Volantino dell’EKS sulla situazione in Turchia

Traduzione del post di Devrim in inglese

Fermati, leggi, pensa

Ancora una volta giungono sconvolgenti notizie di altri figli di lavoratori che vengono sacrificati per la brutale guerra nel sud-est. I borghesi e i loro mezzi di comunicazione hanno cominciato a reclamare a gran voce altro sangue e caos, come sempre. Come risultato, la gente ora va nelle strade alla ricerca di “terroristi”. Ma perché succede questo?

Perchè lo stato borghese sta vivendo da lungo tempo una condizione di crisi, anche se non chiaramente visibile. La causa economica di fondo è il fatto che in Turchia i lavoratori non hanno altro sangue che la borghesia possa succhiare, e come se non bastasse cominciano anche a resistere, come avvenuto ieri alla Turkish Airways e anche più duramente oggi alla Turk Telekom e alla Novamed. Il debito internazionale crescente e il capitale, che diventa sempre più fittizio, si fanno più fragili sul “mercato monetario”dato che essi poggiano sulla schiena dei lavoratori. La borghesia propaganda razzismo per protrarre questa situazione, così che i kurdi siano sfruttati per un prezzo inferiore e i lavoratori turchi siano lasciati a degenerare miseramente nelle strade. La conseguenza politica di questa situazione sono le grida di battaglia che si odono continuamente e che non sono una soluzione a niente. I muri ideologici dello stato borghese si spaccano giorno dopo giorno. Più l’oltraggio in cui vivono i lavoratori viene messo in discussione, più il capitale spingerà la società verso la degenerazione, la decadenza e la decomposizione e perde quella validità sociale che gli diede significato in primo luogo. La risposta dei politici borghesi all’ultimo massacro è la seguente.

Per l’ala nazionalista della borghesia la questione è, come sempre, la “cospirazione” organizzata dagli Stati Uniti. Secondo loro, se le Forze Armate Turche invadono l’Iraq, “il terrore sarà sradicato”. In realtà, sono passati solo tre anni da quando gli stessi Stati Uniti volevano che i ragazzi della Turchia andassero a combattere contro altri lavoratori in Iraq, tuttavia la borghesia turca non ci riuscì a causa della sua incapacità e debolezza. La verità è che la borghesia turca è da sempre allineata con gli Stati Uniti e le Forze Armate Turche sono gli esecutori armati di questa alleanza. Quel che è nuovo è che non solo ogni massacro che sarà fatto nell’Iraq del nord porterà altri soldati a essere uccisi e altri “civili” a essere forzati in campi di concentramento e massacrati sui campi di battaglia, ma provocherà anche, come reazione, l’esplosione di altre bombe nelle principali città.

L’ala islamica e liberale della borghesia approva la guerra, anche se in maniera inaffidabile, come sempre. Naturalmente il fatto che essa abbia dubbi su come l’operazione debba essere condotta è solo una espressione del suo tentativo di ottenere il consenso che vuole dagli Stati Uniti. Per questo non ha altra scelta che aspettare “pazientemente” di raggiungere un compromesso con Balzani e Talabani, per massacrare i lavoratori che vivono nei luoghi a cui loro punteranno.

Per quanto riguarda l’ala sinistra della borghesia, non sta facendo nient’altro che lamentarsi dall’alto delle sue tribune. Naturalmente non è interessata a fame, miseria, povertà e morte dei lavoratori. Sta piegando la sua retorica sempre più di fronte ai vuoi padroni per preservare la sua posizione. In breve, ci dimostra ancora una volta l’inutilità dei parlamenti.

Come conseguenza, anche i lavoratori in Turchia sono attratti nella spirale senza uscita di più guerra, distruzione, terrore e caos in cui il Medio Oriente viene spinto dalla borghesia, a cui non importa né della loro vita, né della loro morte. Perché il capitalismo può solo cercare di posticipare l’esplosione della sua irrisolvibile crisi trascinando l’umanità in maggiore distruzione.

La risposta del proletariato continua ad indicare la via in avanti, come dimostra lo sciopero alla Telekom. Un singolo sciopero, che continua da parecchi giorni, è sufficiente a far tremare la borghesia. Solo se i lavoratori entreranno in solidarietà con la loro classe per diffondere le lotte e se i lavoratori a livello internazionale diranno no alla guerra, il massacro capitalista potrà essere fermato. La maniera di fermare la guerra e il massacro è di non approfondirli e allargarli, ma di costruire una solidarietà di classe che attraversi i confini e raggiunga ogni fronte di battaglia militare. Il nemico non sono i fratelli e le sorelle di classe in altri paesi ma sono i capitalisti che vivono proprio qui, comodamente seduti nelle loro calde case!

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