchi che la borghesia (i padroni) sta portando avanti in questi anni, spingendoci progressivamente verso condizioni di lavoro e di vita che ormai iniziano a diventare insopportabili. Siamo comunisti, siamo proletari, questa lotta operaia la sentiamo anche nostra.
Detto questo, ci preme avanzare una serie di riflessioni sperando che queste nostre osservazioni possano costituire un piccolo contributo alla discussione e al buon proseguimento della vertenza.
- Lo sciopero di venerdi` e` stato una iniziativa strepitosa: corsi bloccati, picchetti ovunque, una organizzazione perfetta, stabilimento messo in ginocchio (padrone messo in ginocchio). La cosa ottimale sarebbe stata poter proseguire con questa forma di lotta ad oltranza. Bisogna pero` essere realisti e fare una seria valutazione delle forze.
- E` stata quindi una mossa intelligente, in quanto inevitabile, concentrarsi "soltanto" sui picchetti funzionali al blocco delle merci, lasciando "liberi" i lavoratori di entrare (esortandoli magari poi a portare solidarieta` ai picchetti).
- Non ha senso invitare i 316 a partecipare ai corsi, sarebbe una sconfitta:
- * Questa lotta e` contro l'esternalizzazione dei 316 (anticamera del futuro possibile licenziamento), il corso e` finalizzato all'esternalizzazione, parteciparvi sarebbe illogico, significherebbe iniziare ad accettare l'esternalizzazione stessa. %%% * Bisogna fare una seria valutazione delle forze. Benissimo. Qualcuno sostiene che la ripresa dei corsi potrebbe garantire una crescita delle forze da mettere in campo. Non e` vero, anzi e` l'esatto contrario. Secondo questi, gli operai dovrebbero alternarsi per coprire i tre turni di picchetto e, contemporaneamente, ognuno dovrebbe partecipare al corso. Sarebbe una situazione insostenibile. %%% * Bloccando i corsi gli operai perderebbero dei soldi, e` vero, ma in gioco c'e` il posto di lavoro, non dimentichiamolo. Quindi alcuni giorni di paga persa, contro la perdita totale del lavoro. Questa volta almeno ci sta rimettendo anche il padrone (finalmente!), questo ci deve gratificare.
- Il punto di forza dell'iniziativa di venerdi` e` stata la costituzione del comitato: gli operai avevano deciso di mettere da parte le varie sigle sindacali per portare avanti, dal basso una iniziativa unitaria, basata sul potere delle assemblee. Bisogna proseguire su questa linea. Per questo le bandiere sindacali devono continuare a non essere esposte, sarebbe un passo indietro rispetto a quel principio vittorioso. I sindacalisti operai (RSU) ci devono stare come operai. Le bandiere non servono, i picchetti si fanno con il proprio corpo. Vogliono venire anche funzionari e segretari sindacali? Ci vengano con il corpo (a picchettare!).
Compagni non molliamo. Chi lotta puo` anche perdere ma chi non lotta... ha gia` perso.
Se pur con le nostre piccole forze, saremo sempre affianco a voi, con le nostre idee, con i nostri corpi.
I compagni del Partito Comunita Internazionalista (Battaglia Comunista) sez.Napoli15 aprile - Cariche della polizia
Una testimonianza diretta dai picchetti
Oggi e` una giornata di svolta nella mobilitazione contro le 316 esternalizzazioni. Fin dalla mattina la situazione ai blocchi appare mutata rispetto ai giorni precedenti. Il blocco dei camion merci inizia a produrre i suoi effetti sull'azienda, la quale prende le contromisure.
All'una di notte arriva il via libera all'articolo 700 dalla prefettura. Le forze dell'ordine borghese hanno recepito la richiesta dell'azienda di sgomberare i blocchi. Lo sgombero puo` avvenire in qualsiasi momento, ora.
La Fiat ha bisogno di portare all'esterno i semilavorati necessari a servire le altre fabbriche: lo fa utilizzando 4 elicotteri che, dall'alba, portano fuori dallo stabilimento le merci. Segno che la fabbrica e` stata colpita... ma anche che e` pronta a reagire.
Alle 10 di mattina arrivano due camionette dei carabinieri, vedono il gran numero di operai presenti al picchetto al varco 1 e se ne vanno. All'ora di pranzo inizia una confusa e prolungata assemblea. Sono ormai comparse, da oggi, le bandiere sindacali, simbolo della divisione degli operai sotto diverse parrocchie (altro che unita`!!).
E` arrivata una proposta di tavolo di contrattazione tra l'azienda ed i sindacati. Tutti i sindacalisti vogliono accettare il tavolo e il vincolo che la dirigenza impone per sedersi a discutere: la smobilitazione dei picchetti. Il lavoro di sfiancamento e divisione degli operai portato avanti da tutti i sindacati dall'inizio della vertenza, inizia a fare il suo effetto. Molti operai sono confusi e disorientati. Smobilitare per approfittare di questo spiraglio o continuare ad oltranza, ma senza piu` le forze di prima? Due considerazioni:
- Quasi tutti i 316 hanno gia` ricevuto la lettera che li invita a presentarsi il 5 maggio al polo logistico di Nola. Cosa bisogna andare a contrattare allora? I sindacalisti sostengono che avranno piu` forza se levano il picchetto da soli, ma e` una bufala! Gli operai avranno piu` forza (e si daranno piu` coraggio) se andranno avanti, i picchetti si possono pure levare: ma deve essere la forza pubblica a farlo, non gli operai a calare le braghe preventivamente.
- Dall'inizio della vertenza il sindacato cerca di fiaccare gli animi ed indebolire la protesta. Tutti i sindacati (meno la confederazione Cobas, ma solo perche` animata - in questa fabbrica - da operai sinceri e non da sindacalisti):
- stanno invitando i 316 ad andare a lavorare indebolendo, di fatto i picchetti;
- stanno cercando di fare passare ad ogni spiraglio la possibilita` che i picchetti si tolgano, preferendo, loro, la vertenza legale - che non danneggia la produzione;
- sono compatti nel sostenere che i picchetti vanno tolti per approfittare del tavolo concessogli, poi, magari, si rimetteranno una volta fallito il tavolo;
- non stanno facendo niente dentro la fabbrica per costruire la solidarieta`, e` vero che all'interno prevale l'individualismo, ma non e` una buona scusa per non fare nulla.
Alla fine della assemblea, condotta davanti alla Digos, decidono di togliere i picchetti quando arrivera` il fax che convoca ufficialmente il tavolo. Ma l'ispettore dice che dobbiamo sgomberare.
Gli operai piu` combattivi si staccano e vanno a raggrupparsi al punto dove inizia il blocco dei camion. "Dai picchetti non ce ne andiamo". Gli altri stanno ad un centinaio di metri a guardare. Arrivano 2 camionette della polizia e scendono 20 celerini in tenuta anti-sommossa. Gli operai si piazzano dietro una rete improvvisata a mo' di barricata, alle spalle hanno le ruote incendiate. Il commissario intima piu` volte di andarcene. Il gruppo rimane compatto. Urla agli altri operai che, alla fine, proprio mentre parte la prima carica, finalmente si uniscono, anche i sindacalisti sono obbligati ad unirsi, anche se lo fanno in maniera molto defilata.
Subito un operaio rimane a terra dopo le manganellate. Siamo a mani nude, sostanzialmente disorganizzati, ma, ora, compatti. Applaudiamo le forze dell'ordine, indietreggiamo.
Arrivano i pompieri a spegnere il fuoco (delle ruote, i sindacalisti ormai non possono fare piu` di quello che gia` hanno fatto). Dopo una mezz'ora iniziano a venire i camion, cerchiamo di metterci davanti. La nostra intenzione e` quella di indietreggiare fino ai cancelli della fabbrica, per poi sdraiarci in terra ed impedire il passaggio dei camion, con i nostri corpi. Parte la seconda serie di cariche, la cui furia ci fa presto desistere dal piano. Cercano di portare degli operai nelle auto. Alla fine riusciranno a fermarne uno. Altri tre feriti. Siamo costretti ad abbandonare il campo. I camion entrano, 40-50, fagocitati dal mega stabilimento. Il fax del tavolo non e` ancora arrivato, fortuna che i celerini dovevano aspettarlo! Dopo un paio d'ore l'operaio fermato viene rilasciato.
Oggi si e` persa una battaglia, ma numerosi sono gli insegnamenti che ne abbiamo tratto.
Domani appuntamento alle 15 sotto l'unione industriali.
16 aprile - Solidarieta` internazionalista agli operai di Pomigliano
Come compagni internazionalisti dell'Alcatel - Battipaglia, ci schieriamo affianco dei 316 lavoratori di Pomigliano, esternalizzati dall'azienda e di fatto esclusi dal ciclo produttivo. Inoltre, approviamo completamente la scelta di proseguire la lotta, occupando di fatto e bloccando la produzione.
I compagni internazionalisti di Battipaglia, inoltre si impegnano qualora sia necessario, a organizzare una colletta per sostenere i lavoratori in lotta, attraverso una cassa di resistenza.
Comunisti Internazionalisti - BattipagliaI metalmeccanici internazionalisti di Bologna e il gruppo di fabbrica della Titan esprimono la loro solidarieta` di classe verso i compagni di Pomigliano in lotta.
Solo la Lotta Paga, solo Uniti si Vince!
Gli operai internazionalisti di Mirafiori sono a fianco dei compagni di Pomigliano in questa dura lotta; li salutano a pugno chiuso ed auspicano di poter fare qualcosa di piu` concreto nell'immediato futuro.
I lavoratori della scuola, dei trasporti, delle coop sociali etc. di Battaglia Comunista - P.C.Int. sono vicini e solidali agli operai napoletani in lotta.
W la lotta di classe!
Non abbiamo governi amici!
No alle divisioni tra lavoratori, no ai tatticismi sindacali.
L'assemblea operaia deve essere sovrana!
La solidarieta` e` la nostra unica arma!
Lotta alla FIAT di Pomigliano - Ancora cariche contro gli operai
16 aprile - Testimonianza diretta
Ore 15, appuntamento sotto la unione degli industriali per l'incontro tra rappresentanze sindacali ed azienda per decidere il futuro dei 316 esternalizzati. La posizione dei lavoratori e` univoca: i 316 devono rimanere a lavorare a Pomigliano. Rispetto all'incontro di oggi chiedono che possano salire, come ascoltatori, due o tre lavoratori demandati dall'assemblea.
La cosa sembra possibile.
Verso le 15.30 salgono le delegazioni. Quella degli operai non e` stata accettata. Si cerca di fare un po' di pressione ma non c'e` nulla da fare. Il padronato FIAT non accetta di trattare con delegazioni che non siano quelle scelte da lui, ovvero quelle dei sindacati, nemmeno i sindacati di base sono accettati.
L'incontro si prolunga per piu` di tre ore. Ai molti operai assembrati sotto non e` dato di salire, ne` di avere notizie. Con il passare del tempo si profila con sempre maggiore forza la paura che sopra stiano firmando l'accordo, con il trasferimento dei 316. Ci sono ancora alcune divisioni tra gli operai tra chi vuole bloccare la strada in segno di protesta e chi vuole attendere. Le divisioni, pero`, si ricompongono presto.
Dopo due ore i lavoratori iniziano a fare pressione. I 20 celerini schierati a difesa della "Unione industriali" imbracciano caschi e scudi. I lavoratori iniziano a denunciare le loro condizioni al megafono ed intonano cori, iniziano a giungere voci che il tavolo sia arrivato a rottura. Pare che la delegazione presto scendera`.
All'improvviso, senza nessun motivo apparente, arriva una nuova camionetta dalla quale scendono altri 20 celerini in tenuta anti-sommossa. Si schierano in modo da chiudere la piazza. La situazione inizia a farsi tesa, i lavoratori, con interventi, denunciano come questo sia il vero volto della democrazia.
Finalmente scende la delegazione, viste le premesse, nessuno si aspetta nulla di buono, alcuni sindacalisti iniziano a spiegare che sono arrivati alla rottura, che l'azienda non ne vuole sapere di trattare, che la situazione e` difficile, che l'indomani valuteranno il da farsi.
Gli operai ricordano loro come il giorno prima avessero garantito, che se l'accordo fosse andato male, avrebbero rimesso i blocchi. Il sindacalista prende tempo.
Ad un certo punto un operaio richiama l'attenzione degli altri. Dall'altra parte della piazza ha bloccato il segretario sindacale che si stava eclissando alla chetichella. Subito l'assemblea si sposta intorno a questo, volano spintoni.
Il sindacalista spiega che il tavolo e` stato rotto e che solo venerdi` avrebbero sottoposto alle assemblee dei lavoratori di Pomigliano delle possibili iniziative. La rabbia e` tanta, gli operai non ne vogliono sapere, vogliono sciopero subito. Alcuni uomini della Digos riescono a portarlo via. Un operaio continua a seguirlo. Altri intervengono per bloccare questo operaio, anche perche` la celere si e` schierata. Riescono a bloccarlo e ad allontanarlo dal sindacalista.
La celere carica lo stesso. L'operaio rimane travolto dalla carica, e` svenuto in terra e non si muove, viene chiamata l'ambulanza che arriva dopo piu` di mezz'ora, durante la quale l'operaio continua a rimanere svenuto, nel frattempo un'altra carica disperde quelli che ancora stavano sul posto: lavoratori, alcuni studenti, inermi ed a volto scoperto, con donne e bambini.
L'operaio viene caricato sull'ambulanza, svenuto. Riportera` tre traumi cranici ed i poliziotti cercheranno, senza riuscirci, di arrestarlo in ospedale.
Gli operai si danno appuntamento davanti al cancello 2 della fabbrica.
In una piccola assemblea tenuta li`, si decide di andare a sensibilizzare gli operai che entrano ed escono alle 22. Si racconta loro l'accaduto e si rilancia una nuova assemblea, prima dell'orario di entrata uscita delle 14.
Domani, quindi, assemblea alle 13 per decidere come rilanciare la mobilitazione, coinvolgendo gli operai dell'interno che, nel frattempo, vedono addensarsi nubi sempre piu` fosche sul loro avvenire.
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