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Home ›Sull'arresto di Aldo Milani
La notizia bomba arriva in serata (26-01-'17) e si diffonde - con gli scioperi dei facchini e dei lavoratori vicini al SI COBAS che iniziano a bloccare diversi stabilimenti - per tutta la notte e la giornata successiva: il coordinatore nazionale del SICobas ed il “consulente sindacale” Daniele Piccinini sono stati arrestati mentre – così recita l'accusa - intascavano una mazzetta di 5000 euro, acconto di una tangente complessiva di 90000 euro, la cifra che i due avrebbero richiesto per “ammorbidire” la lotta in corso da alcuni mesi nelle aziende della famiglia Levoni.
Dicevamo che al diffondersi della notizia sono partiti immediatamente scioperi da parte dei lavoratori SI COBAS, blocchi e comunicati di solidarietà, tanto che, in giornata, Repubblica, che pare abbia veicolato la notizia prima di altri, pubblicava un “video-prova” con l'intento di smorzare la protesta e far tornarne al regolare lavoro gli scioperanti che rilanciavano lo slogan che da un po' di tempo caratterizza le lotte del SICobas: “colpiscono uno colpiscono tutti”. Fin qui i fatti, riportati dai mezzi di comunicazione.
Alcune considerazioni a caldo:
- premesse le critiche politiche che da tempo portiamo al SICobas, riconosciamo che il SICobas stesso è stato, negli ultimi anni, una struttura, praticamente l'unica, capace di esprimere un certo grado di conflittualità in spezzoni limitati ma importanti di un settore operaio come quello della logistica, ma non solo. Questa struttura ha continuato a crescere e a creare problemi alla proprietà di tanti magazzini e stabilimenti arrecando, con i suoi scioperi, milioni di euro di danni;
- pertanto, non ci stupiremmo affatto se si trattasse di una grossa montatura prodotta con il solo intento di arginare un movimento conflittuale, infangando la reputazione di uno dei suoi massimi esponenti;
- lo stesso “video-prova”, fatto prontamente circolare, oltretutto privo di audio, a rigore non dimostra nulla, non essendo in alcun modo intuibile il contenuto del pacchetto che il dirigente della Alcar1 passa a Piccinini. Riguardo a quest'ultimo, per altro, il SiCobas ha detto che non c'entra nulla col sindacato e che si tratterebbe di un intermediario privato;
- ma anche nel caso in cui Piccinini avesse intascato una tangente con il beneplacito di Milani (il che sarebbe veramente triste e in parte inspiegabile), ciò delegittimerebbe solamente un personaggio – Milani – e non l'intero movimento di proletari, in larga parte facchini e immigrati, che in questi anni ha dato vita a momenti di conflittualità di classe comunque significativi. Naturalmente, però, la borghesia non mancherebbe di sfruttare a proprio vantaggio la vicenda – come sta già facendo - per screditare non solo il SiCobas e i segmenti di classe a esso legato, ma il concetto stessa di lotta di classe, l'idea che possano esistere persone estranee e ostili alla logica fondante del mondo borghese ossia che col denaro si possa comprare tutto, anche gli ideali più nobili e le persone che se ne fanno portatrici disinteressate. In breve, verrebbe ribadito che alla società capitalistica non c'è né ci può essere alternativa;
- non è un caso che i giornali borghesi hanno subito iniziato a collegare la presunta tangente con la turbativa della quiete pubblica causata dagli scioperi, con presunti fatti di violenza accaduti durante i picchetti etc., tacendo artatamente sull'omicidio di Abd Elsalam di settembre, sulle condizioni durissime in cui lavorano questi proletari, sul fatto che nella quasi totalità dei casi i blocchi e gli scioperi – ai quali la forza pubblica risponde con cariche e denunce e i padroni con i licenziamenti – vengono fatti per far applicare niente più che il contratto collettivo nazionale di lavoro;
- non possiamo provarlo, indicando una specifica “pistola fumante”, ma per lunga esperienza militante siamo certi che molti funzionari dei sindacati maggioritari hanno intascato mazzette per concludere questo o quel contratto in un determinato modo o “attenuare” il conflitto sindacale, cosa che nel paese della corruzione totale appare normale; ebbene, non ci ricordiamo di arresti di tali sindacalisti, mentre il rappresentante di uno dei sindacati più combattivi in Italia... pare essere l'unico arrestato per tale tipologia di reati;
Il nostro ovvio auspicio è che l'episodio si concluda presto e nel migliore dei modi, non solo per la figura politica di Milani, ma innanzi tutto per il rispetto verso una serie di episodi di lotta, piccoli, guidati politicamente in termini che non condividiamo, ma significativi di una possibile conflittualità di classe da allargare e guidare al meglio, da un punto di vista strategico.
In ogni caso, Milani non è il SICobas, che continueremo ad avversare politicamente per i suoi limiti, ma che, di fronte alla criminalizzazione dello stato borghese, non possiamo che difendere, per ribadire un principio che non deve mai essere dimenticato:
La giustizia borghese non è la nostra giustizia.
La nostra giustizia è la lotta di classe.
La nostra giustizia è la conquista di un mondo di liberi e uguali, senza sfruttamento, senza frontiere.
Non ne conosciamo altre.
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Comments
Milani è stato scercerato oggi e il tutto sembra sempre più assumere i contorni della montatura. Bene così.